Antropologia Culturale e Filosofica
eBook - ePub

Antropologia Culturale e Filosofica

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Antropologia Culturale e Filosofica

Informazioni su questo libro

L'opera tratta argomenti di Antropologia culturale e filosofiche, partendo dall'IO studiato dall'origine della storia dell'uomo dal punto di vista della preistoria e della psicoanalisi fino ad arrivare allo sbarco sulla luna: attraverso un arco temporale millenario scopriamo chi eravamo, come siamo divenuti, chi siamo, che ci fa riflettere orgogliosamente sulla nostra vita passata. Si è ritenuto utile ricostruire la figura dell'uomo attraverso i contesti storici dell'evo antico, del medioevo, dell'era moderna e contemporanea, si è studiato l'uomo e le sue culture umane nelle loro articolazioni etniche e nelle loro espressioni popolari e il loro adattarsi all'ambiente.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Antropologia Culturale e Filosofica di Gaspare Lombardo in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Social Sciences e Cultural & Social Anthropology. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

PARTE PRIMA
ANTROPOLOGIA PREISTORICA E ANTICHITA’

CAPITOLO PRIMO LA NASCITA DELL’IO

1.- Psicoanalisi e preistoria

Volendo affrontare la trattazione delle origini della storia dell’uomo, la nascita e la formazione dell’io, terreno fertile sembra essersi trovato studiando tale tema-tica dal doppio punto di vista dello studioso di preistoria e della psicoanalisi
Grazie a tale progetto collaborativo sarà, dunque, possibile estrapolare sensi reconditi dalle varie forme grafiche rinvenute negli anni nelle loro multiformi espressività.
Peraltro risulta essere piuttosto interessante assumere queste angolazioni poiché volgendo lo sguardo al mondo preistorico restiamo consapevoli di volgerci verso un mondo che non ci appartiene più ma che è tuttavia a noi legato. Legame che comunque va compreso e interpretato poiché entrambi i settori, preistoria e psicoanalisi, assumono la consapevolezza di porsi davanti ad un “inconoscibile” o quasi.
Avvalendosi degli studi di preistoria ciò che salta immediatamente agli occhi è sicuramente l’affascinante mistero dell’evoluzione fisica che ha interessato in pri-ma istanza l’apparato locomotore con lo sviluppo della bipedia (dall’Australopiteco4
all’Homo habilis5 all’Homo ergaster6).
Benché possa sembrare di poco conto attardarsi nell’analisi di questo evento evolutivo, esso presenta risvolti inattesi. Seguendo, infatti, Leroi – Gourhan sap-piamo che la bipedia ha aperto possibilità enormi per l’uomo.
A tal proposito è rilevante anche il contributo di S. Freud che, oltre a riserva-re un posto particolare alla concezione di pulsione indicante una potenza in mo-vimento che spinge verso una determinata azione, pone in rilievo le cause e le mi-gliorie conseguenti al “raddrizzamento posturale” (questo inerente a una rimo-zione delle sensazioni olfattive legate agli escrementi).
A tale tappa evolutiva ne è anche legata un’altra relativa alla creazione dell’utensile attribuito a Homo habilis e a ciò si associa uno stato evolutivo note-vole che consente, peraltro, una differenzazione maggiore dal regno animale fino a raggiungere livelli massimi in Homo Sapiens Sapiens con la fabbricazione di utensili e oggetti molto diversi, toccando così una nuova frontiera culturale che rivela uno scarto notevole rispetto all’istinto e all’ambiente.
Tale invenzione non può non rinviare alle condizioni dell’avvento del lin-guaggio e a ciò sono naturalmente legate anche le condizioni anatomiche che regi-strano notevoli sviluppi sempre a partire dall’Homo habilis. All’interno di tale tematica non va inoltre sottovalutata l’esperienza sociale e culturale, con ciò si fa riferimento all’acquisizione di ritmi regolari e ripetizione di fonemi che risultano essere favorevoli nel rapporto madre-figlio per le conquiste conoscitive del bam-bino
Ritmi e percussioni ritmiche che, secondo Leroi-Gourhan, rappresentano l’ingresso nell’umanità.
Segni ritmici che si inseriscono, in seguito anche a rinvenimenti di segni grafi-ci, nel periodo in cui Homo Neanderthalenis7 e Homo Sapiens Sapiens convivono, benché si tratti dell’epoca in cui l’uomo di Neanderthal scompare; scomparsa che è possibile ricollegarla al processo evolutivo culturale di cui sopra, che ha notevolmente preso il sopravvento sull’evoluzione biologica.
Va, infatti, precisato che benché l’Homo Neanderthalensis presentasse mo-dalità adattive biologiche notevoli, l’Homo Sapiens Sapiens8 presenta svilup-pi relativi al linguaggio e possibilità di aguzzare l’ingegno che gli permettono di so-pravvivere.
In tali ambiti e contesti storici si registra il diffondersi anche di rappresenta-zioni grafiche e con esse l’area dei processi di simbolizzazione che consente la creazione di simboli rappresentativi.
All’origine dell’esperienza artistica troviamo il dibattito fra diverse interpreta-zioni che propongono motivazioni differenti relativamente alla creazione artistica. Qui si inseriscono le ipotesi di Clottes-Lewis William che abbracciano una pro-spettiva neuropsicologia semplificatrice legando molte delle rappresentazioni a esperienze allucinatorie vissute da stregoni – sciamani, che inducono a vedere fi-gure di animali o umani e che possono anche diventare fantastiche e in seguito proiettate in rappresentazioni a esperienze allucinatorie vissute da stregoni- scia-mani, che inducono a vedere figure di animali o umani e che possono anche di-ventare fantastiche e in seguito proiettate in rappresentazioni grafiche. Ma non pochi furono gli studiosi che si opposero a tale linea interpretativa giudicandola scarsamente chiarificatrice dei significati delle rappresentazioni grafiche. La linea di demarcazione che consentirà una separazione dall’interpretazione appena esposta si situa, nel suo nucleo essenziale, nel senso diverso dato agli stati alluci-natori che mentre nel caso dell’interpretazione Clottes – Lewis Williams sostitui-scono percezioni mancanti, Gibeault- Uhl pensano a un processo allucinatorio che distanziando il mondo, consenta di rappresentarlo conferendo senso alla percezione. Assume in tal senso elevata sublimità l’analogia con l’esperienza mu-sicale proposta da Merleau – Ponty.
La concezione sciamanica di cui si parlava prima è legata ad una interpretazio-ne animistica del mondo che in sostanza è una mitologia, pertanto l’artista prei-storico diviene uno sciamano che in trance entra in contatto con l’”altro mondo” e rivela gli spiriti inglobati nella parete. Tuttavia si avrà modo di tornare sull’argomento nel prosieguo di tale lavoro.
Ritengo sia essenziale riflettere qui sul grande e affascinante mistero dell’inizio della civiltà che non può non essere messo in relazione con quanto detto sopra e quindi: avvalersi di padronanze tecniche, sviluppi cerebrali, evoluzione del lin-guaggio, mutamenti anatomici, predominio della mano, creazioni artistiche con le relative traslitterazioni da un codice all’altro, organizzazione controllo e riprodu-zione di emozioni, relazioni segno- significato, inducono a ritenere che sia stata una delle evoluzioni principe della storia umana quella dello sviluppo culturale grazie al quale le varie tecniche acquisite vennero inglobate dal desiderio di sim-bolizzare e a esso associare concezioni del mondo, determinando con ciò una vera nascita e prima formazione dell’io nonché i primi passi verso successive evo-luzioni.

1.1.- Tracce del nostro passato preistorico

Ma la commozione che noi uomini d’oggi proviamo davanti l’arte preisto-rica, a cosa è dovuta?
Probabilmente a causa di quelle tracce degli antenati che ci rivelano testimo-nianze fedeli del loro modo di funzionare sul piano effettivo ed emozionale. In tale viaggio, volendo seguire S. Freud siamo indotti ad analizzare quelle teorie sessuali infantili che spiegano i misteri delle origini e del divenire. Se a ciò asso-ciamo gli sviluppi legati alle grotte decorate saremo in grado di avere tra le mani un quadro più completo delle tematiche relative alle “tracce dell’uomo”, tracce del nostro passato preistorico. Da ciò è possibile derivare una evoluzione dello svi-luppo psico- affettivo passando per tre “tappe”.
La prima è costituita dalla neotenia e la dipendenza non solo relativa ai bisogni fisiologici ma anche di tipo linguistico e relazionale, così essenziali per lo sviluppo integrale dell’uomo. La seconda “tappa” ci conduce alle doppie fasi dello svilup-po sessuale e all’essenziale periodo di latenza che implica una modificazione del-le pulsioni sessuali, ambito notevolmente legato a modalità culturali e a possibilità di identificazione. Si conclude tale sviluppo con la continuità della vita sessuale.
A tutto ciò, Marie – Lise Roux, aggiunge il ruolo del padre che negli antenati preistorici difficilmente era riconosciuto come genitore ma oggi è universalmente noto quanto sia importante ed essenziale riconoscere ad esso un ruolo determi-nante ai fini del proficuo sviluppo effettivo e sociale; non possiamo qui non citare anche la proibizioni dell’incesto che tuttavia esiste già nei primati.
Arriviamo così alla natura delle proibizioni, quindi al bisogno di lasciare una traccia si associa anche quello di una sua trasformazione in modo da mutare gli istinti in pulsioni; pertanto ogni traccia dovrà comportare il passaggio attraverso un segno che servirà da legame in modo da evitare confusioni. Confusione impe-dita anche da quell’identificazione dell’uomo con l’animale che rivela la mesco-lanza fra la traccia e il suo mascheramento, in tal modo l’immagine viene ad esprimere l’ambivalenza dell’umano.
Visto che si ha la possibilità di avvalersi anche delle indagini preistoriche non si può adesso non interrogarsi sulla funzione dei sensi umani delle origini. L’importanza dello sguardo del bambino sulla madre e viceversa consente lo svi-luppo delle funzioni dell’Io, come evidenziato da F. Pasche che ricorda come l’investimento dello sguardo apporti un surplus al mero soddisfacimento del bi-sogno. Il tatto riveste importanza nel bisogno di possesso e ha quindi anche con-notazioni aggressive.
Da entrambi i segni ne viene fuori rafforzato il senso del legame che tuttavia è sempre minacciato dall’assenza, la morte. La rappresentazione cerca di supplire a tali minacce e da qui quindi, lo svilupparsi dell’arte e il monito a dare senso agli eventi, nonché il voler conservare la traccia dei legami dell’uomo. Quanto detto testimonia il desiderio e la capacità di pensare e organizzare il mondo.
Pertanto si capisce quanto essenziale risulta essere il rapporto con gli altri nel-la formazione dell’io, infatti il bambino cercando di raffigurarsi i rapporti e i le-gami che lo uniscono all’altro, diventa un umano.
Da quanto solo accennato si rende ben evidente quanto centrale sia il rappor-to dell’infante con la madre, colei che ha la capacità di identificarsi col figlio.
Qualora lo sviluppo infantile è sostenuto da cure costanti, anche le stimola-zioni che possono sfuggire al controllo materno potranno tuttavia essere compre-se dal piccolo, dando senso alla sua onnipotenza e sviluppando in futuro una spontaneità creativa.
Nel caso in cui, invece, si registri un eccesso di intrusione materna si assiste ad una costante presenza della madre che provvede sempre prima del necessario, sostituendo un suo gesto a quello del bambino, ed è qui che ritroviamo la madre in falso sé. Ciò è dipeso dall’incapacità della madre a presentire i bisogni del fi-glio, in tal caso ci si ritroverà davanti ad una madre che non è in connessione con il bambino ma con l’idea che ella ha dell’essere perfetta. Ne verrà fuori un bam-bino che non ha imparato a desiderare.
Nel caso in cui si registrano notevoli difficoltà con la maternità troveremo una madre ansiosissima capace solo di “avvelenare” e “pervertire” i cibi a causa dell’eccessiva tensione riversata in essi.
Saranno ben delineati, ma comunque non sempre definiti e certi, i futuri adulti usciti fuori da tali “catalogazioni” dei rapporti madre – bambino.

1.2.- Le arte delle caverne e lo spirito

Volendo comunque tornare ai nostri intenti iniziali sarebbe forse più indicato volersi soffermare a quelle grotte decorate dove l’uomo ha posto interrogativi su se stesso chiedendosi cosa sia.
Rivolgendo quindi lo sguardo alle prime rappresentazioni grafiche ci indiriz-zeremo al 35.000. Sarà qui possibile, infatti, rinvenire le concezioni del mondo e le credenze degli uomini preistorici.
Interessante si rivela il lavoro che tenta di operare una commistione profonda fra rappresentazione scelta e morfologia del luogo in cui essa si situa.
È davvero sorprendente e ci riempie di meraviglia constatare come quelle pa-reti adesso colme di rappresentazioni abbiano costituito per i preistorici, non semplici supporti di immagini ma qualcosa di ben diverso che poteva condurre a risvolti sconvolgenti.
Mirabile risulta essere il lavoro svolto da Georges Sauvet e Gilles Tosello nell’elencare e approfondire le classificazioni dei casi riscontrati, passando dalle “linee di rilievo che inquadrano la figura” come avvenuto nella grotta di Fontanet (Ariège) dove un bisonte è dipinto e delineato dalla morfologia rocciosa, alla “so-stituzione o integrazione di un rilievo a un elemento anatomico costitutivo del sog-getto” come per esempio avviene a Le Portel (Ariège) dove il sesso di un uomo è raffigurato da una escrescenza stalagmitica o il caso del bisonte nella grotta di Niaux (Ariège) il cui dorso segue il bordo della concavità. Si cita anche il caso in cui un rilievo naturale è trasformato, solo grazie ad alcuni tratti incisi, in un corpo femminile (Dordogna).
Per spiegare tutto ciò non può non accennarsi alla capacità di proiettare im-magini mentali sulle forme naturali, seguite comunque dal condizionamento cul-turale e quindi anche dei casi in cui l’uomo “inventa” certe situazioni. Fra tutte le forme che “vengono fuori” dalla parete è comunque necessario operare distin-zioni fra “forme pregnanti” in cui l’immagine si impone da sola come nel caso dell’uccello della grotta di Altxerri in cui l’uomo ha aggiunto ben poco e le “forme discrete” che consentono di porre maggiori interrogativi sulla scelta dei luoghi e sulle ragioni della loro esistenza come avviene in uno dei settori di Bedeilhac i cui ritrovamenti ci fanno ipotizzare un uso particolare del luogo forse rivestito d’un carattere sacro.
L’ultima categoria di tale lavoro è quella relativa alla “disposizione legata a un accidente morfologico o topografico”, è il caso per esempio del bisonte rosso so-pra una concavità della parete in cui sembra stia per cadere in una trappola (Le Portel – Ariège).
Anche riguardo i segni è possibile suddividerli secondo la classificazione pre-cedente benché alcuni sensi di grafie ci sfuggono completamente, ma si può sup-porre che i segni partecipassero al processo generale di uso dei rilievi.
Stesso discorso può essere applicato allo studio dell’arte mobiliare.
Nel primo tipo ritroviamo animali che camminano sul suolo formato dal bor-do della lastra rocciosa (es. placchette di calcare in Dordogna). Nel secondo tipo rientrano i ciottoli di calcare de La Madeleine, ogni lato reca un profilo di bisonte quasi da poterle definire statuette di animali.
Infine parliamo delle “pietre figure” che non mostrano interventi umani.
Alcuni esempi li ritroviamo nella grotta di Bedeilhac con placchette di arenarie che presentano rilievi naturali lavorati.
Il rapporto con tali reperti risulta essere proficuo per l’analisi relativa alle psi-cologie degli artisti primitivi benché non sempre univoche. Volendo entrare nei campi relativi alle religioni e alle credenze ci troviamo davanti i segni “rituali”, os-sia tracce di pigmenti che circondano le rappresentazioni a volte costituenti accu-muli di oggetti in luoghi circoscritti (es. grotta di Bedeilhac, Trois - Frères …).
Ma uno degli interrogativi essenziali ai fini della nostra ricerca è quello relativo ai motivi che potevano spingere l’uomo primitivo a rappresentare e a scegliere dei luoghi ben precisi per farlo e se qualche spirito abita in permanenza nelle materie inerti scelte. La risposta primaria che ne possiamo fornire è collegabile alla con-cezione animistica del mondo, popolando la natura di innumerevoli spiriti ai qua-li si rivolgono riti frequenti. Le grotte, in tale concezione, rivestono un ruolo es-senziale in quanto luoghi di passaggio dal mondo inferiore (dove regnano gli spi-riti) al mondo umano. Pertanto le forme animali che venivano fuori dalle pareti potevano benissimo essere considerate vere e proprie apparizioni degli spiriti.
A tale interpretazione ne possono seguire altre come, per esempio, quelle relative ai miti della Creazione che lasciano presupporre l’uso delle grotte come luoghi sacri ove compiere rituali relativi agli eventi primordiali. Possiamo anche avvicinarci al territorio della magia in cui l’uomo tenta di guadagnarsi i favori degli spiriti affidando a soggetti scelti (stregoni, sciamani, …) l’incarico di intercessori. Qui non si può non fare riferimento a quelle pratiche sciamaniche che peraltro furono anche proposte come interpretazione dell’arte paleolitica (Clot-tes/Williams) ma che non possono tuttavia rendere conto del carattere composito dell’arte delle caverne. Si preferisce, quindi, attenersi all’ipotesi di storie sacre e miti delle origini.
Da questo puntuale studio relativo alle rappresentazioni grafiche nelle sue molteplici forme, ciò che può sicuramente reputarsi essenziale, al di là del valore stesso che esso ha insito negli studi stessi di preistoria, è proprio la possibilità che oggi abbiamo di renderci conto e prendere coscienza di avere davanti un vero mondo-simbolo che rimane pur tuttavia enigmatico ma rivelatore di un sistema evolutivo rappresentativo e comunicativo davvero sorprendente.
Interessante il lavoro svolto da Francois Sacco che inizia proprio col ricono-scere la singolarità dell’essere che va costituendosi nel corso dei secoli e di cui ne abbiamo testimonianza grazie alle migliaia di firme che iniziano a proliferare a partire dal secolo XVII, conferendo e incrementando il cosiddetto spazio simbo-lico ricoperto dalle grotte decorate.
Ma è proprio l’insistere in questi luoghi che può svelarci effettivamente ciò che significa proprio nascita dell’Io, dell’aprirsi alla vita e dell’assegnare scopi e priorità ad essa; dunque la grotta può restituirci i contenuti psichici più antichi e trovare l’accordo tra l’identità psichica individuale e quella gruppale.
Fra tutte le rappresentazioni che riempiono le pareti delle grotte, dominano quelle di animali benché non tutti omogeneamente rappresentati. L’uomo è me-no rappresentato e ancor meno presentato di faccia. Si noterà, peraltro, che l’uomo può essere “tratto” come gli animali quasi a voler considerare l’arte del Paleolitico come un “magna originale in cui tutti gli esseri si confondo-no”(Lorblanchet).
In tutte le rappresentazioni esaminate nella grotta di Lascaux, gli animali sono rappresentati di profilo eccetto quella il cavallo nel Diverticolo dei felini, scena di combattimento che può essere associata a quella del pozzo in cui ne salta subito gli occhi, oltre la grandezza figurativa della scena e la mirabile fattura della figura del bisonte, la reciprocità della sofferenza. Sacco qui insiste molto nell’attenzione il senso della regola del “profilo” che potrebbe essere definita come tecnica de-scrittiva del r...

Indice dei contenuti

  1. Antropologia Culturale e Filosofica
  2. Indice
  3. Frontespizio
  4. Prefazione
  5. PARTE PRIMA ANTROPOLOGIA PREISTORICA E ANTICHITA’
  6. PARTE II: ANTROPOLOGIA MEDIEVALE, UMANESIMO E RINASCIMENTO
  7. PARTE III: ANTROPOPOLOGIA MODERNA E CONTEMPORANEA
  8. Appendice: L’uomo Originario Adamo
  9. Bibliografia
  10. Bibliografia di Gaspare Lombardo