Ricordi Attuali Veneziani
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Ricordi Attuali Veneziani

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Ricordi Attuali Veneziani

Informazioni su questo libro

L'antropologa culturale Cinzia Capece, classe '83, si è messa in contatto con i residenti di Venezia, oggetto del suo saggio, tramite il noto social network Facebook. L'antropologa ha così potuto analizzare in modo virtuale, ma concreto, la vita quotidiana della Venezia nel XXI secolo, come si legge in questo suo saggio.

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Informazioni

INTRODUZIONE

INTRODUZIONE
La ricerca antropologica sui Veneziani qui presentata è una raccolta di elementi riletti dopo lunghe osservazioni sul “campo”.
Non sarà qui utilizzato un gergo antropologico per il semplice motivo che questo saggio è personale e non accademico.
E’ una ricerca che ho fatto dopo aver studiato per cinque anni in Italia a Bologna e a Venezia la disciplina, ma che non vuole riproporre un metodo già conosciuto se non quello dell’intervista qualitativa un po’ modificata. Modificata come? Non vis à vis, come tutti gli antropologi sono tenuti a fare durante la loro carriera in posti sconosciuti lontani dalla loro zona d’origine o in città metropolitane anche conosciute, ma ho tentato di usare uno strumento nuovo: l’intervista “via internet”, via e-mail per la precisione.
Ho utilizzato uno strumento web molto conosciuto, un social network di moda, fb, non sapendo bene o male come si usasse, ho semplicemente comunicato come sapevo comunicare, cioè facendo domande.
Il risultato è chiaramente sintetico avendo acquisito capacità di sintesi in molte delle mie attività da studente e lavorative durante i miei periodi formativi. Tutto deve essere letto con uno sguardo antropologico super partes perché è chiaro che io sia innamorata della mia città, com’è altrettanto chiaro che avendo conosciuto molte altre città e molti altri popoli, anche solo nei libri a volte, so che esiste un altro mondo all’infuori di questo analizzato. Qui però non si parla della bellezza di Venezia in sé, anche se è stata forte la tentazione di fare un trattato storico-artistico avendone le competenze, ma ho preferito lasciare le cose come stavano: attuali e antropologiche.
In parole povere: cosa fanno i Veneziani? Perché e come la pensano soprattutto della loro città? Sembrano domande semplici, arrivare alle risposte è stato sicuramente più complicato.
Ho mandato decine di mail di richiesta a chi metteva ad esempio “mi piace” sotto il mio messaggio in bacheca e acconsentiva a che io inviassi il mio questionario gratis sui veneziani dal 27 Novembre 2009. Ho dovuto sottolineare la gratuità del questionario per il semplice motivo che molti contatti non mi conoscevano di persona e potevano ritrarsi nel richiedere il questionario pensando chissà cosa.
Solo in 56 soggetti hanno risposto alle 6 facciate di domande da me poste a risposta aperta e in appendice come vedrete ho scelto 39 di essi come campione.
La scelta è stata data da vari fattori che poi mi sono posta come criterio. Ho altresì deciso di non pubblicare nessuno dei nomi dei partecipanti visto che per lo più mi era stato chiesto l’ anonimato e comunque la pubblicazione dei nomi non mi tornava utile allo scopo della ricerca, cioè la ricerca stessa in sé. Ed ho fatto una selezione delle risposte più significative, che comprendevano i miei interessi. Non può certo essere presa come fotografia totale dei “ricordi attuali” veneziani essendo i Veneziani circa sui 60mila e di più in giro per il mondo. D’altronde ci sono state persone che hanno portato avanti ricerche basandosi sulle testimonianze di un informatore unico, senza che questa frase sia presa come critica a nessuna delle ricerche fatte in passato dagli antropologici storici, c’è sempre e comunque chi si erge a paladino di un metodo e io non sono di queste persone semplicemente perché credo che per studiare una popolazione nel migliore dei modi o si riesce ad intervistare pedissequamente tutta la popolazione (cosa facile in zone tipo villaggi) o appunto meglio parlare di saggio metodologico o di soggetti o poche persone “X” e “Y” come campioni di un insieme cresciuto in un posto, nello stesso periodo storico, con le stesse problematiche sociali e con lo stesso “immaginario collettivo”. Ho intervistato tizio che è cresciuto in un determinato contesto sociale? Sì, ebbene, tizio ha quella sua storia e le sue idee sono sue non certo di tutta la popolazione, ma vale il concetto psichico ed antropologico dell’ambiente in cui si cresce, si vive e ci si “accultura” ma come prima cultura in questo caso. Detto ciò dico questo perché un conto è fotografare un tizio che cammina per la strada, un altro è dire che quel tizio cammina come tutti gli altri. E’ solo quel determinato ambiente che forgia l’opinione pubblica o è un altro tipo di domanda che ci si deve porre? Secondo me è un’altra la domanda da porsi sempre stando fermi sul punto chiave: siamo tutti antropoi cioè esseri umani e pda tali ci comportiamo che sia a Venezia, che sia un’altra città. Vi incollo alla fine di questa introduzione un esempio del mio questionario che tra l’altro è stato pubblicato anche su due siti internet che troverete in bibliografia e ringrazio dell’ospitalità sia i siti che il social network sopracitato che mi ha aperto una porta alla conoscenza di persone che per la strada sarebbero state difficili da fermare e non avrei mai avuto modo di conoscere. Il mio questionario che si evince essere un inizio di approccio antropologico a un metodo poco usato prima come dicevo sopra, un metodo sicuramente poco consono ma che è stato comodo e che comunque viene usato sempre di più in vari settori statistici e disciplinari. E’ facile chiedere come stai a un tuo amico. E’ difficile pensare di poter chiedere cosa ne pensi della tua città a uno sconosciuto. Ecco in pratica il lavoro che ho svolto è stato proprio quello di chiedere a persone per lo più sconosciute che ricordi avevano della loro città e come se la vivevano socialmente e culturalmente. E anche se non tutti hanno risposto a tutte le domande poste sui 6 fogli in word e non stampati devo dire che la maggior parte mi ha incuriosita, arricchita di conoscenze attuali e soddisfatta culturalmente. Ho notato una vita consapevole degli abitanti di Venezia nella loro città e questo devo dire mi ha stupita perché l’antropologo non deve avere dei pregiudizi, ma ricordo che è pur sempre un essere umano. Avrei potuto non avere dei pregiudizi su una popolazione mai vista e mai conosciuta nemmeno sui libri, ma sono nata a Venezia e tranne che per qualche anno di studio a Bologna ho trascorso tutta mia vita a Venezia e per questo motivo pur non volendolo ammettere all’inizio qualche pregiudizio mi restava del mio personale vissuto passato. E’ questo che ho fatto, ho dato fiducia a persone che non conoscevo e mi hanno dato una chiave di lettura nuova del mio stesso tessuto sociale che con o senza pregiudizi di fondo quello è: un’isola formata da tante isole e zone limitrofe come ampio Comune. Spezzo qui una lancia a favore delle ricerche antropologiche sul proprio territorio per chi ha la fortuna di poterlo fare e di essere antropologo perché la conoscenza di un territorio approfondita non significa perdita di sé a priori per poterla fare non è necessario, mi si passi il termine antropologico lo “spaesamento”, ma anzi a volte semplifica almeno il poter interloquire con i toni giusti e senza per forza dover chinare la testa “ o sembrare troppo curiosi dove di curiosità ce n’è ma non è una curiosità nata dalla non conoscenza. Sono tanti i miti che vorrei sfatare sulla mia professionalità ecco, questo è uno di quelli ed è per questo che mi sono permessa di portare avanti questo mio personale progetto sul mio stesso territorio. Ho chiesto, e mi pento per averlo fatto dove i Veneziani si ritrovavano ad esempio con gli amici, io da fresca ex studentessa universitaria sapevo che la maggior parte dei giovani si ritrovava a Campo Santa Margherita, e così si evince da molte risposte, quando mi sono capitate delle risposte diverse mi sono spaesata lo stesso come se fossi andata in Cina a fare una ricerca senza sapere nulla del territorio. “Ma come non mi rispondi Campo Santa Margherita?” ecco quello che intendo per pregiudizio che decade… ed è questa la bellezza della ricerca antropologica, del fatto di essere curiosi, antropologi di dire quello che è quello che vedi quello che ti riferiscono. La tua attualità non è quella di tutti, la tua vita è una delle tante e la tua struttura sociale sebbene tu sia nel tuo stesso tessuto di appartenenza non è quella di altre 20 persone e puoi partecipare a 10 feste di laurea o di fine esame tutte e 10 nello stesso posto tutte e 10 con lo stesso rituale di “stare assieme” ma queste verranno percepite dagli altri 30 invitati (per dire un numero) in modi totalmente diversi. La percezione e l’intuizione sono fattori da...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Titolo della pagina
  3. Copyright
  4. Contenuto
  5. Introduzione
  6. Pittori ricordati di più
  7. Chiese preferite dai veneziani
  8. I frari
  9. Luoghi di aggregazione o di riflessione maggiormente ricordati
  10. I mezzi di trasporto più usati dai veneziani a venezia e dintorni
  11. Ricordi sul carnevale di venezia e mascherate carnevalesche
  12. Media e politica: i politici più ricordati
  13. Il veneziano e il turista
  14. Detti veneziani e parolacce
  15. Venezia è una città.. da film
  16. Miscellanea su venezia e conclusioni
  17. Conclusione
  18. Bibliografia