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Informazioni su questo libro
In copertina
ECONOMIA
Una riforma fiscale per contrastare le disuguaglianze. Ecco perché
ECONOMIA
Elogio delle tasse: perché servono per garantire diritti e democrazia Primo tempo
ATTUALITÀ
“La voce di Vittorio non si è mai spezzata né è stata dimenticata”
ATTUALITÀ
Che cosa è diventata la Palestina che raccontava Vittorio Arrigoni
DIRITTI
Le responsabilità di Shell per il disastro nel Delta del Niger
SALUTE COSTITUZIONALE
Tutelare il diritto alla salute con una “epidemiologia della visibilità” Secondo tempo
INTERNI
Rwm in Sardegna, riconvertire si può dalle armi a progetti sostenibili
TERRITORIO
Viaggio in Carnia, tra chi sogna la rinascita della montagna
REPORTAGE
Il popolo indigeno che resiste al crimine organizzato in Messico
SOCIETÀ
A scuola di lingua madre per non perdere le proprie radici Terzo tempo
FOTOGRAFIA
Carolina Rapezzi. Immagini da una discarica infernale
STORIA
Eric Gobetti. E allora le foibe?
I NOSTRI LIBRI
Sapessi com’è strano pensare di cambiare Milano Rubriche
Editoriale di Duccio Facchini
Obiettivo
Monitor
La salute al caleidoscopio di Nicoletta Dentico
Il clima è (già) cambiato di Stefano Caserini Il diritto di migrare di Gianfranco Schiavone
Semi in viaggio di Riccardo Bocci
Distratti dalla libertà di Lorenzo Guadagnucci
Il dizionario economico dell’ignoto di Alessandro Volpi
Piano Terra di Paolo Pileri
Osservatorio sulla coesione di Igor Guardiancich
In punta di diritto di Enrico Zucca
Avviso Pubblico di Pierpaolo Romani
Un volto che ci somiglia di Tomaso Montanari
La pagina dei librai di Modo Infoshop
Una finestra sul commercio equo di Micol Arena
Le idee eretiche di Roberto Mancini
Domande frequenti
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Informazioni
“La voce di Vittorio non si è mai spezzata né è stata dimenticata”
Intervista a Egidia Beretta, mamma di Vittorio “Vik” Arrigoni, ucciso a Gaza il 15 aprile 2011. In dieci anni ha continuato a trasmettere il messaggio di suo figlio. Cambiano le generazioni che vogliono conoscerlo e il filo non si spezza
EB Per me non si tratta di una ricorrenza da ricordare in maniera diversa. In parte sono serena, ma la mancanza di mio figlio per me è sempre enorme e anche se, come ho detto, questi anni mi hanno portato tanto affetto, non dimentico mai che tutto parte da un assassinio.
EB A volte ho dei ricordi vaghi, a volte confusi, altre mi attardo a ripercorrere tutti i passi e quelle ore. Altre ancora mi scrollo tutto di dosso. Ricordo con grande dolore il momento in cui mia figlia Alessandra sentì alla tv che avevano trovato un corpo e che era di Vittorio. Andai da Ettore, mio marito, che era nel letto gravemente malato: “Il nostro Vittorio è morto”, gli dissi. La telefonata della Farnesina arrivò poco dopo.
EB L’unico contatto è stato con i loro familiari, che ci chiesero di intercedere presso il tribunale militare di Gaza affinché non fosse applicata la pena di morte e così facemmo. Non mi è mai interessato, né interessa, avere un contatto con loro.
EB No, assolutamente. Per perdonare una persona devi conoscerla, vederla, cercare di capire. Non lo volevo allora e non lo voglio oggi.
EB Fin dall’inizio ho pensato che ci fosse un mandante più in alto degli esecutori, anche se non so dare contorni definiti alla mia sensazione. Forse credere che non sia stato semplicemente un colpo di testa è un tentativo di lenire il cuore. Penso che sia stato ucciso per metterlo a tacere, lo penso oggi più di ieri, anche se non ho ricevuto nuove informazioni o prove a riguardo.
EB Sono contenta. L’eredità di Vittorio è ancora fortissima, la sua voce non si è mai spezzata né è stata dimenticata. I primi giovani a cui l’ho raccontato sono cresciuti e adesso ci sono le nuove generazioni, quelli che erano troppo piccoli per ricordare, che vogliono conoscerlo. È un filo che non si spezza.
EB Gli resta in mente il Vittorio fermo, deciso, che non ha mai rinunciato a seguire i suoi ideali, la sua via, utopia, nonostante le difficoltà e le privazioni. Li stupisce la forza interiore che lo ha portato ad andare avanti, la costanza e la voglia di superare le difficoltà. E li sorprende che io non mi sia opposta alle sue scelte, ma lo abbia lasciato “volare”. Quando mi domandano il perché, stanno pensando ai loro sogni e sperando nelle loro madri.
EB Che ci sono molte più persone di quanto si possa pensare generose, altruiste, che aspirano ad una vita in cui possano aiutare gli altri. Che l’Italia e gli italiani sono un popolo grande. L’ho capito per l’accoglienza e l’affetto che ho sempre ricevuto e che mi ha dato la forza in tutti questi anni. C’è un’Italia che si conosce poco, che esiste e resiste.
EB Sono sempre stata una persona che tendeva a vedere l’umanità negli altri e lo sono ancora, anzi forse ora di più, perché l’ho constatata di persona. La mia quotidianità certo è cambiata: ho molti contatti, il lavoro della Fondazione che prima non c’era e che avrei preferito non ci fosse, ma che ha dato forma alla positività degli incontri, agli scambi… È incredibile notare come tanti siano desiderosi di “appropriarsi” delle esperienze di Vittorio.
EB L a fondazione (fondazionevikutopia.org) è nata nel 2012 con fondi nostri, addirittura con i risparmi che erano rimasti sul conto di Vittorio. Il riconoscimento di vittima del terrorismo è arrivato nel 2015 e i fondi solo successivamente. Ogni anno finanziamo due-tre progetti nello spirito di Vittorio, cioè lasciare qualcosa di costruito, concreto, e che vada a beneficio soprattutto dei bambini o dei ragazzi, i più fragili e bisognosi, e a cascata naturalmente anche delle loro famiglie. A Gaza abbiamo realizzato diversi progetti, ma anche in Africa, Sud America, Europa, in Afghanistan, quest’anno in Bosnia.
EB Nessuno si è avvicinato. Tutti mi chiedono perché anche a livello istituzionale non venga ricordato e io rispondo che non lo so. Di certo io non vado a cercare niente o nessuno. Io e Alessandra siamo state invitate a Roma per la giornata nazionale delle vittime del terrorismo e siamo andate un paio di volte, ci sembrava un dovere, ma è qualcosa di molto molto formale.
EB Mi piacerebbe andasse a buon fine un documentario realizzato da due giovani laureati alla scuola d’arte di Roma. Il progetto prevede diverse forme di espressione, tra cui anche l’animazione, con la graphic novel che Stefano Piccoli ha dedicato a Vittorio. Per ora è fermo, spero riparta.
EB Se ci fossimo trovati in un’altra situazione (senza Covid-19), lo avremmo ricordato a Bulciago ad aprile. Mi sto meravigliando di come tanti lo stiano facendo o lo faranno in quei giorni. Ricordo, tra gli altri, il podcast “Le ali di Vik”; un’iniziativa dell’associazione Assopace Palestina; uno spettacolo dell’Anpi di Aprilia tratto dal libro di Vittorio; l’evento “Buon compleanno Faber” organizzato dalla biblioteca di Monserrato in Sardegna, il contest lanciato dall’agenzia giornalistica Nenanews. Le persone ci hanno sostituito.
EB No, anche se forse il funerale è stato un presagio. Ricordo lo stupore, la gioia e la riconoscenza per tutte quelle persone. Il fatto che venga continuamente ricordato significa tanto per me, significa che quella vita errabonda, che ci teneva un po’ in pensiero, è stata la cosa più bella che Vittorio potesse fare per lui e per molti altri.
EB Questa è la domanda più difficile perché tutte le risposte rischiano di sembrare frasi fatte. Credo che significhi guardarsi attorno, non stare rinchiusi dentro le mura dell’egoismo ma mettersi a disposizione.
Che cosa è diventata la Palestina che raccontava Vittorio Arrigoni
Negli ultimi dieci anni la situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania è ulteriormente peggiorata. I civili hanno continuato a subire attacchi militari da Israele, autoritarismo interno e chiusura dei confini
Indice dei contenuti
- Copertina
- Altreconomia 236 - Aprile 2021
- Indice dei contenuti
- Le mancate dosi di trasparenza a tutela delle multinazionali
- Monitor osservatorio sul mondo (aprile 2021)
- Una riforma fiscale per contrastare le disuguaglianze. Ecco perché
- Elogio delle tasse: perché servono per garantire diritti e democrazia
- “La voce di Vittorio non si è mai spezzata né è stata dimenticata”
- Che cosa è diventata la Palestina che raccontava Vittorio Arrigoni
- I brevetti sui farmaceutici collidono con il diritto alla salute
- Le responsabilità di Shell per il disastro nel Delta del Niger
- Il mancato discorso di Mario Draghi in Senato sulla crisi climatica
- Tutelare il diritto alla salute con una “epidemiologia della visibilità”
- L’assistenza negata alle invisibili vittime di tortura
- Cambiare i sistemi alimentari per sfamare il mondo
- Disha Ravi e le nuove pratiche per la giustizia climatica
- Servono regole nuove per debito e crediti
- Rwm in Sardegna, riconvertire si può: dalle armi a progetti sostenibili
- Rifiuti abbandonati: piaga di un Paese incivile
- Viaggio in Carnia, tra chi sogna la rinascita della montagna
- I “Bocconi boys” e il Piano nazionale di ripresa e resilienza
- Il popolo indigeno che resiste al crimine organizzato in Messico
- Tortura: sei anni dopo la sentenza Cestaro
- A scuola di lingua madre per non perdere le proprie radici
- Beni confiscati: occorrono più risorse e trasparenza
- Carolina Rapezzi. Immagini da una discarica infernale
- È regno dei banchieri. Senza opposizione
- Sapessi com’è strano pensare di cambiare Milano
- E allora le foibe?
- La pagina dei librai (da Altreconomia 236)
- La rivoluzione della moda equosolidale
- Il manifesto per una nuova politica dei territori