La solitudine vissuta
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La solitudine vissuta

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La solitudine vissuta

Informazioni su questo libro

L'autore descrive le sensazioni della SOLITUDINE, sia quelle positive, sia quelle negative, cercando di dare non solo una valutazione pessimistica di questo stato d'animo che colpisce il genere umano, ma un delle soluzioni per vivere la propria vita in pace con se stessi.

Domande frequenti

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Informazioni

VIOLENZA
Stavi li,
abbandonata sul cupo asfalto grigio,
con la gonna ancora alzata e,
qualche striscia di sangue che ti rigava la gamba.
Offesa, avvilita, disgustata,
da coloro che si erano presi l’atto d’amore,
consumandolo con violenza.
Hai subito senza reagire,
le lacrime ti scendevano sul viso,
ma non sentivi dolore.
Erano piu’ di due, forse tre o quattro,
ma potevano essere anche di piu’
ormai cosi isolata nel tuo profondo disprezzo,
guardavi le stelle e sentivi i grilli cantare.
Vile uomo che prendi con la forza,
cio’ che non puoi con l’amore.
Vile uomo che disprezzi il fiore della vita,
marchiandolo come un animale da macello.
Vile uomo che distruggi cosi l’amore,
per consumare solo piacere.
Vile uomo che uccisi colei che ti dona la vita.
C’e’ una SOLITUDINE che mi piace scorgere tra i visi indifferenti e sconosciuti della gente, quella SOLITUDINE che ci porta ad essere buffi e simpatici, che trovo allegra e che mi mette di buon umore.
Quella SOLITUDINE che ci porta a parlare da soli a voce alta, come se avessimo un interlocutore invisibile, facendoci gesticolare, alzare la voce, assumere atteggiamenti tipici di chi e’ nel pieno di una discussione.
Quella SOLITUDINE che ci accompagna mentre passeggiamo su di un marciapiede, insieme ad altri passanti che ci guardano con aria attonita e divertita, a seconda del momento in cui ci incrociano nella nostra perfomance.
E noi non ci accorgiamo di nulla e dico noi, ma credo che sarebbe giusto dire tutti noi, perche’ anche a me e’ capitato di “discutere” animatamente con… nessuno!
Il vantaggio e’ che alla fine almeno si ha sempre ragione.
Poi il ritorno in se stessi, lanciando uno sguardo fugace intorno a noi, sperando che nessuno ci abbia visto o sentito negli atteggiamenti tenuti, provando un briciolo di imbarazzo e magari facendo un mezzo sorriso, con le gote che diventano rubiconde, a chi ci ha guardato con stupore, come se nulla fosse successo.
Vabbe’ che sara’ mai, ci siamo un po’ scaricati, abbiamo dato fiato alla nostra adrenalina che e’ salita parallelamente all’infervorarsi della discussione con… l’uomo o la donna invisibile.
Inoltre abbiamo anche fornito uno spettacolo gratis a chi passava, artisti di strada, come i ragazzi che improvvisano mini spettacoli per intrattenere la gente ferma ai semafori con le proprie auto.
Si dimentica in fretta la figura barbina appena fatta, perche’ il mondo gira cosi velocemente che siamo di nuovo immersi nel nostro quotidiano, fatto di pensieri, responsabilita’ e quant’altro.
Passiamo da una SOLITUDINE all’altra o almeno ritorniamo alla nostra vecchia e cara SOLITUDINE vissuta, del solo in mezzo a tanti, che non ci ferma mai dal pensare, quando non siamo presi da altri affari che ci occupano il tempo.
C’e’anche chi pensa di poter utilizzare la parola SOLITUDINE, per nascondere delle verita’.
Il single, maschio o femmina che sia, quando non riesce a trovare una persona con la quale fare coppia, si chiude dietro un “io sto bene cosi’, da solo”, usando come difesa una situazione che non risponde totalmente alla verita’.
Un po’ come la volpe e l’uva, la celebre favola di Esopo, dove la volpe non riuscendo ad arrivare a prendere l’uva diceva che tanto era acerba, ovvero dell’incapacita’ di superare le difficolta’.
Non credo ci sia nessuno che voglia vivere da solo, che rifiuti la compagnia di un compagno o di una compagna, sia nelle combinazioni eterosessuali sia in quelle omosessuali, perche’ l’unione e’ amore e nella sua irrazionalita’ fa parte dello sviluppo della nostra crescita e soprattutto l’amore non e’ vincolato al sesso, e’ amore e basta.
Ribadisco che La SOLITUDINE, sia solo la forma dell’essere consci del proprio stato di uno in mezzo a mille e non sia la condizione ideale per vivere la propria vita.
Ecco la SOLITUDINE come la intendo io, non rientra certamente nel tipo di vita del single o presunto tale.
Forse anche in questo caso come nella procreazione, per una forma di egoismo personale o naturale, del non rimanere soli ad esempio in eta’ avanzata, dove l’aiuto dell’altra meta’ della mela e’ sicuramente un bastone della vecchiaia irrinunciabile, perche’ finche’ si e’ giovani la SOLITUDINE, anche se usata come paravento puo’ essere accettata, non pesa, anzi libera dai doveri del vivere in coppia, donando una piacevole e spensierata liberta’, ma con gli anni quando la vita si fa pesante, diventa difficile sopportare il tutto da soli.
Non si deve pero’, proprio per uno spirito inconscio di egoismo personale, essere uniti solo per non restare soli, altrimenti non c’e’ la base fondamentale che regola tale passo, che deve essere fondato su qualcosa di certo e reale, della consapevolezza che chi sta al nostro fianco, e’ colui o colei con il quale abbiamo fuso la nostra vita, in un’unita’ di intenti che poco lascia all’improvvisazione.
Se non ci sono questi presupposti allora sara’ sicuramente meglio sposare la SOLITUDINE, con tutte le conseguenze che nel tempo andremo a vivere, ma che onestamente senza ingannare nessuno, sara’ la vita che ci saremo scelti con tutti i suoi pro e tutti i suoi contro, che d’altra parte, bisogna riconoscere, si hanno anche nei rapporti di coppia.
A maggior ragione nell’essere single si e’ veramente soli, senza aver la possibilita’ di prendere la mano di qualcuno che amiamo per poterci salvare da una situazione di disagio o frustrazione.
Probabilmente in queste situazioni si fa riferimento ad amici e conoscenti, che ci daranno un sostegno solo temporaneo, nel quale tempo, dovremo essere bravi ad uscire dalla galleria buia in cui siamo entrati, ma non sara’ mai il sostegno duraturo di chi con noi condivide la vita.
Forse sara’ anche per un conformismo o per il sentito dire della gente, che essendo le coppie elementi che fanno parte del cerchio della vita, per gli “scoppiati”, ci saranno solo pettegolezzi e parole fuori luogo, dove per parole fuori luogo intendo dire anche accuse pesanti, che sovente non riguardano una colpa, ma spesso una condizione umana.
Siamo nel terzo millennio e stiamo ancora dietro a certe affermazioni, magari scandalizzandoci pure, ipocrisia a buon mercato!
Questo perche’ la gente non si interessa puramente della propria vita, del farsi i fatti propri, ma diventa, con tutto il rispetto per il mestiere, una sorta di portineria a cielo aperto, dove ogni cosa deve essere commentata, ma si sa come siano questo tipo di commenti, per lo piu’ intesi come vox populi...
A volte anche persone insospettabili si avventurano in certi giudizi, rendendo attuale l’espressione del “tutto il mondo e’ paese”, ovvero una similitudine di istinti che, in talune condizioni, ci rendono tutti uguali.
Non credo che nessuno di noi, possa sottrarsi, dall’avere almeno una volta nella vita espesso pareri su comportamenti e modi di vivere di altre persone, che a volte ed e’ questo il grave, si conoscono talmente poco da non essere neppure in grado di essere giudicate.
Come dice la Bibbia, “non giudicare se non vuoi essere giudicato”, belle parole gettate al vento, troppo “cattivo” l’uomo per non giudicare, la lingua ferisce di piu’ della spada.
Poi c’e’ un nuovo tipo di SOLITUDINE nata in questi anni, la SOLITUDINE tecnologica, quella che ci viene subdolamente messa a disposizione dai nostri tablet e smartphone, dei quali tutti ormai siamo in possesso, che ci isolano dal mondo e dalle persone, che ci illudono di non essere mai soli, quando in realta’ soli lo siamo piu’ di prima.
E’ tristemente sconsolante vedere nei ristoranti, pizzerie, bar, gruppi di persone che idealmente si ritrovano per stare insieme, per discutere delle loro vite, per parlare dei loro problemi, anche i piu’ futili, ignorarsi seduti ad un tavolino con gli occhi su questo infernale apparecchio tecnologico dei giorni nostri.
Ancor piu’ raccapricciante e’ pero’ vedere i bambini, “smanettare” come e meglio degli adulti, in eta’ nelle quali un pupazzo o un gioco da tavolo forse sarebbe piu’ consono al loro sviluppo, anche loro magari a tavola, con il loro amichetto che fa la stessa cosa e quindi quello che era avrebbe dovuto essere un momento di incontro, di gioco, si trasforma in un momento che fa li fa sembrare dei falsi amici.
Certo cosi e’ facile crescere i figli, che si appiattiscono in una emarginazione volontaria ed irreale, senza le corse tra i tavoli, le urla dei genitori che li richiamano con promesse di punizioni e di qualche inutile scapaccione, tutto come era nella logica della vita, tutto come era nei tempi andati.
Cosi invece diventa invece un silenzio assordante, che non trova punti di unione tra chi invece quei punti dovrebbe unirli stando insieme, per crescere e socializzare insieme.
Volevo a tal proposito citare un paio di testimonianze, vissute personalmente.
Tempo fa ero con mio cognato e mio nipote in un sushi bar, uno di quei locali che incuriosisce per il modo diverso che c’e’ nel servirsi il cibo.
Nel locale ci sono tutta una serie di tavolini, divisi da un nastro trasportatore sul quale passano i piatti della cucina giapponese e ci si serve prendendoli in base a quanto essi ispirano il proprio gusto.
La scelta, soprattutto per chi come me e’ un profano di tale cucina, e’ influenzata soprattutto dal confezionamento dei piatti, un modo anche simpatico e divertente per fare un’esperienza diversa dal solito modo di andare a pranzo e scambiare quattro chiacchere.
Al di la del nastro trasportatore, in linea con il nostro tavolino c’erano due ragazzi, amici, che arrivarono dopo di noi, parlando presumo del piu’ e del meno.
Appena seduti al tavolo, hanno estratto dalla tasca del giubbotto il loro smartphone ed hanno iniziato la loro conversazione virtuale, fatta di sorrisi, espressioni a volte divertite ed a volte no, ignorandosi nella maniera piu’ totale e tutto cio’ mentre si servivano i loro piatti e senza per cio’ neppure scambiare almeno un commento sul gusto del piatto scelto.
Questo episodio mi ha lasciato perplesso, perch...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Diritto d'autore
  4. Introduzione
  5. Benedetta SOLITUDINE! Maledetta SOLITUDINE!
  6. CREDEVO CHE….
  7. PICCOLA GOCCIA DI SANGUE
  8. I VECCHI
  9. IL FIORE DELL’AMORE
  10. Il SORRISO DI UN BIMBO
  11. VIOLENZA
  12. Semaforo rosso
  13. SOLITUDINE
  14. INDICE