La sabbia di Léman
eBook - ePub

La sabbia di Léman

  1. 164 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La sabbia di Léman

Informazioni su questo libro

Un amore che scompare, silenzioso come la nebbia sul lago di Léman, un'avventura umana che si accende come il sole che albeggia sul deserto giordano del Wadi Rum. Un ingegnere nucleare che perde la strada e una guida giordana che la ritrova. Il lago di Léman con le sue funeree leggende e sentieri invisibili del deserto che portano lontano mentre avvicinano. Un cuore abbandonato che si ferma in Svizzera e un timido batticuore che si accende in Giordania.

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Informazioni

Editore
Bordeaux
Anno
2016
Print ISBN
9788899641191
epilogo
Lettera di Sebastien e la Vergine delle serpi
Carlo mio, mon petit soleil,
è notte. Sono rinchiuso nel mio studio. Mia moglie dorme profondamente. Fuori nevica. Da qui non si vede il lago e la sua visione mi manca molto. Mi pare di vivere addirittura in un’altra città, ma è meglio così perché Léman, con il suo carico di storie, è indissolubilmente legato a te.
So che sei in Giordania, me l’ha detto Cecile. Ti chiederai perché ti scrivo solo adesso e con quale coraggio, visto il modo in cui mi sono eclissato.
Sono solo un codardo anche se ciò non mi giustifica affatto. Non c’era motivo sufficientemente importante per non spiegarmi con te, se non quello di una grande vergogna.
Prima di qualsiasi cosa, ancor prima di cercare di comunicarti le mie ragioni, nella speranza che leggerai la lettera fino in fondo, voglio che tu sappia che ti ho amato e ti amo profondamente e senza ombra di dubbio.
Anzi, sei stato l’unico essere che ha suscitato in me un istinto cannibalesco (così ti strappo, forse, un sorriso).
E allora?
Da dove inizio?
Dalla mia educazione?
Dalla mia religione?
Abbi pazienza, ti prego.
Tu conosci molto bene quanto abbia inciso la mia educazione borghese e con essa la mia appartenenza religiosa. Non importa se poi sono diventato un convinto ateo e un uomo di scienza, perché il mio senso del giudizio, un senso che ogni religione (inclusa la mia) sviluppa e instilla in modo sapiente, ha eroso la mia umanità.
Un’educazione pesante, una spada di Damocle in bilico per un po’ prima di abbattersi per spaccarmi in due, rendendomi monco di una parte del mio mondo, di te.
Cos’era quel crine che teneva la spada? Sicuramente il mio amore.
Cosa l’ha spezzato? La mia passione per te, un moto così rapido da non farmi più distinguere i contorni di ciò che mi stava intorno.
Anzi, per rendere meglio l’idea, ti dirò che era un moto vorticoso, capace di centrifugare ogni dubbio, ogni perplessità, anche ciò che prima individuavo come indecenza se non addirittura come peccato.
Tu hai avuto la forza, l’autorità e l’incoscienza di restituirmi la mia natura. Per questo ti ho amato più di ogni altra cosa al mondo, ma allo stesso tempo ti ho anche ritenuto responsabile del mio sentirmi “scomodo” con tutto il resto, in primis con la mia famiglia e con la mia comunità.
Prima che mi perdessi nel tuo odore, mi ero costruito un modello di vita non perfetto, ma tranquillo: avevo lavorato sodo per fare un lavoro appassionante e avevo sposato una donna, che oltre a essere innamorata di me, era anche un’ebrea colta, bella e vivace. Ciò mi bastava: avevo conquistato il mio posto in società, che nessuno avrebbe mai potuto mettere in discussione.
La tranquillità che mi derivava da ciò mi aveva reso un buon diavolo e, anche se non conoscevo ancora la felicità, mi sembrava però a portata di mano.
Perfino le mie naturali spinte erotiche verso gli altri uomini, percepite fino allora come desideri indistinti di novità, venivano assorbite (e domate) dal ruolo certo che mi veniva riconosciuto dalla mia rete sociale.
Credevo, oltretutto, di essere anch’io innamorato di mia moglie.
Poi, ho incontrato te e, fin dal primo momento, mi sei apparso eterno.
Tu, come una spira calda, hai abbattuto le mura del castello di carte nel quale mi ero rifugiato e mi hai reso nudo e senza dimora.
Lo sai quanto ho cercato di resisterti, ma più nascondevo il mio sentimento per te, più le mie inquietudini, oltre a prendere forma, si trasformavano nel desiderio di averti.
E quando finalmente ci siamo infiammati, la mia natura ha rotto gli argini artificiali che la contenevano. Mai avevo provato una tale frenesia. Era come se quell’eternità che avevo scorto nei tuoi occhi improvvisamente avesse cancellato la mia finitezza mortale.
Tu, come un terrorista, avevi fatto irruzione nel mio inaccessibile silenzio, luogo delle mie doppiezze, per annientarlo, per renderlo uno spartito bianco sul quale appuntare le tue note esplosive.
Ero diventato tuo prigioniero, alla mercè del piacere che avevo provato. Scoprire la felicità in un abbraccio era la vertigine sul burrone del Paradiso. Sono approdato al tuo amore per essere a casa mia, con la mia natura, che a tanti sembra una disgrazia, se non addirittura, come per noi ebrei, “toebah”, cioè abominio.
Lo sai che già mia nonna Marie, di tanto in tanto, come Miriam, ci leggeva un passo a tal proposito? Mi sono chiesto molto spesso il perché di tale scelta, soprattutto dopo la fine del mio matrimonio.
In realtà lei aveva intuito, ancor prima di me, il mio orientamento sessuale, presagendo anche le mie scelte per lei inaccettabili. Eppure, anche a lei sono bastati pochi incontri per amarti come un figlio.
Sono andato a rivedermi il passo che mi rimbombava dentro come un tuono, una cupa minaccia di morte, nonostante, allora, non cogliessi fino in fondo il suo significato.
Nel Levitico si dice: “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro.
Sai meglio di me, per la tua educazione cristiana che condivide la stessa visione, quanto un simile linguaggio, così ricco di riferimenti ai fluidi corporei, possa agire a livello subliminale. È un marchio!
Puoi, successivamente, staccarti dalla tua tradizione ed essere molto critico grazie a una folgorante intelligenza, puoi diventare con convinzione un fervente ateo e avere molta fede in un’altra verità, ma nel profondo quella sentenza agirà contro la tua vera natura come un nodo scorsoio, tanto antiquato quanto efficace.
Converrai con me che, per venirne fuori senza e...

Indice dei contenuti

  1. prologo
  2. Amin, il deserto e il sibilo del vento
  3. L’addio
  4. La dabka, la danza di Amin
  5. Il lago e il suo mistero
  6. Dipingo nuvole
  7. Un dolore senza parole
  8. La trappola dello stile e il fascino degli oggetti
  9. La catarsi del derviscio e quella del bambino
  10. Un incontro casuale: la carpa e la capra
  11. Lui mi chiama a sé. È imperativo. Io obbedisco
  12. L’anello nel fosso dell’Apocalisse
  13. L’anello nel fosso dell’Apocalisse
  14. Era solo, era unico, era l’uno.
  15. È così che nacque il due
  16. Omar e la lettura dei fondi di caffè
  17. Dietro di me ricordi, davanti a me l’imponderabile
  18. epilogo