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Informazioni su questo libro
Che cosa ci fa una sessantottina a Medjugorje, Altötting e in altri santuari mariani?
Perché una donna moderna e progressista si sente spinta a cercare qualcosa (o Qualcuno) in luoghi che per il suo ambiente appaiono arretrati e persino kitsch?
Quello di Gabriele Kuby è un coinvolgente viaggio esteriore e interiore che prende le mosse da una profonda crisi e ha aperto una via di speranza per tanti lettori. Lasciandosi accompagnare da persone molto lontane da lei, dialogando e persino discutendo con Dio, l'autrice ha ritrovato sé stessa riconoscendosi alla fine creatura amata. E in questo itinerario esistenziale, a tratti sofferto, ha trovato una guida insostituibile in Maria di Nazaret, la donna che più radicalmente di ogni altro essere umano ha accolto la chiamata del Creatore. La Madre che più amorevolmente di tutte è pronta a soccorrere chi si affida al suo aiuto.
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Informazioni
Argomento
Teologia e religioneCategoria
Biografie in ambito religiosoRisalendo la corrente nello spirito del tempo
In questa prima settimana dopo il rientro da Medjugorje il mio cuore sperimenta una sensazione di calore e pienezza. La memoria mi riporta indietro a tempi – ormai quattro anni fa – in cui il mio petto pareva ospitare un buco nero, accompagnato da un fortissimo e bruciante dolore. Nei mesi successivi alla separazione tutta la zona del cuore era ridotta a una piaga aperta.
Il senso di pienezza rende possibili cose nuove: desidero il ritorno di mio marito. Sono pronta ad accettare il matrimonio e la mia responsabilità . Mi sembra infinitamente più importante vivere il mio matrimonio che cullare fantasie attorno all’uomo «giusto».
In casa regna molta più pace di prima.
Voglio prendermi cura di mia madre. Le ho proposto di trasferirsi qui. Ora mi sento in grado di non cascare più nella trappola dei vecchi schemi, cosa che in passato, invece, nonostante tutti gli sforzi, si era verificata ripetutamente. Non mi sento più così vulnerabile.
Eppure, quando comincio a leggere un libro che prepara alla consacrazione e all’affidamento totale a Maria, la Regina della Pace, mi assale la paura. Il mio ego va in panico. Si accorge di essere in pericolo. Ho paura di allontanarmi dai miei amici, di allontanarmi dal mio ambiente sociale abituale. È in corso una trasformazione, che a tratti mi fa mancare il fiato.
Tutto ciò che avevo fatto in 23 anni di ricerca personale, in realtà non aveva costituito una minaccia per il mio ego. Si trattava di diventare più felici, di uscire dall’aggressività e dalla depressione. La cosiddetta spiritualità era un mezzo per raggiungere il fine. Già vent’anni prima avevo letto il libro Cutting Through Spiritual Materialism di Chögyam Trungpa: tagliare il materialismo spirituale. Di cutting però non si parlava.
Strano, c’è qualcosa di scandaloso nel percorrere la via cristiana. Un conto è tenere esposta un’immagine di Cristo, altra cosa è percorrere la via. Se voglio stare vicino a Cristo, devo fare quello che dice: «Questo è il mio corpo. Mangiatene. Questo è il mio sangue. Bevetene». Dunque i sacramenti, dunque la Chiesa.
Negli ambienti che ho frequentato fin qui, dove psicologia, esoterismo ed ecologia occupano il primo posto, la Chiesa non è più nemmeno oggetto di discussione. È semplicemente considerata «non degna di attenzione». Sembra che la colpa sia della Chiesa stessa, con il Papa in testa, perché quest’ultimo è contrario alla contraccezione e all’aborto e perché agli uomini era sempre stata inculcata l’immagine di un Dio castigatore, così che la gente ha dovuto cercare lontano, molto lontano per tentare di riaprirsi a una dimensione spirituale. Ma questa non è tutta la storia: mi convinco sempre più che il mio rifiuto della Chiesa coincida in realtà con la non-accettazione della mia impotenza di fronte a Dio.
Sono stata assalita dalla paura quando ho preso in mano il manuale di consacrazione. E se considerassi la mia paura un trucco di Satana? Questo perderebbe un’altra anima davanti a Maria, quindi farà di tutto per impedirlo. Uso l’idea come ipotesi per analizzare che cosa io provi quando interpreto la mia paura in questo modo. L’effetto è positivo: non devo più identificarmi con i sentimenti negativi, ma posso distanziarmene.
Comincio a intuire quale fatto inaudito si stia verificando a Medjugorje. Gli effetti sul mio cuore me lo mostrano. Se ci affidiamo a Maria, sarà Lei a guidarci, istruirci e proteggerci. Occorrono solo il nostro consenso e la nostra collaborazione nel mettere in pratica le sue esortazioni. Lei ci invita a ritornare a Dio, in un mondo che ha eletto il denaro a signore della terra, votandola alla distruzione. Maria è colei che «schiaccia la testa al serpente» guarendo e conducendo le anime alla santità . Il fatto che ciò sia possibile rappresenta una grazia immensa per questo tempo minacciato come non mai. Non è più una questione di anelare, desiderare e sperare: devo solo dare il mio assenso e lasciarmi trasportare.
Sì, mi consacrerò a Maria. Con ordine, però: prima chiederò di essere accolta nella Chiesa, affinché io possa davvero fare ciò che Maria mi chiede, cioè ricevere regolarmente i sacramenti dell’Eucaristia e della Confessione.
Chiesa invece di guru
La mia preghiera di stamattina è durata quasi un’ora, un’ora di gioia. Scopro che la preghiera diventa sempre più condizione e premessa per ogni successo nella mia vita. Senza preghiera non riesco a entrare nell’amore di Dio. E poi il costante atto di volontà : voglio, voglio, voglio che Tu entri nel mio cuore, che Tu trasformi il mio cuore.
Nei 23 anni precedenti – quando ero già alla ricerca di Dio, ma secondo il motto dell’ego: «Cerca senza trovare» – ero stata sempre io a dovermi sforzare e quindi a mantenere il controllo. Avevo cercato innumerevoli scale su cui arrampicarmi, avevo pagato i più svariati sconosciuti per farmi issare in cima alla loro specialissima scala. Spesso il mondo visto da lassù sembrava sereno, ma il percorso si fermava con la fine della scala. Io precipitavo e precipitavo ancora, poi mi accusavo e mi svalutavo, un’esperienza penosissima.
Ora sperimento la preghiera che istruisce.
La Chiesa è un’istituzione gerarchica. Se fosse organizzata democraticamente, lo spirito del tempo l’avrebbe già spazzata via da un pezzo. Gesù Cristo ha istituito la Chiesa, ai suoi apostoli ha conferito la grazia della sua potenza. Questa forza fluisce dall’alto verso il basso con l’obbedienza e il servizio.
Questa imponente istituzione è esposta al costante pericolo di diventare una struttura immobile, rigida, col rischio di perdere la tensione verticale necessaria all’azione dello Spirito Santo. Ciò succede quando non si pratica più la fede. Se nei suoi duemila anni la Chiesa si fosse irrigidita totalmente, sarebbe crollata sotto le vicende e gli sconvolgimenti della storia. Maria esorta con la potenza della dolcezza, della bellezza e della non-violenza a ritornare alla pratica: Fate ciò che Egli vi dice. Forse le chiese sono vuote perché così pochi prestano ascolto a tali parole.
Un’alternativa alla Chiesa sono i guru, persone che aiutano nel nome di sé stessi. Non c’è dubbio che esistano uomini vicini a Dio, magari addirittura «illuminati», realizzati in Dio. Ma quanti sono coloro che disinteressatamente indicano la via verso Dio, senza mire di gloria, potere e denaro?
Il passo che conduce alle sette è breve; quando poi siamo feriti e vulnerabili il discernimento è offuscato e le proposte ammiccanti sono tantissime. Con un miscuglio di ideali religiosi e la promessa di farli uscire dalla loro infelicità , i guru di turno conducono i propri seguaci sull’orlo della rovina materialmente, socialmente e religiosamente.
Dopo aver cercato invano e troppo a lungo aiuto presso persone che agivano nel proprio nome, è meraviglioso stare di fronte a un sacerdote che aiuta nel nome di Gesù.
A Medjugorje i fedeli vengono invitati a tornare alla pratica. I sacerdoti dell’Ordine francescano, che per cinquecento anni hanno esercitato il loro ministero nella clandestinità , prendono possesso del potere conferito loro da Cristo, cioè di perdonare i peccati, sanare, cacciare demoni.
Anziani devoti
Suonano alla porta. È Franz che mi fa una visita a sorpresa. Dal 1988 si reca annualmente a Medjugorje e mi dice nel suo dialetto bavarese, che a stento capisco: «Tutto mi è stato regalato, non ho dovuto cercare niente». Franz è sulla sessantina, non si è mai sposato, perché «ero troppo timido», ma quando mi incontra mi stringe forte a sé. È lui che in tutti i pellegrinaggi portava con sé una Madonna in legno. Porta anche una Madonna pellegrina di casa in casa. Gli dico che sarei felice se una volta la portasse anche a me.
La domenica mi reco al convento dei cappuccini di Marienstein per vedere i sacerdoti durante le celebrazioni. Sono alla ricerca di una guida spirituale. Nell’ultimo tratto in salita offro un passaggio a un anziano signore, di nuovo un vecchio devoto. Questi mi racconta la sua terribile storia: è stato rinchiuso per sette anni e mezzo in manicomio perché era stato dichiarato pazzo. Mi chiede se secondo me sia accettabile che ai medici sia concesso così tanto tempo per decidere che uno non è pazzo. No, dico io, non è possibile. «Mamma mia, se sapesse che destini là dentro...».
Raggiungiamo la chiesa. La funzione è già iniziata. Suonano le campane e l’uomo cade in ginocchio, facendosi il segno della croce. «La consacrazione», dice commosso. Ogni domenica scende con il treno fino alla stazione a valle, poi sale a piedi per un paio di chilometri fino alla chiesa, meta del pellegrinaggio. Crede. Non è spezzato dalla terribile ingiustizia di cui è stato vittima.
Pregare contro il male
Ieri sera, dopo la lettura dei giornali non ho fatto che piangere. Un articolo sui villaggi distrutti e gli abitanti massacrati in Bosnia, un’intervista al sindaco di Palermo, che combatte la mafia nel suo stesso territorio e che senza peli sulla lingua ne rivela la collusione con il governo che non si limita alla sola Palermo, ma si riscontra ormai pure a Francoforte, e un rapporto sulla mattanza dei vitelli, attualmente in atto per alzare i prezzi della carne. Per ogni vitello macellato e smaltito come rifiuto speciale i contadini e gli allevatori di bestiame percepiscono un premio, il cosiddetto «premio di Erode» (Süddeutsche Zeitung del 15 settembre 1996), pagato dall’Unione europea con i soldi dei contribuenti. Tutto questo in un mondo dove ogni anno milioni di persone muoiono di fame. Quando leggo queste cose ho l’impressione che debba «piovere fuoco dal cielo». Non sono singoli criminali che commettono questi scempi, siamo noi «umanità » che li commettiamo.
Maria piange a causa di questo. Spesso giunge notizia di fenomeni di statue – di gesso o di legno – raffiguranti la Madonna che a un certo punto cominciano a versare lacrime, qualche volta lacrime di sangue. Ovunque appaia, Maria dice: «Pregate, pregate, pregate». Mi pare di udire le risate di scherno: pregare contro i reattori nucleari? Lei non dice: «State con le mani in mano», bensì: «Pregate». In mezzo alle preghiere e ai canti nella chiesa di Medjugorje sentivo che lì c’è la forza, ciò può resistere, anche se dovessero morire tutti. La preghiera dona forza. Pregare porta la pace nel cuore. A Medjugorje si sconsigliava di pregare per la pace fintanto che non avessimo avuto la pace nel nostro cuore. Pregare crea l’apertura necessaria affinché Dio possa operare nel mondo. Sembra che Egli operi solo se noi liberamente ci apriamo alla sua azione.
Opporsi all’ego
Eccomi di nuovo in preda alla paura, paura di allontanarmi dal consenso valoriale del mio ambiente sociale. Mi sento come una talpa solitaria, che si scava la strada sotto un deserto di cemento, perché nel suo buio intuisce che più in là incontrerà terra soffice, dove potrà finalmente alzare la testa con i suoi occhi ciechi nella luce.
La linea che separa la fede dall’ateismo sta decisamente altrove rispetto a ciò che avevo creduto finora. Pensavo che essa si trovasse lontano da me, là dove si nega Dio apertamente o dove ci si irrigidisce quando si accenna all’azione di realtà invisibili. Ora scopro l’incredulità nel mio stesso cuore e in tutto ciò che avevo fatto fin qui per «crescere» e per «auto-realizzarmi», mediante il mio volere, il mio fare e il mio sforzarmi. Mio Dio, quanti sforzi e per quanto tempo! Non avevo creduto che solo Cristo, solo Lui, può e vuole veramente realizzarmi, è Lui che mi dona a me stessa.
Mentre scrivo queste parole so che molti le percepiranno come capitava anche a me fino a poco tempo fa, quando ascoltavo certe testimonianze di fede: era come se un vetro si frapponesse fra me e chi parlava, come quando si chiude il finestrino dell’auto per non sentire la puzza fuori. Ma perché? La promessa è l’amore, ciò che ogni essere umano sogna nel profondo dell’anima: sentirsi amato, vivere un’esistenza ricca di senso, eppure noi ci opponiamo con mani e piedi, perché ci sentiamo minacciati dal prezzo da pagare.
Il rifiuto si ammantava di onnipresenti pregiudizi contro la Chiesa e di espressioni di condanna nei suoi confronti, pregiudizi che generalmente infiammano i nostri cuori nel nome di valori come libertà , individualità e autorealizzazione. Ma si tratta solo di una maschera, non è la vera ragione del rifiuto. Questa sta nell’ego, che non vuole assolutamente piegarsi all’onnipotenza di Dio.
L’ego escogita ogni possibile manovra per non apparire nudo. Dice alla vocina che osa contraddirlo:
Io non vedo nessun Dio, quindi Dio non esiste. La mia realtà è l’unica che c’è.
La mia esperienza è un’altra. Perfino la scienza non può più confermare questa posizione, specialmente la fisica moderna. Qui la materia si trasforma in energia.
Io preferisco fare da me. Lo so io come si diventa felici, caso mai esistono abbastanza persone in grado di insegnarmelo.
Ma io sto cercando da così tanto tempo, da 23 anni, e ciò che ho trovato non è servito a spegnere la mia fame e la mia sete.
Se Dio è amore e se Dio è onnipotente, come può allora permettere che noi, i suoi figli, soffriamo così tanto?
La maggior parte delle sofferenze ce le procuriamo noi esseri umani. Dio ci ha donato il libero arbitrio. La sofferenza innocente che strazia l’anima, soprattutto quando si tratta di bambini, è per me la peggiore pietra d’inciampo nella nostra esistenza umana. Gesù però dice che ci darà consolazione e ci sazierà . Egli ci promette la vita nella pienezza. Io ci voglio credere, voglio credere che Egli sana tutte le ferite.
Ma come puoi voler entrare a far parte della Chiesa cattolica? La sua storia è una lunga scia di sangue. Pensa all’Inqui...
Indice dei contenuti
- Premessa all’edizione italiana
- Nostalgia della grazia
- La Confessione: medicina che guarisce?
- Medjugorje: il sì donato
- Risalendo la corrente nello spirito del tempo
- Schio: la croce profumata
- Ricevo i Sacramenti
- Stretta al Rosario
- Mi decido per la fede
- Esercizi
- Vigile nel quotidiano
- Madre e Madre di Dio
- Doni
- Accogliere la croce
- Tutta la vita
- Appendice. I martiri sono intolleranti?
- Note
- Indice