Il crepuscolo del funzionalismo
eBook - ePub

Il crepuscolo del funzionalismo

Appunti di teoria sociale

  1. 178 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il crepuscolo del funzionalismo

Appunti di teoria sociale

Informazioni su questo libro

La sociologia, assieme all'antropologia culturale e alla psicologia sociale, è una delle tre scienze sociali moderne. Il suo oggetto d'indagine è dunque la nostra società nella sua interezza; ma, in termini "trascendentali", quali sono gli orientamenti attuali più apprezzati in seno allo studio della società? C'è chi ritiene che la sociologia non abbia ancora un paradigma dominante. Altri ritengono invece che essa sia per propria struttura "poliparadigmatica", ovvero divisa tra più paradigmi, almeno secondo l'accezione kuhniana del termine. Paolo De Nardis analizza a fondo la storia e gli sviluppi più recenti della disciplina sociologica, riservando ampio spazio alla riflessione sulle sue prospettive future e sulla nostra società di domani.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Il crepuscolo del funzionalismo di Paolo De Nardis in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Social Sciences e Sociology. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Bordeaux
Anno
2020
Print ISBN
9788832103434
eBook ISBN
9788832103687
Categoria
Sociology
Capitolo 1. Sociologia e “sociologie”
C’è chi ritiene che la sociologia non abbia ancora, come scienza, un paradigma dominante. A ciò si potrebbe opporre qualcuno, più ottimista, che voglia ritenere, invece, che la sociologia sia per propria struttura “poliparadigmatica”, ovvero che sia comunque divisa tra più paradigmi, almeno secondo l’accezione kuhniana del concetto.
Secondo Jean-Michel Berthelot, nel suo libro La costruzione della sociologia (2008), va operata una distinzione tra una sociologia che accentua l’importanza delle strutture sociali oggettive e una sociologia che accentua, invece, i soggetti sociali. Secondo Rositi si potrebbe parlare, in quest’ottica, di sociologia delle strutture versus sociologia dell’interazione, anche se, come fa presente, il discorso è senz’altro più complesso (Rositi 2016).
Infatti già un primo indicatore del grado di complessità del problema riposa sul fatto che non sempre gli stessi storici del pensiero sociale appaiono concordi nel datare l’origine propria del pensiero specificamente sociologico.
Troppo spesso infatti la confusione tra le matrici filosofiche delle scienze sociali empiriche e l’effettiva nascita della disciplina ha portato a considerare la genesi della sociologia attestata in epoche diverse e sovente tra loro distanti a volte molti secoli.
È appena il caso di ricordare come secondo alcuni si potrebbe parlare già di sociologia quando a malapena si affacciano, quasi alle origini del pensiero occidentale, elementi di carattere “sociale” all’interno delle prime filosofie politiche presocratiche, ovvero nei più ampi sistemi speculativi di Platone e Aristotele, dove si fa più esplicito il riferimento a problematiche relative alle classi sociali, al bene comune, alle questioni della πóλιs.
È indubbio però che in questo caso siamo di fronte a una schiera senz’altro minoritaria di studiosi e che per lo più, attualmente, la querelle sulle origini della disciplina si attesti su due date abbastanza ben definite: la prima, che vede nascere la sociologia in Europa, in particolare in Francia e in Inghilterra, alla fine del xviii secolo; la seconda sempre in Europa, ma circa cent’anni dopo, alla fine del xix secolo. Entrambe le prospettive chiaramente partono, da un lato, da una constatazione comune, dal punto di vista eziologico, che è a dire delle cause storiche che provocano la nascita della sociologia nonché il bisogno di sociologia; dall’altro, da una diversa accezione e concezione della sociologia, non tanto dal punto di vista del suo oggetto, quanto dal punto di vista del metodo scientifico, nonché della stessa concezione della sociologia come specifica scienza sociale empirica, con determinate categorie analitiche per la lettura di una realtà, quale è il sociale, non soltanto di tipo speculativo, ma che sappia integrare la dimensione teorica con la ricerca sul campo.
Comunque sia, è acquisizione comune che la sociologia rappresenti un elemento fondamentale della tripode costitutiva delle scienze sociali moderne assieme all’antropologia culturale e alla psicologia sociale; mentre la prima quindi è attenta alle questioni del comportamento umano all’interno del quadro sociale generale, la seconda analizza i processi interpersonali, a fronte della terza che si concentra, invece, sullo stesso oggetto dal punto di vista dei fatti relativi al patrimonio assiologico. In maniera sintetica (e perciò con tutti i vizi della sintesi) la sociologia come scienza ha oggetti scientifici da indagare: i fatti sociali.
Ogni scienza in effetti parte da esperienze reali che a volte non si capiscono adeguatamente e che sembrano spesso contraddittorie ovvero sorprendenti e che pure accadono.
Tutto ciò desta stupore a chi si occupa del comportamento umano nel contesto sociale e quindi del mondo degli uomini e a queste persone, che sono gli analisti sociali, si chiedono spiegazioni adeguate che possono rendere conto dell’accadimento di certi fenomeni. Insomma una scienza specifica gioca la propria funzione esplicativa quando c’è qualcosa che non torna dal punto di vista delle conoscenze tradizionali, ovvero delle vecchie certezze nel mondo delle reali esperienze che spesso permeano di sé anche la quotidianità.
Pertanto allo scopo di fornire spiegazioni in modo logica­mente rigoroso e di indagare nelle “stranezze” di eventi e fenomeni che vengono a costituire le nostre esperienze, la scienza elabora appositi strumenti sistematici per poter riflettere sul suo oggetto di studio, vale a dire specifici concetti che vengono a costituire gli elementi fondamentali per la costruzione del ragionamento e per la logica di indagine, che è a dire di ricerca nel campo peculiare da analizzare.
Pertanto gli oggetti specifici di una scienza sono il prodotto della sussunzione di dati reali (le realtà oggettive) a concetti, che è a dire a categorie logiche che permettono di rimandare a essi con un riferimento specifico e di poter argomentare su di essi all’interno di una sorta di “esperimento linguistico” dal punto di vista del significato dei termini per chiunque li utilizzi (o almeno per chiunque faccia parte della medesima comunità di studiosi).
Per quanto riguarda la sociologia, che tradizionalmente si pone come la scienza della società, la domanda primaria in termini, si potrebbe dire trascendentali, sembrerebbe essere la seguente: è possibile la società? Perché se si rispondesse negativamente a questa domanda, venendo quindi a cadere l’oggetto di una scienza, non sarebbe più nemmeno legittima l’esistenza della scienza stessa.
Ora dal punto di vista della legittimità di esistenza, e quindi di sopravvivenza della disciplina, la risposta è come dire già in re. È indubbio, infatti, che la società, o comunque qualcosa che riguarda il modo di vivere degli uomini, esista e che riesca ad avere una certa omogeneità morfologica e una certa coesione: infatti la gente di una stessa comunità o gruppo sociale più o meno esterno a seconda dei casi riesce a intendersi, a parlare, a far funzionare (bene o male) le proprie istituzioni, a regolare anche cronologicamente la propria esistenza sociale, le proprie azioni e interazioni e così via. Quindi è indubbio che, se questo insieme di cose si può chiamare società, la società esiste.
A questo punto allora viene spontanea la seconda domanda di sapore trascendentale: se la società esiste ed è quindi possibile, com’è possibile la stessa società? Insomma come può accadere che tante azioni individuali si riescano a coordinare, come può accadere che più individui riescano ad agire come se fossero un’unica persona, a livello di associazioni, organismi, organizzazioni eccetera, com’è possibile che, pur nella diversità di ognuno e nella discrezione, ci sia poi un risultato che di fatto accomuna diversi comportamenti, diverse aspirazioni, differenti interessi e via dicendo? Com’è possibile, infine, che le società siano diverse e funzionino diversamente le une dalle altre e che alcune società riescano a cambiare più facilmente di altre?
La sociologia tenta di dare risposta a tali domande facendo presente che un aggregato di individui sociali che chiamiamo in maniera un po’ stenografica società riesce a far sì che tutte le sue parti stiano insieme con un certo grado di accettabile unità e riescano a funzionare con un certo ordine, perché essa viene a rappresentare «una forma particolare di organizzazione delle popolazioni umane, prodotta in parte dalla coevoluzione di biologia e cultura, in parte da innumerevoli azioni intenzionali sviluppatesi per secoli» (Gallino 1996). Quindi la locuzione più felice per dare la rappresentazione di tale concetto è quella di organizzazione sociale. In questo modo si sintetizza il fascio delle relazioni sociali che godono di un certo grado di stabilità tra individui e gruppi sociali e soprattutto il fascio delle azioni ricorrenti che all’interno del sistema e della rete di tali rapporti vengono quotidianamente compiute, al fine di garantire la produzione e riproduzione materiale, ma anche simbolica, della loro esistenza.
A questo punto però, abbiamo già utilizzato termini che all’interno del linguaggio tecnico della scienza sociale empirica-sociologica riscoprono significati particolari, a volte molto diversi dal linguaggio ordinario, anche quello di medio-alta cultura. Ogni scienza in effetti ha un proprio lessico tecnico specifico, al di là dell’equipollenza semantica dei termini e, nella presentazione della disciplina, si è già dovuto procedere utilizzando parole come individuo, azione, organizzazione sociale.
Già questi tre concetti, invero, ci danno lo spessore di una delle principali grandi dicotomie in cui si dibatte il pensiero sociologico un po’ da sempre e che si struttura intorno alle risposte da dare alla seguente domanda: la società è formata da grandi strutture sociali che condizionano i comportamenti e quindi le azioni degli individui, o sono le azioni degli individui alla base di tutto e il sociale altro non è che la rete che si costituisce attraverso azioni e inter-azioni?
Scopriremo più avanti che la domanda in questi termini è mal posta, per una sorta di vizio metafisico di fondo, che dimentica la specificità della sociologia che è scienza sociale empirica, che cioè si basa sull’analisi e l’indagine sul campo e che non può quindi dare risposte a priori soprattutto a quesiti di tale sorta che addirittura vorrebbero determinare la causa causante e non causata del fenomeno sociale. Ma è indubbio che tale quesito abbia dato luogo di fatto a dottrine e teorie che hanno privilegiato in gran parte o la struttura, che è a dire la forma, la disposizione delle parti in un tutto nell’individuo, ovvero la realtà dell’individuo sul tutto intero, in questo caso non come realtà ontologica a monte, ma come prodotto delle costruzioni individuali.
Le prime teorie vengono comunemente denominate strutturalistiche od olistiche (dal greco oλoς = il tutto), le seconde comunemente vengono definite come individualistiche o dell’individualismo metodologico; con la variante di denominazione in teorie macrosociologiche e teorie microsociologiche.
Altra grande dicotomia è rappresentata dalla risposta data a un’altra domanda fondamentale sul piano della storia della sociologia: gli individui e i gruppi sociali che formano la società come si dispongono all’interno del quadro sociale stesso, stratificandosi e disponendosi gli uni accanto agli altri o sovrapponendosi, anodinamente gli uni sugli altri, ovvero lottando e confliggendo tra loro ai fini della conquista di un’egemonia e di una supremazia? Chiaramente in questo senso il rapporto del sociale è con il concetto di potere e di conquista dello stesso e si hanno teorie variamente definite stratificazioniste e teorie variamente definite conflittualiste.
Infine, un’altra delle grandi dicotomie della storia della sociologia è quella che virtualmente vorrebbe rispondere alla seguente domanda: la sociologia si deve occupare più dell’equilibrio della società, dell’integrazione dei suoi elementi, oppure delle trasformazioni e del cangiamento sociale? Ed ecco perciò apparire la coppia concettuale che definisce la dicotomia ordine-cambiamento sociale e in questi casi il discorso mette in connessione la sociologia con la storia e con la filosofia della storia.
Chiaramente tali dicotomie non esauriscono tutto il panorama delle coppie concettuali che troviamo in contrapposizione nella storia della sociologia, ma senz’altro vengono a rappresentare tre contenitori molto ampi nei quali trovano posto tante altre forme dicotomiche che comunque, poste in questo modo meramente speculativo, rischiano di risolvere la disamina in maniera bizantina e sen...

Indice dei contenuti

  1. Prima parte
  2. Capitolo 1. Sociologia e “sociologie”
  3. Capitolo 2. L’oggetto della sociologia
  4. Capitolo 3. La lente socio-istituzionale
  5. Capitolo 4. Sociologia e storia
  6. Capitolo 5. Etica e sociologia
  7. Capitolo 6. Fatti e valori
  8. Capitolo 7. Le categorie sociologiche di fronte alle nuove frontiere dell’indagine scientifica e alla sfida del presente
  9. Capitolo 8. Macro e microsociologia
  10. Seconda parte
  11. Capitolo 1. La grande dicotomia: olismo strutturalistico e individualismo metodologico
  12. Capitolo 2. Teoria sociale e analisi strutturale
  13. Capitolo 3. Formale e informale nelle processualità sociologiche
  14. Bibliografia