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Informazioni su questo libro
«L'uomo si muove in un mondo a due dimensioni e gli angeli in un mondo tridimensionale. A volte, dopo molti sacrifici, dopo un dolore prolungato e lacerante, l'architetto arriva a vedere per alcuni istanti la tridimensionalità degli angeli. L'architettura che nasce da questa ispirazione produce frutti che saziano generazioni». Queste parole di Antoni Gaudí (1852-1926), il più straordinario architetto del primo Novecento, di cui è in corso il processo di beatificazione, danno piena misura del suo genio, culminato nel «sogno di pietra» della Sagrada Familia, la strabiliante «cattedrale dei tempi moderni» divenuta simbolo e orgoglio di Barcellona: il capolavoro cui Gaudí consacrò la seconda parte della vita.
Sulla base di tutta la documentazione disponibile, Joan Bassegoda i Nonell, uno dei massimi esperti mondiali di Gaudí, propone un profilo completo e rigoroso del grande architetto, con una speciale attenzione alla matrice cristiana della sua forza espressiva.
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Biografie in ambito artistico1. Il «Camp» di Tarragona
Per il tempo che Gaudí visse a Barcellona, dal 1869 fino alla morte, nel 1926, visitò con una certa frequenza la sua terra natale, il Camp di Tarragona, le cui forme e colori furono fattori determinanti per la formazione della sua personalità.
Questa zona della Catalogna è petrosa e secca, ma vi abbondano i mandorli, i noccioli, i carrubi, gli ulivi e le viti. La luce è particolarmente intensa e brillante. Gaudí ripeteva spesso che questa luce così pura, la stessa che illumina il Lazio, la Campania o le isole greche, è la autentica madre dell’arte per eccellenza, l’arte del Mediterraneo.
In una delle frasi raccolte dall’architetto Juan Bergós Massó, Gaudí espresse la sua ammirazione per la ginestra della terra natale, dicendo che è quasi impossibile descriverla a chi non l’abbia vista. Come si può spiegare una pianta che ha steli, ma non rami, di un colore verde intenso, che porta fiori gialli della tonalità dell’oro purissimo ed esala un profumo percepibile a chilometri di distanza? César Martinell Brunet, architetto e biografo di Gaudí, riferì l’opinione del maestro sugli abitanti della conca del Mediterraneo, e sulla loro capacita di percepire la bellezza con maggior intensità rispetto ai quelli del nord. I nordici amano più la ricchezza, che ottengono con lo sforzo del loro pensiero posto al servizio dell’attività pratica. Nei loro musei raccolgono opere d’arte per le quali hanno pagato cifre enormi, mille volte superiori a quelle che furono corrisposte ai loro stessi autori, i quali, il più delle volte, vissero in miseria. Questi artisti erano quasi tutti mediterranei, egizi, greci o spagnoli. I nordici ammirano il valore dell’opera d’arte, ma gli uomini del Mediterraneo possiedono una più chiara visione plastica, che vale più della ricchezza.
La comprensione dell’opera e della personalità di Gaudí non può fare a meno di passare per il mar Mediterraneo, per il Camp di Tarragona, luminoso e trasparente, benché a volte colpito da tempeste o tormente di breve durata ma di grande intensità, che hanno il loro riflesso spirituale nell’indole della gente. In catalano si dice: gent del Camp gent del llamp («gente del Campo gente del lampo») in riferimento a un popolo capace di improvvisi scoppi d’ira che, tuttavia, si placano molto presto.
Da questo contrasto tra la pacifica e chiara bellezza e la repentina tempesta emerse il carattere di Gaudí, che fu sempre orgoglioso del suo «mediterranismo». Quando a Maiorca il poeta José Carner Puig-Oriol (1884-1970) disse a Gaudí che, per il fatto di avere gli occhi azzurri, non dava l’impressione di essere un tipo mediterraneo, l’architetto ribatté immediatamente che Pallade Atena aveva gli occhi verde smeraldo ed era la dea greca della sapienza.
In una terra così privilegiata, caratterizzata da una profonda romanizzazione, dove le rovine dell’età imperiale attestano la presenza latina, che si venne a combinare con l’elemento iberico dando vita a una commistione particolarissima, nacque Gaudí, da una famiglia che, per parte di padre, proveniva da Auvernia. Di là era partito, agli inizi del XVII secolo, un mercante d’arte, Juan Gaudí; giunto a Riudoms, nel Camp di Tarragona, vi aveva sposato nel 1634 una tal Maria Escura. Questo Juan era figlio di un Antoni Gaudí, del quale si sa solo che portò, tre secoli prima, lo stesso nome dell’architetto. Per parte di madre, la famiglia Cornet era invece originaria di Santa Coloma de Queralt, nella regione della Conca de Barberà, terra altrettanto petrosa, secca e ricca di architettura medievale.
Il nonno di Gaudí, Francisco (1778-1828) era calderaio a Riudoms, un paese a quattro chilometri da Reus. Da sua moglie, Rosa Serra, ebbe Francisco Gaudí Serra (1813-1906), anch’egli calderaio di Riudoms, che nel 1843 sposò Antonia Cornet Bertran, di Reus. Il matrimonio fu celebrato nella chiesa priorale di San Pietro apostolo a Reus, il 9 maggio 1843, di fronte al vicario parrocchiale, Juan Ixart. Dai registri della parrocchia risulta che Francisco Gaudí Serra era di Riudoms, ma risiedeva a Reus, come suo padre, mentre la sposa era figlia di Antoni Cornet, calderaio di Reus, e di María Bertran, di Tarragona. Fu dunque un matrimonio tra gente che esercitava il mestiere dei calderai, cioè coloro che realizzavano gli alambicchi di rame per la distillazione dell’alcol dalle uve del Camp di Tarragona.
Gaudí affermò che l’aver veduto, nell’officina del padre, le forme elicoidali delle serpentine e quelle curve delle caldaie di rame determinò in lui una percezione tridimensionale dell’architettura, per cui fu sempre in grado di immaginare le cose direttamente nello spazio, e non solo nelle due dimensioni del piano, che è il modo abituale con cui gli studenti imparano a progettare, con l’ausilio della geometria descrittiva e della prospettiva. Avere questa capacità di vedere e concepire le cose nello spazio è, secondo Gaudí, un dono di Dio; perciò non ne traeva motivo di presunzione, perché, a suo giudizio, non era dipeso da lui possedere quel dono.
Francisco Gaudí Serra e Antonia Cornet Bertran ebbero cinque figli. La primogenita fu Rosa, nata il 5 maggio del 1844, a meno di un anno dalle nozze. Sposò José Egea Ferrer e morì nel 1879, lasciando una bambina, Rosita (1876-1912) che visse con il padre, il nonno e lo zio Antoni a Barcellona. La seconda figlia di Francisco Gaudí fu chiamata María, nacque il 27 giugno 1845 e morì il 10 gennaio 1850, prima di aver compiuto cinque anni. Venne poi Francisco, nato il 26 marzo 1848 e morto il 20 aprile 1850, all’età di due anni. Il 27 marzo 1851 nacque un nuovo bambino, anch’egli battezzato col nome di Francisco, che arrivò a terminare gli studi di medicina nel 1872, morendo in quello stesso anno. Il quinto figlio del matrimonio fu Antoni, nato il mercoledì 25 giugno 1852. Tutti i figli furono battezzati in San Pietro a Reus. La madre di Gaudí, Antonia Cornet Bertran, morì l’8 settembre 1876, quando Antoni frequentava il penultimo anno di architettura a Barcellona.
La nascita di Gaudí
Fino al 1951, tutte le testimonianze concordavano sul fatto che Gaudí fosse nato nella città di Reus. Non c’era, su questo, alcuna discussione: ma nel primo volume del Diccionario de Artistas de Cataluña, della casa editrice Millà, finito di stampare a Barcellona nel dicembre del 1951, José Francisco Ràfols Fontanals, architetto, pittore e scrittore, affermò che Gaudí era nativo di Riudoms, senza fornire ulteriori spiegazioni. Occorre notare che proprio Ràfols, nella sua opera Gaudí, prima ed esemplare biografia del maestro edita da Canosa nel gennaio del 1929, aveva scritto che Gaudí era nato a Reus, nella calle de la Amargura, benché, nell’originale meccanografico conservato alla Cattedra Gaudí, facesse menzione della calle de San Juan, come afferma José María Dalmases Bocabella nel calendario de El propagador de la Devoción de San José del 1927.
Nella seconda edizione di Gaudí, apparsa a Barcellona nell’aprile del 1952 per i tipi di Aedos, Ràfols spiegò il cambiamento di posizione, asserendo che l’atto di battesimo contiene l’indicazione del luogo in cui fu battezzato e della data di battesimo, ma non del luogo di nascita, aggiungendo: «Potremmo accontentarci dell’ipotesi che questo luogo sia Reus se lo stesso Gaudí non avesse più volte detto a uno dei colleghi che più lo aiutarono nella sua professione: “Io sono di Riudoms”». Quest’affermazione Gaudí non la fece però a Ràfols, col quale lavorò per diversi anni nei laboratori dei disegnatori del Tempio della Sagrada Familia, bensì a Juan Rubió Bellver (1871-1952), particolare confermato all’autore di questo libro dallo stesso Ràfols e da Juan Bergós.
Non esistono documenti lasciati da Rubió al riguardo, ma solo la sua testimonianza orale a Ràfols, Bergós e Francisco de P. Quintana Vidal (1892-1966), direttore del cantiere della Sagrada Familia dal 1939 e, dal 1936, aiutante di Sugrañés, il successore di Gaudí. Quintana e Bergós dichiararono, il 20 giugno 1954, dinanzi al notaio Ramón M.ª Roca Sastre, di Barcellona, che avevano sentito diverse volte Gaudí affermare di essere nativo di Riudoms.
Secondo questa versione dei fatti, Gaudí sarebbe nato nel Mas de la Calderera, una casetta a due piani vicina al torrente di Maspujols, nel territorio del comune di Riudoms. Nel 1852 quella casa di campagna era molto più piccola di oggi, e aveva al pianterreno una stalla per un cavallo e una stanza per gli attrezzi agricoli; al piano superiore vi era una soffitta, alla quale si accedeva per una stretta scala. In questa casetta non c’erano né cucina né bagno. Nel 1921 fu ristrutturata e ampliata, acquisendo il suo aspetto attuale. La forma e la disposizione antiche sono note grazie alle testimonianze degli affittuari di Gaudí.
A favore dell’ipotesi riudomense è l’opinione di Engracia Fontgivell Magriñà, nipote di Engracia Llorens Pàmies, l’ostetrica che assistette la madre di Gaudí. Affermò di aver sentito da sua nonna che ella aveva assistito Antonia Cornet nel Mas de la Calderera in occasione della nascita del figlio Antoni.
Questa potrebbe essere un’affermazione di prima mano fornita da un testimone non solo presente, ma anche attivo nel parto, sebbene giunga a noi attraverso una voce di due generazioni successiva ai fatti. Le altre testimonianze provengono da persone che dissero di aver udito l’informazione dalle labbra di Gaudí, cioè affermazioni di chi non avrebbe potuto ricordare il fatto, pur essendo stato presente in qualità di protagonista. Solo la madre avrebbe potuto affermare con certezza assoluta il luogo del parto, ma non disse nulla e, se lo disse, la sua testimonianza non è documentata. Il padre affermò una volta che la casa natale era quella della calle de san Juan de Reus, affermazione di grande valore, benché il padre avrebbe potuto non essere presente al momento della nascita del figlio.
Oltre alle affermazioni di Rubió, Quintana e Bergós, oltre a quelle dell’aiutante di Ràfols, vi è la testimonianza del nipote del dottor Pedro Santaló Castellví (1849-1931), intimo amico di Gaudí, che disse di aver sentito sempre dire a casa sua che Gaudí era di Riudoms. Senza dubbio, il dottor Santaló si trovava con Gaudí a Puigcerdà nel 1911, quando l’architetto fece testamento e disse al notaio di essere nato a Reus.
Un’altra testimonianza è quella di Pablo Badia Ripoll (1887-1976), modellista e scultore, nipote di Carlos Mani Roig (1866-1911), che lavorò alla Sagrada Familia. Pablo Badia nacque nel Mas de l’Illa, nel comune di Gienstar d’Ebre, zona di Ribera d’Ebre, provincia di Tarragona, ma fu battezzato nella chiesa parrocchiale di Miravet, sull’altro lato del fiume Ebro. Mentre Badia lavorava alla Sagrada Familia, nel 1910, Gaudí gli disse che avevano qualcosa in comune, perché uno era nato nel Mas de l’Illa e l’altro in quello della Calderera, ma entrambi erano stati portati altrove a farsi cristiani: a Miravet e a Reus, rispettivamente.
Sull’altro piatto della bilancia c’è la schiacciante prova documentale a favore di Reus. José M.ª Guix Sugranyes la espose ampiamente nel suo libro del 1960 e ai suoi argomenti non se ne sono aggiunti altri nel corso degli ultimi anni.
In primo luogo vi è l’iscrizione nel registro battesimale di San Pietro di Reus: «26 giugno 1852. Nel fonte battesimale della chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo a Reus, arcivescovado di Tarragona, da me, José Casas, presbitero e vicario di detta chiesa, fu solennemente battezzato Antonio, Plácido, Guillermo, nato ieri, alle nove e mezza del mattino, figlio di Francisco Gaudí, calderaio di Riudoms, e Antonia Cornet, di Reus, coniugi. Nonni paterni, Francisco Gaudí, calderaio di Riudoms, e Rosa Serra, di Reus. Nonni materni, Antonio Cornet, calderaio di Reus, e María Bertran, di Tarragona. Padrini, Plácido Gaudí, tornitore di Riudoms, e Raimunda Tarragó de Gaudí, di Barcellona». Benché non indichi il luogo di nascita, questo documento è importantissimo, essendo l’unico atto ufficiale esistente, poiché a quel tempo l’anagrafe civile non era ancora stata creata.
In altri documenti antichi compare l’affermazione tassativa della nascita di Gaudí a Reus. Nelle domande di ammissione al Collegi degli Scolopi a Reus, il ragazzo scrive sempre di essere nativo di Reus; così fece il 14 settembre 1864, il 12 settembre 1865, l’11 settembre 1866 e il 12 settembre 1867. Nel 1864, oltre ad Antoni Gaudí, firmò la domanda, in qualità di garante, suo padre Francisco Gaudí. Nelle domande e negli altri documenti del fascicolo accademico di Gaudí alla Scuola provinciale di architettura di Barcellona, tanto Gaudí come il suo garante e padre affermano che egli nacque a Reus, e così certificano il segretario didattico della Scuola e il segretario dell’Università Letteraria. Sul frontespizio del fascicolo accademico, dove sono riportati i voti e le date dall’ingresso fino al conseguimento del titolo, si legge: «Antoni Gaudí Cornet, nativo di Reus, provincia di Tarragona».
Nei documenti contenuti nella cartella si possono vedere due atti, redatti dal segretario Augusto Font y Carreras, del 2 e del 10 ottobre 1874, con l’affermazione della nascita di Gaudí a Reus. I segretari dell’Istituto di istruzione Media di Barcellona e dell’Università Letteraria affermano la stessa cosa in certificati spediti rispettivamente il 25 settembre e il 1° e 15 ottobre 1873.
Nelle domande di iscrizione, Gaudí stesso dichiarò di essere nativo di Reus nelle seguenti occasioni: 30 settembre 1872, 6 giugno 1873, 30 settembre 1873, 29 ottobre 1874, 1 dicembre 1875, 20 maggio 1876, 30 settembre 1876, 30 maggio 1877. In quattro di queste domande si trova anche la firma del garante, Francisco Gaudí.
Esistono anche altri documenti probatori, come un atto stipulato da Gaudí davanti al notaio di Barcellona Hermenegildo Martí Ferrer il 14 febbraio 1878, nel quale dichiarò di essere nativo di Reus, e suo padre di Riudoms. In un altro atto, redatto dinanzi al notaio di Reus Plácido Bassedas Saludes, il 14 maggio 1878, afferma ancora una volta di essere nato a Reus.
Gaudí fece testamento, dinanzi al notaio di Puigcerdà Ramón Cantó, il 6 giugno 1911. Aveva contratto le febbri maltesi e temeva per la sua vita. Il testamento andò distrutto con tutto l’archivio notarile nel luglio 1936, ma nel Collegio Notarile di Barcellona e nella Direzione Generale degli Archivi e del Notariato di Madrid, si conservano copie di questo testamento, e in esse Gaudí dice di essere nato a Reus.
Nell’archivio dell’arcidiocesi di Tarragona si trovano alcune domande di Gaudí nell’atto di istituire alcune fondazioni per Reus (23 gennaio 1925) e Riudoms (22 settembre 1925), e in entrambe afferma di essere nato a Reus e residente a Barcellona. Così risulta ugualmente nel Libro delle Fondazioni di San Pietro di Reus del gennaio 1925. Infine, nel certificato di morte di Gaudí, stilato il 10 giugno 1926 all’Ospedale della Santa Croce di Barcellona, figura ancora una volta come nativo di Reus.
A tutti questi argomenti, riportati da José M.ª Guix in ordine cronologico, si può aggiungere il catalogo dell’Esposizione Gaudí del 1910, svoltasi al Grand Palais di Parigi, dove, insieme al nome, si può leggere la frase: «nato a Reus».
Così, dal punto di vista documentale, non c’è dubbio che Gaudí sia nato a Reus.
Contro questa affermazione vi sono quelle dei testimoni che lo sentirono dire che era di Riudoms. Poiché tutti gli argomenti non sono incontrovertibili e affermano cose contraddittorie non si può ricavare, dal punto di vista del rigore scientifico, una conclusione assolutamente certa.
L’autore di questo libro cercò di spiegare le ragioni di questa confusione nell’introduzione alla seconda edizione del libro di Bergós, nel 1974, collegandola al possibile dispiacere di Gaudí per non aver potuto realizzare il suo progetto di una nuova facciata per il Santuario della Misericordia di Reus.
Il suo scontro con il Consiglio d’amministrazione del santuario poté provocare un risentimento verso Reus: questo risentimento però, nonostante le affermazioni di Gaudí, non poteva cambiare il suo luogo di nascita. Il progetto del Santuario della Misericordia iniziò nel 1903 e rimase interrotto per ragioni urbanistiche.
In relazione al Santuario della Misericordia c’è un’altra prova che sembra abbastanza convincente. Gaudí disegnò nel 1900 lo stendardo dei reuensi residenti a Barcellona per il pellegrinaggio al santuario e partecipò con loro a quella processione; lo dimostra una fotografia nella quale appare, vicino allo stendardo da lui disegnato, in cammino per le strade di Reus. La foto fu pubblicata nel Semanario Católico de Reus.
Nel libro di Francisco Gras Elías, Figli illustri di Reus, pubblicato a Barcellona nel 1899, Gaudí figura come reuense, nato nella calle de san Juan.
Infanzia e primi studi
Poche e imprecise sono le notizie in nostro possesso sull’infanzia di Gaudí. Bergós dice che fu affetto da febbri reumatiche. Quest’infermità lo accompagnò per tutta la vita, ma, nonostante ciò, la sua costituzione era piuttosto robusta e solamente in vecchiaia acquisì quell’aspetto fragile, rivelato dalle scarse fotografie che di lui si conservano. Gaudí visse 74 anni, ma la sua vita, troncata da un incidente, avrebbe potuto essere molto più lunga, dal momento che suo padre raggiunse l’età di 93 anni, conservando tutte le energie fino all’ultimo momento e sopravvivendo trent’anni alla moglie, defunta nel 1876.
Inoltre Gaudí visse molto di più dei suoi fratelli, morti rispettivamente a 35, 5, 2 e 21 anni, e l’energia che dimostrò nella creazione artistica, la cura e la minuziosità che mise in tutte le opere e nei progetti dimostrano che il suo corpo seppe rispondere a ciò che lo spirito esigeva da esso.
Per quanto riguarda la scuola elementare, Ràfols dice che Gaudí la frequentò nella scuola diretta da Rafael Palau, nell’Ospedale di Reus. Eduardo Toda Güell, compagno e amico d’infanzia, affermò in un articolo pubblicato su El Matí del giugno 1936, che entrambi avevano frequentato la scuola del maestro Francisco Berenguer in una soffitta della calle Monterols, a Reus. Questo maestro era il padre di Francisco Berenguer Mestres (1866-1914), amico e collaboratore di Gaudí. Dei tempi della scuola elementare si è conservato l’aneddoto riferito da Bergós e commentato da Ràfols, della risposta data da Gaudí a un maestro che aveva dottamente affermato che gli uccelli hanno le ali per volare: «Anche le galline della nostra casa di campagna hanno grandi ali, eppure, senza dubbio, non volano».
Possediamo notizie più esatte a partire dall’età di undici anni, quando Gaudí si iscrisse alla scuola degli Scolopi di Reus, situata allora nell’antico convento di San Francesco. Nel 1860 la Scuola Pia di Reus divenne un istituto di insegnamento medio, incorporato a quello di Tarragona. Questo tipo di scuola non fu creato in Spagna che a partire dal 1845, mentre in precedenza l’insegnamento medio era impartito nei conventi e nei seminari. A Barcellona l’istituto fu creato nel 1854 in una sede aggregata all’università e tre anni dopo prese il nome di Istituto provinciale di Insegnamento secondario e fu collocato nell’edificio dell’antico convento dei Carmelitani Scalzi. Il convento dei Carmelitani fu poi demolito nel 1874.
Per ciò che riguarda Gaudí, si iscrisse per la prima volta, nell’anno scolastico 1863-1864, alle Scuole Pie di Reus. Laddove si conservano i documenti scolastici, è possibile seguire il corso dei suoi studi. Il pr...
Indice dei contenuti
- Prefazione all’edizione italiana
- Introduzione
- 1. Il «Camp» di Tarragona
- 2. Alla Scuola provinciale di architettura
- 3. Le prime opere
- 4. Un architetto consacrato
- 5. Grandi progetti e profonde disillusioni
- 6. Il parco Güell
- 7. Anni di intensa attività
- 8. Gli ultimi momenti
- 9. Il Tempio espiatorio della Sagrada Familia
- 10. Cronologia
- L’ARCHITETTO DI DIO
- Testimonianze
- Indice