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Guida pratica alla professione di Dottore Commercialista ed Esperto Contabile
Piccolo Breviario pratico per la professione di Dottore Commercialista ed Esperto Contabile
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Guida pratica alla professione di Dottore Commercialista ed Esperto Contabile
Piccolo Breviario pratico per la professione di Dottore Commercialista ed Esperto Contabile
Informazioni su questo libro
Che cosa si apprende in anni di libera professione? Quali sono
quelle nozioni fondamentali che ogni professionista deve padroneggiare
per competere con successo nel mercato? Quali sono quei consigli
fondamentali che abbiamo ricevuto nel corso degli anni?Più che a dare
risposte questo libro prova a porre nuove domande, a proporre nuovi
spunti di riflessione che ci siano utili per affrontare ogni giorno la
sfida del mestiere più bello che ci sia
Domande frequenti
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Informazioni
Capitolo 1: La regola del terzo
Se esistesse una regola aurea nella professione di Commercialista (ma credo che valga praticamente per tutte le libere professioni) sarebbe sicuramente quella che io chiamo “la regola del terzo”.
La regola è questa: un professionista deve dividere il suo tempo in tre. Un terzo lavorare, un terzo studiare, un terzo stare sul mercato.
Saper miscelare oculatamente il proprio tempo è una delle doti indispensabili per il professionista.
Nel corso della mia attività professionale mi sono imbattuto in moltissimi casi in cui il mancato rispetto di questa regola ha prodotto effetti nefasti per i professionisti. Ho visto esperti aggiornatissimi e preparatissimi lavorare a ritmi impossibili per vedersi riconosciuta solo una minima parte del proprio lavoro dal momento che, non avendo un loro portafoglio clienti, finivano per lavorare sotto l’egida di un altro professionista che tratteneva per sé il grosso dei compensi corrisposti dal cliente.
Vi è poi il caso di professionisti assolutamente imbattibili da un punto di vista commerciale e stacanovisti dal punto di vista lavorativo che incappano in grossolani errori per non aver dedicato abbastanza tempo all’aggiornamento professionale ed essere poi costretti, pagando per un errore da loro stessi commesso, a risarcire il cliente vedendo persi anni di lavoro e di guadagni.
Chi invece dedica il proprio tempo allo studio e alla ricerca di nuova clientela, ma non vi lavora a sufficienza, non riesce a concretizzare i propri sforzi e quindi non riesce a fatturare abbastanza o almeno non quanto potrebbe, vedendo vanificati anche in questo caso i propri sforzi.
Come vedete il mancato rispetto di questa “proporzione aurea” ingenera quasi inevitabilmente delle storture che finiscono per danneggiare il professionista.
Ovviamente è una regola che va applicata per grandi numeri: di sicuro vi sono dei momenti dell’anno o della propria vita professionale nei quali questa regola può subire delle eccezioni e deve essere applicata in modo flessibile, tuttavia è il criterio sottostante quello che conta, ossia che la vita professionale si poggia invariabilmente su questi tre pilastri e che, laddove uno di questi tre scricchioli, come la gamba di uno sgabello, farà inevitabilmente finire il professionista con il sedere per terra.
Capitolo 2: Il software gestionale
Papa Leone XII, uno che di queste cose evidentemente se ne intendeva, diceva che il denaro è un ottimo servo ma un pessimo padrone. Per il professionista che si avvale di un software gestionale di studio vale la medesima considerazione: il software gestionale è un ottimo servo ma un pessimo padrone.
Moltissimi professionisti sottovalutano questo problema e dopo anni e anni di intenso uso di un software arrivano quasi a venerarlo come se fosse una divinità ctonia. Le ragioni sono molteplici. Il continuo studiare gli aggiornamenti del software, il fatto che per economie di scala oggigiorno quasi nessuno si sogna di usare più software gestionali (ad esempio uno per i bilanci e uno per i dichiarativi fiscali), il fatto che moltissimi professionisti passino un’intera carriera sempre con lo stesso fornitore del gestionale senza mai cambiarlo. Si è portati a credere che il software gestionale abbia sempre ragione e sappia sempre cosa fare e come farlo nel modo giusto. Errore.
Non è il software a compilare le dichiarazioni. Siamo noi. Non è il software a redigere un bilancio. Siamo noi. Se il software sbaglia non è lui a pagare siamo noi.
Spesso interrogo i collaboratori su errori che commettono e sovente la risposta che ottengo è “il software fa così”. Siamo noi a dire a lui cosa fare e non viceversa. È un ottimo servo ma guai a renderlo padrone della nostra professione.
Anni fa un software gestionale che aveva l’abitudine, per così dire, di preimpostare la data di impegno alla trasmissione dei dichiarativi fiscali secondo un criterio che nessuno è mai riuscito a comprendere, mi fece prendere una multa salatissima per via di alcune dichiarazioni integrative che avevo trasmesso oltre il termine previsto dall’impegno alla trasmissione. A nulla valsero tutti i miei tentativi di modificare questa impostazione e alla fine mi risolsi a emettere questa direttiva draconiana interna allo studio: qualsiasi dichiarazione venisse creata, la prima cosa da fare era cancellare la data di impegno preimpostata sotto pena di punizioni severissime! Quando anni dopo cambiai software gestionale ne scelsi uno che, sia lode a Fra Pacioli inventore della partita doppia, aveva la possibilità di non preimpostare la data dell’impegno, evitandomi così ulteriori tribolazioni e multe.
Aggiungo un’altra considerazione sui software gestionali: fate sempre molta attenzione alla loro scelta e analizzatene attentamente le motivazioni. Quasi sempre il Commercialista che intraprende la libera professione tende a scegliere il medesimo software che utilizzava nel suo studio precedente. Per comodità, per il travaso dei dati, per le offerte commerciali che lo rendono inizialmente conveniente, per non dover ricominciare a imparare ex novo un software sconosciuto e così via. Tutte motivazioni comprensibili, ma nessuna di queste è quella giusta. La sola motivazione per adottare un software e per continuare a usarlo è quella che meglio si adatti al nostro studio e alla nostra clientela. È pensabile che usino lo stesso software uno studio che opera prevalentemente con piccole ditte e con persone fisiche e quello che si occupa di consolidare bilanci di multinazionali? E lo studio che è specializzato in Agenzie di Viaggio adotta lo stesso software che si usa per medici e farmacisti, che sono esentati dall’IVA? E chi fuoriesce dalla multinazionale dei servizi professionali di stampo anglosassone per avviare un proprio studio con molti meno clienti e molto più piccoli, sceglierà lo stesso software usato sino al giorno prima? Domande retoriche direte voi, ma credetemi che moltissimi professionisti utilizzano un software sbagliato per le proprie esigenze, alla stessa stregua di un qualsiasi altro strumento lavorativo. Avrebbe senso consegnare a domicilio pizze con una fuoriserie di grossa cilindrata o fare il rappresentante di gioielli con uno scooter con la borsa porta pizze? Il principio è esattamente il medesimo.
Analogamente il professionista dovrebbe chiedersi nel corso del tempo se lo stesso software adottato anni prima, quando le dimensioni e la clientela del suo studio erano differenti, sia la miglior scelta anche oggi, quando le condizioni di lavoro, i clienti, i collaboratori sono mutati e la sola cosa rimasta invariata è il valore del tempo che spende per gli adempimenti, che deve essere valorizzato ed economizzato al massimo, evitando scelte manichee che finirebbero solo per danneggiarlo.
Un ultimo suggerimento: tenete sempre la mano allenata sui software. Anche se dopo anni di lavoro potete permettervi di delegare ai collaboratori i principali adempimenti, non ce...
Indice dei contenuti
- Cover
- Indice
- Frontespizio
- Copyright
- Introduzione
- Capitolo 1: La regola del terzo
- Capitolo 2: Il software gestionale
- Capitolo 3: Il denaro
- Capitolo 4: L’Ordine
- Capitolo 5: I clienti da evitare
- Capitolo 6: La responsabilità
- Capitolo 7: Guidare i collaboratori
- Capitolo 8: La negoziazione
- Capitolo 9: Lavorare sino a tardi
- Capitolo 10: I cacciatori di alci della Finlandia
- Capitolo 11: La ricerca degli errori
- Capitolo 12: Riprendere i collaboratori
- Capitolo 13: Imparare sempre, imparare da tutti
- Capitolo 14: Il prodotto
- Capitolo 15: L’intimità
- Capitolo 16: Lo sparring partner
- Capitolo 17: I difetti