Cap. 1
L'Ontologia del mito tra Sapere
Epistemico, Interpretanza Ermeneutica ed Intenzionale.
Il mito della Physis è essenzialmente un luogo mitico, una topologia del mito dell’abisso, della fondatezza, dell’aldilà: la storia del mito della Physis è la storia dei luoghi del mito, la storia mitika del mito è la storia dell’Essere mitiko, o dell’eterno ritorno del mito o della risonanza infinita dell’essere nel mito, nella latenza, custodita, curata per eventuarsi nella epokè mitica della Physis.
La storia del mito della Physis è la storia della radura dell’Essere, dell’Essere diradato, sgombro, libero d’Essere nell’abisso mitiko, senza nulla, senza niente, senza fine, senza tramonto, senza eclisse.
Nessuno è ancora stato libero di ricercare la storia dell’ontologia del mito, aldilà dell’ermeneutica teologica, oltre la metafisica nichilista categorica, epistemica, paradigmatica.
Non c’è né l’ontologia dell’essere mitico, né l’ontosofia del mito o la storia mitika del mito.
La storia del mito si fonda sulla storia mitica della libertà: senza esser liberi di contemplare il mito, non c’è mito ma solo fondamentalismo teologico, teocrazia: la storia mitika del mito è la storia mitika della libertà d’Essere in presenza della contemplazione dell’Essere divinità.
Il mito c’è quando l’essere si pone dinanzi nella contemplazione dell’Essere che si dà, si getta alla presenza nella radura, nella topologia dell’Essere, quale ontologia dell’Essere poetante, il Gegengrundsein che si eventua nella ontovarietà della gettatezza del mito è la radura poetante che custodisce, kriptata, latente la cura dell’Essere.
I luoghi della Gegengrundsein sono gli spazi kaosmici ove si getta dinanzi, davanti l’Esser mitiko i luoghi del mito sono quelli che l’esserci si trova di fronte non ad un orizzonte del mondo, o ad una prospettiva mondana, o ad un tramonto o eclisse cosmici, ma l’Essere è abitato poeticamente dall’orizzonte e dalla prospettiva dell’Essere senza fine, senza declino, senza tramonto, senza eclisse, quale eterno ritorno della risonanza dell’Essere mitiko.
Solo così si eventua l’epochè della storia mitika, non teokratica, del mito della Physis.
Tanto per essere rigorosi fino in fondo: il mito non è la topologia della teocrazia, né il mito è la singolarità nichilista cosmica del tempo immaginario, giacché quelle suggestive topologie sono sempre categorie della prospettiva del mondo tramontante mentre l’orizzonte dell’Essere mitiko non si trova mai di fronte all’eclisse, al tramonto, alla fine della storia, del tempo, dello spazio, del kosmo.
Nel mito invece c’è l’eterno ritorno della differenza ontologica tra il Gegenseyn e il Widerseyn: non il nulla o il niente, ma l’Essere che ci viene “in-contro”, l’Essere che si getta alla presenza, per abitare l’Essere che contempla la radura.
La storia mitika del mito è la storia della differenza che si eventua nell’ontologia poetante, quale presenza che abita il luogo kaosmico.
La storia mitika del mito è la storia dell’Essere che contempla l’essere di fronte, quale presenza della radura, ove non ha mai abitato né l’entità, né l’Esserci, né la mondità, né la metafisica, né la teocrazia, ma solo la risonanza dell’Essere che ci viene “in-contro”, quale eterno ritorno.
La storia mitika del mito è la storia della topologia dell'essere che si getta nella mondità per abitare i luoghi storici del mito, si eventua nella risonanza quale Essere mitiko Essere divino che ci viene incontro, Essere che abita l’Essere, Essere che si incontra kriptato nell’Essere mitiko della Physis.
La topologia, il luogo ove l’Essere ci viene “in-contro” e ci abita è il “mithos”: la topologia del mito è la mitika topologia della storia del “mithos” solo nella topologia del “mithos” la storia si eventua quale storia mitika del “mithos”: giacché solo lì è libera d’essere storia mitika del “mithos” e mai più storia della teocrazia, storia metafisica della teologia teocratica, storia metafisica della teologia teocratica, storia della volontà di potenza della teocrazia, storia dell’etica teocratica.
I luoghi ove il “mithos” ci viene incontro, o dove l’essere “in-contra” l’essere che si eventua ed abita l’essenza del pensiero poetante, sono i luoghi del “mithos” sacri, oscuri, misterici, kriptati, perché quella prossimità dell’essere con la sua ikona che si getta alla presenza e la abita è mitica nel senso di indicibile, inaudita, e dai paradigmi fisici cosmici, la storia mitika del mito è la storia degli spazi liberi, abitati solo dall’Essere che ci viene “in-contro”, quale Gegenseyn, mai nullità, e nel tempo: Essere che si incontra nell’essere che si getta ed abita, nella contemplazione, l’Essere poetante.
Le varietà del venire incontro dell’Essere sono infinite, indicibili, senza eclissi: perché i luoghi del “mithos” sfuggono alla classificazione dell’imperativo categorico del rigore razionale o della metafisica ideale nichilista, sinergetica, supersimmetrica, inferenziale, logistica, teocratica.
Gli eventi del “mithos” sono sempre in relatività con gli eventi e le ontovarietà dell’Essere che ci viene incontro, che si eventua quale libertà ontologica: si incontra l’Essere, si contempla la libertà d’essere kaosmica.
I luoghi del “mithos” sono gli spazi topologici ove l’Essere si dispone nella contemplazione, nell’ascolto, nella visione, nella sensibilità e nel pensiero poetante dell’Essere di fronte, dinnanzi, davanti che ci viene incontro, nella Gegenseyn kaosmica.
La storia mitika del “mithos” è la storia delle radure, dei vuoti ontologici della topologia dell'essere, ove l’essere si eventua per essere contemplato e per abitare poeticamente l’essere di fronte, oltre che abitare poeticamente solo il mondo, la “Physis”, il kosmo.
Quando un luogo, una radura, un vuoto sono abitate poeticamente dall’Essere che si getta e che viene “in-contro” all’Essere, si eventua il “mithos” e la sua storia quale storia mitica del mitiko abitare poeticamente l’Essere poetante, in libertà, in verità, in prossimità con l’Essere ontosofico.
La libertà di ricerca sulla storia mitica del “mithos” della Physis si eventua nella storia dei luoghi ordinari del senso del “mithos”, della sua essenza, della sua presenza qui ed aldilà del mondo i luoghi del “mithos”, anzi meglio la topologia del “mithos”, lo spazio vuoto, la radura, lo spazio libero dalla mondità ove è custodito, curato, evocato e contemplato il Gegenseyn: l’Essere che viene incontro per abitare poeticamente, non solo il mondo, ma l’ikona dell’Essere, l’essenza dell’Essere, l’Essere poetante, l’Essere ontologico, l’Essere ontosofico.
Cap. 2
Differenza Ontologica e Topologia
Si eventua così la differenza ontologica: si presenta la topologia dell’Essere mitiko, di là e di qua la topologia fluttuante del mondo dell’Esserci, del mondo virtuale, del mondo immaginario, del mondo ontologico, del mondo poetante.
Il mondo dell’Essere mitiko si getta nella mondità anche qu...