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La musica delle scritture - La tradizione
Informazioni su questo libro
Questo libro incrocia il linguaggio teologico e il depositum fidei della Tradizione cristiana rendendo ragione musicalmente delle Scritture e viceversa, attraverso un'analisi comparata tra i dogmi e i principi armonici del sistema tonale.
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Informazioni
Argomento
Media & Performing ArtsCategoria
MusicCAPITOLO II
L’ARMONIA CRISTIANA
1 Gli “armonici” e la generazione delle Triadi
Il Sistema tonale dà origine alla possibilità di armonizzare suoni differenti tra loro, in altre parole permette di suonare diversi suoni contemporaneamente rendendo “piacevole” all’orecchio tale insieme sonoro. La creazione del sistema tonale si è fondata grazie a un’intuizione aritmetica, si è cioè capito quale fosse il rapporto più corretto tra i differenti suoni della scala tonale per poter generare successivamente un’armonia. Tale correttezza è rappresentata dai numeri armonici, i quali non erano ancora una prova scientifica musicale, tale prova sarebbe giunta, infatti, solo centocinquant’anni più tardi con la scoperta dei suoni armonici. Una scoperta possibile grazie all’esistenza di apparecchi adatti a “vedere” la reale e precisa frequenza di ogni suono musicale esistente nella scala tonale, fu così che sono stati scoperti i suoni armonici, cioè i suoni che vengono emessi quando si crede di emettere un unico suono[220]. L’analisi delle onde sinusoidali emesse da un suono ha dunque permesso di scoprire la seguente presenza di suoni armonici relativi al suono “principale” emesso:
Do, Do8, Sol, Do, Mi, Sol, La#, Do, Re, Mi, Fa#, Sol, Lab, La#, Si, Do[221].
La serie dei suoni armonici appena elencati, tutti superiori alla fondamentale, rende ragione del modo maggiore utilizzato nel sistema tonale, mentre per quanto riguarda il modo minore si dovrebbe ricorrere ad ipotetici suoni armonici inferiori, ipotesi affermata in passato, ma priva di prove fisiche e retta su ipotesi matematiche ancora non dimostrate esperienzalmente. Se si guarda la presenza numerica e l’ordine degli armonici esistenti si può facilmente comprendere perché nell’armonia alcune triadi siano più importanti di altre e si comprende anche tutto lo sviluppo della storia dell’armonia fino all’avvento del sistema dodecafonico[222]. Gli studi recenti hanno inoltre rilevato e rivelato alcuni “eventi” armonici straordinari, i quali rendono in qualche modo ragione non solo della storia della musica, ma di tutto il creato[223].
1.1 Il Transitorio d’attacco
Come abbiamo visto qualunque strumento musicale emette i suoni seguendo l’ordine dei suoni armonici visto nel paragrafo precedente, anche se a dire il vero esistono delle eccezioni[224]. Quando si emette un suono tale ordine non appare però in maniera immediata, ma vi è un momento in cui i suoni armonici sono nel caos, un istante cioè in cui tale suoni “cercano” il loro ordine trovandolo un attimo dopo. Tale fatto viene chiamato transitorio d’attacco e, come anticipato in precedenza, credo sia la migliore spiegazione del momento della Creazione, cioè del momento, ancora non spiegato dai fisici, in cui il Big Ben ha avuto il suo inizio. Vi è dunque per così dire un transitorio d’attacco del Creato, dell’universo, che era caos, in analogia con quanto espresso dalle prime righe del libro della Genesi.
1.2 Il Transitorio finale
Dopo l’inizio, cioè dopo il Transitorio d’attacco, vi è la musica così come la sentiamo e con la dipendenza in relazione ai suoni armonici vista prima. Tale periodo si chiama regime stazionario, ma tale regime è destinato a finire ed il momento in cui finisce si chiama Transitorio finale. Quest’ultimo è speculare a quanto espresso nel paragrafo precedente, in altre parole al momento dello fermarsi dell’ultimo suono vi è un attimo brevissimo in cui i suoni armonici ritornano caos prima di spegnersi. Se, poche righe or sono, ho paragonato il Transitorio d’attacco con le prime righe del libro della Genesi e con la Fisica, ora posso operare un paragone ancor più “azzardato” col libro dell’Apocalisse e con quanto si può pensare avvenga quando l’universo collasserà su se stesso, se mai tale implosione dovesse un giorno avvenire. Tale fine per l’Apocalisse sarà comunque una fine lieta ed una fine musicale, come infatti farò emergere in alcuni passi delle Scritture ed in tutto il vangelo di Giovanni la musica in essa in qualche modo contenuta, così risulterà evidente come colui che ha scritto anche l’ultimo libro delle Scritture vi abbia lasciato chiari riferimenti musicali e non solo.
1.3 Il Terzo suono di Tartini
Tra i fenomeni acustici, relativi alla musica, non si può non accennare a quello che, letto in chiave teologica, può essere chiamato come la rivelazione dello Spirito e dell’Unità Trinitaria. Mi rendo conto che tali parole potrebbero far pensare ad una deviazione eretica da parte di chi scrive queste righe, ma, alla luce di quanto esposto nelle righe che hanno preceduto questo paragrafo ed in quelle che lo seguiranno, credo che quanto vado ora ad esporre sia, teologicamente, più che “giustificato”.
Per quanto concerne l’invisibilità rivelata, cui ho appena accennato, il nome “musicale” da citare è quello di un compositore che operò in maniera significativa a Padova, le cui “ceneri” riposano proprio nella chiesa di S.Caterina eretta nella città appena citata. Tale nome o meglio, tale cognome è Tartini ed a lui viene attribuita la scoperta[225] del fenomeno acustico che prese il nome di “Terzo suono di Tartini”.
Il terzo suono di Tartini è facilmente spiegabile, infatti, esso si definisce come suono differenziale dei due suoni prodotti contemporaneamente da un bicordo o da altre fonti musicali, come ad esempio due strumenti a fiato che suonano due note in momenti coincidenti[226]. In altre parole, se si sollecitano contemporaneamente due corde di un violino per mezzo di un archetto, si produrrà un terzo suono che è dato dalla differenza delle due frequenze prodotte da tale strumento. Evidentemente non è così facile percepire tale suono, tanto che solo “recentemente”, ovvero ai tempi di Tartini, dunque nel XVIII secolo, se ne è teorizzata l’esistenza. Bisogna precisare che tale suono è percepibile solo se i due suoni “originali” sono vicini nella serie dei suoni armonici, dunque il massimo di percepibilità viene ottenuta suonando la tonica e la dominante di una qualsiasi scala tonale[227] oppure la tonica e la quinta di una scala naturale o pitagorica[228]. A questo punto resta il quesito teologico da porre in relazione con tale evento acustico-musicale, rimane dunque da precisare quale sia la relazione tra il terzo suono ed i fondamenti della fede cristiana. In parte ho già anticipato la risposta quando in precedenza ho accennato al terzo suono come alla rivelazione dello Spirito e tale “fatto” è facilmente deducibile se si pensa alla scala tonale dal punto di vista teologico. La scala teologico-tonale rappresenta nel suo primo e nel suo quinto grado, rispettivamente il Padre e la divinità del Figlio, dunque non c’è da stupirsi se, suonati insieme i gradi tonali appena precisati, compaia il suono che “completa” la rappresentazione trinitaria ovvero il terzo grado. In realtà però la spiegazione più vera teologicamente, in relazione alla Trinità, consiste nell’unità assoluta esistente tra le tre Persone Divine, tanto, che anche quando sembra che una di Esse sia assente, in realtà la presunta assenza è solamente determinata da una limitata capacità “estetica” dell’orecchio. Un limite che può essere superato per mezzo di un’educazione estetica, in altre parole grazie ad un’educazione all’ascolto. Quanto appena affermato conferma anche l’ipotesi d’identità tra terzo suono e Spirito, infatti, le Scritture affermano chiaramente che Questi è paragonabile ad un venticello (1Re 19,12), a qualcosa di leggero e non alla “potenza” egocentrico-romantica con cui lo si immagina. D’altra parte in ebraico lo Spirito di D-o si dice Ruah, che significa non solo Spirito, ma anche vento; inoltre, non è un caso se la presenza di D-o è paragonata ad una nube.
Il terzo suono di Tartini mostra perciò il suo più importante significato teologico quando si riflette sulla necessità dell’intonazione perfetta, dello strumento e di conseguenza dei due suoni emessi, per produrlo. Tale fatto esprime per mezzo di una legge fisica musicale l’unità perfetta esistente all’interno della Trinità, un’unità “indispensabile”, senza la quale la Trinità stessa non “sarebbe” e di conseguenza non potrebbe esprimere la propria esistenza e comunicarsi. L’eccezione a tale riflessione teologico-musicale è rappresentata dalla Sensibile, ossia dall’Umanità della Persona del Figlio, in altre parole da Gesù. Questi, infatti, muore sulla croce e grida la propria solitudine (Mc 15,34 ; Mt 27,46). Una solitudine espressa citando il versetto di un Salmo (Sal 22,2) e forse non a caso Gesù ha detto parole “pescate” dal libro dei Salmi, infatti, il significato di Psalmos è canto ed in tal modo Gesù ha confermato nella solitudine la sua origine musicale.
Un’ultima precisazione inerisce l’intonazione dei suoni prodotti, infatti, come affermato in precedenza, il terzo suono sarà ben percepibile se i due suoni d’origine saranno ben intonati e tale fatto, oltre ad incidere nelle relazioni intratrinitarie, apre la riflessione su cosa ciò possa significare, per analogia, nella storia delle Scritture e della musica ad essa legata, cioè nella storia di tutta la musica tonale, anche se è fin troppo evidente che la risposta a tale quesito, per essere vera, necessita di un’indagine che potrebbe abbracciare la vita intera di un uomo e forse, pur con tale sforzo, resterebbe inevasa. Dunque chiudo in queste righe la rivelazione tartiniana, procedendo nell’analisi che, a mio giudizio, rivela in modo inequivocabile la relazione intrinseca tra ogni credo religioso e la musica che produce.
2 Le Triadi Tonali
2.1 La Triade di Tonica
Come già anticipato nel paragrafo che precede, la Tonica, utilizzando l’analogia esposta in precedenza, significa D-o Padre. Su tale grado della Scala si può costruire una triade che mostra nella sua immediatezza l’unità esistente tra D-o Padre, D-o Figlio e D-o Spirito Santo. Ho spiegato come personalmente credo che il terzo grado sia accostabile allo Spirito, mentre il quinto sia identificabile col Figlio di D-o o meglio con la divinità di colui che la fede cristiana riconosce come proprio fondatore, cioè Gesù.
La triade ora in esame contiene dunque tutta la teologia espressa nei primi Concili ecumenici della Chiesa[229], ma anche nei primi simboli[230], “dialoghi” che si “preoccuparono” di difendere l’uguaglianza divina tra D-o Padre, D-o Figlio e D-o Spirito, dagli attacchi filosofico-teologici che miravano a porre su “gradini” sostanzialmente differenti le tre persone della Trinità. Utilizzando un linguaggio teologicamente corretto si può affermare che D-o Padre è il generante, mentre D-o Figlio è generato nella relazione tra i Due, quest’ultima possibile grazie al D-o Spirito. Forse tale spiegazione può sembrare fumosa e confusa, ma altro non significa se non porre in un’unità eterna ed inscindibile le tre Persone che costituiscono ciò che comunemente, ma anche non comunemente, chiamiamo Trinità. Spiegazione che cerca di rendere “musicale” quanto espresso in “dichiarazioni” quali quella di Epifanio, vescovo di Salamina, che nel 374 sintetizzò il rapporto descritto tramite: “fôs ẻk fotós” “kaí eỉs tò pneûma tò ảghion […] tó ẻk toû patròs ẻk poreyómenon”[231] oppure posizioni ancora precedenti come una Lettera Apostolica del 160-170 in cui si esprime la fede nel Padre, in Gesù Cristo e nello Spirito Santo[232]. Tali posizioni teologiche sono sintetizzabili nel Concilio di Costantinopoli che a tal proposito sancì come il Figlio fosse “Generato non creato della stessa sostanza del Padre (versione greca)” “Generato, non fatto, consostanziale al Padre (versione latina)”[233].
La Triade costruita sulla Tonica, dovrebbe perciò evidenziare, per mezzo di un’analogia musicale, l’unità esistente all’interno della Trinità, ma anche la “forza” e la funzione di ogni Persona. In tal senso bisogna tenere presente i suoni armonici, dai quali di fatto la Triade prende corpo, i quali ci dicono non solo che non esiste la Tonica secca, ossia il Padre privo delle altre Persone, ma anche che esiste un “ordine” tra tali consustanzialità. Tale ordine dovrebbe dare una risposta musicale al problema del Filioque ed in tal senso bisognerebbe ammettere un errore da parte sia della Cattolicità che della Chiesa Ortodossa; infatti, nella Triade di Tonica, ma allo stesso modo in ogni triade, è il suono fondamentale, in questo caso il Padre, che genera prima il Figlio e poi lo Spirito ovvero prima il quinto e poi il terzo grado[234]. Da tale riflessione potrebbe e dovrebbe partire un dialogo teologico vero per ricomporre uno dei problemi che hanno portato allo scisma del 1054 tra la Chiesa d’Occidente e la Chiesa d’Oriente[235]. La formula del Filioque non a caso ebbe due versioni conciliari, inerente ancora una volta il Concilio costantinopolitano, una greca ed una latina, le quali dicevano: “Lo Spirito Santo è Signore e dà vita e procede dal Padre (versione greca)” “Spirito Santo è Signore e vivificante e procede dal Padre e dal Figlio (versione latina)”[236].
Teoricamente è possibile aggiungere la settima alla triade di Tonica ed ottenere così anche l’Umanità del Figlio, cioè Gesù. Ma in realtà ciò non avviene e tale settima può essere presa solo come monito che in qualche modo anche l’umanità del Figlio proviene da D-o Padre, ma non è un caso se la settima di tonica non è considerata sensibile nel sistema tonale; infatti, per poter ottenere Gesù, cioè il Figlio dell’Uomo, sarà necessario un passaggio funzionale ulteriore, cioè un’altra triade che prepari l’incarnazione di D-o, ma ne parleremo in seguito. Chiudo questo breva dissertazione dedicata alla Triade Fondamentale con due precisazioni, la prima riguarda la percezione dell’orecchio tonale “comune”, il quale...
Indice dei contenuti
- LA MUSICA DELLE SCRITTURE
- (La Tradizione)
- BREVE NOTA INTRODUTTIVA
- INTRODUZIONE
- CAPITOLO 0 - LA MODALITÁ
- CAPITOLO I - LA TONALITÁ
- CAPITOLO II - L’ARMONIA CRISTIANA