La teologia della relazione cultuale nel Dialogo con Trifone
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La teologia della relazione cultuale nel Dialogo con Trifone

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La teologia della relazione cultuale nel Dialogo con Trifone

Informazioni su questo libro

Il presente lavoro si incentra sul tema dottorale della relazione cultuale tra Padre e Figlio – a livello immanente, cioè nel sabato protologico – e tra il cristiano e il Figlio - a livello economico, ossia nel sabato storico-soteriologico -, facendovi emergere delle piste di approccio a tale tematica, a cui il cristiano è chiamato ad attenersi per poter vivere tale relazione non solo nella vita quotidiana, inclusa la liturgia eucaristica, ma anche nella vita futura, ovvero nel sabato millenario ed escatologico. L'autrice di questo lavoro è teologa e cultrice in materie storico-religiose. Ha collaborato a vari istituti universitari, riviste e case editrici, insegnando e pubblicando numerosi articoli e monografie. Attualmente è collaboratrice al Pontificio Ateneo Salesiano, dove nel 2007 ha conseguito il Dottorato in Teologia Dogmatica, applicata alla Patristica.

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Informazioni

Anno
2015
Print ISBN
9788866184942
eBook ISBN
9788867514977
Categoria
Religione
Capitolo terzo
IL SABATO NELLA NUOVA ECONOMIA DELLA SALVEZZA
In questo studio prenderemo in esame il pensiero di Giustino relativo alla teologia sabbatica nella nuova economia della salvezza. Teologia concernente la polemica di Giustino contro l'osservanza legalistica dei precetti sabbatici, polemica che include in sé anche il tema del riposo sabbatico e il divieto delle attività materiali in giorno di sabato.
1. La polemica contro l’osservanza legalistica dei precetti sabbatici
Nelle pagine seguenti avremo modo di individuare il senso specifico della polemica contro l'osservanza legalistica dei precetti sabbatici, a partire da alcuni argomenti che, come vedremo, Giustino trae dalla Scrittura.
1.1. La trasgressione della norma sabbatica
Giustino introduce il tema delle eccezioni all’osservanza sabbatica, eccezioni che egli considera trasgressioni:
Perché mai, spiegatemi, Dio avrebbe voluto che peccassero i sacerdoti che portano le offerte di sabato o coloro che di sabato si fanno circoncidere o circoncidono, visto che lui stesso ordina che i neonati siano assolutamente circoncisi l'ottavo giorno, quand'anche fosse di sabato? (Dial. 27,5).1
Tale motivo viene introdotto da Giustino a seguito dell’accusa che Trifone gli rivolge in 10,3.2 La polemica quindi di Giustino con Trifone nasce dal fatto che i giudei nel giorno di sabato si attenevano scrupolosamente alla normativa che vietava non solo di trasportare alcun oggetto da un luogo aperto all’altro, ma anche di compiere una lunga serie di lavori.3
Nel trattato Shabbata II,5-33 della Mekilta de-Rabbi Ishmael viene fatto riferimento alle 39 opere che sono proibite nel giorno di sabato, e la cui esecuzione viene punita con la morte4, secondo il precetto sabbatico che Mosè diede al suo popolo (Es 35,1-3).
1.1.1. La trasgressione sabbatica dei sacerdoti
Il tema delle cosiddette violazioni sacerdotali al precetto sabbatico in 27,5 viene introdotto, come abbiamo visto, quindi da Giustino per obiettare a Trifone che le norme da osservare nel giorno di sabato non hanno valore assoluto. Tale motivo, in 27,5, si articola in due argomenti che diventano per Giustino la prova basilare contro il carattere assoluto della norma sabbatica.
Il primo argomento, addotto in 27,5 da Giustino contro il valore assoluto della norma sabbatica, è la trasgressione sabbatica dei sacerdoti che portano le offerte nel tempio anche nel giorno di sabato, come Giustino stesso ribadisce in 29,3: “ai sommi sacerdoti è stato ordinato di presentare le offerte in questo non meno che negli altri giorni”.5
Giustino trae questo argomento dalla Scrittura (Nm 28,9-11) per rendere chiaro a Trifone che anche per gli israeliti la norma sabbatica non detiene un valore assoluto. Quindi per Giustino i sacerdoti sono senza colpa pur infrangendo il comandamento del riposo assoluto nel giorno di sabato, perché essi predispongono lo spirito a offrire le offerte e conseguentemente rendono un sacrificio sacro e gradito a Dio.
Nella sua polemica Giustino si richiama anche all’episodio di Matteo: in esso Gesù difende l’atteggiamento dei suoi discepoli che cominciarono a strappare le spighe nel giorno di sabato, contro l’accusa dei farisei che proibivano di fare questo in tale giorno (Mt 12,1-9).
La discussione tra Gesù e i farisei sorge dal fatto che i farisei avevano una concezione rigorosa della legge sabbatica, la cui osservanza minuziosa era uno dei pilastri fondamentali della loro vita religiosa.
Questa normativa troverà poi la sua codificazione definitiva nella Mishnà (200 circa d. C.), dove viene incluso tra i 39 lavori proibiti nel giorno di sabato anche il raccogliere spighe.6
L’episodio di Matteo è un testo significativo, per comprendere il pensiero di Giustino sulla sospensione del precetto sabbatico da parte dei sacerdoti del tempio.
Tuttavia nella sua polemica Giustino forza o fraintende il pensiero di Gesù. In sé quella di Gesù in Mt 12,1-9 non è una contestazione radicale del precetto sabbatico, né l’affermazione che esso non ha più valore (come in Giustino): è una sua relativizzazione rispetto ad altre esigenze (i discepoli hanno fame; mangiare è una componente della festa del sabato ecc.).
Questa è una differenza importante. Il comportamento di Gesù in Mt 12,1-9 non è radicalmente diverso da quello dei rabbini circa la discussione delle possibili eccezioni al sabato. Per Giustino, invece, la legge del sabato non ha più alcun senso agli occhi di Dio.7 Del resto sebbene nella tradizione medio-giudaica vengano ammesse eccezioni alla normativa sabbatica si tratta pur sempre di deroghe che non annullano tale normativa.
1.1.2. Sospensione della precettistica sabbatica
Una testimonianza inerente alla sospensione della precettistica sabbatica, relativa ai sacrifici che i sacerdoti dovevano offrire nel giorno di sabato, ci è data dal Libro dei Giubilei 50,10, dove appunto viene consentita l’offerta del sacrificio nel giorno di sabato:
Poiché grande è l’onore che il Signore ha dato a Israele: di mangiare, bere e saziarsi in questo giorno di festa, e di riposarsi da qualunque lavoro (…) eccettuati il bruciare incenso e l’offrire oblazioni e sacrifici dinanzi al Signore -per il tempo dei sabati.8
Anche nel Documento di Damasco 11,17-18 si avverte la sospensione dal riposo assoluto nel giorno di sabato, riguardo all’offerta dell’olocausto nel giorno di sabato: “Nessuno offra nulla sull'altare, di sabato tranne il sacrificio del sabato”.9
Infatti in vari midrashim al Libro dei Numeri si rileva la sospensione del precetto del riposo sabbatico relativo al trasporto di offerte sacrificali del principe di Ephraim al tempio nel giorno di sabato.10
Giustino in 27,5 rifacendosi alle parole di Gesù sottolinea che “qui c’è qualcosa più grande del tempio” (Mt 12,9), cioè che Gesù è il Signore del sabato.
Un testo significativo per comprendere meglio tale concetto è il Contro le eresie IV,8,3 di Ireneo, dove appunto Ireneo spiega, citando Nm 28,9, che i sacerdoti nel tempio compiono un servizio per Dio; servizio che Dio stesso ha loro ordinato. In tal modo i sacerdoti adempiono alla volontà di Dio.11
1.1.3. La circoncisione nel giorno di sabato
Il secondo argomento addotto da Giustino in 27,5 contro il valore assoluto della norma sabbatica è la trasgressione sabbatica di coloro che si fanno circoncidere nel giorno di sabato:
Perché mai, spiegatemi, Dio avrebbe voluto che peccassero i sacerdoti che portano le offerte di sabato o coloro che di sabato si fanno circoncidere o circoncidono, visto che lui stesso ordina che i neonati siano assolutamente circoncisi l'ottavo giorno, quand'anche fosse di sabato?.12
Giustino allude qui al passo di Gen 17,12 che prescrive la circoncisione l’ottavo giorno, senza che vi sia espressa alcuna eccezione per il giorno di sabato. Giustino, partendo da tale argomento scritturistico, dichiara a Trifone che colui che viene circonciso nel giorno di sabato viene circonciso in forza della sospensione della normativa assoluta della legge sabbatica.
Giustino qui si riferisce alla sospensione del precetto del riposo sabbatico riguardo alla circoncisione; sospensione contemplata dal trattato mishnico Shabbat 19,2 dove viene stabilito che la legge sabbatica deve essere sospesa nel caso in cui il neonato venga circonciso nel giorno di sabato: “Si fa di Sabbato tutto quanto occorre per la circoncisione”. Anche rabbi Jose dice: “Grande è l’importanza della circoncisione se deroga il precetto severissimo del Sabbato”.13
Ancora in 27,5 Giustino ritorna su questo argomento: “O forse non avrebbe potuto far sì che i neonati fossero circoncisi un giorno prima o un giorno dopo il sabato, se sapeva che era male farlo di sabato?”.14 In tal senso quindi il riferimento a Gen 17,12 è usato da Giustino come base all’accusa di contraddittorietà nell’osservanza del precetto legale relativo al sabato. A tal proposito Giustino si richiama anche questa volta a Gesù, il quale in Gv 7,21-24 replica ai farisei che lo accusavano di aver guarito un uomo nel giorno di sabato, che ciò non è motivo di scandalo:
Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato? (Gv 7,23-24).
Tale motivo ritorna in Ireneo il quale, riferendosi all’episodio di Gesù che guarisce una donna nel giorno di sabato, afferma che Gesù, guarendo in giorno di sabato, non opera contro la legge in quanto essa stessa consentiva di circoncidere anche in tale giorno.15
1.2. Il riposo sabbatico
Nelle pagine seguenti delineeremo i motivi fondamentali, in ordine ai quali possiamo cogliere il senso specifico che Giustino attribuisce al riposo sabbatico.
1.2.1. Il divieto di attività materiali in giorno di sabato
Giustino introduce in 12,3 la polemica contro Trifone riguardo all’astensione da qualsiasi attività di ordine materiale nel giorno di sabato: “La nuova legge vuole che osserviate senza sosta il sabato e voi ritenete di onorarlo rimanendo inoperosi un unico giorno”.16
Giustino prende posizione nei confronti di Trifone, sempre in 12,3, per il fatto che il suo interlocutore crede di adempiere la volontà di Dio astenendosi dal mangiare il pane lievitato: “E se mangiate pane azzimo dite di adempiere la volontà di Dio”.17
Tuttavia il vero motivo che sta alla radice dell’accusa che Giustino imputa a Trifone, riguardo al suo atteggiamento inoperoso nel giorno di sabato, è il fatto che il precetto relativo al divieto delle attività nel giorno di sabato è stato dato da Mosè al popolo di Israele, perché fosse onorato Dio che lo ha salvato dalla schiavitù dell’Egitto, nonostante che il popolo di Israele abbia mostrato la sua infedeltà a Dio, come Giustino stesso spiega a Trifone in 12,3: “Voi ritenete di onorarlo rimanendo inoperosi un unico giorno, senza comprendere il motivo per cui esso vi è stato prescritto”.18
Quindi Giustino mostra a Trifone che se egli si astiene da qualsiasi lavoro nel giorno di sabato osserva un precetto che proviene dalla legge di Mosè e non dalla volontà iniziale di Dio, perché Dio non avrebbe imposto a Mosè tale precetto se il popolo di Israele non avesse mostrato la propria infedeltà a Dio. Allo stesso modo Giustino fa notare a Trifone che se i cristiani prendono una bevanda calda nel giorno di sabato non violano la volontà di Dio ma la legge mosaica, in quanto Mosè aveva proibito al popolo di Israele di accendere ...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Diritto d'autore
  4. PRESENTAZIONE
  5. SOMMARIO
  6. INTRODUZIONE
  7. Capitolo primo
  8. Capitolo secondo
  9. Capitolo terzo
  10. Capitolo quarto
  11. Capitolo quinto
  12. CONCLUSIONE
  13. BIBLIOGRAFIA
  14. INDICE