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Sviluppa la tua intelligenza emotiva
Informazioni su questo libro
Il primo manuale per lo sviluppo dell'intelligenza emotiva degli adulti nel panorama editoriale italiano si basa sul metodo educativo e formativo For Mother Earth®, nato con l'obiettivo di sviluppare in generale le risorse umane e, in particolare, l'intelligenza emotiva e l'intelligenza spirituale di adulti e bambini, utilizzando la tecnologia della Programmazione neuro-linguistica (ma non solo).
Carmela Lo Presti, ideatrice di For Mother Earth®, parte dal presupposto che ogni essere umano sia un seme di luce con innumerevoli qualità che richiedono un ambiente affettivo, accogliente, sicuro e illuminato per potere germogliare e fiorire su Madre Terra.
Sviluppa la tua intelligenza emotiva raccoglie quindi una serie di strumenti utili a potenziare le diverse intelligenze di ciascuno di noi, così da aiutarci a diventare esseri di luce.
Questo volume intende essere il primo di quattro: il primo di quattro passi di danza che, se ben direzionati, daranno vita a una precisa coreografia che mira al miglioramento della qualità delle nostre vite.
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Informazioni
Argomento
DidatticaCategoria
Psicologia dell'educazioneParte prima
I riferimenti teorici
1
Le emozioni
1.1 LE EMOZIONI:1 UN ARCOBALENO TRA CORPO E ANIMA!
Che ci piaccia o meno, la nostra vita è un continuum di emozioni di intensità molto variabili: dalle più leggere e impalpabili, quasi impercettibili, a quelle più forti, intense, quasi “corpose”.

Già da sola, questa è una buona ragione per imparare a conoscerle, riconoscerle, controllarle e gestirle, in modo da esprimere e manifestare2 al meglio chi siamo, in ogni momento della nostra vita. È così che consentiamo a noi stessi di avere a disposizione tutte quelle risorse che ci appartengono, proprio in quanto esseri umani, ma che determinate emozioni fanno andare in black-out.3 Quando siamo noi a gestire le nostre emozioni – e non viceversa – allora siamo in grado di scegliere consapevolmente quali azioni agire. Nell’altro caso, quando cioè siamo pilotati dalle nostre emozioni, trascorriamo la vita – consapevoli o meno – occupati a tempo pieno a re-agire a tutto e a tutti, senza potere scegliere consapevolmente nulla.
Ma non basta, perché è solo conoscendo il nostro mondo emozionale e accettandolo che siamo in grado di comprendere e di accettare gli altri.
Quello che segue è un breve excursus4 tra alcuni dei concetti fondamentali sul tema.
1.2 COSA SONO LE EMOZIONI?
Prenderemo adesso in considerazione, nelle loro linee essenziali, il punto di vista psicologico e quello biochimico o psicofarmacologico, accennando anche alla prospettiva della psiconeuroimmunologia e della medicina orientale.
A. Il punto di vista della psicologia
In ambito psicologico, l’emozione (vedi lo schema 1 nella pagina seguente) viene generalmente considerata:
- un processo dinamico che ha un inizio e una fine;
- una reazione, una risposta “multidimensionale”5 a uno stimolo ambientale
• di breve durata
• che provoca cambiamenti a tre diversi livelli:
1. fisiologico. Ci troviamo di fronte a modificazioni fisiche, fisiologiche, riguardanti la respirazione, la pressione arteriosa, il battito cardiaco, la circolazione, le secrezioni, la digestione e così via;
2. comportamentale. Cambiano le espressioni facciali, la postura, il tono della voce e le reazioni (attacco o fuga, per esempio);
3. psicologico. Si modifica la sensazione soggettiva rispetto all’ambiente; si altera il controllo di sé e delle proprie abilità cognitive; si verbalizza l’esperienza soggettiva.
L’emozione si manifesta, dunque, attraverso:
- la fisiologia: le reazioni all’interno del corpo;
- il comportamento: le azioni, le espressioni facciali, la postura, diverse per ogni emozione;
- l’esperienza personale che ne facciamo, assolutamente soggettiva.
Emozioni primarie e secondarie
La distinzione tra emozioni primarie (di base) o fondamentali ed emozioni secondarie o complesse o miste (vedi lo schema 2 alla pagina 27) è molto antica e risale alla tradizione filosofica. In questo ambito le emozioni primarie venivano considerate il fondamento di tutta la vita affettiva dell’essere umano, più o meno correlate con i bisogni organici umani.
Sull’esistenza di due diversi gruppi di emozioni, a tutt’oggi, gli psicologi e i ricercatori non sono arrivati a un accordo e le posizioni sono diverse anche rispetto a quali emozioni si debbano considerare primarie.6

Le emozioni primarie
Tra coloro7 che fanno questa distinzione riporto le posizioni di Paul Ekman, un pioniere negli studi delle emozioni e delle espressioni facciali, e di Robert Plutchik, la cui teoria rientra tra quelle definite “psicoevoluzioniste”.

Le emozioni primarie o di base sono le emozioni indipendenti dalla cultura, comuni a tutte le popolazioni umane, da cui nascono le espressioni facciali, trasversali a tutta l’umanità.8 Sono considerate innate o come risposte primitive a situazioni primitive di sopravvivenza, rispetto alle quali l’uomo preistorico ha elaborato modi appropriati di reazione.

Le emozioni primarie o di base sono meccanismi comunicativi e di sopravvivenza, fondati su adattamenti evolutivi, cioè sono risposte biologicamente primitive che si sono evolute nel tempo in modo da consentire alle specie di sopravvivere.9

Le emozioni di base si formano nel sistema limbico,10 considerato il centro delle emozioni (è stato Paul MacLean a riconoscere questo centro nel sistema limbico, nel 1958).
Questo sistema, che abbiamo in comune con i mammiferi, è situato intorno al tronco cerebrale e lo delimita come un anello (limbus in latino significa appunto anello). Parte integrante del sistema sono le due amigdale, strutture a forma di “mandorla” (amigdala significa mandorla in latino) una su ciascun lato dei due lobi del cervello, poste sopra il tronco cerebrale.
Da questi centri del vecchio cervello emozionale si sono evolute le aree del cervello pensante, la neocorteccia o neopallio.
I sistemi neurali responsabili della razionalità e delle emozioni sono separati, ma strettamente interconnessi,11 in modo da consentire l’interazione tra pensiero e sentimento.

Nelle situazioni di emergenza il sistema limbico “sequestra” il resto del cervello.
Ma come si spiega il grande potere delle emozioni? Tutte le volte in cui ci troviamo in una situazione di pericolo (reale o presunto tale) il cervello emotivo ci invia, infatti, un segnale di allarme, dandoci immediatamente un piano di azione:
- combattere;
- fuggire;
- immobilizzarsi,
svolgendo così un grande ruolo per la sopravvivenza della specie.
In altre parole, il cervello razionale (corteccia cerebrale), ogni qualvolta ci sono segnali di pericolo o di tensione, continua a ricevere ordini dal sistema limbico, da cui si è evoluto.
Il fatto che il cervello pensante si sia evoluto da quello emozionale ci dice molto sui rapporti tra pensiero e sentimento: molto prima che esistesse un cervello razionale, esisteva già quello emozionale… Come fonte dalla quale si sono sviluppate le parti più recenti del cervello, le aree emozionali sono strettamente collegate a tutte le zone della neocorteccia attraverso una miriade di circuiti di connessione. Ciò conferisce ai centri emozionali l’immenso potere di influenzare il funzionamento di tutte le altre aree del cervello – compresi i centri del pensiero.12
È l’amigdala deputata a registrare costantemente quanto accade per potere reagire a un’emergenza: agisce da radar e “sequestra” le altre parti del cervello in modo da produrre una reazione immediata in risposta a una situazione di minaccia, reale o percepita come tale.
Questa modalità di funzionamento è risultata vincente negli ultimi cento milioni di anni della nostra evoluzione.
La paura guidò i primi mammiferi a sfuggire agli attacchi dei predatori, la rabbia ha sempre spinto le madri a combattere per proteggere i propri piccoli. E le emozioni sociali, come la gelosia, l’orgoglio, il disprezzo e l’affetto, hanno rivestito un ruolo importante nelle politiche familiari dei gruppi di primati.13
Le emozioni, che hanno guidato la sopravvivenza dell’essere umano, nelle nostre società caratterizzate da realtà sociali molto complesse possono costituire, però, un grosso problema, in quanto gestite da un cervello strutturato per sopravvivere a emergenze molto più concrete ed elementari.
In effetti, gli impulsi emozionali devono percorrere una “autostrada neurale” per arrivare al centro esecutivo, situato dietro la fronte: l’area prefrontale.
Quest’ area ha il compito
- di ricevere e analizzare le informazioni provenienti da tutte le altre aree del cervello
- e di prendere le decisioni in merito;
e il potere
- di porre il veto all’impulso emozionale in arrivo
- e di dare il via a reazioni più efficaci.
La comunicazione tra i due centri – emozionali e prefrontali –...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Colophon
- Indice
- Introduzione
- Ringraziamenti
- SVILUPPA LA TUA INTELLIGENZA EMOTIVA
- Parte prima. I riferimenti teorici
- Parte seconda. L’attività pratica
- Elenco degli strumenti
- Bibliografia
- Sitografia
- I quaderni per la formazione
- APPENDICE