Trasporti, energia e ambiente
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Trasporti, energia e ambiente

Riduzione del trasporto inquinante

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Trasporti, energia e ambiente

Riduzione del trasporto inquinante

Informazioni su questo libro

In riferimento al tema principale di questa ricerca, non è possibile addentrarsi nella disamina delle strategie messe in campo a livello internazionale per conseguire l'abbattimento delle emissioni nocive derivanti dal sistema dei trasporti senza prima aver dedicato un sia pur contenuto spazio di analisi e di approfondimento agli aspetti scientifici del cambiamento climatico, sulla scorta delle indicazioni fornite da alcuni autorevoli studi pubblicati negli ultimi anni.

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Informazioni

L’EUROPA IN CERCA DI UNA STRATEGIA SUI TRASPORTI

Dal libro bianco una sfida nel nome della sostenibilità di mercato

Un sistema dei trasporti efficiente è un requisito indispensabile per mantenere la prosperità dell’UE: c’è bisogno di un minor grado di congestione del traffico, di una riduzione delle emissioni, di un incremento dell’occupazione e di una maggiore crescita. È inoltre la chiave per un mercato interno ben funzionante e per garantire a tutte le nostre regioni di continuare a far parte di un’economia mondiale pienamente integrata. Il trasporto è anche un elemento importante dell’economia stessa: molte imprese europee sono leader mondiali a livello di infrastrutture, logistica e fabbricazione di mezzi di trasporto e di sistemi per la gestione del traffico. Dobbiamo fare in modo che ciò perduri.
Tuttavia, in un mondo in cui il prezzo del petrolio è in aumento, la congestione del traffico è in crescita e il cambiamento climatico incombe, il sistema dei trasporti dell’UE necessita di un radicale rinnovamento per poter mantenere il suo ruolo di motore della crescita e stare al passo con una competizione globale sempre più agguerrita. Per non essere costretti a vedere limitata la nostra libertà di movimento, dobbiamo spezzare le catene della dipendenza dei trasporti dal petrolio, senza però sacrificarne l’efficienza.
Con queste parole nel marzo del 2011 Siim Kallas, vice-presidente della Commissione Europea e Commissario UE per i Trasporti, presentava il documento strategico intitolato “Libro Bianco sui trasporti – Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti – Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile”, con il quale venivano definiti obiettivi e linee di azione a cui “tutte le parti interessate del settore dei trasporti” dovrebbero adeguarsi ai fini di una radicale trasformazione del sistema dei trasporti europeo entro il 2050. Puntando all’obiettivo (assai ambizioso) di pervenire entro tale data ad una riduzione delle emissioni di gas serra generate dal sistema del trasporto terrestre, marittimo ed aereo pari al 60% rispetto ai livelli del 1990, il Libro Bianco si apre, non casualmente, con un esplicito richiamo alla Strategia Europa 2020 “Per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, varata dal Consiglio dell’Unione nel 2010, che nell’ambito dei suoi 5 obiettivi principali, di portata decennale, prevedeva i seguenti target in materia di clima ed energia:
– riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990;
– riduzione del 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili;
– aumento del 20% dell’efficienza energetica(49).
Nella sua articolazione, il Libro Bianco – che è tutt’ora il punto di riferimento della strategia europea in materia di trasporti sostenibili – si presenta come un documento piuttosto complesso. Esso include innanzitutto un elenco di 68 ‘proposizioni’ che definiscono il quadro complessivo – culturale, economico e scientifico-accademico – entro cui si colloca e si muove la visione del sistema dei trasporti in Europa, alla luce delle nuove sfide poste dai cambiamenti climatici in atto e dalla necessità di adottare interventi concreti per preservare l’equilibrio ambientale su scala planetaria. La logica di fondo che lo attraversa è caratterizzata da una matura consapevolezza del fatto che l’Europa non può più rinviare la messa in opera, al proprio interno, di misure in grado di orientare in modo deciso lo sviluppo del sistema dei trasporti per i prossimi 40 anni. In larga misura, peraltro, l’azione prevista si condensa nell’implementazione di misure già definite dalle politiche europee degli anni precedenti, ma non ancora del tutto realizzate. In ogni caso, la direzione di marcia indicata dal Libro Bianco implica una forte assunzione di responsabilità sia a livello degli organismi comunitari che dei Paesi membri, da contemperare, però, con l’assoluto rispetto delle regole del mercato e della libera concorrenza su cui poggia tutta la strategia economica del Continente. In altri termini, il retroterra su cui il Libro Bianco affonda il perseguimento dell’obiettivo di drastica riduzione delle emissioni di gas serra fissato per il 2050 è rappresentato dalla necessità che tale obiettivo, ancorché inderogabile, non si traduca, sotto il profilo economico, organizzativo e commerciale, in una perdita di competitività del sistema dei trasporti europeo. Si tratta di una impostazione coerente con la visione prevalentemente economicistica delle politiche di sviluppo adottate dalla governance europea del periodo legato alla presidenza Barroso, non ancora attraversata dall’esigenza di accentuare la dimensione sociale degli interventi e delle strategie varate in ambito comunitario (ad esempio, puntando su un uso più esteso e flessibile del sistema di finanziamenti pubblici) che, viceversa, appare ben presente alla governance europea scaturita dalle elezioni del 2013, politicamente influenzata dalla necessità di reagire alla crescente avversione delle popolazioni europee verso politiche comunitarie percepite come troppo squilibrate a favore di una concezione monetarista e mercantilista dello sviluppo. Vedremo più avanti come questa differenza di impostazione si possa cogliere nell’evoluzione della strategia europea dei trasporti, in particolare nel documento approvato dal Parlamento Europeo nel 2015 sullo stato di attuazione del Libro Bianco e sulle modifiche ed integrazioni necessarie per garantire il raggiungimento degli obiettivi ivi fissati.
Ad attenuare l’impressione (per certi versi inevitabile, in documenti programmatici di questo tipo) di una certa accademicità e/o astrattezza di analisi, ancorché sulla scorta di un coerente e puntuale corredo di riferimenti normativi e scientifici, il Libro Bianco 2011 propone 10 obiettivi concreti “per un sistema dei trasporti competitivo ed efficiente sul piano delle risorse” finalizzati all’obiettivo di riduzione del 60% delle emissioni di gas serra e, a seguire, un allegato (in realtà, vero cuore politico del documento) contenente un elenco di 40 iniziative, articolate in 131 piani di azione, da affidare alla legislazione degli Stati membri. Cominceremo dunque dall’esame delle 68 proposizioni iniziali, che vale la pena di analizzare singolarmente (integrandole, laddove ciò possa rivelarsi utile ai fini di una migliore comprensione dei contesti di riferimento, con opportuni riferimenti esplicativi) per tentare di descrivere la strategia europea alla quale le politiche nazionali e regionali dei trasporti dovranno adeguarsi nei prossimi decenni. Una prima sezione del documento, intitolata “Preparare lo spazio europeo dei trasporti per il futuro”, include le seguenti 14 proposizioni:
1. I trasporti sono fondamentali per la nostra economia e la nostra società. La mobilità svolge un ruolo vitale per il mercato interno e la qualità di vita dei cittadini che fruiscono della libertà di viaggiare. I trasporti sono funzionali alla crescita economica e dell’occupazione e devono essere sostenibili in vista delle nuove sfide che viviamo. Data la dimensione globale dei trasporti, gli interventi, per essere efficaci, richiedono un’intensa cooperazione internazionale.
2. La prosperità futura del nostro continente dipenderà dalla capacità di tutte le sue regioni di rimanere pienamente — e in modo competitivo — integrate nell’economia mondiale. A questo fine è fondamentale poter contare su un sistema di trasporti efficiente.”
“3. I trasporti europei sono a un crocevia: permangono vecchi problemi e ne sono comparsi di nuovi.”
“4. Molto deve essere ancora fatto per completare il mercato interno dei trasporti, dove permangono considerevoli strozzature e ostacoli di altro tipo. Si tratta di aspetti che devono essere riconsiderati per rispondere meglio al desiderio di viaggiare dei nostri cittadini e alle necessità della nostra economia in materia di trasporto di merci. Al contempo è necessario anticipare i problemi dovuti alla limitazione delle risorse e ai vincoli ambientali. È necessario collegare i sistemi di trasporto dell’Europa orientale e occidentale per tenere pienamente conto delle esigenze di trasporto di un territorio di estensione continentale con 500 milioni di abitanti.”(50)
“5. Nei decenni futuri si ridurrà la disponibilità di petrolio e le fonti di approvvigionamento saranno meno sicure. Come sottolineato di recente dall’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), quanto più ridotta sarà la «decarbonizzazione» a livello mondiale tanto più il prezzo del petrolio sarà destinato ad aumentare(51). Nel 2010 l’Unione europea ha importato petrolio per un controvalore di circa 210 miliardi di euro. In assenza di misure per contrastare questa dipendenza dal petrolio, vi saranno conseguenze severe sulle possibilità di spostamento dei cittadini — e sulla nostra sicurezza economica — oltre che sull’inflazione, sulla bilancia commerciale e sulla competitività globale dell’economia europea.”(52)
“6. Allo stesso tempo l’Unione europea ha ribadito la necessità — riscuotendo il consenso della comunità internazionale — di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra (GES) a livello mondiale, con l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 2 °C. Complessivamente, entro il 2050 l’Europa deve ridurre le emissioni dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990; per conseguire questo obiettivo, tuttavia, è necessario che l’insieme dei paesi sviluppati riesca a operare le necessarie riduzioni. L’analisi della Commissione evidenzia che, mentre riduzioni più incisive possono essere realizzate in altri settori economici, nel settore dei trasporti, che rappresenta una fonte significativa e crescente delle emissioni di gas serra, è necessaria una riduzione di almeno il 60% di tali emissioni — entro il 2050 — rispetto ai livelli del 1990. Per il 2030 l’obiettivo del settore dei trasporti è una riduzione delle emissioni di gas serra del 20% rispetto ai livelli del 2008. Dato il notevole a...

Indice dei contenuti

  1. Frontespizio
  2. Cambiamento climatico e prospettive di riduzione delle emissioni inquinanti
  3. L’Europa in cerca di una strategia sui trasporti
  4. Elenco di iniziative
  5. Verso Parigi 2015
  6. Dopo Parigi 2015
  7. “Europa in movimento”
  8. Mobilità urbana e veicoli elettrici
  9. Dichiarazione congiunta dei Ministri dei trasporti del G7
  10. Bibliografia