Tredici piccoli angeli: Strage di Ustica. Dalla storia alla memoria
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Tredici piccoli angeli: Strage di Ustica. Dalla storia alla memoria

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Tredici piccoli angeli: Strage di Ustica. Dalla storia alla memoria

Informazioni su questo libro

La Strage di Ustica: oltre trentasei anni di silenzio su una delle peggiori disgrazie avvenute in Italia. Un pezzo di storia del nostro Paese raccontata attraverso la poesia. Dalla storia alla memoria. Questa edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull'autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.

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Informazioni

Anno
2016
eBook ISBN
9788892641693
Argomento
Letteratura
Tredici piccoli angeli
Raccontai di lune bianche in quel calar del sole, scrissi di un sole e di un bacio che si schiusero al tenero sorriso di quei piccoli angeli. Ho ascoltato le loro lacrime, erano le grida di quegli innocenti. Raggiunsi il cammino delle stelle, avevo per mano quei piccoli angeli, eravamo su dei sentieri di un tempo infinito. Disegnai i contorni di quegli angioletti, le donai nelle mani di Dio: una loro carezza divenne velluto sulle mie guance. Volammo in quel cielo vespertino spiegando le nostre ali luminose verso ogni confine. La mia mente sfiorò teneramente quei bambini, erano teneri e indifesi… Tu piccolo angelo condividesti spazi della mia anima, avvolto ero tra le tue ali, ti lasciasti cullare dal vento. Sfiorai lacrime di desiderio dove ogni emozione diventa un suono. Un missile uccise tredici piccoli innocenti, tutto era intriso di lacrime, nitida e luminosa era quella strada verso quelle nuvole sorridenti. Un girotondo di angeli accolse quei bambini tra quelle armonie celesti. Divennero un messaggio d’amore e di speranza.
27 giugno 1980
Osservammo il silenzio e sguardi attoniti e increduli in quella sala d’attesa.
Strana era la vita, e tutto d’improvviso divenne un ricordo.
Guardammo il silenzio che ci circonda; tacque il nostro mare.
La pioggia nascose i nostri dolori, uno schermo di malinconia avvolse il mio zelo.
Ti cercheremo in un nido di usignoli, nel volo di una rondine.
Osservammo malinconici quel calice del mio affetto per te; la mia iride si estese oltre quella circonferenza di luce.
Eravamo lì muti con lo sguardo rivolto a un cielo corvino.
Ci hai lasciati soli, provavamo freddo, avevamo paura di guardare e di perderci oltre la notte. Osservammo il silenzio, sguardi attoniti e increduli in quella sala d’attesa.
Strana era la vita, e tutto d’improvviso divenne un ricordo.
Guardammo il silenzio che ci circonda; tacque il mio mare.
Ti cercheremo in un nido di usignoli, nel volo di una rondine.
Distratto guardai quelle anime senza volto che popolavano quelle strade vuote.
Ora guardasti nel vento… in punta di piedi raggiungemmo le stelle.
Aerovia Ambra 13
Vibrarono tredici stelline in quella musica notturna, timide ed eterne. Le contai per riempire la luna con il canto di poeti… Mi persi in quella sabbia bianca, a scrivere la storia di undici bambini e due neonati. Vibrò la mia mano con una tua carezza, baci sull’onde, su quel riflesso di rami del sole. Flutti di mare navigaron sulle nevi di un pensiero… al cospetto di una legge divina. Mi persi nel profumo di erba bagnata, in odor di terra… piovve su quelle strade di quella cruenta estate. Si tolse il respiro con i tuoi baci, oscillai dolcemente tra spighe di grano. Mi persi nell’universo d’un colore azzurro chiaro… rinacqui dalle ceneri assopite e mai spente in oltre trent’anni. Mangiai di baci quelle bocche porporine, spirò quel vento che mi portò su un altro abbraccio, su un altro bacio. Divenni musica in questo tempo assopito, senza più nuvole basse e ricordi sbiaditi dal tempo. Ascoltai un universo di sentieri verso il creato… Si scolpiron i suoni del cuore, diventaste tutt’uno con la sera: aria e nuvole. Goccia a goccia passò quel tempo in un mare di cerchi concentrici, senza più ricordi. Si dissolsero al ronzio di libellule fioche parole… Mi accompagnò quel fumo nero, l’assenza mi portò su quegli occhi tristi e vuoti. Riemersero su braccia alate tredici angeli… Rimase un brivido al loro passaggio, in noi nacque per sempre l’amore.
Affetti
Il cielo sorrise sotto quella pioggia sottile. Scivolò l’acqua sul dorso del cuore, sentii quegli spari, fui arrestato da sguardi perduti e attoniti. Urla… la bimba che chiamava la madre tese la mano verso la mia. Arrivò un tenue lamento… i suoi occhi divennero due laghi con cerchi concentrici. Si fusero i nostri respiri in una nuova aurora. Rimasero i miei versi su quel foglio bianco… Mi illuse quel sole mentre la pioggia asciugava quella notte buia. Ascoltai quel bacio rubato in quella sera di Giugno. Giunse il tormento di quelle piccole anime laggiù nel giardino dell’Eden. Sfiorai immagini mentre sorridevo al tramonto. Un vento senza sosta passeggiò in quel mare, ove rimasero gli affetti più cari. L’estate riempì di colori quelle colline, ove lasciai i miei ricordi. Desideri impenetrabili si estesero tra quelle magie arcane, andammo controcorrente in quel mare, attraccammo in porti di epoche remote. Come vento frusciammo in quell’incanto di vita, tra il turbinio della polvere nacquero intrecci d’amore.
Angeli
Spume di cielo erano lì tra quelle nubi velate, v’eran tredici piccole ali color panna, tra quell’ingorgo di stelle. Vibrammo come corde di violino quella sera d’estate; erano melodie incantate tra le ali del vento. Fummo rapiti da quella Croce, atterrammo in quel mare dal color del cielo. E diventaste missionari caritatevoli di pace e un dono per il cielo. La luce attese quei piccoli sorrisi. Mi donaste le ali, mi insegnaste a volteggiare in quel cielo color porpora. Ero un viaggiatore solitario, uno straniero e Voi angeli mi avete accolto tra le Vostre braccia, stringendomi le mani. Avevo fame di giustizia, e mi donaste quel pane di umiltà e perdono. Ero malato, cecità imminente, e Voi angeli custodi mi avete curato ridandomi la luce. Eravamo foglioline che vibrarono silenziose, sfiorate da quelle carezze di quel cielo vespertino. Mi donaste le Vostre ali, diventai sorgente d’acqua tersa e cristallina che si specchiò nel sole. Volteggiai in quel cielo con ali di rondine, avevo ali di zucchero… La mia mente colorò quel film in bianco e nero con petali di fiori. Diventai una melodia tra le piume del cielo, fui accompagnato da un’orchestra di violini, ero guidato da una schiera di angeli che mi aprirono la porta dell’eternità. Fui accompagnato da quelle tredici piccole piume.
Anime
Fiumi di esseri umani si incresparono tra quelle nuvole intrise di sangue, cadde in disuso questo nostro mondo… Vagammo nell’ombra di una società malata… fummo abbandonati dalla giustizia e dalla verità. Fummo sbranati sotto una pallida luna, consumati dalla crudeltà di una guerra silente. E divenne buio, diventai vento che alimentava gli alberi in quella sera d’estate. Sarò in quel sole che riscaldò quel grano, mi cercherai, sarò in quella pioggia dove non v’è brina… Mi dimenai in violente spirali, caddi verso abissi… una pioggia acida, intrisa di menzogne ci stava distruggendo. Singhiozzi di vergogna avvolsero quegli abissi… il ghiaccio avvolse le nostre anime, mi persi nella polvere, in quel tumulto di quelle anime vaganti. Entrai nell’ignoto, echi scarlatti avvolsero quel cielo, mi dimenai in quel corteo di anime, in quella buia foresta.
Antonella, sette anni
Ero una quercia che dava ombra a quel sole mattutino, i tuoi rami si spensero in un sol colpo insieme a foglie di corteccia. Ero uno specchio dell’anima, diventammo polvere in un vento di ponente… Fui avvolta in un manto di neve, divenni una rosa d’inverno, mi riparai sotto un mantello di stelle. Una sera di giugno fu spezzato il candore dei miei petali. Le memorie mi trasmisero attimi, impresse nella mia mente, nel cuore. Aspettai che la luna si impadronisse dei miei sogni in quel silenzio irreale. Il cielo si tinse di rosso, mi allontanai da questa vita davanti a un tramonto… Vissi ancora in quel messaggio della sera, il mio conforto divenne il Creatore. I tuoi baci, le tue carezze rimasero su quelle pagine strappate di quel diario… Ti strinsi nel sole, in quel giorno inaspettato… Solo per te… ti guardai partire verso l’attesa… L’anima e il cuore riemersero tra quei silenzi… i silenzi della mia infanzia. Ricordi, abbracci, pensieri volati via… lacrime segnarono il mio volto, la neve scese nel mio cuore.
Attimi
Danzai in una notte d’estate, in quegli attimi incandescenti della mia anima. Danzai dietro trasparenti sipari di nuvole, sarò luna e sole in un orizzonte di stelle comete. Cavalcai cavalli di Frisia, berrò fiele sotto quelle macerie insanguinate. Si spense l’ultimo anelito di quella fiamma che scaldò l’illusione di quelle vite umane. Danzarono macabre note di violini, lentamente abbandonarono le nostre anime. In quella notte di giugno si sfaldò la luna su spicchi di mare. E v’erano notti infinite… rimasero attimi senza te, rimasero ricordi, sprofondati in un abbraccio di vite umane. Indossai l’abito dell’amore, il v...

Indice dei contenuti

  1. Descrizione
  2. Biografia
  3. Indice
  4. Dedica
  5. Perché scrivere versi sulla Strage di Ustica
  6. Tredici piccoli angeli