
- 288 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Informazioni su questo libro
Oltre 460 giorni della Grande Guerra raccontati in presa diretta e raccolti in quasi 300 documenti tra lettere, cartoline e telegrammi spediti alla famiglia. Sisto scrive praticamente tutti i giorni, ovunque si trovi: dal fango della trincea all'ospedale. Un flusso incessante, rotto da una granata austriaca che se lo porta via, a pochi giorni dal suo ventunesimo compleanno. Uno spaccato autentico sulla quotidianità e la violenza della Grande Guerra, così simile alle guerre che ancora oggi si combattono. Epistolario vincitore del Premio Pieve 2007.
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Informazioni
Scusate la calligrafia
Nota dell’editore
Il carteggio che qui pubblichiamo è stato sottoposto al vaglio di una commissione redazionale composta dalla curatrice del libro e dai responsabili della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, che hanno definito i criteri di pubblicazione e hanno approvato il risultato editoriale. La normale operazione editoriale di revisione di un testo necessita di cure particolari nel caso di diari, memorie ed epistolari; per questo motivo, i criteri adottati variano in relazione al tipo di testo autobiografico pubblicato. Nel caso dell’opera di Sisto Monti Buzzetti siamo riusciti a mantenere quasi intatto il carteggio, aggiungendo solo tra parentesi quadre qualche lettera dimenticata all’interno di una parola, o in un paio di casi una parte di frase saltata dall’autore ma perfettamente ricostruibile a senso.
Belluno 20-3-916 ore 2,30 pom.
Carissimi,
Scusatemi se non vi ho scritto durante la strada, ma ne sono stato impossibilitato dalla celerità del viaggio. Sono giunto a Belluno oggi alle 12,30 e partirò dimani mattina per Caprile poiché tutti i posti del camion che parte stasera sono stati già occupati. Domani vi scriverò di nuovo da Caprile e se potrò vi darò anche il mio indirizzo.
Il tempo è splendido, come non l’ho visto da un pezzo. Belli i monti incappucciati di neve; il clima dolce, anzi quasi caldo. Vedete dunque che non si può desiderare di meglio. Tanti saluti a tutti gli amici e parenti. Baci ardentissimi a Vilge e a voi. Beneditemi.
Vostro aff.mo figlio Sisto
Belluno 21-3-16 [cartolina postale]
Cara mamma.
Nella mia di ieri ti dissi che ti avrei di nuovo scritto da Caprile, ma non so se potrò farlo perché forse giungerò tardi quindi ti scrivo di nuovo da Belluno. Sarei dovuto partire stamane col camion alle sette, ma c’erano quelli prenotati fin da domenica e quindi hanno avuto la precedenza: io partirò col Camion dell’una oggi dopo pranzo.
Il bel tempo di ieri si è guastato improvvisamente; da stanotte che piove: su nei monti nevica, tanto per fare una cosa nuova. Io sto benone; freddo fin qui non se ne sente; certo su quelle cuspidi deve fare un po’ freschetto, ma per ora, ripeto non si sente, e quel che non si sente non fa paura.
Qui sotto le finestre della mia camera è un rincorrersi incessante di camions che vanno e che vengono.
Sono la vita delle trincee.
Non dubitare che non mi mancherà nulla. Fatti coraggio e così pure babbo e Vilge, perché noi si sta bene. Domani vi scriverò da dove mi trovo e così vi scriverò sempre quando ho tempo. Desidererei un vostro scritto, ma fintanto che non vi mando il mio indirizzo è improbabile. Saluti ai parenti. Bacioni a Vilge a te a babbo. Beneditemi.
Tuo aff.mo figlio Sisto
Dal fronte 23-3-916 [cartolina postale]
Carissimi
Siamo finalmente oggi giunti alla nostra destinazione. C’è molta neve ma non fa assolutamente freddo: figuratevi che per giungere qua abbiamo sudato e non poco. Io sono stato assegnato alla 7ª Compagnia e questa sera la raggiungo dove si trova. Io sto benone quindi non state punto in pensiero; tanto più che fra qualche giorno il 60° va in riposo. Saluti a tutti gli amici ed i parenti. Bacioni a Vilge e a voi. Beneditemi e pregate per me. Sisto
Rispondetemi con affrancatura di 2 centesimi.
Dal fronte 24-3-916 [cartolina postale]
Cara mamma
Stanotte è stata la prima che mi sono passata al fronte. Ho dormito comodissimamente, senza sentire punto freddo; e pensare che mi trovo oltre i 2.000 metri. Come vi dissi ieri, sono destinato alla 7ª compagnia e più precisamente al 4° plotone. Non ho veduto ancora nessun alleronese perché la maggior parte stanno al 3° battaglione, mentre io sono al secondo.
Ho già ricevuto l’entrata in campagna e quando fra qualche giorno andremo a riposo vi spedirò che non mi abbisogna.
Saluti e baci. Sisto
Zona di guerra 25-3-916 [cartolina postale]
Caro babbo
Non so se avete ancora ricevuto nessuna mia. Io vi ho scritto molte volte; appena vi giunge il mio indirizzo rispondetemi. Scrivetemi molto perché desidero di leggere molto. Questa notte sono stato per la prima volta in trincea.
Te lo figuri, ne, tuo figlio davanti al nemico di notte mentre infuria la tormenta? Eppure ti dico francamente che non ho avuto freddo. E poi per la grandezza d’Italia sapremo sopportare molte altre cose!
Tuo figlio Sisto
Dalle terre irredente 26-3-1916 [cartolina postale]
Mia cara Vilge.
Ho già scritto a babbo e a mamma ed ora mi rivolgo a te. Io possibilmente vi scriverò ogni giorno, ma non vi dovete allarmare se qualche volta mancherò alla mia promessa, poiché quando si è in trincea non si ha sempre la possibilità di potere scrivere. Farai intanto tanti saluti a Lola, a Filomena, ad Eusebio e digli che faccia dei buoni fuochi e si riscaldi anche per parte mia specialmente poi Dario. Saluti a nonno, agli zii, a tutti.
Tante cose all’Ada; come sta, cammina ancora? Oppure sta sempre a divertirsi, a giuocare tombola? Si ricordi che l’ho sfidata a correre per quando ritorno, e adesso mi alleno quassù.
Dopo domani o al più tardi il 29 andremo a riposo.
Saluti e baci tanti a te a mamma e babbo. Ciao. Tuo Sisto
Dalla trincea 27-3-916 [cartolina postale]
Cara mamma
Ti scrivo dalla trincea a poca distanza dal nemico. La giornata è splendida ed un sole veramente primaverile ci consola un po’. Dinanzi a questa estensione infinita di neve, in mezzo a tanta esuberanza di candidissima luce, su queste eccelse vette, a pochi passi dal nemico mi sento grande; grande come gli ideali della patria, grande come immensa distesa di neve. Giunge di tanto in tanto qualche colpo di cannone; ma gli artiglieri nemici tirano male.
Domani è il mio onomastico: attendo per oggi vostre lettere: le attendo ansiosamente; spero che stasera quando torno ai baraccamenti ne troverò.
Ciao Pregate. Baci a Vilge e a babbo.
Benedicimi, tuo figlio Sisto
Dal fronte 28-3-916 [cartolina postale]
Babbo mio,
oggi è il mio onomastico. Come dissi ieri a mamma, attendevo lettere, ma la posta non è ancora venuta; spero che fra poco giungerà, e possa così avere qualche cosa di straordinario dagli altri giorni, come per festeggiarlo. Da altra parte ho pensato però anche a festeggiarlo, perché siccome oggi non sono ai posti avanzati ho mandato a prendere dello “champagne” per fare un po’ di festa con gli altri ufficiali della compagnia. Scenderemo a riposo il 31, ed allora vi scriverò lettere, poiché ora non ne ho la possibilità.
Saluti e baci a tutti. Tante cose care a Vilge e a mamma.
Benedicimi. Tuo figlio Sisto
Dal fronte 30-3-916 [cartolina postale]
Cara mamma
Ieri non ti ho potuto scrivere perché ebbi molto da fare in trincea.
I signori austriaci tirarono i soliti “ta-pum” con i soliti effetti di far ridere molto. Però stanotte nel tornare dalla trincea ho passato qualche momento brutto, causa una orribile tormenta. Ma ora è più nulla. Attendevo da due giorni vostre lettere ma non ho ancora ricevuto nulla. La posta di oggi non è ancora giunta: in essa spero che ci sarà qualche cosa. Domani a notte scenderemo a riposo.
Allora ti scriverò lunghissime lettere. Quando mi scrivete, scrivetemi molto, ma molto; ditemi tutto quello che accade costaggiù nella nostra Italia per la quale combattiamo.
Baci a babbo e a Vilge.
Benedicimi, tuo figlio Sisto
Dalle trincee 31-3-916 [cartolina postale]
Caro babbo
Oggi mi sono inteso per la prima volta fischiare le palle vicino.
Stamane pareva che i signori austriaci l’avessero proprio con me. Mentre stavo ispezionando le vedette mi hanno tirato due fucilate l’una più vicina dell’altra. Non sono stato ad attendere la terza che molto probabilmente avrebbe avuto l’ardire di forarmi la pelle, ma mi sono appostato dietro una feritoia ad attendere che l’audace nemico mostrasse la sua testa, per restituirgli quello che mi aveva mandato, ma ho atteso per un’ora inutilmente: ebbene andrà per un’altra volta. Non ho ancora ricevuto vostre lettere e ciò comincia ad impazientirmi più...
Indice dei contenuti
- Anche noi c’eravamo nauseati di uccidere
- Allegria di naufragio
- Una specie di eroe
- Scusate la calligrafia
- Lettera dell’attendente Gaetano Polenghi
- Lettera del cappellano militare