Cap. 1
L'Ontologia dell'Opera d'Arte
tra Sapere Epistemico,
Interpretanza Ermeneutica ed
Intenzionale:la Seinweg e l'Intermittenza Poetante.
E’ indispensabile intraprendere sintagmaticamente gli studi e le ricerche dell’Ontologia dell’Opera d’Arte, giacché le configurazioni del Sapere “Epi-stemico” e le Ontologie Ermeneutiche, si sono concentrate solo sull'Ontica, sulle entità narrate.
L’Ontologia classica ha eluso la Fondatezza non matematica della Matesis, la Fondatezza non logica del Logos, quella non mitica del Mitos, la non epistemica della Epistemè, la non tecnica della Technè, la Fondatezza non artigianale, o seriale, dell’Opera d’Arte.
L’Interpretanza Ermeneutica ed Intenzionale non si cura di offrire una Fondatezza alla Nuova Epistemica, alla Mathesis virtuale, alla Physis Immaginaria, alla Temporalità Ontologica; men che mai dà fondamenta stabili alla struttura ontologica dell’Opera d’Arte.
E’ inevitabile intraprendere perciò il Sentiero Interrotto dell’Ontologia dell’Opera d’Arte, la Seinweg, che ci conduce all'ascolto della Intermittenza Poetante dell’Opera d’Arte nel suo eventuarsi quale icona “dell’Inter-Essere” o “Inter-Agenza dell’Inter-Esserci” dell’Ontopoiesis o della “Sein-poiesis”.
La Seinweg ci conduce all'ascolto dell'Intermittenza “dell’Essere-Poetante-Opera-d’Arte” nel corso della Temporalità Immaginaria.
Ma anche delle Temporalità Kairoslogiche o Kronoslogiche che si “dis-velano” nella radura illuminante del Chaosmos o nel campo morfogenico della Physis “dell’Inter-Essere” o “dell’Inter-Esserci” animato dell’Opera d’Arte.
Il Sentiero, il “Meta-odos”, il Metodo, la Seynweg che condurrà l’Ontologia dell’Opera d’Arte verso la Radura, sgombra, libera dalle scorie della Volontà di Potenza, della Technè, dell’Imperativo Categorico dell’Epistemica Tecnica vittima del Pensiero Calcolante, imitante, mimetico quale Mimesis dell’Arte.
La Mimesis, quale apprensività attraverso lo sguardo, cattura con la vista l’Essere che si “dis-vela” nella sua Physis.
E’ l’Esserci che “com-prende”, contemplando, l’eventuarsi della Physis dell’Essere, della natura dell’Essere, “dell’Essere-nella-Mondità”.
E’ la Mimesis del “dis-velarsi” dell’Essere Poetante o l’Ontologia dell’Icona della Physis, quale Ontologia dell’Icona dell’Essere nel mondo o l’Ontologia della Temporalità della Physis che si “dis-vela”, nel mondo, quale spazialità immaginaria nella Radura Immaginaria ove s’eventua quale Opera d’Arte Immaginaria.
L’Ontologia dell’essenza dell’Essere Poetante dà senso e dà alla luce la Physis, non la imita o la modella o la ricorda, ma la “dis-vela”: lì dove era abbandonata, nell’oblio dalla fuga degli dei epistemici, mitici, tecnici, ontoteologici quali il deus ex machina, la macchina poetica aristotelica.
La sua origine, originalità e singolarità, non dispiega la sua pregnanza oltre la soglia del Pensiero Poetante che contempla l’Opera d’Arte o la interpreta infinitamente nella Temporalità Kairoslogica piuttosto che Cronologica.
Per raggiungere i Sentieri Interrotti della Physis Poetante dell’Opera d’Arte, quindi la Fondatezza non tecnica della Technè e il Fondamento non epistemico dell’Epistemica, la Physis dell’Opera d’Arte si dovrà eventuare nella struttura ontologica dell’Essere animato.
Aldilà dall’essere solo opera inanimata, per gettare le Fondamenta nella Radura, nel Vuoto Quantico Epistemico.
La ricerca filosofica della Nuova Ontologia dell’Opera d’Arte avrà, quale priorità, la libertà dell’Essere Poetante nella Mondità e nella Physis Poetante: in qualità d’essere libertà poetante “dell’Inter-Essere” o “dell’Inter-Esserci” nell’Opera d’Arte nel corso del tempo.
L’Intermittenza “dell’Inter-Agenza dell’Inter-Essere o Inter-Esserci”, assentemente presente o presentemente assente, nell’Ontologia classica o Poetante, abitò già nell’origine la Technè.
Meglio nell’Ontologia della Technè ovvero nell’Ontologia dell’Opera d’Arte: quale Opera d’Arte prima dell’evento della Tecnica, quale arte prima d’essere opera tecnologica dell’Arte sia nella progettualità che nella Poetica, sia nella Gestell, quale Struttura Ontologica dell’Opera d’Arte, che nella Morfogenesi della Configurazione Iconica o Immaginante.
L’Ontologia dell’Opera d’Arte si “dis-velò”, assentemente presente, anche nella Mathesis trasfigurante l’arte in Technè, quale Topologia dell’Essere o “Inter-Agenza dell’Inter-Essere o Inter-Esserci” nella Mondità, prima di fossilizzarsi in Epistemica del Pensiero Calcolante Inanimato che contempla onticamente solo le Entità della Mondanità o le superentità delle ontoteologie.
Il luogo ove storicamente quegli eventi si evidenziano è la Gestell dell’Opera d’Arte quale Epistemè “dell’Essere alla mano", saper fare poetico, “Inter-Agenza” Poetante che si dà, si getta nell’Impianto, nella Struttura Ontologica abitandoli poeticamente.
L’Ontologia dell’Opera d’Arte “dis-velerà” un altro possibile, Sentiero Ininterrotto attraversante sia la Matesis Topologica “dell’Essere-Opera-d’Arte”, sia la Technè Epistemica Imperativa della Volontà di Potenza mondana dionisiaca o apollinea, sia l’Epistemè abbandonata dall’Ontologia classica al naufragio e al Nihilismo senza orizzonte, fondale, senso e salvezza.
Purtroppo per gli artefici dell’oblio dell’Ontologia dell’Opera d’Arte, quella presenza si dispiega nelle Fondamenta dell’Imperativo Categorico del Pensiero Calcolante della Technè e nella Decostruzione Ermeneutica e, fin’anche, nell’Ontologia classica.
Può l’Ontologia dell’Opera d’Arte raccogliere gli Eventi gettati nel Sentiero dell’Essere ed intraprendere la biforcazione dell’oltre che conduce alla Radura, alla Spazialità Topologica, sgombra dalle Temporalità Epistemiche Ermeneutiche?
E può approdare alla libera luce senza Fondamenti Epistemici, senza Grund ma solo “ab-Grund”, Abissi ove l’Evento dell’Icona Poetante dell’Essere possa abitare poeticamente quale Opera d’Arte “dell’Essere-Poetante”?
Cap. 2
Rinascenza dell'Ontologia:
il Sentiero Interrotto tra Risonanza
e Destinanza dell'eSSere
La Nuova Epoca sarà caratterizzata dal discoprirsi della Radura ove soggiorna l’Essere libero dall’Imperativo Categorico della Volontà di Potenza “dell’Epi-stemè” e dalle necessità del Pensiero Calcolante, adeguante meccanicamente, l’Essere alle Entità o alla Mondanità Ontica.
Nel suo discoprirsi, l’Ontologia dell’Arte lascia, invece, l’Essere libero nella Radura, in tutti i campi del sapere, del Pensiero Poetante e dell’Arte Pensante Poeticamente.
La Nascente Ontologia dell’Opera d’Arte può rispondere all’enigma della Destinanza dell’eSSere quale icona dell’Essere nella Mondità: il Destino dell’eSSere si eventua nella Morfogenesi vuota della Radura ove “l’Inter-Essere” Poetante si getta quale Ontologia della libertà della Destinanza o quale Attanza Poetante dell’Essere, prima dell’Attanza Immaginaria nella Physis e dell’Attanza virtuale nella Mathesis, nella Technè, nella Epistemè.
Solo così l’Ontologia dell’Opera d’arte si eventua quale ascolto della Risonanza dell’Intermittenza Poetante dell’Essere in Attanza Poetante nella Physis e nel Chaosmos Poetanti.
E quale Essere che si getta nell’Abisso quale Fondatezza del Fondale Poetante che si dà quale Destinanza dell’eSSere nella Radura.
La Destinanza si getta, quale Fondatezza dell’Essere, nell’Abisso dell’eSSere Poetante ed eventua nella Mondità l’Ontologia Poetante dell’Opera d’Arte.
Questa libera il Sentiero della Trascendenza Poetante, nel Chaosmos e nella Physis Poetanti, quale sublimità poetante disvelante l’Ontologia dell’Opera d’Arte, nella Destinanza d’essere libertà poetante nel Pensare l’eSSere in libertà.
Infatti l’Ontologia dell’Opera d’Arte è la libertà del Pensiero Poetante di pensare l’eSSere in essere libertà poetante o libertà d’essere Opera d’Arte dell’eSSere.
Il pensiero dell’origine dell’Opera d’Arte dispiegò prima una Ontoteologia poi un’Ontica, ma mai si “dis-velò” la Ontoteleologia dell’Opera d’Arte o della Poiesis, o del suo Pensiero Poetante.
Solo alla fine dell’ultimo millennio la qualità di Destinanza, o Ontoteloslogia, si “dis-vela” quale Sentiero che l’Opera d’Arte traccia, o getta nella Mondità, quale Destino Ontologico dell’Essere.
In quel Sentiero Ininterrotto, l’eSSere si “di-svela” nell’Esserci per essere custodito nell’Opera d’Arte quale Icona della Destinanza dell’eSSere, quale Immagine del Destino Ontologico dell’eSSere nella Mondità.
L'Opera d’Arte eventua la Destinanza dell’Essere, il Sentiero Ininterrotto che non conosce oblio ma, si eventua quale Sentiero del Destino dell’Essere.
Ontoteloslogia, dunque, piuttosto che Ontoteologia, Mitopoiesis o Mitologia: è l’Ontopoiesis quale evento della Risonanza dell’Ontoteleologia dell’eSSere.
Cap. 3
La Differenza Ontologica:
l'Aletheia dell'eSSere, l'eSSere dell'Aletheia
La ricerca filosofica degli Eventi Intermittenti dell’Ontologia dell’Opera d’Arte sarà anche la classica storia dei saperi poetanti, Ermeneutica dei poeti sapienti, l’Ontologia dell’Immagine e dell’Immaginario.
Lì soggiornerà l’Essere Poetante che si dà alla luce nella Radura: qual Sentiero Topologico chaosmico che eventua l’Ontologia della Physis Poetante che dà Fondatezza alla Matesis, alla Physis Epistemica, alla Technè attraverso la Differenza Ontologica “dell’Inter-Essere” Poetante.
La Fondatezza “Ontologica-Ontopoietica” della Matesis si dà, si discopre quale “dis-velatezza” dell’Ontologia Poetante della verità, dell’Aletheia che si eventua nell’Opera d’Arte Poetante, Grund e “ab-Grund”, della Epistemè e della Technè.
Oltre il Nihilismo della Tecnica, e oltre l’Ontologia classica, forse necessaria solo per disvelare alla mondità e alla mondanità la Nuova Ontologia dell’Opera d’Arte quale verità ontologica che discopra l’Essere nell’Epistemè come nella Mathesis della Physis.
Quel che dovrà “dis-velarsi” è l’Ontologia della Gegenstand: sia quale Essere dell’Ente, sia quale Esserci, Essere nella Physis o svelatezza dell’Essere nell’Opera d’Arte.
L’Ontologia dell’Opera d’Arte discopre la Fondatezza della Differenza Ontologica presente sia nell’Essere che nell’Esserci delle Entità nel corso del tempo, prima che esse vengano comprese dalle Epistemiche della Mondità.
Le Epistemiche Mondane gettano l’oblio solo per comprendere la verità dell’Ente.
L’Opera d’Arte non sarà mai solo “l’Entità-Epistemica” interpretabile secondo l’Ermeneutica narrativa, ma discopre, sempre presente, la Diffe...