La sabbia negli occhi
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La sabbia negli occhi

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La sabbia negli occhi

Informazioni su questo libro

Un volume di pensieri e di attualità tra passato e presente traguardati con il linguaggio della poesia. L'autore ha ripercorso un tratto della propria vita, mirabilmente intrecciata con quella delle persone che gli sono state vicine. E' come un parlare a se stesso con la voce di tanti amici e congiunti, molti dei quali non ci sono più. C'è il ricordo delle piccole cose del passato che accompagnavano il passare dei giorni che, però, sono ricche di contenuti e di presenza. La povertà reale e la ricchezza della solidarietà che l'accompagnava, l'amicizia che rendeva unici certi momenti e non ti faceva sentire solo nel bisogno, e poi anche un capitolo finale di poesie dedicate all'attualità dei fatti politici italiani degli anni recenti che sono una sintesi rapida del modo originale con cui l'autore affronta nelle sue composizioni i problemi dell'etica e del sociale. Insomma, non il solito libro di ricordi fine a se stesso ma anche una lezione di vita su certi comportamenti solidali ed interpersonali del passato che oggi non esistono più e che rende piacevole ed attuale la lettura di questo volume.

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Informazioni

Anno
2013
eBook ISBN
9788891120830
Argomento
Letteratura
Categoria
Poesia
RICORDI

PRIMO OTTOBRE

Quant’acqua è già passata sotto i ponti,
quanta neve è caduta sopra i monti?
Quante rondini son volate verso il mare,
quante lacrime di bimbi e di scolare?
Primo ottobre: il tempo come vola!
Iniziava in questo dì la scuola
una volta; e col pensiero stanco
risento il primo pianto su quel banco
ed il maestro, con quei suoi occhialetti
che sulla guancia mi dava dei buffetti
sussurrando parole per me strane
che non ricordo tanto son lontane.
Or mi rivedo ancora in un bambino
che mi passa piangendo da vicino,
col grembiulino nero e la cartella,
tirato a peso da una sua sorella
pestando i piedi come un disperato
come se stesse andando carcerato.
Lo guardo triste con il cuore in gola,
come quel primo mio giorno di scuola.
Dedicata al mio primo maestro di scuola elementare, Prof. Vincenzo Mileto di Polistena (RC), con il quale intrattengo ancora oggi un fraterno rapporto.

REMINISCENZE

Un giovane maestro*
mi sorride da una foto ingiallita.
Un canneto ondeggiante al vento
inghirlanda visi spensierati e vispi
e il capoclasse
tiene stretta la verga
di cui già conosce il sapore.
E’ lui che l’ha portata al maestro
e la tradizione va rispettata.
image
Qualche quaderno
sventola al vento
appoggiato a un muretto
mezzo diroccato.
Ecco il tempo
s’è fermato in un angolo di mondo
che ormai non esiste più
ma che nessuno può cancellare
perché ancora esiste
e vive in me.
Polistena (RC) - La mia classe nel 1948: al centro, il mio primo insegnante di scuola elementare
Vincenzo Mileto, ancora vivente ad agosto 2011

SEMPRE MI TORNA IN MENTE IL MIO PAESE

“Sempre mi torna in mente il mio paese”
col mare che lambisce ognor la sponda
con i barconi e con le reti stese
con le baracche del lido e la rotonda.
Me lo ricordo quando da bambino,
e pei vicoli ancor non asfaltati,
narrava del brigante Musolino
il cantastorie, coi quadri figurati.
Storie comuni a tante altre città,
coi personaggi su per giù gli stessi,
che s’opponevano ad ogni iniquità
curando della gente gl’interessi.
“Sempre mi torna in mente il mio paese”
con il lavoro raro da trovare,
con i questuanti con le mani tese,
ma con la gente che sapeva amare.
Un mondo, che chissà dove l'é andato,
annegato e sepolto dal progresso,
che più non si ricorda del passato
perché ciascuno ormai pensa a se stesso.
“Sempre mi torna in mente il mio paese”
con le burrasche frullanti sullo stretto,
col salario che non vestiva il mese,
con l’ansia che ti premeva in petto.
Eppure in questo mondo disastrato
in fondo la gente poi non disperava
s’aveva pena per un disgraziato
e in un mondo migliore si sperava;
e poi non si chiedeva più di tanto:
ci bastava una radio e un tavolino
alcune sedie e tanti amici accanto
castagne cotte e un calice di vino.

MARE JONIO

Questo mare
che m’allaga il cuore,
che non ha prezzo per poter toccare,
bello e pauroso alla memoria antica
con l’onda lieve
che la sponda sfiora,
con l’onda immane
che gli uomini travolge
e case e strade affonda
nel terrore.
Questo mare,
che mi suona in mente,
che la pupilla ridisegna a volte
e strozza gola e cuore,
m’addormenta.
Questo mare
ancora m’appartiene,
mi sciacqua dentro l’anima
ed all’olfatto invia
profumi antichi e odori mai scordati,
mi spezza il passo,
che ondeggia tra i sassi della riva,
che scivola impietoso sopra l’alghe.
Questo mare
m’abbraccia,
mi culla dolcemente nel ricordo
degli affetti mai dimenticati,
delle gioie che tornano spietate
a schiaffeggiare le scelte un po’ affrettate
a cui non posso più porre riparo.
Questo mare
m’aspetta e si domanda
fino a qual punto l’amore suo mi manca.
Mi parla nel silenzio delle notti,
quando la luna gli accarezza l’onde,
messaggi d’affetto e di rancore invia
per non lasciarlo in pace riposare.
Questo mare
mi circola nel sangue,
impetuoso spacca i sentimenti
e la salsedine m’attacca sopra il viso,
gli occhi mi brucia
e sulle labbra lascia
un sapore di sale
sempre uguale.
image

RONDINI

Rondini che sopra l’onde veleggiate,
un saluto portate alla mia terra
quando arrivate in fondo allo Stivale
e sullo Stretto per poco volteggiate.
Salutate di lassù la casa mia
che mi cullò per anni da fanciullo
e mi fece sognare e sospirare,
lidi migliori lontan dalla mia via.
Cercate nei prati, se non soffocati
da palazzine o da nuovo cemento,
l’orme antiche dei miei piedi scalzi,
i rossi garofani negli orci coltivati.
Respirate l’aria lieve della libertà
che mi spinse fuor dalla mia terra
per nuovi approdi e nuove avventure,
alla ricerca di quel che più non s’ha.
Ed era infatti nel niente la speranza,
in poche cose raccolte con amore,
in poche carezze vere ed affettuose
rimaste abbandonate in una stanza
d’una casa lontana e senza vita
che ricambia dal basso il suo saluto
e che trattiene ancora i miei respiri
e quelli d’una madre ormai partita
per approdi dei quali non so molto,
ma che ritorna spesso in quelle stanze
dove intonare sento un canto antico
e una preghiera ch’io più non ascolto.

PASSAGGIO A LIVELLO

Quel vecchio passaggio a livello
ormai non serve più a nulla:
ne adulti ne bimbi trastulla;
non cigola, più non s’incanta,
più non balbetta parole stancanti,
ormai più non va n...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copy
  4. Uno qualunque
  5. INDICE
  6. INTRODUZIONE
  7. PREFAZIONE
  8. RICORDI
  9. AFFETTI
  10. SENTIMENTO E NOSTALGIA
  11. CON IL CUORE E CON LA MENTE
  12. NOTE BIOGRAFICHE
  13. ALBUM FOTOGRAFICO