Democrazia?.....
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Le post-democrazie oligarchiche dell'era 2.0 sono davvero democratiche?

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Nella seconda metà del ‘900 sono avvenute tre svolte epocali:
a) La privatizzazione della guerra
b) La militarizzazione della pace
c) La ricolonizzazione dell’Africa
Queste tre svolte derivano indirettamente dalla Rivoluzione Francese del 1789 e direttamente dal “nostro” ’89, ovvero il crollo del muro di Berlino, cioè la fine della Terza Guerra Mondiale.
Per quanto attiene al mito della Rivoluzione Francese e delle tre famose parole Libertà, Uguaglianza e Fraternità, esse non sono che parole.
Il Signor Robespierre procurò notorietà alla ghigliottina come sistema di lotta politica, ma non pensò minimamente di abolire la schiavitù, abolita solo nel 1848 (cioè sessanta anni dopo); ricordiamo anche che 18 dei trenta articoli del “dizionario filosofico” di Voltaire si scagliano contro gli ebrei definiti “nostri padroni e nostri nemici, che detestiamo e che riteniamo il più abominevole popolo della terra” e contro i negri “schiavi degli altri uomini per natura”. Voltaire arriva a rifarsi a filosofi greci, secondo i quali gli uomini di colore sarebbero nati dall’accoppiamento tra donne e scimmie (intuibile che considerazione avesse delle donne…).Le concezioni hitleriane sono le stesse di questo maestro della “ragione liberata”.
Tanto meno pensò di concedere il suffragio universale (anch’esso concesso nel 1848).
Esattamente come ad Atene (nella sua famosa conferenza del 1819 “La libertà degli antichi comparata con quella dei moderni” Benjamin Costant spiegò esemplarmente che i Greci potevano dedicarsi completamente al governo, perché ciò era reso possibile dalla schiavitù.” Antropos estì politicon ton zoon” non significa che l’uomo è un animale politico: l’uomo se non è politico non è uomo) il “suo sistema filosofico” si fondava sull’assoluta diseguaglianza.
1. “Mi sembra essenziale che esistano mendicanti, non è il povero che bisogna istruire, ma il borghese….. quando il popolaccio si mette a pensare tutto è perduto”. Questa frase non esattamente egualitaria è di Voltaire ( cfr Carte a Damelaville, 10/04/1767).
Toqueville precisa “Ho un’inclinazione razionale per le istituzioni democratiche, però sono aristocratico: temo e disprezzo la moltitudine… la democrazia è il fondo dell’uomo” (cfr Touchard- Storia delle idee politiche pag. 408).
I “nostri” intellettuali libertari hanno letto la parte della storia che gli piace, non l’altra parte: tutto ciò che ottenne Robespierre fu la sostituzione di una oligarchia incapace e corrotta con una efficiente. Ma questa oligarchia produsse Bonaparte e il “bonapartismo”.
Grande ammiratore di Bonaparte fu l’altro grande sconfitto della Russia, il caporale austriaco Hitler,che quando smise la professione di imbianchino, iniziò quella di dittatore e regalò all’umanità lo stato di Israele: senza i campi di concentramento hitleriani, non esisterebbe[ i Giudei la patria l’hanno avuta in regalo, non se la sono conquistata ( a parte qualche “piccolezza” come quando il 09/04/1948 gli uomini dello Stern massacrarono 254 civili nel paese di Beyr Yassin. Il rabbino di Gerusalemme maledisse i partecipanti e iI rappresentante della CRI paragonò quelli della Stern alle S.S. che aveva conosciuto ad Atene. Sir Catline Direttore del “Criminal Investigation Department” parla di atrocità sessuali, di donne violentate ed assassinate (cfr “Oh Jerusalem” Ed. Virgin de Guadalupe Barcellona pag. 306).D’altronde dieci anni prima nel 1938, quando il Sig. Mussolini emanò le leggi razziali gli Ebrei iscritti al partito fascista erano 10.156; tenuto conto che gli Ebrei costituivano l’1% della popolazione italiana, è evidente che erano la classe sociale più fascistizzata. Dopo dieci anni la mentalità era la stessa].
Infatti quando i volontari francesi della divisione della Waffen SS Charlemagne andarono al fronte russo volle che direzione di marcia fosse la stessa della Grand Armee del 1812 (cfr Saint Paulienne, Le lions morts,).
Dovrebbe far riflettere che Napoleone avesse un simile ammiratore: “il medico Cabanis (1757-1808 )è l’autore del “Traitè du fisique et du moral dell’homme” che lo mise in prima fila nella scuola degli “ideologues” che si sforzavano di dimostrare che nel fisico dell’uomo si trova l’origine e la causa delle sue idee. Uomo politico rispettato aiutò la formazione del Direttorio e l’ascesa di Bonaparte (cfr H.Balzac “La recherce de l’absolute Ed. Gallimard nota di pagina 370).
L’hitlerismo è l’evoluzione del cabanismo con le stesse “scientificità”…..
Hitler era tanto ammiratore di Napoleone che la Wehrmacht cominciò a marciare ad Est il 22 giugno 1941, ovvero lo stesso giorno e mese in cui Bonaparte oltrepassò il Niemen.
A volte le date sono interessanti (per le molteplici similitudini tra Hitler e Bonaparte: cfr Ellul J. Autopsy of Revolution).
Comunque la rivoluzione francese determinò la rottura di quel perverso contratto sociale che riconosceva al sovrano un vero e proprio diritto di proprietà su persone e cose, facendone emergere uno nuovo che trasformava i sudditi in cittadini (anche se quelli che poterono giovarsene furono soltanto gli appartenenti al Terzo Stato).
La fine della Terza Guerra Mondiale, non combattuta ma vinta, ha anch’essa una portata epocale: non soltanto infatti ha prodotto gli stessi risultati che sono stati sempre ed esclusivamente conseguiti alla fine di una grande e traumatica esperienza bellica (nella prima guerra mondiale i morti furono circa 8 milioni e nella seconda 50 milioni) ma ha segnato una discontinuità storica che non teme il confronto con quell’altra, tanto casualmente quanto sorprendentemente caduta due secoli prima: l’anno ‘89 della Rivoluzione Francese, di cui quello del XX secolo non è meno significativo: il nostro ’89 ha liberato la stragrande maggioranza degli Stati del mondo attribuendo loro un’autonomia e libertà di cui mai avevano goduto, ma ha anche scatenato la globalizzazione che ha ritrasformato i cittadini in sudditi.
Sicuramente la comunità europea non ha vissuto la riunificazione della Germania ed il crollo dell’Unione Sovietica come una vittoria. Ha speso i dividendi della pace per liberarsi di ogni residuo peso militare e realizzare l’unione monetaria, che doveva porre le condizioni per l’indipendenza dagli Stati Uniti, ma che non ha modificato gli equilibri finanziari e commerciali e anzi ha determinato un deficit strutturale di sovranità che rafforza la supremazia globale americana.
La comunità si è posta del problema dell' “allargamento”, cioè dell’occupazione del vuoto di potenza lasciato dal crollo dell’Unione Sovietica con dieci anni di ritardo.
L’America, al contrario, ha ben percepito che il 1991 era non meno epocale del 1945.
L’Unione Sovietica – terzo avversario continentale delle potenze marittime dopo la Francia e la Germania - non esiste più esattamente come non esistono più l’impero napoleonico ed il Terzo Reich.
Benché combattuta in modo virtuale e periferico, (con 15 milioni di morti dal 1945 al 1995), la guerra fredda è stata realmente la terza guerra mondiale del “secolo breve”(1914-1991).
E’ stata anche l’ultima delle guerre mondiali moderne: ha concluso infatti un ciclo storico, durato cinque secoli, in cui varie grandi potenze occidentali si sono contese il controllo dell’Europa e l’espansione europea nel mondo: vale a dire il controllo della storia.
Ma gli imperi formali del passato erano definiti dalle frontiere: anche se queste, nel caso dell’Inghilterra, erano le “coste del nemico”.
L’impero informale che compie il ciclo storico delle guerre mondiali moderne è invece un imperium sine fine: universale nello spazio come nel tempo. Come quello dei Romani fino al III secolo d.c. il limes dell’epoca nostra è sì una frontiera, ma una frontiera in movimento: non una linea di confine o una barriera difensiva, ma un’asse di penetrazione culturale ed economica.
La scomparsa dell’ultimo antagonista continentale della talassocrazia angloamericana ha ricreato nel mondo moderno le condizioni di una pace imperiale.
Nel solo quadrante Nordatlantico, gli Stati Uniti controllano oggi, più o meno direttamente, l’asse storico delle prime due guerre mondiali del Novecento (Danzica- Serajevo) e un limes più avanzato e più esteso di quello degl’Imperi romani d’Occidente e d’Oriente. La “provincia” su cui ha giurisdizione il “comando centrale” di Tampa (Florida) è più ampio dell’Impero ottomano e dell’Impero persiano riuniti. Gli Stati uniti hanno inoltre il controllo incontrastato delle informazioni e dello spazio extra atmosferico, l’estensione mondiale della potenza americana non è solo geografica: all’infuori del presidente degli Stati uniti non vi è oggi al mondo alcuna autorità politica che abbia non solo il potere formale, ma anche quello materiale, di decidere la guerra e la pace.
La supremazia americana è oggi la fonte ultima dell’ordine internazionale: l’attentato dell’11 settembre appare la levatrice di un nuovo ordine politico, fondato sulla “decisione” degli Stati Uniti di rispondere allo “stato di eccezione” con la guerra preventiva e con il sovvertimento radicale di tutto l’ordinamento quanto interno quanto internazionale.
L’occidente moderno ha creduto di abolire la guerra, prima attraverso il trasferimento della sovranità dalle dinastie alle nazioni, e poi attraverso la limitazione della sovranità nazionale.
Ma un’autorità che non può esercitare l’autotutela decade di fatto da politica ad amministrativa.
L’ordine sovranazionale sovverte le costituzioni: sopprime la sovranità popolare, sovrappone e surroga le libertà individuali.
La conseguenza è la negazione del carattere politico della guerra, messa fuori legge e dichiarata intrinsecamente criminale.
Ma il ripudio politico della guerra la riduce alla pura dimensione militare. Se questo paradossale neomilitarismo fosse solo un errore di prospettiva sarebbe già stato riconosciuto e corretto:ma la riduzione è funzionale agli interessi strategici occidentali.
Espungere dal concetto di guerra le forme non militari di controllo, destabilizzazione e aggressione diretta (l’ingerenza negli affari interni, embargo, manovre finanziarie) e perfino le operazioni militari “diverse dalla guerra” (rappresaglia, imposizione della pace)consente infatti di mettere al bando la resistenza armata, indipendentemente dalla sua legittimità: l’impero non riconosce hostes legitimi, solo latrones con i quali non si tratta neppure la resa, ma si procede fino alla completa estirpazione e punizione.
La NATO, nata per estensione dei comandi angloamericani che avevano condotto la liberazione dell’Europa nel 1942-1945 e per “tenere gli Americani dentro, i Russi fuori e la Germania sotto” è stata rifondata trasformandosi da alleanza difensiva in agenzia di intervento globale, ovvero (dal punto di vista giuridico) per semplicemente offrire giustificazione a comportamenti che violino il principio di non ingerenza nella sfera dello stato sovrano cui si addebita una violazione.
La guerra umanitaria è svolta da quella potenza che ha la capacità tecnologica e le risorse economiche e militari sufficienti, sia singolarmente che aut...

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