L'ultima trattativa
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L'ultima trattativa

Informazioni su questo libro

L'Autore racconta la propria esperienza diretta nella conduzione di una vertenza sindacale per il rinnovo di un contratto aziendale, con il diario quotidiano degli incontri e degli scontri, sia tra Sindacati e Direzione che tra gli stessi sindacati. Una vicenda degli anni 80, che gli appare significativa e attuale, in quanto rivela i primi germi della crisi di efficacia e di ruolo del Sindacato in Italia.

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Il diario della trattativa

18 aprile 1988
Si è svolta oggi la prima riunione di trattativa, riservata alla nostra illustrazione della piattaforma per il rinnovo del Contratto. Siamo nella grande sala del Consiglio di Amministrazione, nella sede principale dell'Azienda, in pieno centro cittadino. Mobili e lampadari di un ridondante stile Liberty, alle pareti i ritratti dei Presidenti che si sono succeduti alla guida dell'Azienda nei decenni passati, e un grande tavolo, ai lati maggiori del quale siedono le opposte Delegazione. Quella Sindacale è ampia, formata dai rappresentanti sindacali aziendali di ogni Provincia e dai Segretari Territoriali di Verona, per ognuna delle quattro Sigle presenti: una quarantina di persone. Per contro, la Delegazione Aziendale è insolitamente ridotta, probabilmente non rappresentativa, nonostante la preliminare dichiarazione della stessa di possedere l'opportuna delega del Direttore Generale e della Amministrazione. Infatti è costituita dal solo Capo del Servizio Personale (l'Avvocato), accompagnato da un proprio Funzionario.
Normalmente, nelle precedenti vertenze contrattuali, la Delegazione Aziendale era forte di rappresentanti della Presidenza, della Amministrazione, della Direzione e del Servizio Personale. Questa volta, solo un Capo Servizio (sia pure il più qualificato, da un punto di vista tecnico) con la delega che volta a volta gli sarà fornita.
Un bel Calvario, per lui. Ma anche per noi.
E specialmente per noi, se i tempi dovessero dilungarsi o se fosse più complesso individuare soluzioni transattive, o se ancora quel Dirigente decidesse di "risparmiare sulla delega", per mostrare un proprio "risultato" alla Direzione.
Una lettura più ottimistica, invece, interpreta il disimpegno delle controparti come un segnale di possibili "debordi" dai rigidi demandi del Contratto Nazionale.
Speriamo che sia così, ma ci resta l'impressione di una sostanziale "snobbatura" da parte del nuovo Direttore Generale e della stessa Presidenza verso i problemi del Personale. Eppure, ne avrebbero di cose da imparare! Sdrammatizzare il rinnovo del Contratto Aziendale, dandogli l'importanza di un qualsiasi, quotidiano contratto, può invece essere un modo per eludere i gravi problemi economici e normativi proposti dal Sindacato e dalla totalità del personale nelle recenti Assemblee, tenute nei giorni scorsi in ogni realtà produttiva.
Una nota comico-patetica è fornita dalla Sezione aziendale del sindacato neofascista, che noi confederali (e anche i nostri Autonomi) abbiamo da sempre emarginato, impegnato solo a dare prova della propria esistenza e di una qualche attività sindacale giustificativa dei propri rappresentanti. Convocata (per obbligo di legge) dopo la nostra Federazione, probabilmente nel tardo pomeriggio, ha fatto le ore piccole per stampare un volantino da distribuire "per prima" alle ore 8,15 del giorno successivo, sulle porte di ingresso della Direzione centrale.
Gli infelici iscritti a questo sindacato devono meditare sul fatto che le loro quote non servono agli obiettivi lì indicati (come infatti non è mai finora avvenuto), quanto invece agli exploit grafici dei loro rappresentanti.
27 aprile 1988
Dopo la pausa richiesta da Controparte per l'analisi della piattaforma sindacale, oggi è ripresa la trattativa.
Le Parti hanno ancora la medesima composizione. La parola passa all'Avvocato.
Le offerte sono scarse e lacunose, le richieste invece precise. Viene subito da pensare: hanno mandato il Capo di un Servizio perché si vergognano di quello che propongono: invece che offrire, delineano soluzioni in danno ai lavoratori.
Ma occorre superare uno stato d'animo di delusione, che, sia pure legittimo, non è utile al negoziato. Riflettendoci, non c'è nulla di nuovo: solo tattica contrattuale.
Senza addentrarsi in particolari, dirò solo l'essenziale delle loro proposte:
  • - introduzione della figura dei Quadri su due livelli (nel numero di forse 200).
  • - Mantenimento della attuale articolazione dei gradi Impiegati (in calando, erano: A, B, C, D, E), con due novità: una consistente riduzione dell'automatismo economico del grado C (attualmente dopo 19 anni) e un adeguamento dello stipendio del grado B a quello del Capo Ufficio Nazionale. Questo ritocco economico sarebbe però imputato al premio di rendimento (che non è pensionabile e quindi costa meno all'azienda e vale meno per il personale).
  • - No all'inquadramento per mansione. Al massimo qualche miglioramento nelle 'dotazioni' dei gradi a determinati uffici.
  • - Parte economica: proposta di un ticket pasto (in alternativa alla richiesta polizza sanitaria) in misura da definire e raccordata al resto del costo del contratto.
  • - Contropartite richieste al Sindacato: 1/2 ora in più del servizio di cassa; soluzione dei nodi legati all'uso del badge e allo straordinario (nodi legati alle garanzie da noi pretese sul controllo a distanza ex art. 4 legge 300/70), discrezionalità sui corsi di formazione gestione della guardiania, ecc.
  • - Nocività: non è un problema aziendale ma nazionale.
  • - Tutto il resto della nostra Piattaforma sarebbe materia del Contratto Nazionale e non di quella Aziendale, e comunque non è trattabile.
  • - Pari Opportunità: "che cosa è questa strana cosa? Se ci sono problemi femminili, venite pure fiduciosi al Servizio del Personale a discuterne".
Le Organizzazioni Sindacali hanno replicato respingendo la richiesta di discutere di materie non attinenti al Contratto Integrativo e chiedendo di affrontare tutti i problemi proposti dal Sindacato.
Ottenute alcune delucidazioni di merito, hanno richiesto una sospensione.
Vengono fatte le riunioni autonome di ciascuna sigla e successivamente quella unitaria, dove viene raggiunta una posizione comune da rassegnare l'indomani all'Azienda.
28 aprile 1988
La parola alle Organizzazioni Sindacali: siamo disponibili a normare un solo grado Quadri, il più elevato dei due, da riempire individuando le relative mansioni e quindi i lavoratori che le stanno svolgendo, a condizione di:
  1. collegamento stabile del nostro grado C con il Vice capo Ufficio del Contratto Nazionale
  2. Gli aumenti che saranno concordati vadano nelle relative indennità e non nel premio di rendimento (non pensionabile)
  3. Adeguamento automatico nel tempo di tali indennità, realizzato collegando il nostro grado B al Capo Ufficio nazionale
  4. Miglioramento dell'automatismo economico del grado C, da 19 a 17 anni
  5. Affrontare in modo positivo gli inquadramenti per mansione (cioè quelli che assegnano il grado a chi svolge concretamente la mansione).
A questo punto, dopo una breve sospensione, le Parti si raccomandano reciprocamente di non irrigidirsi e di riflettere sulle rispettive prese di posizione, e si danno appuntamento per l'indomani.
A mio parere, qualcosa non funziona. Controparte ha un sospetto atteggiamento troppo rigido e sicuro.
Venerdì 29 aprile 1988
In mattinata le stesse Parti si sono incontrate nella sala del Consiglio Generale, dovendo lasciare libera quella, finora usata, del Consiglio di Amministrazione, che si riunisce appunto ogni venerdì. Si tratta di un ambiente enorme e sempre ammobiliato in un pesante stile Liberty, che può contenere molte decine di persone attorno ad un tavolo lungo e prezioso.
La riunione, come previsto, è stata assai breve perché l'Avvocato, fatta una premessa per invitare a non disperdere il discorso contrattuale sull'intera gamma di richieste contenuta nella nostra piattaforma, ha invitato ad aggredire subito il nodo centrale del rinnovo. Per l'Azienda, esso si configura nel raggiungimento del collegamento tra il nostro grado C e il Capo Reparto nazionale, cosa che non potrebbe più essere elusa. Con ciò, l'Azienda raggiungerebbe la stessa configurazione dei gradi del Contratto nazionale.
Dettosi disponibile ad un ulteriore, ma marginale, miglioramento del beneficio economico automatico del grado C, in contropartita, ha poi dichiarato che la trattativa sarebbe potuta proseguire solo se si fosse sciolto quel nodo.
È stata facile la battuta di un sindacalista, che lo ha invitato a scioperare per ottenere il risultato che si è proposto.
Le Organizzazioni Sindacali hanno obiettato che la proposta aziendale appariva addirittura tecnicamente avventurosa, perché non teneva conto del personale in quiescenza (al tempo, la pensione non era corrisposta dall'INPS ma dall'Azienda in forza di un Contratto di quiescenza, ed era rivalutata con gli aumenti da Contratti conseguiti dal pari grado in attività).
L'osservazione mette la Delegazione Aziendale in difficoltà, e questa chiede una breve sospensione tecnica.
Tornata dopo un'ora di consultazioni con i propri avvocati, ha proposto alcune soluzioni tecniche e di complessa articolazione per risolvere il problema, peraltro con alcune importanti esclusioni.
A questo punto, sono le Organizzazioni Sindacali che richiedono una sospensione.
La tarda mattinata e il primo pomeriggio sono utilizzati per elaborare le nostre controproposte, che nelle loro...

Indice dei contenuti

  1. L'ultima trattativa
  2. Indice
  3. Frontespizio
  4. Copyright
  5. Una trattativa emblematica del declino sindacale in Italia
  6. Il diario della trattativa
  7. Epilogo