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Le nebbie d'agosto
Informazioni su questo libro
Racconti e memorie celebrano la necessità dei sogni, dei lievi voli di poesia e delle occasionali circostanze di leggerezza, sempre troppo rari nel quotidiano.
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Informazioni
IL PESCATORE

Il tempo successivo al sonnellino pomeridiano, di solito, risultava tra i momenti più difficili della giornata per l’organizzazione dei giochi. E senza dubbio, il motivo di ciò, ogni volta derivava da quella dormitina, tanto inevitabile quanto disarmante, che finiva sempre col portarsi via tutte le energie più concludenti della giornata.
Dopo aver analizzato il problema e riconsiderato le sue cause, ormai per l’ennesima volta, Vittoria, piuttosto esperta nella questione per non riuscire ad immaginare che, il soccombere alla noia del momento, non le avrebbe risparmiato né la frustrazione né tantomeno la conseguente arrabbiatura per la propria inconcludenza, prese intanto a ciondolarsi nei pressi del piccolo chiosco di giornali posto sulla passeggiata che costeggiava il mare, confidando di ottenere al più presto un’ispirazione salvatrice.
Da sempre i chioschi di giornali, per Vittoria, come per molti altri ragazzini suoi compagni di giochi, vissuti come lei, nella periferia di un piccolo paesino, rappresentavano i luoghi principali ispiratori di desideri e di fantastiche avventure senza confini oltre che di nuove letture e conoscenze. Così, dopo aver guardato e letto praticamente tutto quello che, raccolto nelle ceste di plastica adagiate per terra o esposto sugli scaffali fino all’altezza della sua persona vi era di leggibile, si rese finalmente conto di essersi determinata nel voler impiegare quel pomeriggio raggiungendo gli scogli per poi trattenersi ad osservare i pescatori.
In quel primo pomeriggio d’agosto il sole, pur essendosi abbassato rispetto al suo zenit, era ancora robustamente caldo ed accecante.
Sul lato opposto rispetto al chiosco, la strada pedonale si affacciava sui diversi accessi aperti verso gli scogli e sugli altri che, invece, conducevano ai diversi tratti di spiaggia libera.
Vittoria prese ad incamminarsi verso la scogliera ma, nel corso di quel tragitto avvertì, ad un tratto, un’inspiegabile sensazione mai provata prima: il proprio incedere iniziava a stentare e, gradatamente, senza alcun apparente motivo ragionevole, il passo diveniva lento e poi pesante, al punto di sembrarle che, quella ritrosia del suo moto, intendesse contrastare la propria volontà .
Giunse persino a dubitare di poter raggiungere la mèta appena decisa mentre, cercando di indagare se ciò potesse dipendere da sopraggiunti inconsci motivi di dubbio, non riusciva tuttavia ad interrompere il proprio passo, quasi come se fosse stata attratta verso quel luogo da una forza misteriosa e suo malgrado.
Si trovò a percorrere il camminamento in cemento che si allungava, aprendosi più verso il mare, in una larga piattaforma rotonda necessaria a rendere più agevole il successivo e più faticoso accesso agli scogli.
Giunta al bordo di quella superficie liscia e piana, si arrestò e non poté fare a meno di socchiudere gli occhi, per difenderli dalla luce abbagliante del sole.
Sapeva che lì avrebbe trovato suo padre, ma ancora non riusciva a distinguerlo, tra le sagome dei pescatori, accovacciati o seduti e voltati di spalle, tutti quanti rivolti verso il mare pervaso, in quel momento, da una luce inguardabile.
Vittoria pensò dunque di schermarsi gli occhi unendo tutte le dita di entrambe le mani e accostandole sulle sopracciglia. Quindi, provvide a ruotare all’insù i pollici, precedentemente appoggiati sulle guance, fino a congiungerli sugli zigomi, l’uno contro l’altro: aveva finalmente realizzato il suo binocolo. Adesso era diventato facile e divertente osservare lo specchio di mare davanti a sé e, nient’altro, poteva impedirle di guardare verso l’orizzonte.
Vide il mare e il cielo che si toccavano, e poi la linea di congiunzione dell’uno sull’altro che si distingueva a malapena per il colore azzurro più intenso del mare, briosamente increspato dal vento e disseminato, in quell’attimo da una miriade di piccoli frammenti danzanti di luce dorata.
Più vicino agli scogli, il profumo e il rumore del frangersi delle onde era diventato più intenso e, solo ogni tanto, la raggiungeva anche qualche lieve spruzzo d’acqua marina.
Attese, in contemplazione di quel vasto scenario fin quando, ad un tratto, la figura di un pescatore si volse all’indietro guardando verso la sua direzione. Improvvisamente si alzò in piedi e, non prima di aver sistemato al sicuro la propria canna da pesca, la raggiunse.
Vittoria riconobbe il padre dal suo bianco sorriso che, al contrasto con l’abbronzatura del volto appariva, se mai possibile, ancora più candido.
«Che ci fai qui? Mamma sa che sei venuta a trovarmi?»
«No. Ho deciso solo adesso di venire. Posso restare a pescare con te?»
Suo padre apparve perplesso per la risposta.
«Non dovevi farlo senza avvisarla.» Rimproverò pacato la figlia e rimase, p...
Indice dei contenuti
- Cover
- Frontezpizio
- Copyright
- Indice
- RINGRAZIAMENTI
- PROLOGO
- NEBBIA D’AGOSTO
- LA DANZA
- LA NONNA DELLE CHIOCCIOLE
- IL MERCATO
- VERO AMORE
- IL PESCATORE
- IL GRANDE CARRO