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Tolve. La ricerca delle radici attraverso lo studio del territorio
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Tolve. La ricerca delle radici attraverso lo studio del territorio
Informazioni su questo libro
L'opera, frutto di un'indagine condotta dal punto di vista topografico e archeologico, delinea la storia di Tolve, un paese lucano, lungo un ampio arco cronologico. Attingendo alle fonti storiche e materiali, l'autrice propone ulteriori spunti di riflessione su una storia in parte già scritta, ma che ha ancora bisogno di essere davvero scoperta.
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Informazioni
Indice topografico
Tolve (IGM 188 III)

Localizzazione dei punti IGM 188 III Tolve
San Chirico Nuovo (IGM 188 III SE)

Localizzazione dei punti di età arcaica IGM 188 III SE San Chirico Nuovo
35. Area di frammenti fittili e strutture murarie
Serra e Cugno Notaro
Nelle aree limitrofe all’attuale abitato di San Chirico Nuovo sono state rinvenute un’area di frammenti fittili e resti di strutture murarie. Si tratta di un insediamento connesso a necropoli già attivo dalla fase arcaica. Le sepolture sono a fossa terragna con corredo fittile e in metallo e databili tra il VI e il V sec. a.C. Per l’abitato si può ipotizzare una trasformazione, nel V sec. a.C., da un originario insediamento sparso, similare agli altri insediamenti di fase arcaica presenti nei comuni limitrofi, a una nuova disposizione in un aggregato di ambienti a pianta quadrangolare serrate da stretti passaggi. Nei pressi delle abitazioni sono state rinvenute diverse tombe infantili a enchytrismòs.
Bibliografia: Atti dei convegni della Magna Greci, 1981, p. 267
36. Strutture murarie
Pila
Su un’altura posta a W dell’attuale abitato, lungo le cui pendici passa la strada che collega San Chirico Nuovo con Civita di Tricarico, è stato scavato tra il 1995 e il 1997 un edificio, interpretato come sacello. La sua prima fase costruttiva è databile al V-IV sec. a.C. e consisteva in un ambiente quadrangolare orientato E/W, pertinenti al quale sono stati rinvenuti diversi oggetti votivi. Successivamente, nel pieno IV sec. a.C., questo ambiente venne obliterato da un portico con andamento N/S e venne costruito un secondo sacello quadrato dotato di copertura pesante a doppio spiovente e circondato da un massiccio recinto in lastre sbozzate di calcare, probabilmente a causa dell’innalzamento delle acque sorgive. Anche nel secondo sacello sono stati trovati numerosi votivi e, inoltre, un tesoretto di monete d’argento magno greche. L’abbandono è ascrivibile al III sec. a.C. La presenza del sacello, di una divinità femminile e di acqua sorgiva è stata messa in relazione con le caratteristiche del coevo santuario di Mefite a Macchia di Rossano di Vaglio di Basilicata.
Bibliografia: M. OSANNA – I. BATTILORO, 2013, Le aree di culto lucane: topografia e articolazione degli spazi in M.OSANNA – I. BATTILORO (a cura di) Brateis datas. Pratiche rituali, votivi e strumenti del culto dai santuari della Lucania antica, Venosa: 15-37; Atti dei convegni della Magna Grecia, 1996, p. 472; Atti dei convegni della Magna Grecia, 1997, pp. 885-887; Atti dei convegni della Magna Grecia, 1998, p.713

Planimetria del santuario in località
La Pila (punto 36)
37. Strutture murarie
San Chirico Nuovo
Nel territorio di San Chirico Nuovo è stato scavato, negli anni ’80, un edificio, riferibile all’età lucana, composto da vari vani disposti lungo un muro principale lungo circa trenta metri. Dal momento che era assente qualsiasi traccia di un muro anteriore di chiusura, si è ipotizzato che la struttura fosse pertinente ad un deposito per derrate, cosa che troverebbe conferma nella presenza di frammenti di pithoi e di un cumulo di ossa animali in situ. La copertura doveva essere fittile e a un unico spiovente.
Bibliografia: Atti dei convegni della Magna Grecia, 1983, p. 454
Vaglio di Basilicata (IGM 199 I NE)

Localizzazione dei punti IGM 199 I NE Vaglio di Basilicata
38. Complesso archeologico
Serra San Bernardo
Su una altura posta a nordovest rispetto all’attuale abitato di Vaglio di Basilicata, le cui pendici meridionali si affacciano sulla vallata del Basento, è stato individuato un insediamento lucano. Una prima fase di occupazione, risalente al Neolitico e testimoniata da frammenti di ceramica di impasto e strumenti litici, è attestata sul versante N/W della collina. La frequentazione del pianoro sulla sommità della collina è invece attestata a partire soltanto dall'Età del Bronzo e con l'Età del Ferro, quando il pianoro viene occupato da un insediamento stabile con capanne a pianta circolare e separate da aree acciottolate scoperte, al quale sono da riferire i ritrovamenti di ceramica figulina, lavorata a «tenda» e prodotta probabilmente in loco, considerato il rinvenimento di una probabile fornace, con numerosi frammenti di scarto di lavorazione. Le capanne presentano, tra il VII e il VI sec. a.C., uno zoccolo in pietra e un elevato stramineo e la pavimentazione è costituita da pietre di piccole dimensioni, poste di taglio e legate con argilla e terra. Le sepolture, intagliate nelle pavimentazioni delle capanne, sono a fossa terragna limitata da un circolo di pietre e l’inumato è posto in posizione rannicchiata. I corredi sono composti da armi e da ceramica enotria e ionica.

Complesso archeologico di Serra San Bernardo (punto 1)
Alla metà del VI sec. le capanne vengono sostituite con edifici quadrangolari con tetto pesante, disposti lungo un asse stradale con andamento E/W. Subito dopo gli edifici vengono costruiti interamente in muratura e sono a forma di rettangolo allungato, spesso divisi in due ambienti comunicanti tra di loro. A questa fase risale anche il primo impianto della “Casa dei Pithoi”, che aveva funzioni sia abitative sia pubblico-sacrali ed era dotata di copertura fittile. Nella fase lucana l’abitato si espande in tutta l’area racchiusa tra le mura, che cingono la sommità del colle su tre lati e sono costituite da blocchi squadrati; l’espansione costruttiva porta come conseguenza il riutilizzo di e...
Indice dei contenuti
- Introduzione
- Il territorio
- Indice topografico
- Ricostruzione storica del territorio
- Bibliografia
- Un’analisi del territorio agricolo di Tolve tra passato e presente
- Tolve in età medievale
- Note