- XII. Rivista della dottrina
Una lunga familiarità con la Scienza Esoterica può soltanto somministrare una completa percezione della maniera, con la quale questa Dottrina armonizza con tutti i fatti naturali che siamo in grado di osservare.
Però si può cercare sempre di stabilire le corrispondenze che esistono fra l'insegnamento nuovo, e i fenomeni del mondo che ci circonda.
Cominciamo pertanto dalle due grandi incognite che tengono perplessa la filosofia ordinaria, cioè il conflitto fra volontà, libero arbitrio e predestinazione, e il mistero dell'origine del male. Resteremo allora pienamente convinti che il sistema della natura, quale viene da noi spiegato, ci rende finalmente capaci di trattare questi ardui problemi con una facilità e sicurezza incognita fino ai giorni nostri.
'Furono ben pochi i pensatori prudenti, i quali ammisero che la metafisica o la religione potessero rivelare il mistero del libero arbitrio e della predestinazione.
La maggioranza invece di tutti coloro che pensano seriamente fu sempre portata a relegare quest'enigma, e molti altri ancora, nelle regioni dell'inconoscibile.
E, cosa strana a dirsi, questo modo di vedere fu accettato con trasporto soprattutto da quelle persone che riguardano le dottrine religiose come cosa ben diversa da un insieme di ipotesi provvisorio, non riflettendo che così operando davano ragione ai loro avversari, i quali dimostrano l'inanità completa di queste ipotesi per l'impossibilità di accordarle con le loro conseguenze più manifeste.
Così l'Onniscienza di un Creatore personale, dalla cui volontà dipenda il presente e il futuro come ne dipese il passato, non lascia alcun posto all'uomo per esercitare un potere indipendente sopra i suoi destini; tuttavia è assolutamente necessario che questo potere gli sia pienamente concesso, affinché non risulti che il modo, con il quale tutte le religioni fanno punire o premiare i suoi atti, sia l'ingiustizia più sfacciata e capricciosa.
Un sommo filosofo inglese, guardando bene in faccia la difficoltà, non si peritò di affermare che, per le suddette considerazioni, era impossibile che Dio fosse a un tempo infinitamente buono e onnipossente, e che si potrebbe, se ne fosse il caso, investirlo o dell'uno, o dell'altro di questi attributi, ma non di entrambi alla volta, senza recare offesa grave alla logica.
L'argomento fu discusso con tutto il rispetto dovuto al suo autore, e messo da parte con tutta la discrezione richiesta da una lunga subordinazione ai dogmi ortodossi.
Ma la Dottrina Esoterica giunge qui in nostro soccorso, giacché essa non teme, innanzitutto, di riconoscere l'insignificante grandezza del nostro mondo paragonata a quella di tutto l'universo.
L'accettazione di un fatto tanto semplice fu sempre respinta dalla Chiesa cristiana con la più grande energia, fin dai suoi primi giorni.
Si sarebbe detto che, istintivamente, nulla recasse ad essa maggiore paura quanto l'enunciazione di questa verità, e nessuno fu da questa Chiesa trattato con rigore più efferato se non quelli, i quali se ne fecero i sostenitori.
Questa verità luminosa fu negata per secoli, e per secoli furono torturati senza pietà coloro che la difesero.
L'idea finalmente trionfò, e rimase padrona del campo.
La Chiesa si afferrò allora all'"espediente disperato". Noi ci serviamo qui della frase di Rhys Davids, e le diamo il significato del presuntuoso "poco importa" lanciato da essa, sperando di poter sempre, e malgrado tutto, trarci d'impaccio.
Questa pretensione è stata fin qui perfettamente giustificata; e giustificata, bisogna pure dirlo, al di là di quanto potevano sperare i suoi autori; poiché costoro con il loro timore delle scoperte astronomiche facevano agli uomini l'onore di supporli dotati di uno spirito di logica che erano ben lontani, e lo sono tuttora, dal possedere.
Cosa fecero pertanto gli uomini dopo queste scoperte? Essi lasciarono intatta la loro religione, e fecero tutto l'opposto di quello che la Scienza Esoterica, per il più grande bene dell'umanità, desiderava fosse fatto: misero cioè tranquillamente la Scienza da un lato, e la Religione dall'altro, ben divise tra loro, e senza nulla cambiare nello spirito di quest'ultima, continuarono'a camminare con sussiego fra queste due potenze opposte, insegnando senza scrupolo l'una e l'altra ai loro figlioli.
Questo modo di comprendere la logica è talmente radicato nei nostri costumi e forma, da sì gran tempo, il nostro sistema educativo, che quest'abitudine di lasciar dire, di lasciar fare anche le cose le più insensate, cessò di essere impiegato come argomento per dimostrare il vuoto di una religione, la quale si serve di dogmi e di dottrine, che si è obbligati a trattare in questo modo.
Se per poco provassimo ad avvicinare tra loro i due insegnamenti, li vedremmo urtarsi da ogni lato; ma ciò che deve soprattutto e con maggior forza impressionarci è che la riduzione delle proporzioni e dell'importanza della nostra Terra fatta della scienza, diminuisce di altrettanto la plausibilità della teoria, la quale richiede che un creatore universale e onnisciente si occupi giorno per giorno, ora per ora, a regolare tutti i dettagli della nostra vita, e che noi soli e la nostra Un'a sola siamo l'oggetto di tutti i suoi pensieri, e di tutte le sue cure.
A giudicarne anche superficialmente, non è forse più semplice concludere, essere cosa impossibile che gli abitatori di uno dei più piccoli pianeti, di uno dei più piccoli sistemi solari del grande Oceano dell'universo, che sono così numerosi quanto le gocce d'acqua del mare, vadano esenti o per una causa o per un'altra dal sottoporsi al principio generale, il quale dispone che ogni cosa, nel Cosmo, sia regolata da leggi fisse ed eterne?
E siccome nulla di capriccioso potrebbe coesistere con questo principio, la Predestinazione, nel senso convenzionale della parola, è per noi un'assurdità, poiché bisogna qui osservare che la predestinazione, la quale entra in lotta con il libero arbitrio, non è la predestinazione di razza, ma la predestinazione dell'individuo, e questa non potrebbe avere luogo, se non per effetto di una fortuna tutta particolare, o di una grazia divina tutta speciale.
Altra cosa deve dirsi della predestinazione di razza, la quale non ha nulla di incompatibile, a causa delle leggi che esistono nell'universo, con il libero arbitrio individuale. Poiché, se il "caso" o le "sorti" nella loro molteplicità sono indipendenti e sparse a profusione nello spazio, affinché ciascun essere individuale possa, se vuole, prenderne la sua parte; tuttavia la tendenza generale di questo "caso", di queste "sorti" è sotto il controllo di leggi particolari. È così che la Scienza Esoterica spiega ciò che fu sempre creduto una contraddizione permanente della natura.
L'uomo, come entità individuale, ha diritto di controllo sul proprio destino. In ciò che particolarmente lo riguarda egli può, nella pratica, fare uso dei suoi diritti naturali fin dove questi possono estendersi, ossia pressoché all'infinito, poiché tali diritti non hanno limite che nei limiti dei diritti universali.
Ma quando si tratti del destino collettivo di queste individualità, le cose non possono procedere più allo stesso modo, e si comprende che, per assicurare il buon esito dei cicli dell'evoluzione, qualche cosa di più dell'azione umana debba essere messa in gioco; che questa azione umana debba anzi avere un limite ben determinato sugli avvenimenti che influenzano le società, nel corso della loro evoluzione.
All'infuori dei dogmi religiosi, che trattano della Grazia Divina sul terreno metafisico soltanto, si potrebbe tuttavia affermare che la predestinazione esista per il fatto che una moltitudine di uomini, nell'entrare in questo mondo, e trovandosi sottoposti a un identico concorso di circostanze, vivranno, nella loro vita di adulti, condizioni che saranno il risultato delle influenze prodotte da queste circostanze associate alle fasi della loro infanzia; seguendo sempre lo stesso ordine di idee, si potrebbe aggiungere che queste influenze sono talmente determinanti, che se fosse dato di conoscerle, se ne potrebbe predire l'effetto morale e intellettuale nell'individuo sul quale operano.
E per provare come questa idea sia ben fondata, vi è qualcuno che si fa forte di saper predire, con ricerche sufficienti e intelligentemente dirette, l'avvenire di ciascun individuo, purché sia noto l'insieme delle circostanze che presiedettero alla sua nascita e ai suoi primi passi. E se le tendenze ereditarie recano qualche perturbamento nel calcolo, non possono tuttavia impedire di ottenere alla Fine un buon risultato, essendo considerate come circostanze antecedenti.
Ma questo modo di vedere non può meglio accordarsi con la coscienza dell'individuo (coscienza che è il principale attributo dell'umanità) che con il dogma religioso della predestinazione individuale.
Questa facoltà del libero arbitrio è un fattore di cui sarebbe assai utile conoscere la maniera di agire poiché, quantunque sia negata da parecchi, è nondimeno affermata da molti, i quali poterono vederla all'opera in sé stessi, e sanno che il suo impulso non ha nulla di paragonabile con il movimento automatico del muscolo della gamba della rana, percorso dalla corrente elettrica.
Ed è sotto questo aspetto, che l'ordinario insegnamento religioso e il noto argomento della metafisica la presentano allo spirito.
Ma la Scienza Esoterica, che sa apprezzarla al suo giusto valore, ci dà la misura della sua attività, e ci mostra i limiti della sua sovranità.
Il libero arbitrio dunque è sovrano nella evoluzione individuale, ma impotente di fronte alle leggi cicliche, che Draper, questo sapiente, questo filosofo così positivo, seppe scoprire nel breve tempo in cui poté osservarle; tempo che abbraccia tutta la storia dell'umanità.
John Stuart Mill, non intravide egli pure la verità quando, riconoscendo il poco valore dei dati teologici e il loro costante antagonismo con la ragione, domandava quale ipotesi bisognava scegliere, o quella di un Dio infinitamente buono, o quella di un Dio infinitamente potente, per stabilirvi la base di un lavoro speculativo qualunque?
La teologia restò muta, ma le spiegazioni che abbiamo dato noi rispondono alla domanda dell'esimio pensatore.
Gli Esseri elevati dei quali parlammo spesso, e che sono l'efflorescenza sublime dell'umanità precedente, non sono presentati dalla filosofia esoterica come un Dio Supremo, e, benché regnino sui destini del mondo in un modo affatto divino, tuttavia non sono essi per questo onnipotenti.
E, per quanto ne riguarda il destino, quantunque siano essi grandi e potenti, pure l'azione loro si trova racchiusa entro limiti relativamente assai ristretti.
Per far meglio comprendere quello che essi possano, e quello che non possano, ci si permetta di paragonare il mondo che ricomincia, a un teatro, ove si rappresenti lo stesso dramma del quale essi furono, un tempo, gli attori.
Potrebbe dunque supporsi che, forti della loro esperienza, essi recheranno dei perfezionamenti al modo di rappresentarlo; ma no, essi non sono là che per guidare nella parte essenziale la ricostruzione delle parti, e per sorvegliare la buona riproduzione di quello che fu già rappresentato.
Insomma questi Esseri faranno in grande quello che fa il giardiniere in piccolo con le sue dalie; egli sarà in grado di produrvi grandi miglioramenti sia nella forma, sia nel colore; ma, quali che siano le cure che prodigherà a questi cari fiori, egli non ne farà mai altra cosa che dalie.
Non sarà dunque lecito affermare che il più grande argomento, sul quale sia dato fondarsi nel presentare la dottrina esoterica, sia quello che questa dottrina si basa interamente sui dati dell'analogia?
Analogia prossima, analogia remota, essa tutto spiega per mezzo dei rapporti che le cose cognite hanno con le incognite.
Ciò che è al di sopra è al di sotto; ciò che accade nel basso accade nell'alto, scrissero i primi filosofi; e "il microcosmo è l'immagine fedele del macrocosmo".
La natura intera nella sfera delle nostre osservazioni fisiche conferma questa regola, e la conferma si intende, per quanto la vita limitata, alla quale si estende il campo delle nostre osservazioni, può permettere ai principi di affermarsi.
Il modo di ramificazione delle fibre finissime della foglia è il medesimo di quello della ramificazione dei più grossi rami dell'albero, e di quello che si effettua negli organismi invisibili a occhio nudo, dei quali il microscopio soltanto può farci vedere i rami minuscoli e seguire i dettagli della loro tessitura delicata.
Le rocce sedimentarie vanno debitrici della loro formazione tanto al ruscelletto fangoso che la pioggia scava nel margine della strada, quanto ai fiumi, ai laghi profondi, e a tutte le grandi acque che si gettano in seno al mare.
Il lavoro geologico della palude e quello dell'oceano non differiscono che nella proporzione.
La Scienza Esoterica dimostra, che in ragione della proporzione, leggi più sublimi della natura presentano differenza nel potere che esercitano sull'uomo, e sulla famiglia dei pianeti.
Come i fanciulli di ciascuna generazione umana sono curati nell'infanzia dai loro genitori; e questi fanciulli, divenuti padri, si comportano similmente con i loro figlioli, così gli uomini della generazione presente, e mentre dura il grande periodo manvantarico, lavorano a divenire i Dhyan-Chohan della generazione futura: quando avranno preso il posto dei Dhyan-Chohan che vegliarono sull'infanzia della loro umanità, e che ora salgono ai piani d'esistenza più elevati, cederanno anch'essi il posto all'umanità perfezionata dalle loro cure, e passeranno a uno stato di esistenza superiore.
Se la Dottrina Esoterica tronca in modo netto e decisivo la questione del libero arbitrio, non meno positiva ella si mostra allorché si tratta di spiegare il male e la sua esistenza.
Questo soggetto fu già discusso nel capitolo che trattava del progresso dell'umanità; ma la Scienza Esoterica non teme di insistere su questo punto, e di ragionare diffusamente sul grave problema.
Essa non si tiene paga di enunciare semplicemente che il libero arbitrio è condizione necessaria alla evoluzione morale e completa dell'uomo, il quale non giungerebbe mai a svilupparsi nell'Essere forte e perfetto del Dhyan-Chohan, se non potesse esercitare pienamente la sua volontà, nè produrre a scelta il bene o il male.
Essa non si contenta di stabilire semplicemente questo grande principio della libera scelta del bene e del male, ma vuole darcene un'idea completa col farcelo seguire in tutti i dettagli del suo operare.
L'uomo soggettivo del Dévachan è positivamente la creazione della personalità che l'Ego animava durante l'ultima vita terrestre; e l'uomo oggettivo, che rientra nella vita fisica dopo quella Dévachanica, è anch'esso la creazione di questa stessa personalità.
Il male che gli uomini perpetrano, sopravvive a essi, e sopravvive in modo assai più vero, assai più letterale di quanto intendesse dire Shakespeare, quando espresse questa idea.
Ci si domanderà certamente come avvenga, che la mancanza di moralità nella vita di un uomo, possa farlo nascere, per esempio, cieco o storpio a epoche differentissime, a parecchie migliaia di anni di distanza, e da parenti con i quali egli non ebbe alcun rapporto o legame nell'ultima sua esistenza.
Ma se si vorrà considerare il modo con il quale operano le affinità si avrà, più facilmente di quanto non si creda, una risposta alla domanda.
La conformazione difettosa della struttura fisica di un fanciullo, che ne farà un cieco o un zoppo, può essere il risultato di tutt'altra causa che quella delle circostanze locali.
Questa struttura difettosa può trovarsi interamente e potenzialmente contenuta nell'Essere stesso che ricerca l'incarnazione,
Difatti questo Essere non sarebbe tornato all'esistenza se una Monade Spirituale, disponendo del quinto principio "Manas" o di una parte più o meno grande di questo principio che ha persistito dopo la morte, non fosse attratta nel mondo delle cause, per ricominciarvi la vita oggettiva.
Date queste circostanze, il fanciullo che infallibilmente e per causa propria nascerà mal conformato, sarà concepito e messo al mondo, ove diverrà causa di afflizione per sè e per gli altri.
È un effetto che ridiviene causa; enigma vivente per i filosofi, che si sforzano a spiegare l'origine delle sofferenze fisiche e morali, l'origine del male in tutte le forme, sotto le quali l'Umanità geme.
La stessa spiegazione può, con qualche modificazione, applicarsi alla grande maggioranza dei casi nei quali la sofferenza, avendo origine con la nascita, complica la difficoltà di questo oscuro problema del male.
Questa spiegazione si connette, benché incidentalmente, con la questione che si riferisce all'azione della legge Karmica; questione ben semplice, alla quale però la Scienza Esoterica giudica utile rispondere, giacché la sua risposta concilia perfettamente il principio della rincarnazione con quello dell'Eredità e dell'Atavismo.
Essa dunque dimostra "che gli Spiriti, per l'assimilazione selettiva del Karma, si procurano una parentela appropriata al loro merito e alle necessità potenzialmente inerenti al loro carattere".
Ecco spiegato chiaramente come un fanciullo possa, con il tempo, riprodurre le particolarità morali e mentali dei suoi avi diretti e indiretti; e ciò spesse volte con tanta esattezza, con quanta fedeltà egli ne riproduce le particolarità della struttura corporea.
La formazione del corpo, lo sviluppo graduale dell'anima, la persistenza o la fine prematura di quest'ultima sono, per la Scienza Esoterica che poté seguire il filo non interrotto dell'individualità, altrettanti fenomeni vitali, dei quali essa può facilmente rendere conto, a causa della conoscenza familiare che possiede di tutti i procedimenti della natura.
Per l'individuo che si rincarna, la famiglia, dalla quale egli prende la sua temporanea personalità, corrisponde a ciò che, durante la Ronda manvantarica della catena, è un pianeta alla moltitudine delle vite che si sviluppano con il suo aiuto, e per suo mezzo.
È nella sola gestazione di quest'uomo che ricomincia, è nella sola gestazione di questo fanciullo che qualche diversità ha luogo; ma tanto per il fanciullo, quanto per l'umanità, il mezzo nel quale fanno entrambi il loro ingresso, si adatta perfettamente allo stato di progresso che seppero raggiungere.
Quando l'esaurimento dévachanico permette a energie di specie interamente diversa di entrare in azione, l'Ego, di cui queste energie vanno a riprodurre una novella ipostasi, torna ad agire sotto la loro influenza sulle correnti terrestri, e con queste egli va a turbare nel profondo del loro essere quegli umani, che circostanze o condizioni speciali pongono sotto il loro dominio, e li spingono a procreare. Allora, per legge imprescrittibile di natura, un nuovo essere, che senza questo soffio positivo di fuoco sarebbe restato allo stato virtuale, può riprendere il suo cammino sulla via dell'evoluzione.
È sotto le operazioni incoscienti del Karma che l'individuo, il quale si rincarna, trova la parentela che conviene al suo carattere, ai suoi bisogni, alle sue aspirazioni inferiori, che sono la conseguenza della sua antica maniera di vivere. Karma! questo determinativo imperioso, incosciente, ma giusto della scelta che fa il neonato, poiché è esso che lo guida in questo o in quell'altro senso.
Bisogna nondimeno tenere conto delle eccezioni che talvolta possono incontrarsi nell'applicazione di queste grandi leggi di natura.
Così può darsi, che un caso totalmente fortuito produca un'alterazione nell'organismo fisico di un bambino fin dalla nascita; alterazione per la quale il meschino dovrà soffrire per tutta la vita, senza che il suo Karma abbia generato la causa che produsse questo effetto.
Ma noi, che seguimmo la natura nel suo lavoro, che l'abbiamo vista all'opera nella giustizia delle sue retribuzioni, noi non dubitiamo un istante che essa saprà largamente compensare questo tempo di sofferenze immeritate.
La legge Karmica è sempre là, pronta a rettificare gli errori involontari, a regolare i conti, e a pagare ciò che è dovuto, nelle vite che si succedono pressoché all'infinito.
Insegnano gli Adepti, che una pena immeritata produce i migliori risultati nelle esistenze susseguenti di colui che ne sembra leso; ed essi ciò insegnano dietro una osservazione scientifica dei fatti, e non come fanno le Religioni che adottarono l'insegnamento in un'ora di bonarietà e a sollievo degli addolorati.
Risolvendo così alcuni problemi della vita, spiegando in un modo forse inatteso questi fenomeni, che eccitano la perplessità degli uomini, la Scienza Esoterica non ha che un pensiero, quello di attenersi alla stretta verità, non abbassando mai, per nessun motivo, i principi elevati che sono la base di questa sublime filosofia.
Quello che, innanzitutto, deve fissare la nostra attenzione e r...