Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2020
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Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2020

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Informazioni su questo libro

Il Mediterraneo è ormai da anni una delle aree più instabili del pianeta dal punto di vista sociale e geopolitico. Libia e Siria continuano a essere i paesi che destano maggiore preoccupazione e, a breve termine, è difficile immaginare una soluzione che possa riportare pace e stabilità al loro interno. La politica di disimpegno dalla regione da parte degli Stati Uniti è andata di pari passo con il maggiore coinvolgimento e la maggiore presenza russa: Mosca è oggi un attore importante all'interno del teatro siriano, e al contempo cerca di ritagliarsi un ruolo centrale nella crisi libica. Mentre emergono parallelamente potenze regionali come Turchia, Iran e paesi del Golfo, l'Europa sembra essere sempre più divisa e incapace di immaginare politiche a lungo termine in grado di fornire risposte a fenomeni, come quello migratorio, che la riguardano assai da vicino. Quali saranno gli scenari futuri della regione, quali le potenze emergenti e quali le risposte ai fenomeni epocali che stanno sconvolgendo la regione? A queste e a molte altre domande tenta di rispondere l'Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2020, giunto alla settima edizione. Uno strumento ormai imprescindibile per addetti ai lavori e non solo.

Domande frequenti

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Informazioni

PARTE SECONDA – SCHEDE PAESI
Nota metodologica
Le schede statistiche relative ai singoli paesi si compongono di dati e indicatori ricavati dai database e da specifici rapporti delle principali organizzazioni internazionali, di agenzie accreditate o di importanti Ong. In questa nota, il lettore troverà le indicazioni essenziali per una corretta interpretazione delle statistiche fornite, oltre ai riferimenti bibliografici e sitografici per un’autonoma consultazione dei dati. Per i criteri e le metodologie utilizzati nella definizione degli indicatori e nella compilazione delle graduatorie segnalate nelle schede, si rimanda ai siti Internet delle diverse organizzazioni responsabili.
DATI GENERALI
Tutte le statistiche sono ricavate dal Cia World Factbook 2019-2020, redatto dalla Central Intelligence Agency.
DATI GEO-DEMOGRAFICI
Le statistiche relative alla Superficie degli Stati, alla loro Popolazione, alla Densità, alla Popolazione urbana e rurale, alle Classi d’età (inferiore a 15 anni, da 15 a 64 anni, oltre 65 anni), al Tasso di crescita della popolazione, ai tassi di Natalità e Mortalità infantile (sotto i 5 anni), alla Speranza di vita alla nascita sono tratti dal database della Banca mondiale.
I dati relativi ai Confini, alle Coste, alle Etnie e alle Religioni sono tratti dal Cia World Factbook 2019-2020, redatto dalla Central Intelligence Agency.
Le statistiche riguardanti i Rifugiati residenti nei paesi e i Rifugiati provenienti dai paesi sono redatte dall’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr) e tratte dal database della Banca mondiale.
I dati sono comprensivi anche dei rifugiati palestinesi, della cui tutela si occupa l’Agenzia delle Nazioni unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati palestinesi nel Vicino oriente (Unrwa).
DATI ECONOMICI
Le statistiche (stime 2019) relative al Pil, al Pil pro capite corretto per la parità dei poteri d’acquisto, al Tasso di crescita del Pil, agli Investimenti, al Saldo del conto corrente, al Debito pubblico, all’Inflazione e al Tasso di disoccupazione sono tratte dal World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale, edizione di ottobre 2019.
I dati (ultime stime disponibili) relativi al valore delle Importazioni e delle Esportazioni e ai Principali partner commerciali dell’import-export sono ricavati dal The Observatory of Economic Complexity.
Gli indicatori (ultimi dati disponibili) relativi alle Riserve auree e di valuta estera, agli Investimenti diretti esteri in entrata e in uscita, agli Aiuti allo sviluppo e alla Popolazione sotto la soglia nazionale di povertà sono tratti dal database della Banca mondiale.
Il valore dell’Indice di competitività globale è tratto dal Global Competitiveness Report 2019 redatto dal World Economic Forum. L’indice – che si compone di 103 indicatori raggruppati in 12 ‘pilastri’ – mira a fornire un quadro generale sulle determinanti della crescita di lungo periodo del paese considerato. Esso va da 0 a 100: quanto più il valore si avvicina a 0, tanto meno il paese è competitivo; quanto più si avvicina a 100, tanto più il paese è competitivo. Il rapporto è consultabile e scaricabile al link http://www3.weforum.org/docs/WEF_TheGlobalCompetitivenessReport2019.pdf.
L’Indice di libertà economica (2020) è tratto dal rapporto 2020 Index of Economic Freedom, redatto dalla The Heritage Foundation. Strutturato attorno a 12 indicatori di libertà, esso va da 0 a 100: quanto più il valore tende a 0, tanto minore è la libertà economica; quanto più si avvicina a 100, tanto maggiore è la libertà economica. La graduatoria è consultabile al seguente link: https://www.heritage.org/index/ranking?version=514.
Nota per la Palestina. I dati relativi al Pil, al Pil pro capite corretto per la parità dei poteri d’acquisto, al Tasso di crescita del Pil, al Saldo del conto corrente, all’Inflazione e al Tasso di disoccupazione sono tratti dal database della Banca mondiale. Per gli altri indicatori, si può fare riferimento alle fonti generali precedentemente citate.
Nota per la Siria. In virtù delle difficoltà nella raccolta e nell’elaborazione dei dati a causa della guerra civile, alcune statistiche relative all’economia del paese non risultano aggiornate. I dati sono ricavati dalle medesime fonti indicate per gli altri paesi, eccezion fatta per l’Inflazione e per il Tasso di disoccupazione, provenienti dal database della Banca mondiale. Per gli indicatori il cui valore è precedente al 2014, l’anno di riferimento è indicato tra parentesi.
DATI SOCIO-POLITICI
I dati (ultimi disponibili) sulla Spesa (pubblica) per l’istruzione e sul Tasso di alfabetizzazione sono tratti rispettivamente dai database della Banca mondiale e dell’Unesco.
Il dato (ultimo disponibile) sulla Spesa sanitaria è ricavato dal database dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La statistica (ultima disponibile) relativa alle Spese militari è tratta dal database dello Stockholm International Peace Reasearch Institute (Sipri). I dati sono scaricabili al link https://www.sipri.org/databases.
Il dato sulla Libertà di stampa è tratto dal 2020 World Press Freedom Index, redatto da Reporter senza frontiere House. La graduatoria è consultabile al link https://rsf.org/en/ranking. I valori vanno da 0 (massimo grado di libertà) a 100 (minimo grado di libertà). Dal rapporto Freedom on the Net 2019 di Freedom House, consultabile e scaricabile al link https://freedomhouse.org/sites/default/files/2019-11/11042019_Report_FH_FOTN_2019_final_Public_Download.pdf, è invece tratto l’indicatore sulla Libertà della rete. La scala varia da 100 (massimo grado di libertà) a 0 (minimo grado di libertà). Gli indicatori sui Diritti politici e sulle Libertà civili sono anch’essi tratti da un rapporto di Freedom House, Freedom in the World 2020. L’intero rapporto e i dati relativi ai diversi indicatori che concorrono all’attribuzione del punteggio sulla libertà di ciascun paese sono scaricabili al seguente link: https://freedomhouse.org/report/freedom-world/2020/leaderless-struggle-democracy. I valori variano da 1 (massimo grado di libertà) a 7 (minimo grado di libertà).
Le statistiche sulla diffusione di Internet sono tratte dal database dell’International Telecommunication Union (Itu).
I parametri relativi all’Indice di sviluppo umano sono tratti dallo Human development report 2019 redatto dallo United Nations Development Programme (Undp) e consultabile al link http://hdr.undp.org/sites/default/files/hdr2019.pdf. L’indice è costruito sulla base delle tre dimensioni dello sviluppo umano: possibilità di condurre una vita lunga e in salute, possibilità di acquisire conoscenze e possibilità di raggiungere standard di vita dignitosi. Il valore varia da 0 (minimo livello di sviluppo) a 1 (massimo livello di sviluppo). Dal medesimo rapporto è tratto anche l’Indice di disuguaglianza di genere, che misura la condizione delle donne nei singoli paesi sulla base di tre parametri: salute riproduttiva, empowerment e mercato del lavoro. L’indice varia da 0 (massimo livello di disuguaglianza) a 1 (minimo livello di disuguaglianza).
L’Indice di corruzione percepita (2019) è tratto dall’apposita graduatoria redatta da Transparency International. La classifica è consultabile al link https://www.transparency.org/files/content/pages/2019_CPI_Report_EN.pdf.
Il dato sulla presenza delle donne in parlamento (in % dei seggi totali), riferito ai parlamenti monocamerali o alla Camera bassa dei parlamenti bicamerali, è tratto dal database della Inter-Parliamentary Union (Ipu) ed è aggiornato al mese di maggio 2020.
L’Indice di fragilità dello Stato (2019) è tratto dal rapporto Fragile States Index Annual Report 2019 redatto da The Fund for Peace e consultabile sul sito https://fragilestatesindex.org/. Basato su 12 indicatori chiave e oltre 100 sotto-indicatori, l’indice valuta il livello di stabilità di un paese. La scala varia da 0 (massimo livello di stabilità) a 120 (minimo livello di stabilità).
L’Indice di terrorismo è ricavato dal rapporto 2019 Global Terrorism Index redatto dall’Institute for Economics and Peace e scaricabile sul sito http://economicsandpeace.org/reports/. Esso valuta l’impatto diretto e indiretto del terrorismo sui singoli paesi in termini di vittime, feriti, danni e conseguenze psicologiche. L’indice varia da 0 (minimo impatto) a 10 (massimo impatto).
La statistica sul numero di Vittime a causa di attentati terroristici (2010-2018) è tratta dal Global Terrorism Database dell’Università del Maryland.
I dati concernenti l’epidemia di Covid-19 sono tratti dal sito https://covid19stats.live/.
Marocco – La storia
Andrea Ungari
Nascita della causa indipendentista marocchina
Il Marocco, sottoposto dal 1906 a una supervisione internazionale al fine di limare i contrasti tra coloni francesi e spagnoli nella regione, entra definitivamente nella sfera coloniale europea nel 1912, a seguito della firma del trattato di Fez. Con questo, il sultano accettava l’imposizione di un protettorato francese sul paese. Lo scenario era complicato dalla compresenza di un protettorato spagnolo nella zona a nord e della zona internazionale di Tangeri e dalle tensioni internazionali che avrebbero poi portato allo scoppio della Prima guerra mondiale.
Al trattato fece seguito una vasta politica di colonizzazione gestita dalla Francia, che portò decine di migliaia di coloni francesi a insediarsi in Marocco negli anni successivi all’imposizione del dominio coloniale. In pochi anni vennero fondate diverse nouvelle villes a opera dei coloni, a vantaggio dei quali fu lanciato un programma di modernizzazione che comprendeva la costruzione di in­frastrutture, scuole e ferrovie. Nel 1927, con l’ascesa al trono di Mohammed V, ­il Marocco venne inserito pienamente nella sfera amministrativa francese.
A causa della crescente presenza francese, gli anni tra le due guerre videro l’emergere di costanti tensioni che sfociarono in frequenti rivolte anticoloniali.
La prima grande manifestazione politica dei nazionalisti marocchini si ebbe nel 1930, in opposizione al “Dahir berbero”, decreto firmato da Mohammed V il 16 maggio 1930, che adattava l’ordinamento tradizionale berbero alla giustizia francese.
La risposta francese, sul modello già adottato altrove nel Nord Africa colonizzato, non si fece att...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione
  2. PARTE PRIMA – APPROFONDIMENTI
  3. PARTE SECONDA – SCHEDE PAESI
  4. PARTE TERZA – DIALOGHI MEDITERRANEI