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Il laùto divino
Informazioni su questo libro
Il laùto divino è un romanzo di iniziazione all'estasi della musica.
Ansoldus, il protagonista, liutista di corte a S.Giacomo nella Liguria del XVI secolo, rievoca gli anni dell'innamoramento e della passione alla ricerca delle fascinazioni dell'armonia e le vicissitudini di musico nelle corti dell'Europa rinascimentale.
Il liuto (anticamente laùto), strumento dalla sonorità morbida e dolcemente malinconica, è la via per conquistare la consonanza e per avvicinarsi alla perfezione e alla poesia della natura.
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Informazioni
eBook ISBN
9788891164193Categoria
Teoria e gusto musicaleCAPITOLO QUINTO
Castel S.Giacomo, Settembre 1536
<<Dio ha disposto tutto con misura, numero e peso.
Tu ben conosci la lezione di Pitagora.
I numeri sono armonia e sull’armonia si fonda l’universo.
Il numero è specchio della divina perfectione.
Dunque la musica, che è costruita su rapporti numerici, è via privilegiata per accedere all’armonia divina e soprattutto per riprodurla.
Comprendi, Ansoldus, quale enorme responsabilità noi portiamo?
Tu non potrai accontentarti di strimpellare con la piuma d’oca !
Una incessante, inesausta, dolorosa ricerca del bel suono ti attende >>
Maurinus.
Non passa giorno senza che il suo ricordo ritorni, dolcemente.
Fu molto più che un maestro di musica.
Seminava incessantemente, giorno dopo giorno, sempre prodigo di consigli, sempre pronto alla citazione dotta, al motto arguto.
Come un padre, consolava, stimolava, sollecitava.
<< Sii curioso, Ansoldus >> mi ripeteva spesso << non rimanere in superficie, scendi nella profondità delle cose.
Vai oltre l’apparenza, non accontentarti dell’ovvio, del facile.
Tu non devi sonare, tu devi far poesia con le note.
E’ altra cosa >>.
Far poesia con il lauto : la mia vita di musico è stata una costante, faticosa e strepitosa ricerca del bello.
<< L’uomo è bestia, mossa da istinti brutali.
Ma quando fa poesia, s’avvicina al Signore Dio dell’universo intero >>.
<< In cappella, tu sai, ai lati dell’altare maggiore, vi sono due angioli musicanti in marmo, che sonano il lauto.
E in S.Genesio, ricordi l’affresco nell’abside, ove si rappresenta una teoria di cherubini al lauto?
Il lauto è istromento de li angioli!
Immagine della perfectione suprema, essi rappresentano l’armonia del mondo celeste.
E questa armonia divina, la esprimono sonando il lauto.
La musica è ritmo e movimento, così come il cosmo tutto gravita in un’armonia universale >>.
<< E il Paradiso, Maestro Maurinus? >> chiedevo ingenuamente.
<< Proprio gli angioli, Ansoldus, ci avvicinano al Paradiso, chè la gaiezza con cui sonano e cantano e danzano, ci fa respirare l’atmosfera del mondo celeste .
<< Possa esser il lauto, nelle tue mani, istromento spirituale e il suo suono, chiaro e trasparente, via di contemplazione >>.
<< Ansoldus, prova innanzitutto a verificare se sia ben accordato il tuo lauto.
Sappi che d’ora in poi, occuperai la maggior parte del tuo tempo a cambiare corde e a regolarne e calibrarne l’intonazione >>.
<< Maestro Maurinus, è a volte disarmante, passar l’intero pomeriggio, senza riuscire a porre ordine e consonanza al suono >>.
<< E’ una croce che tutti noi sonatori al lauto portiamo.
Le corde in budello sono sensibilissime alle variazioni di umidità e di temperatura.
Così può accadere che un lauto perfectamente accordato, allorquando si avvicini un temporale o soffi vento, debba essere completamente ricalibrato.
Patientia virtus fortium.
E ancora, ti potrà accader che, nel girare un pirolo per tendere il budello, la corda si spezzi d’improvviso, lasciandoti mal disposto per l’intera giornata e desideroso di passare allo studio del flauto dolce!
Durante il battesimo di Valentina Visconti a Milano - si narra - la musica di un lauto che la accompagnava all’altare tra le braccia della madrina, fu bruscamente interrotta dalla rottura della prima corda dell’istromento.
Si dice che ne derivarono sciagure e tragedie in quantità, per tutti i membri della famiglia >>.
<< Maestro, mi occorre di sonare in guisa assai fluida e convincente, quando mi esercito da me solo.
Ma basta un solo ascoltatore, perché le mie dita d’improvviso diventino goffe e titubanti e l’ansia mi serri la gola.
Come posso interpretare e superare tale imbarazzo? >>.
<<Poiché minute dissonanze possono disturbare la serenità, innanzitutto, Ansoldus, il lauto deve essere intonato con perfectione e maestria.
Quindi, poiché dopo una notte di riposo, le mani si raffreddano e si irrigidiscono, ti applicherai a quelle che io chiamo tirate per scaldare le mani, snocciolando per alcuni attimi, serpentine di note e ripetizioni di accordi, in modo sempre più fluido e più veloce.
Respirerai quindi lentamente e profondamente, lasciando che le scorie e le impurità abbandonino i tuoi pensieri.
Sarai allora pronto per presentarti alla pubblica attenzione.
Perché tu desideri suonare?
Forse perché vuoi dimostrare d’essere un virtuoso?
O, ancora, vuoi dimostrare d’essere il più virtuoso tra tutti i sonatori?
Forse desideri sonare perché provi piacere per te stesso, quando pizzichi il lauto?
Desideri forse sonare per la gloria?
Per gli scudi?
Dimmi, Ansoldus >>.
Le domande incalzanti di Maurinus, mi mettevano sempre in difficoltà.
<< Vorrei sonare come un angiolo musicante, per avvicinarmi all’armonia celeste >>.
<<Certamente, ragazzo mio.
Se toccherai il lauto con passione e con sentimento, sarai angiolo in terra, ne avrai gioia e tale gioia riuscirai a trasmetterla agli altri.
Cosa c’è di più bello, che poter regalare al pubblico le tue emozioni?
E le tue emozioni, non sono forse parte dell’armonia de lo universo tutto?
Il sonare diviene dunque un gaudio, non più un tormento >>.
Castelbello divenne presto, per me, una casa accogliente, un rifugio sicuro e confortevole.
Ero ben voluto da tutti e nulla mi mancava.
Il primo cuoco, Messer Franz Gruber, era pieno di attenzioni nei miei confronti.
Ogni qualvolta transitassi dalla cucina, per me c’era sempre qualche leccornia : un cannello alla crema, una frittella di riso, una gelatina di frutta.
E le nocciole pralinate, una squisitezza che mi mandava in visibilio.
<< Ora che sei ben rifocillato, Ansoldus, suonaci qualcosa di gaio e di spensierato !>>.
E così nell’ampia cucina illuminata dal camino, tenevo le mie prime esibizioni, improvvisando al lauto lunghe istampite e salterelli alla tedesca, per la gioia del cuoco e delle sue aiutanti.
Ero divenuto buon amico anche di Messer Victor, che dirigeva il coro di monaci nelle celebrazioni liturgiche e che mi concedeva spesso di partecipare all’attività corale di corte.
<< Hai voce intonata e buona disposizione, Ansoldus.
Potresti cantar sonando al lauto, come il grande Serafino Aquilano.
Parlane a Messer Maurinus >>.
Ma il canto era per me solo un gioco. Io volevo con determinazione imparare a ricamare magie con le mie dita.
A corte erano presenti altri musici, per allietare banchetti e festività.
Suonavano vielle, flauti alemanni ed arpe : mi piaceva ascoltarli e sognavo di potermi unire a loro con il mio lauto, quando improvvisavano con abilità farandole, carole e bassedanze.
<< Verrà il tuo tempo >> mi tranquillizzava Maurinus, << n...
Indice dei contenuti
- Cover
- Frontespizio
- Diritto d'autore
- Prefazione
- Capitolo Primo
- Capitolo Secondo
- Capitolo Terzo
- Capitolo Quarto
- Capitolo Quinto
- Capitolo Sesto
- Capitolo Settimo
- Capitolo Ottavo
- Capitolo Nono
- Capitolo Decimo
- Capitolo Undicesimo
- Capitolo Dodicesimo
- Capitolo Tredicesimo
- Capitolo Quattordicesimo
- Capitolo Quindicesimo
- Capitolo Sedicesimo
- Capitolo Diciasettesimo
- Capitolo Diciottesimo
- Capitolo Diciannovesimo
- Capitolo Ventesimo
- Capitolo Ventunesimo
- Capitolo Ventiduesimo
- Capitolo Ventitreesimo
- Capitolo Ventiquattresimo
- Capitolo Venticinquesimo
- Capitolo Ventiseiesimo
- Capitolo Ventisettesimo
- Capitolo Ventottesimo
- Capitolo Ventinovesimo
- Epilogo
- Indice