Capire la musica-Didattica degli elementi musicali
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Capire la musica-Didattica degli elementi musicali

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Capire la musica-Didattica degli elementi musicali

Informazioni su questo libro

Questo testo di didattica è utile per tutti gli insegnanti e i musicisti i quali volessero approfondire gli elementi che sono alla base del linguaggio musicale. Inoltre, secondo il principio dell'autoeducazione, questo libro può servire anche a coloro che volessero avvicinarsi al linguaggio musicale, per curiosità o per necessità, con l'obiettivo di "capire la musica". La maggior parte dei testi di didattica musicale parte dalla trattazione del pentagramma e delle note, questo testo invece vi arriva, partendo da nozioni "elementari", non per questo banali, che sono alla base del linguaggio musicale.

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Informazioni

1. Il tempo e il movimento
Il TEMPO è un concetto astratto che l’uomo ha introdotto per ordinare lo scorrere della sua vita.
Possiamo pensare al tempo come ad una semiretta con un’origine e mai una fine dove l’origine è ipotizzata ma non data per certa. L’origine del tempo è fatta risalire al “big-bang”, la teoria scientifica più probabile sull’origine dell’universo.
Ugualmente sarebbe corretto pensare al tempo come ad una retta senza origine né fine, se vogliamo considerare che il tempo è sempre esistito e mai finirà.
Ancora. Alcuni scienziati sostengono che un giorno l’universo cesserà di esistere e con esso il tempo. Questa teoria porta il nome di “big-crash”. Prima che questo accada, tuttavia, bisognerà aspettare almeno cinquanta miliardi di anni!
Chiaramente queste considerazioni dipendono dalle diverse teorie religiose, scientifiche e filosofiche.
Noi considereremo la prima definizione.
La semiretta del tempo è stata dall’uomo convenzionalmente divisa e poi ulteriormente suddivisa per sua comodità.
Le ultime suddivisioni quelle più comuni sono millennio, secolo, decennio, anno, mese, settimana, giorno, ora, minuto, secondo, ecc..
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In musica il tempo è inteso come un segmento dove l’origine è l’inizio della produzione sonora e la fine è il termine della stessa.
Quindi una produzione sonora o musicale ha un tempo finito.
Inoltre la musica che “accade” in questo tempo finito è fatta di suoni che non hanno la stessa durata, vi sono suoni lunghi e suoni corti.
Ancora, la musica può scorrere nel tempo più o meno velocemente ossia il suo modo di scorrere nel tempo è diverso.
Comunemente questo diverso modo di scorrere nel tempo è chiamato ANDAMENTO MUSICALE e può essere: presto (la musica scorre nel tempo in modo molto veloce), allegro, allegretto, moderato, andante, adagio, largo, ed altri ancora.
Dopo questa breve ma necessaria introduzione passiamo a definire il tempo come quella dimensione fisica (ricordiamoci che le dimensioni sono quattro: larghezza, lunghezza, altezza e tempo) durante la quale avvengono le azioni (i movimenti) dell’uomo.
Qui sotto proponiamo un esempio.
Supponiamo che la mamma chieda a Marco di andare a comprare il latte. Marco esce da casa alle 16, scende le scale, va a piedi fino al negozio, entra nel negozio, parla con il negoziante e gli chiede il latte, prende il latte, dà i soldi al negoziante, esce dal negozio, ripercorre la strada fino a casa, entra nel portone e sale le scale, bussa alla porta ed entra a casa sua.
In questo momento sono quasi le 17.
Ma tra le 16 e le 17 è trascorso il tempo e Marco in questo tempo ha camminato, ha parlato e ha compiuto tante azioni (movimenti).
Adesso tracciamo una semiretta e rappresentiamo quello che ha fatto Marco tra le 16 e le 17:
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Questa è la rappresentazione della semiretta del tempo, su tale semiretta sono segnate le azioni (movimenti) che Marco ha fatto tra le 16 e le 17.
Pensiamo ora a qualche cosa che segna il passare del tempo: l’orologio. Adesso tracciamo la semiretta del tempo dell’orologio:
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L’orologio segna il passare dei secondi e la lancetta al passare di ogni secondo fa un MOVIMENTO.
Possiamo segnare sulla semiretta del tempo i movimenti della lancetta che avvengono ogni secondo:
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Abbiamo così diviso la semiretta del tempo in movimenti tutti pari ad un secondo, operando una DIVISIONE UNITARIA cioè dividendo il tempo in azioni o movimenti uguali e costanti.
La quantità di tempo relativa ad un movimento la chiameremo UNITA’ TEMPORALE, solo nel caso in cui i movimenti sono tutti uguali e costanti. In tale caso parlare di successione di movimenti equivale a parlare di successione di unità temporali.
Con l’ausilio del metronomo possiamo proporre un importante esperimento.
Abbiamo bisogno di un orologio o di una sveglia o meglio di un orologio a pendolo che renda ben udibile il suo tic-tac.
Dovremo semplicemente tarare il metronomo a 60, che sono il numero delle pulsazioni al minuto, esattamente quanti sono i secondi in un minuto.
Il passaggio successivo sarà sovrapporre le pulsazioni del metronomo al ticchettío dell’orologio e fare notare ai nostri allievi che così come l’orologio segna il passare del tempo anche il metronomo ha la stessa funzione.
Il metronomo scandisce il tempo.
Così facendo introduciamo uno strumento nuovo quale il metronomo e mostriamo la sua funzione utilizzando quale pietra di paragone l’orologio, forse l’unico strumento che tutti conosciamo e che serve a scandire il tempo. Non sarà difficile spiegare che l’orologio ordina il tempo delle nostre giornate, mentre il metronomo ordina il tempo di una qualsiasi produzione musicale.
Si badi bene, non serve ancora parlare di pulsazione e dunque bisognerà evitare di introdurre un termine che ha in sé un concetto del quale sicuramente gli alunni richiederebbero una spiegazione.
Basterà mutuare il termine ticchettío dell’orologio anche per il metronomo e parlare, per il momento, di ticchettío del metronomo.
A questo punto servirà utilizzare l’ascolto di alcuni brani musicali di qualsivoglia genere, meglio se brani musicali conosciuti dai nostri allievi (ad esempio le canzoni dei cartoni animati oppure le musiche delle pubblicità), che si differenzino molto nel tempo: alcuni brani veloci, altri lenti, alcuni velocissimi, altri lentissimi.
La contrapposizione di questi brani aiuterà loro nel capire che esistono canzoni veloci e canzoni lente.
Il passaggio successivo sarà cantare una stessa canzone conosciuta, dapprima a tempo naturale, poi lentissima e poi velocissima.
Importante sarà utilizzare il metronomo che porterà il tempo delle diverse esecuzioni di questa canzone.
In tale modo i nostri alunni apprenderanno, senza bisogno di grandi spiegazioni, che il metronomo serve per portare il tempo di canzoni che possono essere più o meno lente o più o meno veloci.
Adesso, aumentando e diminuendo la velocità del ticchettío del metronomo (delle pulsazioni del metronomo), faremo notare questo:
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Il tempo musicale (per i bambini è meglio definirlo concretamente tempo delle canzoni) è più lento quando il ticchettío è più lento, mentre è più veloce quando il ticchettío è più veloce.
Dunque il tempo musicale (tempo delle canzoni) può essere più o meno lento o più o meno veloce.
In realtà non è proprio corretto affermare che il tempo è lento o è veloce. È il modo con cui noi lo ordiniamo, attraverso le pulsazioni, e lo rappresentiamo, attraverso i movimenti, che può essere lento o veloce, non il tempo in sé.
A questo punto sarà importante far riflettere i nostri alunni su un punto.
Data una quantità x di tempo è possibile compiere una quantità y di movimenti che è variabile a seconda della velocità con cui gli stessi movimenti sono compiuti.
Ad esempio prendiamo un’ora come quantità di tempo.
In un’ora possiamo fare 10 km oppure 5 km oppure 1 km a seconda della velocità dei nostri movimenti ossia della velocità con cui noi muoviamo le nostre gambe.
Ne consegue che un medesimo compito può essere eseguito con una quantità di tempo che è direttamente dipendente dalla velocità con cui noi abbiamo affrontato il co...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Indice
  3. Frontespizio
  4. Copyright
  5. PREFAZIONE
  6. a cura della Prof.ssa Annamaria Santo – anno 2001
  7. FONDAMENTI TEORICI
  8. PARTE PRIMA
  9. Una didattica dei concetti
  10. 1. Il tempo e il movimento
  11. 2. La pulsazione, il metro e gli andamenti
  12. 3. Gli accenti e il ritmo primario
  13. 4. Il ritmo secondario, il battere e il levare
  14. 5. Tempi ritmici semplici e tempi ritmici composti
  15. PARTE SECONDA
  16. Conoscere il suono
  17. 1. Che cos’è un suono
  18. 2. Origine e modi di produzione dei suoni
  19. 3. Propagazione del suono
  20. 4. Natura dei suoni, La musica
  21. 5. Caratteristiche del suono: l’intensità (suoni forti, suoni deboli), Il volume
  22. 6. Caratteristiche del suono: l’acutezza ( suoni gravi, suoni acuti)
  23. 7. Caratteristiche del suono: il timbro
  24. 8. Chi ha la precedenza: il fonema o il grafema?
  25. 9. Didattica del suono
  26. PARTE TERZA
  27. Il linguaggio sonoro attraverso la sua rappresentazione grafica
  28. 1. La durata dei suoni (suoni corti, suoni lunghi)
  29. 2. Il silenzio: assenza del suono
  30. 3. Filastrocche e conte
  31. 4. I valori numerici rappresentativi della durata dei suoni, Le frazioni matematiche indicative del tempo
  32. 5. Le note, le pause e la battuta
  33. 6. Il pentagramma
  34. 7. La chiave
  35. APPROFONDIMENTI TEMATICI
  36. a)Il suono
  37. b) L’organo dell’udito
  38. c) Riflessioni sul tempo
  39. d) Del tocco e del toccare
  40. CONCLUSIONI
  41. BIBBLIOGRAFIA
  42. DEDICA