Padri che amano troppo. Adolescenti prigionieri di attrazioni fatali
eBook - ePub

Padri che amano troppo. Adolescenti prigionieri di attrazioni fatali

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Padri che amano troppo. Adolescenti prigionieri di attrazioni fatali

Informazioni su questo libro

"Elisa crede di poter tenere tutto per sé un babbo dall'irresistibile fascino. Giorgia si distrugge e strugge per salvare l'immagine che ha di lui. Sandra rimane invischiata in un corpo a corpo. Niccolò ha paura dell'altro sesso. Giacomo cerca inutilmente di differenziarsi dal genitore."

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Padri che amano troppo. Adolescenti prigionieri di attrazioni fatali di Francesco Berto,Paola Scalari in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Psicologia e Storia e teoria della psicologia. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

GIOCHI PROIBITI

“Ferdinando ha un’intelligenza eccellente” disse la professoressa Ombroso porgendo l’ossuta mano al ragionier Arcuri, che si chinò prontamente per accennare un baciamano.
“Promette davvero bene. Vedrà che suo figlio avrà un ottimo profitto alle superiori” gli fece eco l’anziano Filippini che invece parlò dal fondo dell’aula professori senza muovere un passo né in avanti né indietro.
Giudizi approvati, con vistosi cenni del capo, dalla preside Lella Maroni Valletta detta “la rompi coglioni perfetta” non solo dagli alunni, ma anche dai professori della scuola media Ugo Foscolo.
L’insegnante di religione non volle essere da meno e, con la sua voce gutturale, aggiunse: “Ragioniere, complimenti. Questo suo bel figliolo, biondo come un cherubino e dagli occhi celesti come il cielo, farà grandi cose nella vita. Mi raccomando lo segua, lo faccia studiare e lo sproni, senza pietà”.
L’uomo ringraziò con quel suo fare ossequioso tutto inchini e sorrisi. E per non dare le spalle all’erudito consesso uscì dalla sala professori camminando all’indietro.
Al ragionier Arcuri pareva di toccare le stelle con un dito perché Ferdinando non era tonto come Letizia, che i professori – due anni prima – avevano licenziato dalla scuola media solo per liberarsene.
Questo suo figlio maschio era stato invece promosso con ottimo. L’unico della classe. Il più preparato. Il migliore.
Telefonò a sua moglie invitandola a raggiungerli con la figlia per una pizza in città. La donna declinò l’invito. Aveva la sua solita emicrania che la teneva inchiodata a letto per giorni. Se ne stava sommersa nel buio assoluto circondata dal massimo silenzio. Ogni rumore infatti le provocava una fitta alla testa.
Letizia era chissà dove.
A Ferdinando sarebbe piaciuto andarsi ad accoccolare vicino alla mamma nel letto matrimoniale, ma insistette con papà per andare a festeggiare la sua promozione. Il padre accettò non prima di esser passato al negozio della Bici Mania per acquistare una mountain bike nuova fiammante da donare al figlio.
Regalo che, ovviamente, la signora Arcuri, riemergendo momentaneamente dalla sua apatia dolorosa, criticò al telefono per via del danaro sprecato e dei percoli a cui avrebbe sottoposto Ferdinando. Verso le ventidue, al rientro dei due uomini, completò poi la ramanzina sostenendo, con un filo di voce da moribonda: “Vuoi troppo bene a questo figlio. Lascialo in pace quel povero bambino”.
Lo chiamava ancora il suo bambino, nonostante la promozione e l’iscrizione al ginnasio della città. Anzi, in quei giorni diceva a tutti: “Oddio el me puteo va a studiare ad Adria! Pensè, el ghe va da solo in corriera”. E poi con orgoglio aggiungeva: “Frequentarà il liceo classico Bocchi, certamente il più prestigioso, ma sicuramente il più lontano da casa. Dio mio cosa gli succederà?”. E già piangeva ancor prima che nulla fosse accaduto.
A settembre, per non farlo stancare e per abituarlo alla strada, suo padre decise di portarlo a scuola in macchina e, a parenti, amici e colleghi che lo criticavano, diceva: “Allungo solo di pochi chilometri ed arrivo ugualmente in tempo a Loreo per l’apertura della mia banca”.
In pieno inverno, per evitare che si prendesse un malanno, fu ancora il padre ad accompagnarlo fin sulle scale dell’imponente edificio che ospitava il liceo. E alla moglie, che lo accusava di sprecare la benzina e di viziare il figlio maschio, rispondeva a mezza voce per nascondere la sua assillante rabbia: “Stai tranquilla Teresa, la benzina me la risarciscono perché devo andare in trasferta a Porto Tolle”.
Con l’arrivo della bella stagione, quando Ferdinando fu colpito da febbri continue che tenevano la sua temperatura perennemente innalzata di qualche grado, fu sempre lui a scorazzarlo avanti e indietro. “Sento che quel figlio non ce la fa” confidava ogni sera più affannato alla sua anziana madre quando, alle diciannove in punto, passava a salutarla e a verificare che fosse in salute.
Alla fine dell’anno scolastico fu ancora il padre che, convocato, andò dai professori pur sapendo di venir investito da una raffica di giudizi negativi. Si sentì infatti dire: “Ferdinando sarà bocciato. Ci dispiace. È molto intelligente. È acuto nei commenti. Si vede che studia, ma fa sempre scena muta durante le interrogazioni. Ha la testa per aria. Ha preso delle gravi insufficienze in tutte le verifiche. È educato, ma distratto. È un ragazzo promettente, ma il liceo non fa per lui. Lo cambi di scuola e lo mandi anche a ripetizione durante l’estate”.
La famiglia Arcuri rinunciò alle vacanze a Sappada e spese la cifra destinata alle ferie in lezioni private per Ferdinando. Riuscì tuttavia a permettersi, nei fine settimana, una gita ai bagni del Corsaro nero di Sottomarina per fare due chiacchiere con gli amici di sempre. Per la verità il più delle volte la signora Arcuri rimaneva a casa per via della sua allergia allo iodio che le procurava un fastidioso prurito.
Al mattino presto, nell’utilitaria di famiglia, partivano quindi un padre elettrizzato e due figli assonnati. Ognuno portando un peso spropositato alle sue forze in quanto, per andare al mare, ci voleva quasi un trasloco tra ombrellone, sdraio, frigo portatile e chissà quante altre diavolerie chiuse dentro alle borse da spiaggia.
Una volta arrivati Ferdinando si stravaccava sull’unica sdraio disponibile lasciando solo uno striminzito fazzoletto di ombra al padre che, steso sul telo, s’immergeva nel giallo iniziato la settimana precedente per sapere come finivano le indagini della sua adorata Petra. Ogni tanto l’uomo alzava la testa e chiedeva: “Ferdinando, vuoi una bibita? Vuoi un gelato? Vuoi una granatina? Vuoi andare da tua sorella al bar? Vuoi che giochiamo a racchettoni? Vuoi che facciamo il bagno?”.
“No papà” rispondeva ogni volta il figlio con aria sempre più annoiata e seccata. Ripiombava poi nel più cupo mutismo nascondendosi dietro ai suoi occhiali scuri. Pareva interessato solo a riprendersi dalle fatiche della settimana di studio. Passava quindi la gran parte della giornata sonnecchiando e sbadigliando sonoramente.
Andava infatti a ripetizione per prepararsi a frequentare il liceo pedagogico, dove suo padre aveva deciso di iscriverlo per l’anno successivo.
Fu quindi per lui un’estate di studio e noia, ma non solo.
Al lunedì andava dalla signorina Ortelli che abitava in via Piave a Cavarzere per ripassare la matematica. Era una vecchia insegnante in pensione che gli faceva studiare anche italiano, storia e geografia.
Per rinforzare l’inglese andava, invece, due volte alla settimana, a Padova da sua cugina Anna che aveva appena superato la maturità alla scuola inglese.
Il padre di Ferdinando dovette sostenere per più di due settimane quest’ultima scelta. Tenne infatti testa per diversi giorni non solo ad una lagnosa protesta della moglie, ma si trovò costretto anche a respingere una serie di inaspettate sfuriate della figlia.
La signora Teresa, infatti, si fissò sul fatto che pagare il prezzo richiesto da Anna per ogni ora di lezione era stupido vista la giovane età della nipote. Letizia sentenziò invece che, poiché la cugina non aveva mai avuto voglia di studiare, non si sapeva proprio come l’avrebbe inculcata a suo fratello. Una sera, forse perché un po’ brilla, arrivò addirittura a dire: “Papà mi vergogno di te. Sei tonto e scemo”. E, puntando l’indice verso l’alto, con fare deciso aveva aggiunto: “Te lo fai mettere da tutti in quel posto”.
Ne conseguì una filippica senza fine sulla sua volgarità e una serie di rimproveri per la sua inopportuna gelosia verso il fratello.
Il ragioniere non aveva dubbi infatti che la sua fosse la scelta migliore per Ferdinando. E non si arrese né davanti ai rimbrotti della moglie né di fronte alle accuse della figlia.
Per il bene del suo ragazzo si aspettava infatti che, con la cugina, imparasse non solo la lingua, ma avesse anche l’occasione di entrare nel giro giusto. Anna infatti conosceva i migliori rampolli delle famiglie padovane visto che aveva frequentato per ben tredici anni una delle più esclusive scuole della città. E, con mezze allusioni, sua cognata Erminia gli aveva fatto intendere che ci avrebbe messo una buona parola affinché Anna prendesse a cuore la vita mondana del ragazzo. A lui quindi sembrò proprio un affare da non perdere. Perciò ignorò le pesanti critiche dei familiari e, sentendosi il solitario paladino di una eroica impresa, andò avanti per la sua strada pensando che solo un padre è capace di sapere cosa è meglio per un figlio maschio.
Il ragionier Arcuri, per tenere tutto sotto controllo, telefonava ossessivamente all’una e all’altra delle due insegnati a cui aveva affidato la preparazione di Ferdinando.
In una torrida giornata di mezza estate, di fronte ad una teiera fumante, servito il tè in tazze di fine porcellana inglese di stile vittoriano, la signorina Ortelli arrivò a dire: “Suo figlio sa tutto. È un giovane talento in italiano. Impara alla velocità della luce. Ha una memoria di ferro”. E tra un biscottino al cioccolato e una fetta di torta di mele tiepida si defilò affermando: “Non ho nulla da insegnargli. Lo tenga a casa. Lo lasci un po’ libero”.
Consiglio che, ovviamente, il ragioniere non ascoltò convinto com’era che quel figlio fatto di buona stoffa avesse bisogno di essere incitato per dimostrare le sue potenzialità.
La giovane cugina invece si stufò presto di insegnare a Ferdinando quello che lui sapeva già, ma non volle rinunciare alla sua cospicua ricompensa.
E allora cercò di insegnargli quello che invece non sapeva.
Anna studiò con le sue due amiche del cuore un piano. Lo mise a punto, tra risa e sbeffeggiamenti, promettendo di raccontar loro tutto. “Ma proprio tutto” aveva insistito Michela che, di quel cugino di Anna, era da sempre innamorata per via degli occhi di un azzurro brillante che parlavano da soli e dei lineamenti maschi addolciti da un tenero sorriso. Le tre escogitarono, tra complici ammiccamenti e sfrenate fantasticherie, come poter girare un video con protagonista il Paggio Fernando da inserire in YouTube. Immaginavano di diventare famose. Credevano che tutti avrebbero voluto conoscere quel loro amante così bello da far impazzire.
Ma fu Anna, da sola, ad iniziare il gioco in una mattina d’agosto nella quale un’afa terribile aveva fermato l’aria ed un cielo plumbeo aveva preannunciato un violento temporale. Con la scusa del caldo lo attese avvolta in una vestaglietta di velo che vide bene di tenere semiaperta. All’arrivo del cugino si avvolse un asciugamano sul capo e lo accolse dicendo: “Ho appena fatto la doccia. Adesso mi cambio e arrivo da te”.
Lui, spavaldo, rispose: “Non importa stai pure in libertà, sei a casa tua”.
E sbirciò tra i lembi svolazzanti che un refolo di vento aveva sollevato a causa della corrente d’aria tra due finestre. Fu turbato da un brivido elettrico quando i suoi occhi furono attratti da un folto pelo nero che faceva capolino tra le pieghe della vaporosa stoffa. Contemporaneamente sentì il primo tuono esplodere in lontananza.
Anna lo fece sedere nel tavolo d’angolo della cucina, andò a chiudere le finestre e si sistemò dietro alle sue spalle. Si chinò per girare una pagina del testo che stavano traducendo e inondò il volto di Ferdinando con i suoi capelli di un color rosso violaceo del tutto innaturale. Lui si trovò così costretto ad aprirsi un varco tra la folta chioma dell’avvenente cugina per poter leggere il brano. Le tette di lei, dure come marmo, strusciavano, con movimenti lenti e sapienti, il collo flessuoso del giovane. Lui rimase immobile, come una statua, mentre fuori il tempo brontolava cupo e minaccioso, quasi a volerlo sgridare. La patta dei suoi pantaloni scoppiava facendolo sentire più a disagio per il dolore che gli procuravano i boxer ormai troppo stretti che a suo agio per i piaceri della carne.
Gli giravano per la testa pensieri scurrili che desiderava cancellare subito dopo che si erano fatti vivi. Domandava allora in silenzio perdono a Dio e gli prometteva di andarsi a ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Nuovi padri
  3. Prigionieri d’amore
  4. Non andare via
  5. Dammi la mano
  6. Dramma della gelosia
  7. Competizioni invincibili
  8. Segreti di famiglia
  9. Giochi proibiti
  10. Silenzi assordanti
  11. Notti oscure
  12. Alle tre in punto
  13. Urla strazianti