Poesías, antología
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Poesías, antología

Amado Nervo

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Amado Nervo

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Esta obra es una selección de poesías de Amado Nervo, como «La cita», «Si me dan a escoger», «En Bohemia», «Amable y silencioso», «Lo eterno», «¡Cómo callan los muertos!» o «Libros», donde la vida, la melancolía o la certitud de la muerte son temas recurrentes.-

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Informazioni

Anno
2021
ISBN
9788726679960
Argomento
Literature
Categoria
Poetry

TRES MESES

Mi amada se fué a la Muerte,
partió al Misterio mi amada;
se fué una tarde de invierno;
iba pálida, muy pálida.
Ella que, por su color,
gloriosamente rosada,
parecía un ser translúcido
iluminado por llama
interna. . .
¡Qué lividez
aquélla, la de mi Ana,
y qué frialdad! ¡Si tenía
hasta las trenzas heladas!
¡Se fué a la Muerte, que es
nuestra Madre, nuestra Patria
y nuestra sola heredad
tras este valle de lágrimas!
Hoy hace tres meses justos
que se la llevaron trágica-
mente inmóvil, y recuerdo
con qué expresión desolada
se plañía entre los árboles
el viento del Guadarrama.
¡Tres meses de viaje! ¡Nunca
fué nuestra ausencia tan larga!
Noventa días sin verla,
y sin una sola carta. . .
Abismo de los abismos,
distancia de las distancias,
hondura de las honduras,
muralla de las murallas,
¿dónde tienes a mi muerta?
¡Dámela! ¡Dámela! ¡Dámela!
¡En vano en la noche lóbrega
suena y resuena la aldaba
con que llamo a la gran puerta
del castillo que se alza
en la cima misteriosa
de la fúnebre montaña!
Cierto, detrás de esa hostil
fortaleza, alguien se halla. . .
Se adivina no sé qué,
un confuso rumor de almas. . .
De fijo nos oyen, pero
nadie nos responde nada,
y resuena solamente,
con vibraciones metálicas,
en los ámbitos inmensos
el golpazo de la aldaba.
Hoy hace tres meses justos
que se la llevaron, trágica-
mente inmóvil, y recuerdo
con qué expresión desolada
se plañía entre los árboles
el viento del Guadarrama;
y recuerdo también que
al cruzar por las barriadas
de Madrid me sollozó
una tétrica gitana:
«¡Señorito, una limosna
por la difunta de su arma!»
8 de Abril de 1912.

SED. . .

Cada día que pasa sin lograr que me quiera
es un día perdido. . .
¡Oh Señor, no permitas, por piedad, que me muera
sin que me haya querido!
¡Porque entonces mi espíritu, con su sed no saciada,
con su anhelo voraz,
errará dando tumbos por la noche estrellada,
como pájaro loco, sin alivio ni paz!
(Leído el 27 de abril de 1915).

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