Cos'è il fantasy
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Cos'è il fantasy

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Informazioni su questo libro

Fantasy - saggio (39 pagine) - "Avvincente, informata, aggiornata: la mappa definitiva del continente fantasy." (Elena Di Fazio e Giulia Abbate)

Cos'è la letteratura fantasy? Come si definisce, come si articola tra worldbuilding e filoni? E come orientarsi in questo genere sconfinato, con la sua lunghissima e illustre tradizione?

A tutte queste domande rispondono con chiarezza e competenza Sephira Riva e Gloria Bernareggi, che da anni si occupano di scrittura e letteratura fantasy nel loro blog Moedisia.eu. In questo primo volume ci guidano tra definizioni, messaggi, inclusività, sospensione dell'incredulità: se il fantasy è un continente, questa guida è la mappa definitiva per esplorarlo!

Classe 1990, Gloria Bernareggi ha conseguito il diploma di Tecnico dei Servizi Ristorativi -indirizzo cucina, e ha poi deciso di trasformare la sua passione per il mondo editoriale in lavoro, prima iscrivendosi alla facoltà di Lettere Moderne, poi lavorando come collaboratrice per Il Giornale di Monza. Successivamente, ha iniziato collaborazioni con diverse realtà editoriali come digital content creator (in partiolare nel settore food) e come correttrice di bozze.

Scrive a quattro mani con la collega Sephira Riva e, sempre con lei, co-gestisce il blog Moedisia.eu dove si occupa di letteratura fantastica, narrativa inclusiva e critica letteraria. E per non tradire la propria vena gastronomica ha ideato la rubrica Ricette letterarie: ricette tratte dai suoi libri fantasy preferiti – e non solo.

Classe 1990, Sephira Riva è laureata in Chimica e ha conseguito il dottorato di ricerca in Ingegneria dei Materiali. Ha vissuto per anni all'estero (Galles, Germania, Norvegia), lavorando per l'Agenzia Spaziale Europea e per l'Istituto Italiano di Tecnologia. Ha quindi avuto svariate occasioni per incontrare alien* e analizzarne i manufatti!

Pur avendo intrapreso una carriera prettamente scientifica, ha mantenuto un profondo interesse per la letteratura, partecipando a corsi e workshop di scrittura e storytelling. Scrive in coppia insieme a Gloria Bernareggi da molti anni e insieme a lei gestisce il blog Moedisia.eu, in cui si occupa di critica letteraria, narrativa inclusiva e fantasy, con post e approfondimenti tematici.

Per Delos Digital ha già pubblicato Addendum alla proposta di legge sul diritto all'autodeterminazione degli oggetti, nella collana Futuro Presente curata da Elena Di Fazio e Giulia Abbate.

Domande frequenti

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1.1 Introduzione

L’immaginazione è la più potente e incredibile capacità umana. Ha trascinato l’umanità fuori dalla preistoria, ha popolato di attrezzi la terra e di storie il cielo. Il suo potenziale creativo è illimitato e rivoluzionario: mette ali su schiene di uomo, agli uccelli dà la parola. Ha saziato più di uno stomaco quando sulla tavola non c’era niente.
Se la realtà ci àncora al suolo come una zavorra, l’immaginazione non conosce vincoli e non ha peso, non la fiacca il passare dei secoli né il tragitto di bocca in bocca.
Alle volte, l’immaginazione si incarna in oggetti: un quadro, una molecola, un libro. Gli oggetti poi vivono di vita propria, sottomessi al destino di tutte le cose, ma in un dialogo continuo con la mente che immagina.
Il fantastico rappresenta la più alta espressione dell’immaginazione umana. Una mente crea un Mondo intero, perché altre menti possano visitarlo. Solo nella narrativa non mimetica possiamo abbandonare la gravità, giocare il tempo, ingannare la morte.
Cosa c’è di più straordinario, folle, umano di questo?
Eppure, c’è una patologia piuttosto diffusa nel lettorato della narrativa fantastica, di certo dovuta a decenni di insoddisfazioni e guerre intestine. Escluso dai premi più prestigiosi e dai corsi di studio, bistrattato dentro e fuori l’accademia, non stupisce che il fantasy abbia faticato a uscire dall’ombra in cui era stato relegato. Forse per il fatto che il genere fantastico sia riuscito a imporsi sulla scena culturale solo in tempi piuttosto recenti (a differenza di colleghi quali thriller e fantascienza, cui la modernità ha saputo dare nuova linfa), è rimasto nel suo pubblico un vago complesso di inferiorità. Chi ama leggere romanzi fantasy sente il bisogno di giustificarsi e di giustificare la propria scelta.
Ricordiamo ancora la nostra irritazione di adolescenti, quando una compagna di liceo, che aveva appena scoperto che leggevamo fantasy, ci chiese: «Ah, come Harry Potter
Se l’episodio ci è rimasto impresso con una sfumatura spiacevole, a distanza di tutti questi anni, non è perché odiassimo i libri di J.K. Rowling. Ci ferì ciò che era implicito nella domanda: che il fantasy fosse cosa da bambini. Che la narrativa vera fosse altra cosa.
Riandando con la mente a quell’episodio, ci rendiamo conto però che si presta a letture differenti. Soprattutto, rivela la nostra immaturità critica: cosa c’è di male nell’apprezzare la narrativa per l’infanzia? È possibile che proprio quello percepito come un punto di debolezza del fantasy, ovvero la sua “infantilità”, rappresenti invece un punto di forza, e la ragione principale del suo successo? Non può essere un caso se, per quanto distante si spinga questo genere, e sempre più verso luoghi oscuri e terribili – rimanga una spinta ideale, un gusto per la scoperta, una passione per la meraviglia.
Il fantasy è certamente cresciuto.
Si può dire lo stesso del suo lettorato?
A nostro avviso non come avrebbe potuto. E a causa soprattutto di una sorta di deprivazione: viene impartita un’educazione al romanzo storico, ai meccanismi del giallo, agli sviluppi imprevedibili della fantascienza… ma non esiste un’educazione al fantastico.
Chi si approccia a questo genere rischia di perdersi nelle sue decine di ramificazioni. Chi manca di familiarità con le sue regole interne non ne riesce ad apprezzare lo sviluppo. Quello per certi romanzi è un gusto acquisito: acquisito con lo studio, e con la vita, e con la lettura di altri romanzi prima, durante e dopo. È così per ogni opera d’arte, il fantasy non fa eccezione. La narrativa fantastica – come tutta la narrativa – va esperita, contestualizzata, decodificata.
I lettori e le lettrici di fantasy più espert* questo lo sanno bene. Dal loro primo incontro con il mondo magico non hanno mai smesso di proiettare le proprie aspettative sul testo successivo. Queste aspettative formano l’humus per una lettura critica, lettura che però, nel caso della narrativa fantastica, è particolarmente complessa.
Pensaci: in un giallo le aspettative vertono su un cadavere e un assassino, e prima ancora di aprire un romance sapremo di trovarvi una storia d’amore. Ma da un fantasy puoi aspettarti un mondo intero.
Questa varietà estrema di temi e ambientazioni rende difficile navigare gli oceani del fantastico anche al lettorato più smaliziato; e può rivelarsi un labirinto senza uscita per lo scrittore e la scrittrice alle prime armi. D’altra parte, per chi impara a conoscerla, questa abbondanza di possibilità può tradursi in una ricchezza espressiva senza eguali.
Se vuoi sviscerare i meccanismi che governano la narrativa fantastica, sei nel posto giusto. Non aspettarti un manuale di scrittura classico: quella che hai in mano è una guida in cui cercheremo di insegnarti a decodificarne i segni.
Ognuno poi impara a tracciarli a suo modo.

1.2 Difficoltà di definizione

Le difficoltà insite nella comprensione della narrativa fantastica si rivelano nel momento stesso in cui si tenta di definirla.
Da anni, l’accademia si interroga per trovare una perifrasi che racchiuda in modo soddisfacente l’esperienza del fantasy, ma la pretesa di ottenere una risposta semplice e universale si scontra con la tendenza all’ibridazione di questo genere, e si perde nei rivoli delle specificità.
In effetti, potremmo dire che la più grande difficoltà insita nella teorizzazione del fantasy sia proprio l’estrema varietà di esperienze in cui esso si declina; motivo per cui la gran parte degli studi recenti su questo argomento si sono concentrati sulla critica di specifici autori o autrici, opere, o sottogeneri.
Sebbene ricercator* del calibro di Tzvetan Todorov, Rosemary Jackson ed Eric Rabkin abbiano analizzato a più riprese le caratteristiche del fantasy, le più sofisticate teorie dedicate al fantastico arrivano dagli autori e dalle autrici di questo genere: G. MacDonald, C. S. Lewis, J.R.R. Tolkien, U.K. Le Guin, con le riflessioni aggiuntive di G.K. Chesterton, Jo Walton, J. Yolen, D.W. Jones, e molt* altr*.
In questo saggio ci atterremo alla definizione di fantasy prodotta da C.N. Manlove in Modern Fantasy: Five Studies, che recita:
[Una fantasia] è una narrazione che evoca meraviglia e contiene un sostanziale e irriducibile elemento di soprannaturalità (oppure mondi, esseri e oggetti impossibili), con cui i personaggi umani presenti nella storia o chi la legge instaurano un rapporto di almeno parziale familiarità.1
Seppur debitamente rappresentativa dei contenuti più frequenti del fantasy (la presenza di elementi sovrannaturali e/o impossibili, di creature o oggetti familiari e insieme straordinari, e il senso di meraviglia suscitato da questi), questa definizione è tutt’altro che completa.
Sembra impossibile conciliare la spinta etico-morale del fantasy post-colonialista con la metafisica del New Weird; ci sono opere i cui punti di contatto svaniscono, rispetto alle evidenti differenze tematiche, di ambientazione e di finalità.
Possiamo tuttavia estendere la definizione di Manlove ed esplicitare alcuni punti ricorrenti della narrativa fantasy.
Il fantasy è una letteratura che:
  • contiene creature magiche, mitiche o sovrannaturali; elementi, eventi o mondi che giocano un ruolo decisivo nella narrazione;
  • prevede creature, elementi, eventi o mondi della cui natura immaginaria sia autore/autrice che lettorato sono (o sono stati) più o meno consapevoli;
  • fa riferimento almeno a un Mondo Secon...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Prefazione
  3. 1.1 Introduzione
  4. 1.2 Difficoltà di definizione
  5. 1.3 – Fantasia e immaginazione
  6. 1.3.1 Quali messaggi?
  7. 1.4 Sospensione dell’incredulità
  8. 1.5 Verosimiglianza
  9. 1.6 Conclusioni
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