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Il folle sogno di Neve Shalom Wahat al-Salam
Israeliani e palestinesi insieme sulla stessa terra
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Il folle sogno di Neve Shalom Wahat al-Salam
Israeliani e palestinesi insieme sulla stessa terra
Informazioni su questo libro
Questo volume è stato pensato in occasione di due ricorrenze concomitanti: i venticinque anni dalla nascita dell'Associazione Italiana Amici di Neve Shalom Wahat al-Salam e i vent'anni dalla scomparsa di Bruno Hussar.
Il libro ha l'ambizione di colmare un duplice vuoto nell'editoria italiana: da una parte in relazione alla vicenda straordinaria di Hussar, davvero un "signore dei sogni", fra l'altro personaggio centrale nella rinascita di una Chiesa cattolica in lingua ebraica; dall'altra riguardo al Villaggio della pace, su cui esiste una vasta pubblicistica ma non un testo completo in italiano cui poter fare riferimento.
Nella consapevolezza della complessità dell'impresa, si è scelto di convocare alcuni fra i maggiori specialisti di diverse discipline – ebraistica, dialogo interreligioso, spiritualità, scienza della politica, pedagogia, e così via – italiani e stranieri, che hanno firmato contributi originali, appassionati e aggiornati. Ne è emerso uno sguardo articolato e ricco di spunti utili per riflettere sulla situazione attuale e futura del conflitto israelo-palestinese e del – complicato ma necessario – "trialogo" fra ebrei, cristiani e musulmani (dalla Prefazione).
A cura di: Brunetto Salvarani.
Contributi di: Antonietta Augruso, Giorgio Bernardelli, Dan Eliezer, Raniero Fontana, Pietro Lazagna, Claire Maligot, Luciano Manicardi, Claudio Monge, Reem Nashef, Paolo Naso, Rosita Poloni, Bruno Segre, Rita Sidoli, Nava Sonnenschein, Raffaello Zini.
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Informazioni
Argomento
HistoryCategoria
Middle Eastern HistoryPrima parte
Bruno Hussar, ba’al chazon (“uomo di sogni”)
Bruno Hussar. Una biografia
di Raffaello Zini
Nel suo libro Quando la nube si alzava Bruno Hussar fa coincidere l’inizio della sua biografia con l’inizio della sua ricerca di Dio: «Ripensando agli anni dell’infanzia e della prima giovinezza, vedo la mia vita percorsa da impulsi interiori diversi tra loro, ma convergenti verso un punto unico: la ricerca di Dio»1. Bisogna arrivare al quarto capitolo per vedere esposte, assai rapidamente e quasi en passant, informazioni più direttamente autobiografiche: «Nel 1937 ottenni la cittadinanza francese. Nato in Egitto, ero stato cittadino ungherese, poi italiano. I miei genitori erano ebrei, non praticanti, e la mia lingua materna era stata prima l’inglese, poi il francese. Gli studi secondari li avevo fatti nel liceo italiano del Cairo»2.
Se questo modo di procedere ci è molto utile per cercare di capire la priorità che Bruno, nato André, dava agli accadimenti della sua variegata esistenza, rende tuttavia difficile l’orientarsi nella cronologia degli stessi. Cerchiamo di mettere in ordine almeno le date più significative della sua non breve esistenza.
André Hussar nasce al Cairo il 4 maggio 1911. Il padre, suddito dell’impero austro-ungarico in quanto ungherese, si trova in quella città per dirigere la filiale locale di un’importante società di assicurazione, allora austriaca, ma diventata italiana dopo la prima guerra mondiale. Per questo il giovane Hussar si ritrova a sua volta, da ungherese di cittadinanza austriaca quale era, a diventare dopo la grande guerra cittadino italiano. Viene ammesso al liceo italiano della capitale egiziana presso il quale consegue la maturità.
A diciotto anni si stabilisce in Francia per iscriversi alla Scuola centrale di Arti e mestieri. Quattro anni più tardi, in occasione del funerale di un amico, assiste per la prima volta, lui ebreo non praticante, a una messa cattolica. L ’esperienza lo tocca e inizia un periodo di ricerca: «Provo il bisogno imperioso di sapere quello che i miei compagni e amici sanno, o sembrano sapere: che significa tutto ciò?»3.
Dalla «traversata del deserto» al battesimo
Studia, si informa, senza però entrare mai in contatto con i preti, dei quali diffida: «Allora mi metto a cercare, a leggere, deciso tuttavia a non rivolgermi mai a un prete che, molto più sapiente di me, potrebbe catturarmi nella sua rete»4. È il periodo che più tardi definirà come la sua «traversata del deserto»5. La lettura del Vangelo lo porta un giorno a porsi la domanda radicale: «E se non si trattasse soltanto di una bella storia: se fosse vero?»6. Capisce che se il Vangelo fosse vero dovrebbe riorientare la sua vita in una direzione fino ad allora non considerata.
Nonostante la sua diffidenza nei confronti del clero, finisce per incontrare un gesuita allora molto conosciuto, padre Gaston Fessard, del quale ascolta una conferenza sul libro di Vladimir Jankélévitch La cattiva coscienza. André Hussar è molto interessato al problema del male e al tema di come possa esistere un Dio buono se il mondo è pervaso dal male. Comincia così una frequentazione che più tardi ricorderà come fonte di un grande conforto spirituale, ma che apparentemente non lo spinge verso il cattolicesimo, anzi: «Avevo la sensazione di allontanarmi sempre più dalla fede cattolica, di comprendere sempre meno»7.
Durante l’estate del 1935, nel quadro degli studi per la sua laurea, sceglie uno stage presso l’acciaieria di Esch-sur-Alzette, in Lussemburgo. Molti anni più tardi scriverà assai sobriamente: «Di quel periodo non mi resta che un unico ricordo: quello dell’ultima sera. Avevo terminato l’ultima giornata di tirocinio, e rientravo nella mia camera. A un tratto, ho avvertito la sua Presenza. Non ho visto né sentito nulla. Ho avuto semplicemente la certezza della sua Presenza (…). Tutto ciò che riuscii a fare, l’indomani, fu di procurarmi un po’ di cibo e partire in bicicletta nella foresta delle Ardenne, dove rizzai la mia tenda. Là, solo con gli uccelli, il Vangelo e il Salterio, passai tre giorni alla presenza di Colui che mi si era rivelato»8.
Il 22 dicembre del 1935, all’età di ventiquattro anni, riceve il battesimo. Come lui stesso dice, entra in un periodo nel quale non vive che per Dio, con Dio, in Dio. Si apre a un mondo in cui tutto è sacro senza ancora sapere fino a che punto la sua identità ebraica vi si esprima.
Ponti tra gli uomini
Dopo il battesimo André decide che la vita religiosa sarà il suo futuro. Dirà lui stesso: «Aspiravo a un luogo, a un ambiente che mi permettesse di cercare, amare, servire, Dio solo. Ma dove?»9. Inizia una lunga ricerca e l’orientamento iniziale sembra propendere per la vita contemplativa. Conosce in rapida successione il monastero benedettino di Solesmes, nel quale trascorre parte della settimana santa del 1936, poi, su consiglio di un amico gesuita, la certosa di Sélignac, nelle vicinanze della città di Bourg-en-Bresse, nella quale viene accettato per una settimana di esercizi spirituali. Ha lunghe conversazioni con il padre priore, dom Maur Ducamin, che descriverà come «una specie di santo dalla bontà rude e contadina, pieno di saggezza» e che lo congederà dopo quel primo soggiorno, dicendogli: «Tu hai la vocazione di certosino. Diffida dell’azione: è la tua tentazione!»10. Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale André sarà a Sélignac altre tre volte.
Nel corso del 1936 si laurea. La sua tesi riguarda la costruzione di ponti e, negli anni della sua vita a Gerusalemme, con l’autoironia che gli era propria, commenterà: «Ero molto giovane allora. Ancora non avevo capito che i ponti che avrei costruito nella mia vita sarebbero stati ponti fra persone. E per queste costruzioni la mia tesi poteva anche non essere indispensabile»11.
Il progetto di dedicarsi alla vita religiosa incontra però un ostacolo molto concreto: la madre, la sorella e il fratello hanno lui come unico supporto. Dopo la laurea tocca quindi a lui sostenerli economicamente, con il suo lavoro. Come accadrà più tardi, agli albori di Neve Shalom Wahat al-Salam, si affida totalmente a Dio con una preghiera apparentemente temeraria: diventerà religioso quando sua madre non solo accetterà la sua scelta ma lo offrirà lei stessa a Dio, come Maria fece con Gesù ai piedi della croce. Questa richiesta troverà pieno accoglimento nove anni dopo.
Gli anni della seconda guerra mondiale
I quattro anni che intercorrono fra la sua tesi e lo scoppio della seconda guerra mondiale sono molto intensi per il giovane André. Li ricorderà come quelli delle grandi amicizie e dello studio del Vangelo.
Ottiene la cittadinanza francese nel 1937 e si mette alla ricerca di un lavoro che gli permetta di provvedere ai bisogni della sua famiglia. Sono però anni difficili, anche perché seguono la grande depressione e molti giovani faticano a trovare un impiego. Mentre completa il suo tirocinio in una fabbrica di vagoni ferrovia...
Indice dei contenuti
- Prefazione
- Prima parte
- Bruno Hussar, ba’al chazon (“uomo di sogni”)
- Secona parte
- Neve Shalom Wahat al-Salam, il Villaggio della pace
- Per approfondire
- Fotografie