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La sabbia negli occhi
Informazioni su questo libro
Un volume di pensieri e di attualità tra passato e presente traguardati con il linguaggio della poesia. L'autore ha ripercorso un tratto della propria vita, mirabilmente intrecciata con quella delle persone che gli sono state vicine. E' come un parlare a se stesso con la voce di tanti amici e congiunti, molti dei quali non ci sono più. C'è il ricordo delle piccole cose del passato che accompagnavano il passare dei giorni che, però, sono ricche di contenuti e di presenza. La povertà reale e la ricchezza della solidarietà che l'accompagnava, l'amicizia che rendeva unici certi momenti e non ti faceva sentire solo nel bisogno, e poi anche un capitolo finale di poesie dedicate all'attualità dei fatti politici italiani degli anni recenti che sono una sintesi rapida del modo originale con cui l'autore affronta nelle sue composizioni i problemi dell'etica e del sociale. Insomma, non il solito libro di ricordi fine a se stesso ma anche una lezione di vita su certi comportamenti solidali ed interpersonali del passato che oggi non esistono più e che rende piacevole ed attuale la lettura di questo volume.
Domande frequenti
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Informazioni
PRIMO OTTOBRE
quanta neve è caduta sopra i monti?
quante lacrime di bimbi e di scolare?
Iniziava in questo dì la scuola
risento il primo pianto su quel banco
che sulla guancia mi dava dei buffetti
che non ricordo tanto son lontane.
che mi passa piangendo da vicino,
tirato a peso da una sua sorella
come se stesse andando carcerato.
come quel primo mio giorno di scuola.
REMINISCENZE
mi sorride da una foto ingiallita.
Un canneto ondeggiante al vento
inghirlanda visi spensierati e vispi
e il capoclasse
tiene stretta la verga
di cui già conosce il sapore.
E’ lui che l’ha portata al maestro
e la tradizione va rispettata.

sventola al vento
appoggiato a un muretto
mezzo diroccato.
Ecco il tempo
s’è fermato in un angolo di mondo
che ormai non esiste più
ma che nessuno può cancellare
perché ancora esiste
e vive in me.
Vincenzo Mileto, ancora vivente ad agosto 2011
SEMPRE MI TORNA IN MENTE IL MIO PAESE
col mare che lambisce ognor la sponda
con i barconi e con le reti stese
con le baracche del lido e la rotonda.
e pei vicoli ancor non asfaltati,
narrava del brigante Musolino
il cantastorie, coi quadri figurati.
coi personaggi su per giù gli stessi,
che s’opponevano ad ogni iniquità
curando della gente gl’interessi.
con il lavoro raro da trovare,
con i questuanti con le mani tese,
ma con la gente che sapeva amare.
annegato e sepolto dal progresso,
che più non si ricorda del passato
perché ciascuno ormai pensa a se stesso.
con le burrasche frullanti sullo stretto,
col salario che non vestiva il mese,
con l’ansia che ti premeva in petto.
in fondo la gente poi non disperava
s’aveva pena per un disgraziato
e in un mondo migliore si sperava;
ci bastava una radio e un tavolino
alcune sedie e tanti amici accanto
castagne cotte e un calice di vino.
MARE JONIO
che m’allaga il cuore,
che non ha prezzo per poter toccare,
bello e pauroso alla memoria antica
con l’onda lieve
che la sponda sfiora,
con l’onda immane
che gli uomini travolge
e case e strade affonda
nel terrore.
che mi suona in mente,
che la pupilla ridisegna a volte
e strozza gola e cuore,
m’addormenta.
ancora m’appartiene,
mi sciacqua dentro l’anima
ed all’olfatto invia
profumi antichi e odori mai scordati,
mi spezza il passo,
che ondeggia tra i sassi della riva,
che scivola impietoso sopra l’alghe.
Questo mare
m’abbraccia,
mi culla dolcemente nel ricordo
degli affetti mai dimenticati,
delle gioie che tornano spietate
a schiaffeggiare le scelte un po’ affrettate
a cui non posso più porre riparo.
m’aspetta e si domanda
fino a qual punto l’amore suo mi manca.
Mi parla nel silenzio delle notti,
quando la luna gli accarezza l’onde,
messaggi d’affetto e di rancore invia
per non lasciarlo in pace riposare.
mi circola nel sangue,
impetuoso spacca i sentimenti
e la salsedine m’attacca sopra il viso,
gli occhi mi brucia
e sulle labbra lascia
un sapore di sale
sempre uguale.

RONDINI
un saluto portate alla mia terra
quando arrivate in fondo allo Stivale
e sullo Stretto per poco volteggiate.
che mi cullò per anni da fanciullo
e mi fece sognare e sospirare,
lidi migliori lontan dalla mia via.
da palazzine o da nuovo cemento,
l’orme antiche dei miei piedi scalzi,
i rossi garofani negli orci coltivati.
che mi spinse fuor dalla mia terra
per nuovi approdi e nuove avventure,
alla ricerca di quel che più non s’ha.
in poche cose raccolte con amore,
in poche carezze vere ed affettuose
rimaste abbandonate in una stanza
che ricambia dal basso il suo saluto
e che trattiene ancora i miei respiri
e quelli d’una madre ormai partita
ma che ritorna spesso in quelle stanze
dove intonare sento un canto antico
e una preghiera ch’io più non ascolto.
PASSAGGIO A LIVELLO
ormai non serve più a nulla:
ne adulti ne bimbi trastulla;
non cigola, più non s’incanta,
più non balbetta parole stancanti,
ormai più non va n...
Indice dei contenuti
- Cover
- Frontespizio
- Copy
- Uno qualunque
- INDICE
- INTRODUZIONE
- PREFAZIONE
- RICORDI
- AFFETTI
- SENTIMENTO E NOSTALGIA
- CON IL CUORE E CON LA MENTE
- NOTE BIOGRAFICHE
- ALBUM FOTOGRAFICO