Il volto brillante e raffinato del romanticismo
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Il volto brillante e raffinato del romanticismo

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Il volto brillante e raffinato del romanticismo

Informazioni su questo libro

Percorrendo le vite di un elegante notaio, di un romantico per eccellenza, di un poeta del pianoforte e di un acrobata della tastiera, ci si sente proiettati nel volto brillante e raffinato del romanticismo musicale; un periodo storico esposto attraverso questo saggio in maniera fluida, esauriente ma sintetica.

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Informazioni

Anno
2020
Print ISBN
9791220307796
1 Breve storia del Romanticismo musicale
Dare una definizione precisa a questo periodo storico così imponente, è impossibile. Se lo si considera come categoria dello spirito (romantico o sentimentale) esso è rintracciabile in tutti i tempi. Se lo si vuole considerare storicamente, sfugge ad ogni sistemazione per la molteplicità e complessità dei suoi aspetti che variano da Paese a Paese e da persona a persona. La novità è che tutto è pieno di liricità, e il tono che dominerà la coscienza letteraria e artistica del Romanticismo sarà prevalentemente musicale: la poesia è musica di parole, l’architettura musica di pietre, la pittura musica di colori e di linee, la filosofia musica di idee.1
Vi è una netta sfasatura cronologica tra il romanticismo filosofico/letterario e il romanticismo musicale, basta confrontare alcune date: nel 1796 (subito dopo le prime Sonate per pianoforte di Beethoven, e prima dei Quartetti op.76 di Haydn) compare quella ch’è ritenuta la prima opera letteraria compiutamente romantica, le Herzensergießungen eines kunstliebenden Klosterbruders (sfoghi del cuore d’un monaco amante dell’arte) di Wackenroder2, la sua opera si fonda sul mistero e sui criteri e i contenuti della prima generazione dei tedeschi romantici. Quelle che sono considerate le prime espressioni del romanticismo musicale, i primi Lieder goethiani di Schubert, sono invece del 1814, e ancora più tarda sarà l’esplosione del romanticismo nel campo del teatro musicale, dove bisognerà attendere la prima rappresentazione del Der Freischütz (il franco cacciatore) di Carl Maria von Weber nel 1821; tutto ciò sta a dimostrare, quanto detto prima, sulla discordanza della corrente romantica letteraria e musicale nel periodo storico.
“Ogni arte aspira costantemente alla condizione della musica”3
Il Romanticismo coinvolse in maniera sostanziale soprattutto la musica classica, con un linguaggio musicale nettamente evoluto. I compositori di mezza Europa accolsero con entusiasmo gli ideali di questo movimento, infatti, mutarono la loro posizione sociale passando da musicisti di corte a liberi professionisti, elevando il pianoforte a strumento principe grazie alla sua capacità espressiva. L’utilizzo di questo strumento diede una maggiore libertà formale e di espressione, perché capace di cantare e di dominare la scena anche nel dialogo del solista con la grande orchestra. Divenne infatti, il principale strumento di sperimentazione sonora. Tra i maggiori rappresentanti del Romanticismo si annoverano: Hector Berlioz, Robert Schumann, Fryderyk Chopin, Johannes Brahms, Felix Mendelssohn, Pëtr Il'ič Čajkovskij, Camille Saint-Saëns, Sergei Rachmaninov; in Italia Niccolò Paganini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti, Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi.
Nel Romanticismo la musica rappresenta l’arte per eccellenza, perché ritenuta in grado di esprimere sentimenti e tensioni in modo immediato ma soprattutto comprensibile a tutti.
Fondamentale per l’evoluzione musicale del romanticismo fu F. Liszt, grande fonte d’ispirazione per musicisti sia per la letteratura, che per il cinema: la sua immagine fu ampiamente utilizzata per coniare monete, finanche nella produzione di francobolli. Aderì sin dall’inizio alla nascente musica a programma che fu una delle forme preferite dai musicisti romantici, rivoluzionandone la tipologia compositiva e portò sul palcoscenico un imponente pianismo romantico in grado di sostituire l’orchestra, grazie alle sue abilità da virtuoso: la brillantezza, l’invenzione e l’improvvisazione. Inoltre, si impegnò enormemente nella modernizzazione di altre opere già superate. Ma fu soprattutto Richard Wagner a creare un nuovo linguaggio musicale che in seguito avrebbe portato alla dissoluzione della tonalità, spingendosi verso forme sempre più nuove. I suoi drammi sono tra gli esempi più alti del Romanticismo e del Decadentismo. In Wagner, più che in altri musicisti, vi fu anche uno stretto legame con la poetica, la filosofia e la politica dell’epoca romantica. Egli lamenta della scarsa energia riformatrice dei direttori, di quel tempo, che avrebbero potuto cambiare l’assetto delle orchestre tedesche:
“Per esempio Meyerbeer era assai minuzioso. […] Poiché conosceva bene l’importanza di una buona interpretazione, ed inoltre era ricco e indipendente, avrebbe potuto diventare di straordinario ausilio per l’orchestra di Berlino, quando il re di Prussia lo chiamò Generalmusikdirektor. Anche Mendelssohn fu chiamato nello stesso periodo a Berlino e a lui non mancavano certamente cognizioni e capacità fuor del comune. […] [Tuttavia] Essi lasciarono le cose com’erano: ora abbiamo davanti a noi la ‘celebre’ Orchestra di Berlino nella quale è svanita perfino l’ultima traccia della spontiniana tradizione di precisione.”4
La difficoltà di tracciare coerentemente le linee di tendenza nel campo interpretativo diviene pertanto palese.
Dunque, con l’avvento del Romanticismo i compositori superarono l’epoca del classicismo avutosi con Haydn e Mozart per approdare ad un’espressione concreta e diretta basata sull’esaltazione del sentimento. Furono apportate numerose novità: nacque la figura del direttore d’orchestra, impegnato a dirigere un numero sempre più elevato di strumenti, infatti, l’orchestra conobbe l’aumento dei fiati e delle percussioni e l’introduzione definitiva come componenti stabili degli ottoni gravi, fra cui il trombone e il bassotuba. Infine, anche l’insaziata ricerca armonica dei romantici può essere considerata un aspetto di questa volontà di esplorazione del suono. I collegamenti fra gli accordi non rispondono più tanto a scopi di funzionalità strutturale, quanto all’esaltazione delle affinità timbriche delle varie aggregazioni sonore. Tutto si fonda su un gioco chiaroscurale, grazie alla quale il colore diventa esso stesso una struttura portante della forma.5 Questo è il periodo in cui la musica raggiunge livelli di fruizione musicale altissimi, in cui l’arte fa fronte ad un dibattito intellettuale al punto che mentre in Liszt troviamo traduzioni di opere letterarie in composizioni pianistiche, viceversa, importanti scrittori fanno di musiche e musicisti l’argomento di opere letterarie6. Grazie anche alla nascita del repertorio, cioè la riproducibilità di una stessa pagina in maniera incondizionata, non c’è più l’idea delle pagine che hanno una durata quasi limitata, dette anche pagine “usa e getta”. Nell’ 800 abbiamo la percezione di un’opera che sia immortale, che raggiunga l’eternità; inoltre, gli autori si impongono in ciò che ritengono opportuno scrivere, quindi, i compositori non cedono più la propria arte adeguandola alle richieste. I musicisti del pieno romanticismo ci tengono particolarmente a curare la propria immagine da restituire al pubblico. Ci troviamo in una sorta di ripristino, di fronte ad una categoria che era sempre rimasta opacizzata in epoche precedenti, in una scala piramidale dove si ribalta una situazione non solo di imponenza ma anche per il livello di riscatto economico che finalmente il musicista/compositore riceve dal pubblico rispetto ai secoli precedenti. Se nell’estetica settecentesca la musica era considerata un’arte inferiore rispetto alla poesia, poiché incapace di trasmettere significati determinati e univoci, nell’estetica romantica questa posizione si ribalta. È proprio l’indeterminatezza del significato musicale a rendere quest’arte superiore a qualsiasi altra. Questa convinzione è espressa in maniera efficace nelle parole del poeta Heinrich Heine: “dove finiscono le parole, inizia la musica”.
1.1 Il virtuosismo strumentale
Cos’è un virtuoso?
“persone che esibiscono i loro talenti dinanzi a un pubblico, che posseggono quale principale talento un alto grado di abilità tecnica, e si rendono grandi per fama e ricchezza principalmente attraverso l’esibizione della loro abilità”.7
Un fenomeno fondamentale del Romanticismo musicale è la nascita della figura del “virtuoso”: l’interprete dotato di abilità esecutive straordinarie in grado di raggiungere sul suo strumento musicale livelli tecnici di inaudita complessità e dotato di nuove possibilità espressive ancora inesplorate. Il primo grande virtuoso romantico fu Niccolò Paganini, che con il suo violino incantò i pubblici di tutta Europa percorrendo una vorticosa carriera prima italiana e poi europea, divenendo un modello emulato da intere generazioni di interpreti; famosissimo per la raccolta dei 24 Capricci op 1 (1831) trascritti e variati da moltissimi compositori, fra cui Liszt e Schumann. Paganini aveva una tecnica spaventosa che si univa ad una teatralità senza precedenti. Era solito, per esempio, incidere le corde del violino facendo sì che si spezzassero durante l’esecuzione. Ne rimaneva una sola, quella del sol, sulla quale concludeva il concerto riuscendo tuttavia ad ottenere un suono sublime, rappresentando così uno dei personaggi più oscuri e ambigui del suo tempo. Un altro aneddoto voleva che le stesse corde venissero ricavate dalle viscere delle sue vittime. Una fama insomma tutt’altro che rosea, e infatti circolava la voce che avesse firmato unpatto col Diavolo. Bisogna dire, però, che ancor prima di Paganini vi fu Giuseppe Tartini8 che verso la fine del XVIII secolo compose il “Trillo del diavolo”, a seguito di un sogno in cui il compositore sostenne di aver stretto un patto col diavolo, il brano si tratta di un genere già virtuosistico ma il fenomeno si riallaccia, più tardivamente, al mito di Paganini perché la vita e l’estetica furono elevate all’ennesima potenza, rappresentò al suo tempo una popstar in cui sui giornali e nei teatri non si parlava d’altro.
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Il Sogno di Tartini, illustrazione diLouis-Léopold Boilly(1761-1845) riferita all'aneddoto del sogno che avrebbe ispirato la composizione della sonata.
La ricerca di un sempre più esasperato virtuosismo si trasferì dal violino ad altri strumenti musicali, soprattutto al pianoforte che divenne lo strumento più importante della musica romantica, al quale la maggior parte dei più grandi compositori dedicherà importanti capolavori. Addirittura, Chopin affiderà l’intera sua opera quasi esclusivamente al solo pianoforte, divenendo l’emblema della figura del pianista/poeta e raggiungendo una mirabile sintesi fra virtuosismo e cantabilità. Il musicista che più di tutti portò lo spirito del virtuosismo “paganiniano” sulla tastiera del pianoforte fu Liszt, tra i più grandi pianisti della sua epoca, autore di moltissime opere originali e trascrizioni di opere di altri autori, che ancora oggi costituiscono le pagine dell’esecuzione più impervia e dalla resa più spettacolare di tutto il repertorio romantico. Si dice che Liszt sentì Paganini suonare a Parigi nel 1831, questo lo spinse a decidere di emulare al pianoforte la tecnica del violinista, tale evento rimase l’unico contatto effettivo fra i due artisti, i cui nomi e le cui carriere sarebbero stati comunque legati come rappresentanti del virtuosismo romantico.
Con la potenza, la flessibilità e le capacità espressive offerte dal pianoforte rinnovato, esso divenne il veicolo privilegiato del virtuosismo, specialmente in considerazione del fatto che i pianisti non necessitavano di alcun accompagnamento, e incarnavano così più immediatamente l’ideale romantico del singolo artista come eroe9.
1.2 L’opera romantica
in Italia e in Francia, l’età romantica fu un periodo di cambiamento anche per l’opera, infatti il teatro d’opera costituiva senz’altro la più importante forma organizzativa dell’Ottocento su cui si fondava la produzione e il consumo musicale. Molto importanti furono le tematiche non più riguardanti alla mitologia e classici, bensì si ispirarono a soggetti storici o storie realmente accadute. Parigi fu la culla del grand-opéra che si contrappose all’opéra comique. Il termine“grand” poi faceva capire che il carattere di questo spettacolo voleva essere nobile, grandioso, quasi sempre collegato a vicende tratte dalla storia.
Il principio organizzativo della vita teatrale era la “Stagione” che si alimentava con opere nuove ogni anno ed è proprio questa la differenza tra un teatro e l’altro, logicamente, anche i teatri di maggior successo alternano periodi luminosi a periodi di decadenza.
Inizialmente i cantanti costituivano, ancora, la spesa maggiore in un bilancio teatrale; tuttavia, questa concezione, con la rivalut...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Indice
  3. Frontespizio
  4. Copyright
  5. Prefazione
  6. Introduzione
  7. 1 Breve storia del Romanticismo musicale
  8. 1.1 Il virtuosismo strumentale
  9. 1.2 L’opera romantica
  10. 1.3 L’evoluzione del pianoforte
  11. 2 Felix Mendelssohn “l’elegante notaio”
  12. 2.1 Mendelssohn musicista e compositore
  13. 2.2 Le composizioni per orchestra
  14. 2.3 La musica pianistica e da camera
  15. 3 Robert Schumann “il romantico per eccellenza”
  16. 3.1 Schumann Compositore
  17. 4 Frédéric François Chopin “il poeta del pianoforte”
  18. 4.1 Chopin e l’insegnamento
  19. 4.2 Il Metodo dei metodi “Méthode des méthodes”
  20. 5 Franz Liszt “l’acrobata della tastiera”
  21. 5.1 Le composizioni di Liszt
  22. 5.2 il poema sinfonico
  23. Bibliografia