Scrittura: pianeta donna
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Scrittura: pianeta donna

  1. 104 pagine
  2. Italian
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Scrittura: pianeta donna

Informazioni su questo libro

Il termine compendio indica un riassunto o una sintesi, sotto forma di raccolta, di un corpus di conoscenze in un determinato campo. Nel nostro caso, la scrittura al femminile. Anche se alcune donne sono state grandi scrittrici, spingendo fino al genio, l'eloquenza del cuore, la delicatezza della mente, la saggezza del giudizio, la storia letteraria, ha spesso riservato loro solo un piccolo posto. Questo primo numero di Compendium dedicato alla scrittura al femminile, reclama il suo posto, non in una torre eburnea e nemmeno in una cella di clausura, ma in una camera piena di dame, inondata dalla luce e aperta al dialogo tra uomini e donne.

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Informazioni

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La duchessa di Abbrantes

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Laure Junot duchessa d'Abrantès nata Laure Adelaïde Constance Perlon il 6 novembre 1784 a Montpellier e il morta 7 giugno 1838 a Parigi, fu una memorialista francese.
“Le donne sono l'anima di tutti gli intrighi, dovrebbero essere relegate in casa, i salotti del governo rimanere sprangati per loro”.
Napoleone Bonaparte (1769-1821), lettera scritta a suo fratello Joseph, quando era solo un giovane generale.
8 settembre 1795.
Introduzione alla storia dei Salotti di Parigi
È materia molto delicata trattare la storia dei salotti di Parigi, negli annali di un paese come la Francia. Da una certa epoca in poi, questa storia è strettamente connessa a quella del paese, e in particolare agli intrighi, politici, che tanto a lungo hanno sconvolto il regno. Il tempo della nascita della società in Francia, nel senso positivo della parola, risale al regno del cardinal Richelieu.
Richiamando la nobiltà attorno al trono, assegnandole funzioni, creando incarichi, di cui il suo orgoglio godeva, Richelieu diede sicurezza alla Corona, che altrimenti sarebbe stata costantemente esposta ai capricci dei nobili, come il duca de Bouillon, il duca de Longueville, il duca de Montbazon e una miriade di altri che, liberi nei loro castelli, avrebbero intrigato per condizione e gusto.
La riunione di tutti quei grandi nomi attorno al trono oltre che la sicurezza, ne raddoppiò la maestà, ma fu anche un colpo inferto alla nobiltà. Non c'erano più imprese tali da mettere in pericolo sia i capi dei cospiratori che il destino dello stato.
Richelieu, con la sua lungimiranza, che gli faceva sempre vedere il male, lo scongiurò invitando la nobiltà al Louvre, pur non potendo impedirle di conservare ciò che era inerente alla sua natura: l'intrigo e il tradimento.
Così, anche sotto il ministero di Richelieu, a Parigi si cospirava tramite donne di grande importanza, come la principessa Palatina, Madame de Chevreuse, Madame de Longueville, e una folla di donne onnipotenti per posizione, spirito o bellezza.
Avide di potere, queste donne afferrarono, non appena lo capirono, i mezzi che il cardinale stesso aveva lasciato loro.
Prima regnavano in una città lontana, in un castello abitato da uomini, i cui migliori e più gradevoli erano spesso popolani, ora nel bel mezzo di Parigi che, all'epoca, ancora non brillava di tutto il prestigio della Société Parisienne, che per tanto tempo, in Europa, fu modello di gusto nobiltà ed eleganza.
Si rivelò necessario quindi, per ogni singolo casato, trovare una regina che creasse le sue leggi e desse le direttive per le opinioni. È nelle Memorie del Cardinale de Retz, in questo libro modello, che possiamo riconoscere questa verità, e in quello di Madame de Motteville.
Osserviamo l'abate de Gondy che arriva da Madame de Chevreuse.
Seguiamolo nelle deviazioni che gli fanno attraversare in una notte, per giungere dalla Duchessa, quando invece è l'amico di sua figlia. Incontriamolo nei salotti appena organizzati, con M. de Beaufort, M.le Duc de Nemours, M. de La Rochefoucauld, e potremo scoprire gli importanti segreti dell'epoca.
Il salone di Madame de Longueville, quello di Madame de Lafayette, sono dei club in un'epoca rivoluzionaria. Gaston, un modello dell'abbé di Larivière, dirige tutto il Palais Royal e la Corte stessa non è altro che uno strumento.
Richelieu non visse abbastanza per vedere l'effetto di ciò che aveva creato; Mazzarino, comprese sia l'utilità che il pericolo e divenne più vigile che severo: grande errore.
Più tardi quando, dopo la Fronda, la Francia respirò sotto il regno di Luigi XIV, l'intrigo cambiò forma, rifugiandosi in cenacoli letterari e società. Luigi XIV era un elegante uomo di mondo e il re più illustre d'Europa, e la sua politica poggiava su amore e intrighi di corte. Sempre occupato con le sue favorite, divenne il primo esempio di ciò che doveva essere fatto, e i salotti di Parigi si trasformarono in un teatro di ciò che più interessava la generazione del tempo.
Di conseguenza si videro i salotti occuparsi solo dagli orrori dei de Brinvilliers e dei de la Voisin. La stregoneria si introdusse nelle società, e quando fu istituita la Camera dei Veleni, alla sbarra si videro apparire alla sbarra di una camera ardente, i primi nomi di Francia.
Più tardi, questa società sempre più potente, assunse la forza che il tempo le aveva preparato e che, a volte, si trovava all'unisono con il potere reale. Luigi XIV, nonostante il suo assolutismo, si vide spesso dominato dalla volontà di una donna, come Madame des Ursins, la principessa Palatina, e da molte altre, unite dal cuore o dall'intrigo contro l'autorità reale.
Ancor più vicino a lui, Madame de Lafayette, Madame de la Suze, Madame Scarron, Madame de Sevigne, esercitarono un potere sovrano tale da controbilanciare il suo.
Col passare del tempo, questa società allargò la sua base, assumendo un atteggiamento più prepotente ed evidente. L'hôtel de Rambouillet emise delle sentenze e il salotto di Madame de Sévigné fu temuto da coloro che vi venivano giudicati.
La fine del regno di Luigi XIV fu un'altra epoca in cui la società di Parigi prese un nuovo slancio. Le donne, effettive sovrane, con le nuove disposizioni, mantennero per quanto possibile il potere dato loro da questo incontro d'individui attorno alla stessa persona.
Poi arrivò il reggente. In quel momento, ciò che si chiamava Societé, e di cui si era completamente persa la memoria, si presentò sotto nuove sembianze. L'amore occupava tutte le teste e riempie la vita di ogni persona minimamente importante.
L'amore era tutto allora. I grandi signori, le grandi dame, i principi ereditari, lo stesso Re, pensavano solo all'amore, e se ci fosse stato qualche pensiero nobile nel codice amoroso, veniva soffocato dal peso di questa smania amorosa.
I pittori creavano un dipinto storico, e raffiguravano Diane de Poitiers e Henri III, Henri IV e Gabrielle, oppure Ercole ai piedi di Onfale, e rappresentavano Luigi XV.
Se si scriveva un poema era l'arte d'amare e altre banalità simili ma, impercettibilmente giunse la transizione e fu il trionfo della poesia. Anche questa nuova rigenerazione, sebbene le opere di diversi secoli avessero preparato la mente a ricevere questo battesimo di luce, dovette subire l'influenza dello spirito del momento.
L'istituzione dell'Académies fu un altro vantaggio di Richelieu. Prima di lui, l'istruzione pubblica consisteva nello studio della scolastica. Questa istituzione aprì la via a un periodo luminoso nella storia dello spirito umano facendolo divenire sensibile al codice delle belle arti.
Il XVII secolo fu anche l'età eroica della monarchia francese e nei salotti più rinomati, grazie alla mente di colei che li presiedeva, vennero alla luce luminose anime e molti geni.
Dalla metà del XVII secolo, le passioni sediziose si assopirono. Le donne, riunite in un unico luogo diedero ben altro volto a quegli stessi uomini che, pochi anni prima, erano stati di ferro, capaci di parlare con la spada e di invocare solo l'asserzione del loro diritto.
Quel tempo era passato: le feste, i piaceri della rappresentazione, i piacevoli passatempi, i balli, le commedie in particolare, divennero i divertimenti dominanti e i piaceri esclusivi.
Nelle distrazioni si trovava tutto ciò che erano le gioie dell'amore. Questo si chiedeva a quegli incontri, che noi abbiamo chiamiamo Société, e che formarono quel modello che l'Europa, per molto tempo, si è onorata di seguire.
Verso la metà del XVIII secolo, con la Societé nota come il bel mondo, la letteratura divenne più intima. Poesia e letteratura vennero trascurate, e la filosofia divenne l'amore dei cervelli più brillanti: le donne erano entrate nel campo della scienza e della filosofia. Letteratura, nobiltà e ricchezza si unirono e formando un'associazione prospera, ma non gradita, al palato della scienza astratta.
Credo sia possibile stabilire questa differenza tra il XVI e il XVII: la letteratura non ha avuto alcuna influenza sul governo del regno di Luigi XIV.
L'indipendenza del governo era positiva quanto alle opinioni letterarie, se i grandi scrittori del secolo non avessero scritto sulla monarchia e l'autorità fosse rimasta intatta e rispettata.
Di contro, la Repubblica delle lettere, di Luigi XV e già sotto il reggente, fu di grande influenza. Se si sottraessero a questo secolo, gli scritti di Rousseau, di Voltaire, Raynal, Helvetius, Mably, Diderot, Necker, ecc, si toglierebbe, alla generazione succeduta, il genio, le potenti dottrine e opinioni, che tanto influirono sul cambiamento della vecchia organizzazione.
I salotti di Madame Geoffrin, di Madame du Defiant, duchessa di Choiseul e della Marescialla del Lussemburgo in primis, videro riunito tutto il mondo della Corte, in condizioni di parità con gli uomini di lettere che dominavano la società in Francia.
Epoca, davvero rimarchevole. Ancor più lo fu il momento in cui la regina, abbandonando la cena a palazzo, ogni etichetta, senza alcun cerimoniale, si recò dalla duchessa Jules de Polignac per desinarvi e, essendo in compagnia di Gluck, per ascoltarvi musica. Dimostrò di voler essere una persona di mondo, di voler contare nel circolo della duchessa de Polignac come una persona qualunque.
Con l'etichetta, però, se ne andò anche il rispetto.
Questi cambiamenti furono di grande importanza politica. Fu dai salotti di Parigi che i discorsi dell'Assemblea Costituente arrivarono alla tribuna, sempre da essi in questa arena memorabile, combatterono, con attacchi e repliche, oratori di grande talento!
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Il Salon de Madame Roland
Di tutti i crimini commessi in quel periodo di follia chiamato Terrore, la condanna e la morte di Madame Roland fu innegabilmente il più atroce, e assurdo, perché non giustificato da nessuno dei motivi che diedero causa e scopo ai carnefici per decimare la Francia.
Madame Roland non era nobile, ricca, e nemmeno marchiata come reproba, cosa che avrebbe fatto fuggire a gambe levate chiunque! Allora, quale fu la causa della sua proscrizione?
Il suo genio.
Vedendo una donna tanto superiore parlare di libertà in nome della virtù, e di virtù in nome della libertà, i mostri, le cui mani insanguinate non avrebbero dovuto nemmeno toccare il timone dello stato, intuirono il pericolo.
Oratrici come Madame Roland, che mostrava la libertà com'era, bella, pura e vergine di ogni crimine, avrebbero insegnato che, il Comitato di sicurezza pubblica, adorava falsi dei e sacrificava a falsi idoli, il cui culto sanguinario, respingeva tutto ciò che avesse il nome di umano.
Permeata dalla santità della sua missione Madame Roland voleva che la sua voce proclamasse la venerazione del culto della libertà. Sorella della Gironda, la sua anima fu grande e forte come tutti gli uomini di questa fazione, la sola uscita pura dalle prove del martirio e che abbia professato la vera libertà fin sui gradini del patibolo.
Madame Roland non avrà mai un panegirista degno di lei, perché ci vorrebbe un Plutarco per questa donna! Come trovare le parole per rendere ciò che ispira? La rispettiamo, la amiamo, la compatiamo. Addirittura la invidiamo, quando, alta e bella davanti ai suoi giudici, diventa radiosa di luce nonostante il genio trionfante del crimine, a volte stupido e sanguinario, delle tigri che osarono considerarsi un tribunale degno di arrestare qualcuno!
Il suo talento, come tutto ciò che è naturale, aveva delle imperfezioni: sono la prova che esso obbediva alle impressioni ricevute da un'anima forte, in un momento in cui, ogni ora del giorno vedeva la nascita di un evento che confonde la ragione e disgusta il cuore.
Per parlare di Madame Roland come desidero, devo far conoscere questa donna dal momento in cui lei si è rivelata a sé stessa.
È su questa vita pura, potente nella volontà del bene, nell'odio dell'oppressione, che si deve fare un bellissimo studio, per vedere ciò che era, prima che la volontà del mondo la facesse vagare sulla strada delle grandi azioni.
Madame Roland morì assassinata all'età di trentotto anni. Troppo giovane per morire! Forte nel corpo e nell'anima! Potente contro quell'idra dalle mille teste che stava sorgendo, dal fango dove prima strisciava, pronta a invadere tutto, a divorare tutto!
Questa donna si eresse fiera e coraggiosa per combatterlo! Quanto è degna di rispetto! È Madame Roland, una santa martire della libertà, che il Moniteur associò a Olympe de Gouges!
M. Philipon, suo padre, era incisore a Parigi dove lei nacque nel 1754. Fu costante oggetto delle cure di sua madre, per la quale non nutrì tenerezza filiale, ma uno di quei sentimenti appassionati che, per lungo tempo, isolano da tutto ciò che resta da donare della nostra anima. Quello che disse su questo sentimento è sufficiente per classificarla immediatamente diversa dalle altre donne.
Quando si ama in questo modo si ha forza per il tutto il resto della vita e parecchio fascino per abbellirla!
Quindi c'era un carattere dolce, un cuore amorevole, ma un'anima forte, una mente giusta, un giudizio naturalmente illuminato, non studiato. Questa era lei, quando perse sua madre a diciotto anni.
È straordinario seguire nella loro vita intima, materiale e intellettuale allo stesso tempo, gli esseri che hanno svolto un ruolo importante nel teatro del mondo. Sembra che nei momenti in cui l'anima deve dimenticare se stessa per essere del tutto umana, si scoprono sfumature che cambieranno il colore con cui vediamo il personaggio che stiamo studiando. Madame Roland stimola questo...

Indice dei contenuti

  1. Titolo Pagina
  2. Copyright Pagina
  3. Scrittura: pianeta donna
  4. RIVISTA COMPENDIUM
  5. Le Satellite Edition ™
  6. Revue Compendium ©
  7. Sommario
  8. Editoriale:
  9. Introduzione
  10. La duchessa di Abbrantes
  11. Olympe de Gouges
  12. Il grido del saggio | Da una donna.
  13. Il convento o i voti forzati.
  14. Il convento o i voti forzati. | Atto II scena I
  15. Scena prima
  16. Scena II
  17. Madame de Staël
  18. Corinna o l'Italia
  19. George Sand
  20. Indiana
  21. La piccola Fadette
  22. Revendicazioni, Contestazioni, Impegni
  23. Hubertine Auclert
  24. Uguaglianza sociale e politica | delle donne e dell'uomo. | Discorso pronunciato al Congresso socialista | di Marsiglia nel 1879
  25. Louise Michel
  26. Poesie
  27. Ultimo pensiero
  28. Maria Deraismes
  29. Poesie
  30. Martine Macre
  31. Donne dell'interiorità
  32. Monique Marta
  33. Pietre
  34. Il mio corpo
  35. Mary Myriam
  36. Louise Michel