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Capitolo
L’inganno dei Morfis
Negilis, pianeta pacifico dove gli umanoidi, così chiamati Negiliani, vivevano in pace insieme ai terrestri, conosciuti dopo un lunghissimo viaggio del grande re supremo Alcons.
Egli, dopo essersi fermato sulla Terra per un certo periodo, si innamorò di una terrestre di nome Elisabeth, figlia di un vecchio soldato. Da questo amore nacque un figlio, Andrius, un semidio, come suo padre.
Da quel momento lui fu la prima unione di una terrestre con un umanoide di specie Negiliana.
Ciò lo rendeva incomparabile nella sua natura, infatti Andrius possedeva una forza impressionante, fin dalla sua più tenera età . Riusciva a sollevare sette volte tanto il suo peso e più cresceva, più diventava forte.
Purtroppo il principe non conobbe sua madre, perché la donna morì per complicazioni durante il parto.
Da allora il re decretò che nessun Negiliano doveva accoppiarsi con donne terrestri, così da evitare altre tragedie. Il re fu l’esempio di tutti i suoi sudditi e da quel giorno non amò più nessuna dedicando la sua vita ed ogni conoscenza a suo figlio, al suo pianeta e ai suoi amici terrestri.
Andrius cresceva ogni giorno di più e la sua forza si moltiplicava.
Il grande re supremo Alcons, padre di Andrius: aveva un fratello, il re Orinon. Lui passò la sua saggezza, lo spirito combattivo e tutti i trucchi di combattimento a suo nipote Andrius, così da farlo diventare sempre più forte.
Orinon era potentissimo guerriero, maestro con la spada e con qualsiasi altra arma.
Suo zio tramandò ad Andrius tutta la sapienza e la conoscenza, che possedeva; gli insegnò tutti i trucchi della guerra, sebbene il fratello, il re Alcons avesse decretato di vivere pacificamente.
Andrius cresceva ogni giorno sempre più forte sia in sapienza, sia in bravura.
Un giorno, il re e suo figlio, si trovavano ospiti sulla Terra, cavalcando sui loro destrieri sui prati verdi delle colline nelle vicinanze del fiume Tigri nelle alture etiopi. Erano insieme ai quattro capi terrestri, quando all’improvviso dal bosco, che separava il fiume, in ambedue i lati, uscirono ruggendo tre grandi leoni. Spaventarono così tanto i cavalli, che il padre e tre dei quattro capi terrestri, caddero a terra.
Uno dei tre leoni si avventò contro uno di loro per azzannarlo, ma Andrius saltò come un fulmine dal suo cavallo andando contro la feroce belva. I terrestri assistettero a qualcosa di scioccante, che non si sarebbero mai aspettati di vedere.
Il ragazzo agguantando per le ganasce quel grosso leone, senza pensarci due volte, lo squarciò in due.
Poi lo issò in aria, come fosse un fascio d’erba, scaraventandolo addosso agli altri due leoni, che nel vedere tutto ciò, scapparono via.
«Una forza così non si era mai vista! Questo ragazzo è un vero titano», dissero i suoi amici terrestri.
I due popoli vivevano pacificamente, scambiandosi doni e onori, tutte le volte che riuscivano a ritrovarsi.
Ma la pace, la serenità che con grande sacrificio il re Alcons aveva costruito tra i due pianeti, stava per essere infranta da un popolo perfido e senza cuore. Un popolo venuto da molto lontano.
Nessuno si sarebbe mai aspettato che un giorno, questi umanoidi dal cuore pacifico, avrebbero dovuto affrontare un nemico dall’astuzia ingannevole e dalla perfidia di un comandante bugiardo e ingannatore.
Forse gli Dèi sapevano già tutto questo e vollero preparare i Negiliani con la venuta del grande Andrius?
***
Anno 2016 A.C.
I Morfis umanoidi simili ai Negiliani avevano delle particolari caratteristiche.
Una sporgenza dietro la schiena li rendeva almeno tre volte più forti degli esseri umani.
Dopo un anno luce di ricerca disperata riuscirono ad avvistare un pianeta, chiamato Negilis. Esso aveva un re di nome Alcons che a sua volta possedeva un figlio, il semidio Andrius: avuto da una relazione con una donna terrestre di nome Elisabeth, morta al momento del parto.
Anche i Negiliani erano umanoidi con le stesse caratteristiche simili ai Morfis, ma un particolare li rendeva ancora più forti: l’unione con le donne terrestri.
Questo infatti li rendeva quasi imbattibili. Andrius, era un potente guerriero e difensore del pianeta, ma il re non voleva più fare guerra, vietando ogni forma di battaglia, ammainando la bandiera dell’ostilità e rizzando quella della pace, con il giuramento agli Dèi del cosmo. Il giuramento prevedeva di non far più guerre galattiche e di vivere nella pace cosmica. Ma, purtroppo, tutto questo non durò per molto tempo.
Anche i Morfis, capitanati dal malvagio Curon, inizialmente avevano fatto un giuramento, ma non rispettarono il loro patto con le altre forze galattiche del sistema stellare.
Scatenarono una guerra devastante in tutti i territori vicini, falsificando le prove della loro colpevolezza.
Gli ultimi a far guerra contro di loro furono gli Iraniu, i quali, però, vennero del tutto annientati. Nonostante ciò, inflissero una così grave perdita ai Morfis e al loro pianeta, tanto che dovettero abbandonarlo.
Dopo un lungo viaggio di dodici sfere luce, riuscirono a captare il pianeta Negilis, e avendo mandato un segnale d’aiuto, il re li voleva aiutare, così furono ospitati pacificamente da lui per qualche tempo.
Ma mentre erano ospiti di quei pacifici umanoidi, macchinarono il modo di impadronirsi del pianeta che ormai si era lasciato alle spalle ogni galattica battaglia. Con l’inganno crearono una rivolta riuscendo a prendere pieno potere del pianeta, per poi scatenare la loro ira contro il corpo celeste chiamato Terra, dove il re insieme a suo figlio e agli altri suoi sudditi erano andati, come di solito, a far visita.
Si appropriarono di tutto l’arsenale bellico, che il re aveva bloccato attraverso dei codici, sterminando e rinchiudendo in profonde fosse chiunque osasse mettersi contro di loro.
Costrinsero uomini e donne alla schiavitù e ai loro ostili scopi. Iniziarono a creare e a modificare geni e dna umani con umanoidi Morfiliani, con lo scopo di produrre una razza ancora più potente del re e di suo figlio, che loro conoscevano molto bene e temevano.
Le donne terrestri venivano spesso usate come macchine da riproduzione fino alla loro età procreativa per lo scopo di creare una nuova razza.
Una razza molto potente simile, se non più potente, di quella Negiliana. Plasmare degli esseri speciali, forti e che soprattutto li servissero, questo era lo scopo del perfido Curon.
Gli uomini che venivano catturati, quelli più forti, erano costretti a lavorare nelle miniere per estrarre e produrre il prezioso minerale chiamato Chiton. Un materiale che veniva scisso per poter dare fonte di energia alle loro navi, perché senza tale minerale non avevano possibilità di spostarsi con le loro navi spaziali.
Il re Alcons non si era mai comportato malvagiamente con i terrestri, anzi tra loro era nata una grande stima e profonda fiducia. Centinaia di esseri umani trovavano la morte dentro quelle miniere per estrarre il prezioso minerale.
Il carburante del pianeta Terra era inutile per le navi, ma veniva disunito, per poi usarne le materie prime, così da ricavarne un principio attivo.
Quest’ultimo permetteva di riparare il pianeta Negilis dalle falle create da tutte quelle meteore, che erano riuscite ad oltrepassare la dimensione Negiliana.
A quel tempo, quando si scatenò la rivolta dei Morfis contro i Negiliani, i pochi esseri umani rimasti in vita e scampati alle continue battaglie si erano rifugiati nelle caverne più nascoste per non essere catturati. L’estinzione del genere umano si avvicinava ogni giorno sempre di più, ma Andrius insieme alla sua legione di combattenti temerari, (centoventi in tutto, ingannati dai Morfis e costretti a rimanere sulla Terra), dopo una dura battaglia si rifugiarono dietro una cascata, formatasi per la distruzione degli argini del grande fiume Tigri e a causa delle continue guerre apocalittiche.
Proprio lì dietro quel muro d’acqua, Andrius aveva il suo quartier generale.
Negiliani umanoidi valorosi, unitamente a uomini e donne terrestri, si impegnavano giorno e notte insieme al grande Andrius nella salvaguardia della loro specie, procurando cibo a sufficienza per sfamare tutti.
I controlli erano assidui e avevano uno scopo ben preciso, quello di riuscire a recuperare una nave cosmica Negiliana, anche se ormai era nelle mani dei Morfiliani. Così da riuscire a ritornare sul pianeta Negilis e vendicare finalmente l’affronto subìto, annientando così i Morfis e il loro comandante Curon, controllando ogni movimento sospetto e ispezionando ogni luogo.
Di tanto in tanto i Morfis facevano visita al pianeta Terra per recuperare dei terrestri ancora in vita e portarli nel loro pianeta per i loro scopi… Anche se di esseri umani se ne vedevano sempre meno.
Andrius, anche lui si innamorò di una donna terrestre, fu l’unico ad avere l’approvazione del padre, nonostante sapesse a cosa la donna andava incontro.
Sua moglie si trovava a Negilis, quando i Morfis attaccarono il pianeta uccidendo molti di loro e facendo prigioniera la moglie di Andrius, ulteriore motivo per il quale il principe era intenzionato a fargli una bella visita.
Giurò vendetta per gli Dèi e per suo padre Alcons, che purtroppo morì in battaglia.
I Morfis erano maestri dell’inganno, così quando Alcons li aveva ospitati e Patrol la loro stella venne quasi distrutta dalla pioggia di meteoriti, il volere del figlio Andrius non era stato molto concorde con quello del padre, perché aveva notato in loro qualcosa di sospetto, ma non aveva potuto disubbidire al volere del re.
Andrius conosceva molto bene questi esseri e prima o poi si sarebbe aspettato un tranello del genere: una grande rivolta per il solo scopo di impadronirsi del pianeta Negilis. Spesso ripeteva al padre Alcons e a suo zio Orinon, che non si fidava di quella gente, ma purtroppo le sue parole non vennero prese molto in considerazione, ritrovandosi adesso a combattere un nemico, che prima avevano ospitato e reputato amico, inoltre senza la presenza del padre.
Il comandante dei Morfis, Curon, aveva teso un tranello il giorno, in cui il re ed Andrius erano partiti per far visita al pianeta Terra. In fondo, com’era sovente fare tutti i dodici del mese Cauton (25 dicembre, mese terrestre) per celebrare la grande festa, che la Terra festeggiava in quel particolare giorno.
Per lui era un onore partecipare a quella manifestazione e sapendo che i terrestri ci tenevano molto a questo momento, non voleva mancare neanche una sola volta, a parte le visite che faceva durante l’anno terrestre.
Spietato e deciso il crudele Curon riuscì a creare una così grande rivolta in quello stesso giorno, approfittando dell’assenza del re, da impedire allo stesso, di ritornare indietro nel loro pianeta, distruggendo le loro navi di pace. Erano chiamate così perché erano state bloccate attraverso dei codici anti-armamento.
Il re Alcons, suo figlio Andrius e le loro navi arrivate sulla terra ed ignare di tutto, in un secondo momento furono attaccate e distrutte. Esattamente lì, il re Alcons trovò la morte.
Così chi rimase sul pianeta Terra, non aveva nessuna possibilità di ritornare sulla loro stella nativa.
In quel giorno si festeggiavano due feste solenni, una terrestre, e una Negiliana, perché ricorrevano nello stesso solstizio d’inverno.
L’intero pianeta, in quel particolare giorno, ammainava a mezz’asta la bandiera in segno di lutto e nessun’arma doveva essere traportata sulla nave in ricordo della grande belligeranza galattica degli Dèi Astrali.
Curon, fu molto astuto, approfittando dell’assenza di Alcons, uccise tutte le guardie ed ogni suo fedele servitore impadronendosi totalmente del pianeta, per poi scatenare la sua ira sulla Terra distruggendo quasi la maggior parte della vita presente in essa.
Si impadronì delle potenti armi e dei vascelli da guerra, custoditi con dei codici di blocco, torturando e poi uccidendo Astrien, unico custode dei codici e sbloccando le potenti armi, che erano state deposte nel giorno degli Dèi, per poi scagliarsi ferocemente contro la Terra e tutti i suoi abitanti.
Il comandante Curon provava odio per quella popolazione, notando con quale cura il re li trattava.
Così i Morfiliani combatterono addosso i suoi abitanti e contro il re Alcons. E alla fine, dopo una dura e feroce battaglia, riuscirono a prevalere su di loro uccidendo il re Alcons proprio davanti agli occhi del principe Andrius, che riuscì a fuggire in tempo insieme ai suoi centoventi fedeli combattenti, aiutato dai terrestri.
Il principe stava passeggiando sulle dune della collina, che dava sponda al fiume.
Una quiete strana si sentiva nell’aria, tanto da far quasi dimenticare le atrocità e le dure battaglie, tanto da sembrare quasi surreale.
I ricordi non tardavano a rimbombare nella sua mente, tormentandolo.
Andrius era lì che passeggiava sulla riva del fiume nel giorno più caldo d’estate, insieme ad alcuni dei suoi guerrieri, ma lui non si dava pace per la perdita del padre e della moglie, fatta prigioniera.
Così lanciò un forte grido al cielo, tanto da spaventare gli uomini che erano con lui, e far volare v...