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La cultura dei gilet gialli
Informazioni su questo libro
Il movimento dei gilet gialli risuona il 17 novembre 2018 come un'insurrezione pregna di tutte le promesse democratiche: per finire con Macron, con le sue "riforme", forse anche con le istituzioni bonapartiste della Quinta Repubblica.
Sette mesi più tardi, incapace di strutturarsi, perso sulle pendici illusorie delle elezioni europee e poi del discorso "municipalista", il crollo era totale. I gilet gialli sono sempre presenti ma hanno dovuto ritirarsi per un po', con la promessa di ritornare…
Sette mesi più tardi, incapace di strutturarsi, perso sulle pendici illusorie delle elezioni europee e poi del discorso "municipalista", il crollo era totale. I gilet gialli sono sempre presenti ma hanno dovuto ritirarsi per un po', con la promessa di ritornare…
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Informazioni
Argomento
Scienze socialiCategoria
RetoricaComunardi vittime della repressione
Adolphe Thiers, presidente del governo provvisorio francese, prende in carica al repressione della Comune. Dopo aver firmato l’armistizio con l’armata tedesca, ordina la leva in massa delle truppe venuta dai quattro angoli della Francia per marciare su Parigi. Con la complicità dell’armata prussiana, penetra nella capitale il 21 maggio e massacra metodicamente gli insorti, mal organizzati, impreparati, disinformati dai loro giornali, soffocati dalla crudeltà dei primi combattimenti. La «Settimana Sanguinosa», che si svolge dal 21 al 28 maggio, costituisce uno degli episodi più brutali della storia di Francia. Tra 17.000 e 30.000 comunardi sono stati 280
massacrati dall'esercito di Versailles. I sopravvissuti sono stati internati in campi, sottoposti a torture umilianti e spesso imprigionati o deportati. Questa ecatombe è stata sostenuta dalla stragrande maggioranza dell'élite intellettuale e politica dell'epoca, sia essa monarchica o
«repubblicana» (repubblicana «moderata», in opposizione ai repubblicani «Jacobini» della Comune). Perché gli aggressori sono così selvaggi?Si capisce la risposta a questa domanda leggendo la corrispondenza e i discorsi dei Versaillais; essi rimproverano ai Comunardi di aver commesso, più che un crimine, un sacrilegio, di natura quasi religiosa - non è per niente che il Sacro Cuore, simbolo religioso, è stato scelto per commemorare il ritorno all'ordine. Agli occhi del Duca di Broglie, la Comune segna «il rifiuto della plebe di riconoscere l'ascendenza delle classi superiori». Gustave Flaubert, dal canto suo, vede nella Comune un tentativo fatto dagli uomini di «MESCOLARSI CON IL DIRITTO NATURALE«. La risposta doveva essere proporzionata al reato. Nessuna pietà doveva trattenere la furia vendicativa dei Versaillais contro la Comune, che si era resa colpevole del peggio dei crimini interrogando le gerarchie naturali, rimettendo in causa, insomma, l’ordine sociale stesso, così come è sempre esistito, e come è destinato a rimanere.
Per andare oltre:
• Patrick Loiseau, MADEMOISELLE LOUISE MICHEL: MEMORIE -
ANNOTATE E ILLUSTRATE, 2018.
• Testimonianze di Jules Vallès (L'INSURGE, articoli del CRI DU
PEUPLE), Louise Michel (LA COMMUNE, HISTOIRE ET SOUVENIRS) o
ancora Edmond de Goncourt (JOURNAL).
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PARTE C. ANNESSI (ELEMENTI POLITICI E STORICI)
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ANNESSO 1 : L’INSURREZIONE DEGLI UMILI E DEI DISEREDATI
I BAGAUDI
Prefazione di Jacques Annequin al libro di Juan Carlos Sánchez León: “Le fonti della storia dei Bagaudi”.
Riferimenti: Riferimenti: Sánchez León Juan Carlos. Le fonti della storia dei Bagaudi: traduzione e commento. Prefazione di Jacques Annequin. Besançon: Università della Franca Contea,
1996.
pp.
5-191.
(Annali
letterarie
dell'Università
di
Besançon.
https://www.persee.fr/doc/ista_0000-0000_1996_edc_603_1) Istituto di Scienze e Tecniche dell'Antichità; Centro di Ricerche di Storia Antica - Volume 153; LE FONTI DELLA STORIA DEI BAGAUDES, Traduzione e Commento. Editori: Jacques ANNEQUIN e Evelyne GENY.
Annales Littéraires dell'Università della Franca Contea, 603. Diffuso da Les Belles Lettres, 95
boulevard Raspail - 75006 PARIS, 1996.
PREFAZIONE
Bacaudes, Baccaudes, Bachaudes, Bagandes, Bagaudes, Bakaudes, Baugaredes, Bugarides, Vacaudes... come furono soprannominati, come si auto-dichiaravano queste rivolte ancora tanto sconosciute? Chi furono gli insorti, i contadini che abbandonarono i lavori della terra per prendere le armi, gli uomini liberi, i contadini dipendenti o ancora gli schiavi venuti da tutto il territorio dei Galli? Che cosa rifiutavano, l'ordine romano, l'ingiustizia, la miseria? Cosa cercavano, la libertà, la violenza, la rapina? I Bagaudi erano erranti degli emarginati - o emarginati - o, al contrario, dei campagnoli legati ai loro campi, al loro territorio?
E quale territorio, l'Armorico, le rive della Loira, le Alpi? C'era una - o qualche –
Bagaudie nello spazio, naturalmente, ma anche successivamente nel tempo, per accogliere quei selvaggi che alcuni dicevano essere selvaggi?
Su tutti questi punti che restano interrogativi, i testi dicono e si contraddicono, si ripetono, si sovrappongono perché le opinioni espresse divergono certo, ma soprattutto perché col tempo evolvono le visioni, le rappresentazioni, si attenuano, si ricompongono le idee preconcette.
L'inventario degli scarti, delle differenze, delle permanenze anche, passa attraverso lo studio dei testi, di tutti i testi. Juan Carlos Sánchez Léon non solo li ha raccolti, ma li ha ricollocati in una delicata cronologia da stabilire, nella rete intricata di influenze e di eredità.
Ha così costituito un vero e proprio corpus di testi che non si accontenta di sgranare le fonti ma che dà allo storico i mezzi per organizzare i suoi interrogativi e preparare i necessari confronti.
Un corpus che, inoltre, richiama anche le testimonianze numismatiche più incerte e fa appello alle risorse dell'onomastico.
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Un corpus sapiente ma accessibile al maggior numero possibile grazie a testi citat i in traduzione che rimandano ai testi latini nelle note a piè di pagina.
Un corpus che apre il campo degli interrogativi sulla permanenza di certi topoï, sul mantenimento ma anche sulla rielaborazione di certe rappresentazioni, sulla permanenza ancora di certe condotte di rifiuto, ma che precisa anche un contesto storico, accampato personaggi e racconta gli eventi.
Il libero accesso a queste fonti della storia dei Bagaudi autorizzerà senza dubbio molte riletture.
Jacques ANNEQUIN
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LA RIVOLTA DELLA CARTA TIMBRATA(1675)51
L’ULTIMA GRANDE RIVOLTA POPOLARE
La rivolta della carta timbrata, o dei berretti rossi, che scoppia in Bretagna nel luglio 1675 è l'ultima grande rivolta popolare del XVII secolo in Francia. Luigi XIV, in guerra con le Province Unite, ha bisogno di soldi. Per porvi rimedio, Colbert decide di vendere uffici, di aumentare le imposte (dimensioni, aiuti, Gabelles...) e di inventarne altre: tassa doganale, tassa sulla stoviglie di stagno, sulla carta timbrata... Quest'ultima misura, che obbliga a timbrare gli atti notarili, provoca un'ondata di proteste in Bretagna, una provincia collegata relativamente recentemente alla corona francese (1532) e che conosceva fino ad allora un regime di esenzioni e di libertà. Queste imposte decise senza concertazione e senza l'avallo degli stati della provincia di Bretagna provocano sollevazioni dapprima urbane (Rennes, 18 aprile 1675, Nantes, Dinan, Vannes, Guingamp...), poi finalmente paesani.
La repressione si mise rapidamente in atto ma, per più di tre mesi, le autorità costituite (il governatore, il duca di Chaulnes, i luogotenenti dell'alta e della bassa Bretagna) furono incapaci di controllare la situazione. Tanto più che a partire da luglio, queste sollevazioni antifiscali assumono una dimensione antinobiliare con degli insorti che vogliono costringere i signori a rinunciare ai prelievi demaniali. Redigono anche un «codice contadino», reclamando contemporaneamente «la libertà della provincia Emiliana» e la soppressione dei diritti signorili.
51FONTE : Pascal DUPUY, « La révolte du papier timbré », Histoire par l'image [online], consultato il 29 aprile 2019. URL :
http://www.histoire-image.org/fr/etudes/revolte-papier-timbre
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Questi movimenti di contestazione dell’autorità del re e dell’ordine sociale sono violentemente repressi: il parlamento di Rennes, giudicato troppo lassista, è esiliato a Vannes, e il duca di Chaulnes, che ha ottenuto dei rinforzi militari,pratica processi sbrigativi ed esecuzioni sommarie.
L'insieme di queste misure riporta presto la calma e la...
Indice dei contenuti
- PARTE A: LA CULTURA DEI GILET GIALLI ...............................................................
- LA RETORICA DELL’AZIONE E IL LESSICO DELLO SCONTENTO ...............................................
- LA VISIONE GG DELLA DEMOCRAZIA – DEMOCRAZIA DIRETTA E PARADISI POPULARI ..95
- I GIOCHI ...........................................................................................
- GLI SLOGAN E LA COMMUNICAZIONE .....................................................................
- ARTI GRAFICHE – IMPRESSIONI ED ESPRESSIONI .........................................................
- L’IRONIA ...........................................................................................
- “A BREVE SCADENZA” .................................................................................
- I BENEFICIARI PARADOSSALI DEL MOVIMENTO DEI GG .....................................................
- IL SENATO: .........................................................................................
- UN MOVIMENTO FORTE MA IMMATURO .....................................................................
- II. LE ULTIME SEQUENZE DEL MOVIMENTO AL CUORE DELLA CRISI POLITICA (16 MARZO/
- III. EPILOGO .......................................................................................
- 2. L’ATTUALITÁ DEI PRIMI GIORNI DI MAGGIO ..........................................................
- PARTE B – (RIFERIMENTI CULTURALI E POLITICI VICINI) ................................................
- PARTE C. ANNESSI (ELEMENTI POLITICI E STORICI) .....................................................
- LA RIVOLTA DELLA CARTA TIMBRATA(1675) ..............................................................
- ANNESSO 3 : I MINISTRI COMUNISTI (1981-1984) RACCONTATI DA LORO STESSI …
- ANNESSO 4 : CHE COS’É IL BONAPARTISMO ? ARTICOLO DI LA TRIBUNA DEI LAVORATORI
- ANNESSO 5 : UN « PARTITO OPERAIO » CONTRO I « GILET GIALLI » ......................................
- ANNESSO 6: CHRISTOPHE PRUDHOMME, PORTA VOCE DI UN SINDACATO DI URGENTISTI,
- ANNESSO 9 : IL PARTITO OPERAIO E L’UNIONE EUROPEA ..................................................
- ANNESSO 10 : BUON ANNIVERSARIO, MR MACRON ! IL BILANCIO DI DUE ANNI