Demodernizzazione
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Demodernizzazione

Un futuro nel passato

  1. 450 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Demodernizzazione

Un futuro nel passato

Informazioni su questo libro

Medici che guidano i taxi, architetti che vendono birra agli angoli delle strade, istituti scientifici chiusi in mezzo a impianti industriali arrugginiti, esecuzioni capitali in favore di telecamera; ancora, il sentimento nazionale che cede il passo al ritorno di identità tribali, etniche e confessionali; le fake-news, onnipresenti, che si diffondono in tutto il mondo, grazie ai più potenti mezzi di comunicazione.Queste immagini viste insieme non sono casuali: sono alcune delle possibili manifestazioni della "demodernizzazione", un fenomeno complesso e sfaccettato, osservabile a ogni latitudine. Il progresso lineare guidato dalla ragione, la grande promessa del Secolo dei lumi, non ha retto alla prova del tempo: l'irrazionale si sta riprendendo la scena e vediamo così ritornare, in moltissime parti del globo, tendenze che credevamo confinate in altre epoche della Storia umana. Che cos'è allora la demodernizzazione? Un retaggio di un passato che ritorna o un esito possibile della modernità?I saggi di questo libro affrontano le contraddizioni del nostro tempo con gli strumenti della sociologia, della filosofia, dell'antropologia e della storia. Il concetto di demodernizzazione – pur con la sua ambiguità – permette di analizzare il mondo in cui viviamo attraverso una luce nuova, per provare a capire meglio il nostro tempo fatto di chiari e scuri.

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Informazioni

Demodernizzazione

Un futuro nel passato
a cura di
Yakov M. Rabkin e Mikhail Minakov
Ledizioni
Edizione originale: Demodernization. A future in the past.
Yakov Rabkin, Mikhail Minakov (eds.), 2018, ibidem-Verlag Stuttgart
Copyright © 2018 by ibidem Press, Stuttgart, Germany
All rights reserved
© 2021 Ledizioni LediPublishing
Via Antonio Boselli 10 – 20137 Milano – Italy
www.ledizioni.it
Demodernizzazione. Un futuro nel passato
a cura di Yakov M. Rabkin e Mikhail Minakov
Prima edizione: gennaio 2021
ISBN cartaceo 978-88-5526-340-5
ISBN eBook 978-88-5526-415-0
Copertina e progetto grafico: ufficio grafico Ledizioni
Immagine della copertina: fotografia di Natalya Letunova, da Unsplash
Informazioni sul catalogo e sulle ristampe dell’editore: www.ledizioni.it
Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da Ledizioni.
indice
Ringraziamenti

Il progresso e il suo contrario. Introduzione alla teoria della demodernizzazione
Introduzione per l’edizione italiana di Mikhail Minakov
Prefazione dei curatori

Anni di progresso vanificati
Yakov M. Rabkin
Modernità antiche e declino della civiltà
Fabian D. Zuk
Quale tipo di modernità alla fine del Medioevo? Problemi e definizioni
Philippe Genequand
Museologia della demodernizzazione: rovine di un villaggio di minatori nel nord del Cile
Francisco Rivera
Rinati selvaggi: la demodernizzazione nell’Iraq moderno
Orit Bashkin
Demodernizzazione come orientalizzazione: il caso dell’Iraq
Detlev Quintern
Demodernizzazione versus modernizzazione: sulla scia della guerra Iraq-Iran
Hitoshi Suzuki
I molti volti della demodernizzazione: il caso della Palestina
Ilan Pappé
Demodernizzazione in Abruzzo: come la modernizzazione ha prodotto tradizione
Guy Lanoue
Demodernizzazione nell'Europa dell'est post-sovietica
Mikhail Minakov
Tagikistan: una coscienza nazionale sfuggente
Richard Foltz
La demodernizzazione nella letteratura post-sovietica
Marc Jeandesboz
Il protestantesimo è più o meno moderno?
Olivier Bauer
Demodernizzazione e democratizzazione: leader tradizionali del post-apartheid in Sudafrica
Jo-Ansie van Wyk
Lo Stato-nazione e i suoi rifugiati: l’abuso dei diritti umani è inevitabile?
Meir Amor
Quale modernità? Quale demodernizzazione?
Jean-Luc Gautero
Diritto consuetudinario e istituzioni informali: una sfida al concetto di demodernizzazione
Marc Goetzmann
Dalla demodernizzazione alla decrescita
Bertrand Cochard
Gli autori

Titoli dei saggi nell’edizione originale

Ringraziamenti

Molte persone e istituzioni hanno contribuito alla concezione e alla realizzazione di questo libro. Gli studenti del seminario universitario del professor Rabkin presso l’Università di Montréal sono stati tra i primi a esplorare sistematicamente la demodernizzazione in una varietà di casi empirici, migliorando così la nostra comprensione di questo fenomeno.
Le lunghe e accese discussioni che Yakov Rabkin ebbe con Alberto Rabilotta e Samir Saul furono così proficue da portare alla pubblicazione di un articolo congiunto, che si riflette in parte nel capitolo di Rabkin in questo volume.
Un ringraziamento speciale va al Prof. Pierre-Yves Quiviger e al Dr. Nari Shelekpaev che hanno contribuito all’organizzazione della “Conferenza internazionale sulla Demodernizzazione” svoltasi all’Università di Nizza nel febbraio 2016. Infine, il Servizio di scambio accademico tedesco (DAAD), l’Université de Montréal, l’Univerisité de Nice, l’iniziativa Natasha Sheiko e Civic Angels hanno fornito un aiuto cruciale per la pubblicazione di questo libro.

Il progresso e il suo contrario. Introduzione alla teoria della demodernizzazione

Introduzione per l’edizione italiana di Mikhail Minakov

Il tempo sociale è sempre stato una cosa bizzarra, ma oggi ci viene chiesto di imparare a vivere in un tempo ancora più incomprensibile di altri. In questo momento storico i processi nei diversi settori della società moderna hanno assunto direzioni e velocità estremamente diverse: questa disarmonia è caratterizzata da un proprio ordine temporale e da una propria topografia. Il progresso segue una linea temporale oscillante, nel quale i processi di modernizzazione e demodernizzazione posso anche essere concomitanti. La modernità è diventata un tempo che Shakespeare avrebbe chiamato “out of joint”.1
Lo sviluppo della modernità prende forma dalla coesistenza tra la realtà in divenire e la pratica dell’auto-riflessione permanente, che interagiscono costantemente senza tuttavia fondersi mai. Il mondo moderno è davvero “tutto ciò che accade”:2 esso si manifesta sia come uno stato materiale, sia come un ordine immaginario. Nei tempi moderni, il caos incessante delle trasformazioni materiali viene sempre immaginato e reimmaginato come uno sviluppo, un lume nel buio e un progresso ordinante.
Alla base dell’idea di progresso c’è l’immagine di un cambiamento e del volto che questo può assumere: un percorso di miglioramento o un percorso di declino. Il miglioramento significa maggior ordine, maggior ragione e maggior perfezionamento dell’esistenza umana, mentre il declino si manifesta come la sua interruzione, il suo rallentamento e il suo peggioramento. Nella modernità, le trasformazioni materiali producono i cambiamenti delle idee, e i pensieri moderni trasformano le condizioni materiali e sociali. Ecco perché nell’epoca moderna è così importante l’intricato legame tra pensiero e pratica. Sapere aude, il concetto principale dell’illuminismo, esorta ad avere il coraggio di servirsi della propria intelligenza e spinge verso un agire ponderato.3
È per questa ragione che il pensiero della modernità fa costantemente appello a sé stesso, alla sua esperienza e alla sua storia. In fondo, il pensiero della modernità è basato sulla visione della très longue durée. Nell’immaginario moderno, tutta la storia umana si divide in due stadi.
  • Il primo è l’età arcaica: in questo periodo non ci sono l’individuo e la società. Esiste invece l’individualità delle collettività arcaiche: la tribù, il clan e la famiglia. L’ordine comune è fondato su una tradizione inalterabile che vincola le esistenze dei vivi e dei morti. Indipendentemente dalla crisi attraversata dalla comunità arcaica, il “cristallo della tradizione”4 ha resistito per millenni alla pressione del caos. Zygmunt Bauman usa questa metafora per riferirsi alla tradizione, perché la struttura del cristallo è assoluta, solida e quasi permanente. I cambiamenti non sono possibili, e l’eroe è colui che è disposto a morire per ripristinare la tradizione quando qualcosa ne mette a repentaglio l’esistenza. Il principio fondante di questa età è la consuetudine, la norma basata sull’esistenza di un precedente: l’ordine giusto delle cose è identificato con il passato e con il mantenimento dello status quo.
  • La seconda fase della storia umana coincide con la modernità. È l’età in cui ci si immagina che regni la ragione, dove esistono gli individui e la società, e dove il progresso avanza. E con questo immaginario, la solidità della tradizione non funziona più: la modernità è guidata dall’innovazione e dalla creatività umana. Colombo, Gutenberg, Cartesio, Lutero e Newton sono i nuovi eroi: irriverenti, sognatori razionali e creatori distruttivi. Distruttivi per la tradizione, e creativi per le nuove forme di vita: vita sociale, tecnologica, politica, economica e individuale.
Nella modernità, il progresso si identifica con il processo di modernizzazione della cultura, della società e dell’individuo. Dall’età di Colombo e Gutenberg ai giorni nostri, la modernizzazione ...

Indice dei contenuti

  1. Demodernizzazione