Epilogo 1
Dopo soli 7 mesi da quella sera a Bologna e in pratica dopo 9 mesi di permanenza nella nuova azienda avevo messo in pratica molta della mia esperienza e quindi dei consigli riportati in questo libro.
Avevo individuato quali cambiamenti organizzativi mettere in campo, quali competenze inserire, avevo creato un piano aziendale chiaro e scritto in collaborazione anche con altri enti che da me non dipendevano, condiviso con degli esperti consulenti aziendali, in modo da poterlo presentare ad investitori e finanziatori. Avevamo già cominciato a consuntivare le azioni principali. Ma la situazione finanziaria aziendale non permetteva più di sostenere nessuna azione con cash flow negativo, neanche se i benefici economici avrebbero generato cash flow positivo dopo 7 mesi. Anzi la situazione finanziaria non permetteva più di sostenere il business senza un intervento esterno. Ma nel frattempo la recessione stava riducendo anche i volumi di vendita e nessun manager avrebbe potuto risolvere la situazione.
Ma proprio in quel momento, mi arrivava una proposta di lavoro in un certo senso irrifiutabile: l’azienda per cui avevo precedentemente lavorato aveva deciso una riorganizzazione interna creando un ruolo chiave per la sede italiana e aveva pensato di offrire a me, come prima scelta l’incarico. Avevano pensato a me perché grazie alla mia conoscenza dell’azienda avrei potuto inserirmi velocemente nel nuovo ruolo e da subito portare risultati. Bene pensai, hanno bisogno di un manager plug & play ed io non mi posso certo tirare indietro! Successivamente quando mi ritrovavo a completare questo libro, rimettendo a posto le idee che mi erano frullate per la mente nel frattempo, era passato solo un anno da quella sera a Bologna, quando l’idea del libro mi era venuta in mente.
Avevo già alle spalle un’altra esperienza come manager plug & play e una maggiore serenità nel raccontarla.
Epilogo 2
Appare sul palco Nicola, middle manager: “com’è che l’hanno chiamato? Manager Plug & play? Io so solo che come è arrivato così dopo nove mesi se ne è andato, e noi siamo sempre nella…..
Pensa che mi aveva assegnato 15 punti del suo mega piano. E dovevo completarli in 18 mesi. Fino ad allora la regola era 3 attività all’anno! Ma cosa pensava che potessimo lavorare il doppio!. E adesso chi lo seguirà il suo piano?”
Risponde dunque, Silvia, del controllo di gestione “Ma scusami a che punto sei con i tuoi punti?”
Nicola: “ beh ne ho fatti 9 perché?”
Silvia “ perché vuol dire che hai già fatto il triplo di quello che eri abituato a fare e quindi probabilmente se vogliamo tirarci fuori da questa situazione di M.. potresti fare anche gli altri 6 senza l’aiuto di nessun manager! Io ho capito, grazie a lui, che basta sapere qual è l’obiettivo giusto che possiamo farcela da soli senza nessuno che ci stia a controllare.”
Nicola: “in effetti c’è differenza tra ricevere un obiettivo e sentirti mettere in condizione di raggiungerlo. Meglio che sentirti dire cosa fare o come fare. Per non parlare di quanto sono patetiche le esortazioni del tipo, “dovete fare tutti di più” o “fare di più con meno” “se non vi dico tutto io non fate niente”, quando poi ogni volta che si fa una proposta viene sempre bocciata.”
Silvia: “Allora per il momento portiamo avanti il nostro piano, sperando che sia sufficiente e quando sarà completato ci preoccuperemo di come fare.
Passa di lì Giovanna, l’impiegata addetta all’avanzamento della produzione, e dice : “una volta siamo andati da lui e gli abbiamo detto che dovevamo prendere una decisione sulla data di lancio in produzione di un nuovo prodotto e lui ci ha detto semplicemente: “Prendetela”. Ma noi gli abbiamo detto che volevamo informarlo prima di prendere quella decisione, per evitare che poi lui non fosse d’accordo. E lui ci ha detto “voi prendete la decisione che ritenete opportuna e non aspettate che io decida al posto vostro. Poi controllerò il vostro lavoro e vedrò se avrete fatto bene. Il vostro lavoro richiede che voi prendiate delle decisioni.” E così abbiamo fatto, e alla fine anche se qualche volta non era d’accordo, ci siamo sentiti più responsabilizzati di prima. Adesso invece i nuovi manager vogliono essere consultati prima di prendere una decisione, poi non ci danno più risposte e non decidiamo mai e siamo ritornati al ritmo burocratico di prima.”
Silvia “hai ragione, è come se ci avesse trasferito un po’ della sua energia, anche se alle volte sembrava dare le cose un po’ per scontate alla fine sembrava pretendere da noi quello che pretendeva anche da sé, adesso sono preoccupata di chi ci aiuterà ad arrivare in fondo”.
Interviene dunque Roberto, l’altro middle manager “allora incominciati a preoccuparti seriamente, perché il sostituto appena arrivato ha già deciso di accorciare il piano. Credo che abbia detto che si da priorità solo alle cose che hanno impatto entro 3 mesi. Cosa vorrà dire secondo voi?”
“Ora vi dico io cosa succede” esclama il manager tuttologo, Alberto il nuovo motto è “fare di più con meno!” e quindi il problema si sposta di tre mesi che campa cavallo che l’erba cresce. Il fatto è che tra tre mesi o non ci siamo più noi o non ci sono più loro”
Silvia “cosa intendi?”
Alberto: “intendo che se ci vendono entro 3 mesi quello che succede dopo non gli interessa, mentre se tra tre mesi ci licenziano, gli interessa solo quello che facciamo nei prossimi tre mesi. Probabilmente il manager plug & play lo sapeva già e se ne andato prima. Ma io venderò cara la pelle. Sto pensando di inserire una serie di mine nel sistema informatico in modo che solo io sappia dove siano e solo io le possa disinnescare, così che non possano fare a meno di me. Tipo una procedura senza la quale si bloccano tutte le bolle di vendita.. e poi lo vediamo con le fatture”
Silvia: “ma non dirai mica sul serio: Ma se se ne accorgono?”
Alberto: “loro non si accorgerebbero mai di niente. Solo persone abituate a sporcarsi le mani se ne potrebbero accorgere ma a parte il manager plug & play non ne ho mai incontrato uno abituato a sporcarsi le mani.”
Silvia conclude “Io invece farò di tutto andare avanti per portare a termine quanto cominciato perché ci credo veramente e i risultati che stiamo ottenendo sono l’ultima cosa che ci può salvare. E vi prometto che vi romperò le scatole all’inverosimile perché voi facciate lo stesso. E poi forse il prossimo manager, avrà solo bisogno di un po’ più di tempo e magari sistemerà l’azienda”.
Nicola: “ ma perché i conti dell’azienda non li ha già messi in ordine il manager plug & play?”
Silvia: “Beh spero di sì”
Nicola “e come ha fatto a farli tornare?”
Alberto: “Con la matematica! Non a parole come fanno di solito i manager. “e scandendo bene ripete. “Con la matematica!”
INDICE
Premessa
Introduzione
Capitolo I - Il nuovo modo di fare management
Capitolo II - Le nuove idee
Capitolo III - Agire o reagire?
Capitolo IV - Quale squadra mandare in campo
Capitolo V - One shot one kill
Capitolo VI - Gli errori
Capitolo VII - Sintonizzarsi con l’età delle aziende
Capitolo VIII - Evitare le confusioni organizzative
Capitolo IX - Il manager plug & play non esiste
Epilogo 1
Epilogo 2