91. ACQUA
Umiltà e trasparenza
Nell’ambito di quasi tutte le religioni l’uomo si lava, specialmente le mani, in segno di purificazione prima delle funzioni sacre.
L’acqua è un simbolo dall’orizzonte semantico complesso. Come massa indifferenziata, senza forma, simboleggia la ricchezza delle possibilità o anche il contesto in cui si sviluppano le prime forme di vita. Con questa accezione appare in molti miti della Creazione. Nella mitologia indiana, l’acqua porta l’uovo cosmico. La Genesi (1,2) parla dello spirito di Dio che, prima della creazione della luce, aleggiava sulle acque. Presso alcuni popoli, nell’ambito di questa tradizione mitica, s’inserisce anche l’impresa titanica di un grande animale che si immerge nelle profondità marine strappando all’abisso un pezzo di terra.
L’acqua è anche un simbolo dell’energia purificatrice e rigeneratrice: nell’islam, nell’induismo e nel buddismo così come nel cristianesimo. A questo orizzonte appartengono anche le interpretazioni dell’acqua come fonte della giovinezza.
Universalmente diffuso è il simbolismo dell’acqua collegato alla fecondità e alla vita; in questa prospettiva l’acqua è talvolta contrapposta al deserto (vedi Deserto, n. 76). La vita spirituale è spesso associata all’acqua di sorgente: la Bibbia parla dell’acqua della vita in un’accezione mistica (Giovanni 4,1-26; Apocalisse 22,1).
L’acqua che non si può imprigionare entro alcun confine, ricorre inoltre come simbolo di eternità in diversi contesti.
Come forza distruttrice può avere però anche un carattere simbolico negativo, ad esempio nel caso del diluvio, ma anche come segno di umiltà: l’acqua di una sorgente scorre sempre verso il basso, da monte a valle.
La psicoanalisi vede nell’acqua prevalentemente un simbolo della femminilità e delle forze dell’inconscio. Il richiamo al grembo materno viene collegato alle sfere più profonde dell’animo umano, a qualcosa che non ha forma ma che occupa tutte le forme, a qualcosa che apparentemente sembra inconsistente, ma che in ogni caso è fonte di vita. L’acqua indica il rapporto con le nostre “emozioni” ed è interessante il modo in cui si presenta: ad esempio, nel sogno, è interessante capire se è un’acqua di mare, di fiume, oppure di palude, se è libera oppure circoscritta.
Pilato si lavò le mani per esprimere il rifiuto della responsabilità (Matteo 27,24). Ancora oggi, in alcune zone del Medio Oriente, la lavanda dei piedi è considerata gesto di accoglienza verso i forestieri e gli ospiti.
Il battesimo – inteso come lavacro – è diffuso in molte civiltà, in connessione ai riti della nascita, della morte o di un processo iniziatico.
Diversamente dalle abluzioni e dai riti di purificazione che si ripetono, il battesimo cristiano, in origine una sorta di bagno, è un atto unico che suggella l’ammissione nella Chiesa. Il battesimo di Cristo significa allo stesso tempo purificazione rituale e discesa dello Spirito Santo (Matteo 3,16). Secondo Paolo, l’immersione nell’acqua è simbolo del morire e del risorgere in Cristo (cfr. 1 Corinzi 15,29).
92. OLIO
Forza e vigilanza
In molte civiltà gli oli sono considerati portatori di energie speciali. L’olio d’oliva, prodotto della pianta di ulivo che fruttifica su suolo arido, è considerato un viatico di forza fisica e spirituale: con l’olio si massaggiavano i muscoli degli atleti.
Le unzioni con l’olio venivano praticate a scopo purificatorio ed erano indispensabili nella preparazione delle salme e nelle cerimonie funebri.
L’unzione con oli profumati e pregiati ricopre in diverse religioni un importante ruolo sacrale; nell’ebraismo venivano unti oggetti sacri, come la pietra di Bethel (Genesi 28,18), e uomini insigni (sacerdoti, profeti e re) a sancire la benedizione divina e l’autorità conferita da Dio (Isaia 61,1; 1 Samuele 16,13).
L’epiteto Cristo (in ebraico Messia) significa “unto” e designa quindi il potere reale, profetico e sacerdotale di Gesù. Di particolare significato è l’unzione di Gesù fatta da Maria, sorella di Marta, alla vigilia dell’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme (Giovanni 12,3).
L’olio, mescolato a balsamo e sostanze aromatiche, è il crisma: esprime l’unità divina e umana di Cristo ed è usato nel culto cristiano per la consacrazione nei riti del Battesimo, della Cresima, nell’Ordinazione sacerdotale e nell’Unzione degli infermi.
Nella parabola evangelica delle dieci vergini le lampade riempite con l’olio di scorta sono segno di vigilanza spirituale e di previdenza (Matteo 25).
93. PANE
Il cibo universale
È uno dei più importanti alimenti e allo stesso tempo simbolo di nutrimento spirituale. Nell’antico Israele, dove le forme di pane non erano tagliate ma spezzate, spezzare il pane significava mangiare il pane e soprattutto indicava il pasto comune e la condivisione: mangiare il pane con qualcuno significava essergli amico (Salmo 41,10). I dodici pani delle offerte degli Ebrei erano annoverati tra i sacrifici dell’Antico Testamento come immagine simbolica del pane della vita (Levitico 24,5). Nel Nuovo Testamento, mentre da un lato l’uomo «non vive di solo pane», anche il nutrimento spirituale è simboleggiato dal pane, e Cristo può dirsi il «pane vivo, disceso dal Cielo» (Giovanni 6,51).
Nella transustanziazione eucaristica il pane, insieme al vino, riceve nel cristianesimo la sua più sacra accezione come corpo di Cristo. Nell’iconografia cristiana il pane, raffigurato specialmente nelle rappresentazioni dei miracoli della moltiplicazione dei pani e dei pesci, è simbolo eucaristico.
L’armadio del pane nel simbolismo del Medioevo è un rimando a Maria, la madre di Dio che portò in sé il pane della vita.
Già nell’antico ebraismo il lievito era simbolo di decomposizione, di corruzione spirituale, di impurità. I pani sacrificali che si offrivano agli dèi dovevano pertanto essere sempre senza lievito. Alla partenza del popolo d’Israele dall’Egitto (Esodo 12,39), che avvenne precipitosamente e di notte, fu portata via la pasta non lievitata del pane, perché non si aveva più il tempo di attendere il processo di fermentazione; durante la fuga vennero quindi mangiati pani azzimi; la festività annuale della Pasqua ebraica, legata alla “Festa degli azzimi”, è la realizzazione a posteriori della situazione dell’esodo dall’Egitto, che a sua volta è simbolo della promessa. Il Regno di Dio ...