Oltremondo
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Oltremondo

Informazioni su questo libro

Oltremondo non è una raccolta di racconti ma un romanzo a capitoli stagni; è la periferia romana emarginata e laida che fa da sfondo a un'umanità reietta e disperata; una zona di rabbia, perdizione, esclusione e sofferenza dove personaggi senza futuro e senza speranza si muovono in un presente fisso di droga, alcol, violenza e sesso sporco. Un mosaico di tessere iperrealistiche a tinte forti e cupe, di voci strozzate sul nascere e fisionomie infime e crudeli di figure corrotte nell'animo, abbrutite e perse nella loro balorda e violenta realtà. Una Roma avara, squallida, sgualdrina e inespugnabile.

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Informazioni

I senza sonno
Iniziò tutto da una festa e una tv spenta nel buio estivo d’una stanza chiusa al mondo.
Saverio ricordava quella scritta sui muri scrostati dell’androne.
spegni la tv accendi il cervello ma dopotutto non ci aveva mai fatto caso, a quel punto preferiva le classiche magica roma! o principessa ti amooooo.
Per tutta la notte Saverio era stato sul divano, coi jeans slacciati come uno che si era appena tirato un segone nostalgico. Dalle otto, saltando la cena, alle due passate. Lo stomaco era così vuoto che era da riempire solo con birra fresca e vino caldo. Dai muri di cartone si sentivano le voci lussuriose del vicino: scopate selvagge o qualche nuovo video porno – conoscendo il soggetto e l’esagerazione di quegli orgasmi. Seduto sul divano Saverio sentiva tutto senza ascoltare nulla. Il brutto, però, era di sicuro il non poter guardare oltre le sue pareti: fosse una donna in carne, fica e ossa o una pornostar da piccolo schermo. Era finita, con suo rimpianto, l’epoca dei cinema porno. Non vedere e associare corpi alle voci era il vero danno. In compenso aveva un atroce dolore alla palla destra, quella più bassa. Forse era solo il troppo uso solitario, come un fesso in un sabato casalingo.
Solo cinque minuti prima aveva sentito al telefono quella sorca della sorella. Fin da piccolo gli avevano dato del malato perché la trovava infinitamente bella. Le aveva chiesto di illuminarlo sui propri sentimenti e spiegargli il suo stato d’animo.
Era sempre stata anche la sua maestra di vita: da bambino gli aveva fatto un po’ da madre.
«perché le donne, almeno tutte le pischelle che ho avuto, sono state così fredde? O almeno io le ho trovate tali! È sempre stata colpa mia o solo loro...? Come erano strani i miei comportamenti quando erano sul serio veri, li sentivo veramente, e non erano le mie balle con i termini cambiati alle cose...».
«guarda, fratellino mio! Per le donne mettiti l’anima in pace perché se c’è uno freddo, distaccato e noioso, quello sei tu!» rise con gusto. «E poi cazzo, Savè, ti ho sempre detto che se vuoi concludere qualcosa nella vita o con le ragazze, smettila con queste pippe mentali cosmiche! Ora vado di fretta... Ma fai come ti dico, basta con ’ste seghe! Attieniti a quelle fisiche, che ti riescono sicuramente meglio!» rise ancora con più gusto, forse solo un po’ più amaramente... «Un bacione. Ci sentiamo domani, fratellino... SMACK!» e baciò due volte la cornetta.
«Sì, sì, ciao» rispose riagganciando e ancora più paranoico e umile Saverio.
Per una volta neanche la sorella era stata in grado di risolvergli un dubbio cruciale. In lui non era cambiato proprio un cazzo. Se non la violenza paranoica, ormai sempre più repressa.
Era in piena tempesta ormonale e televisiva: sognava di fare sesso con una bionda e una mora, come le ballerine alla tv le veline sul bancone di Striscia la notizia... Cambiava di continuo l’umore già marcio: da nero diventava scuro con tremende canzoni pop provenienti dallo schermo in sottofondo, quelle che diventavano il tormentone estivo ogni anno.
La musica che confondeva i linguaggi: almeno lui aveva quel suo rap da strada e quel suo blues da vecchio.
Seduto e solo, anche con il televisore a volume alto come un anziano sordo da tutte e due le orecchie, riusciva a pensare al calcio. Dalla Roma al torneo interno tra quartieri rivali. Erano due anni che copriva il ruolo di punta centrale della squadra della sua zona. Mentre rimuginava tattiche sbagliate e gol presi, il polpaccio sinistro pulsava ancora di dolore: «contusione doppia» gli aveva detto un medico zoppo. Ma alla fine i lividi e le botte passavano sempre. Ormai per le sconfitte, in campo e fuori, non era più tanto triste, ma solo nervoso.
La becera malinconia gli tornava solo quando rientrando a casa non aveva più le feste del suo cagnolino biondo. Gli mancavano i suoi salti, le leccate sporche e rugose di saliva e fango, come fossero scarpini dopo un conflitto. Morto lo scorso anno, era stato l’unico amore della sua vita con tante beghe e poche scopate.
Era una nottata come altre, ma sarebbe cambiata all’improvviso... Ebbe inizio con uno zoom sullo schermo nero febbricitante per le scosse, con quel puntino bianco della tv spenta di colpo dopo sei ore d’affanno elettrico. Saverio ancora non poteva immaginare cosa lo stesse aspettando: uscire, per lui, non implicava altro dal solo bere fino alla sbronza e non reggersi più sul mondo.
Si mise la lama in tasca, non la nascose bene come era solito fare. Era giusto per quella sicurezza che secondo il proverbio non è mai troppa... tanto le sue intenzioni erano quelle di passare una serata alcolicamente tranquilla.
Entrò così fra i senza sonno.
Il suo era il quartiere “zozzo” di Roma, quello in rivolta, quello buio, triste e antico per antonomasia... nel senso che cadeva a pezzi, lunatico per natura, in conflitto con il tempo e lo spazio, in guerra coi meteorologi e i salutisti, in combutta con i santi per una congiura contro dio.
Le chiese scomunicate, essendo i nascondigli della droga assieme ai cassonetti dell’immondizia. Era il quartiere vecchio ma glorioso e fiero, che nonostante un bombardamento nella Seconda guerra mondiale era ancora in piedi, con gli stessi palazzi. Era la zona etichettata “alternativa”, spesso esagerando. Quella illegale e multirazziale in una città che non lo era per niente.
La zona spaccivendola, dove il controllo divenne eccessivo e facevi attenzione a ciò che mangiavi.
Era il suo quartiere! Quello che i suoi compagni di manifestazione frequentavano ogni sera. E poi gli amici tossici, quelli che avevano gli occhi a fanali e ne occupavano il suolo... Tutti erano ritenuti criminali, mentre loro teorizzavano di appioppare quell’aggettivo a chi stava ai piani più alti.
I loro erano affari inte...

Indice dei contenuti

  1. Tra la merda e il piscio
  2. Canto di Natale per un anarchico
  3. A testa alta
  4. Spartacus!
  5. Armando Millenomi
  6. I mangiatori di merda
  7. Color marrone
  8. Il sesso è questione di calcio
  9. La piscina
  10. I senza sonno
  11. Una giornata tipo
  12. Oltremondo
  13. Fuori forma
  14. Una passeggiata
  15. Notte d’eclissi
  16. Una laurea difficile
  17. Trenta euro
  18. Remo della pioggia
  19. Per una volta pronti
  20. Jack in Rome
  21. Silvia
  22. Musica classica
  23. Nient’altro
  24. La fine porta il nostro nome