
- 107 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Diario per la fidanzata
Informazioni su questo libro
"Livia non ha il carattere nè di Nella nè di Olga... e pensavo: Non di Nella, non di Olga, ma per me meglio. Me, amerà come vorrò essere amato e mi sopporterà, sopporterà i miei grilli e le mie malattie, amerà tutto me, pazzo, bestia, vecchio. Lasciavo che parlino e che dicessero bene o male di te, pensavo: Livia non ha nè difetti, nè virtù. Livia è Livia. "Il Diario per la fidanzata è un testo di fondamentale importanza per capire la psicologia dello scrittore."
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Informazioni
Argomento
LetteraturaCategoria
Collezioni letterarie1 Gennaio
Grave cosa e pericolosa la bora. Oggi, al terzo anniversario (contiamo per settimane) essa m’impedì di passare la sera con Livia. L’accompagnai in carrozza fino a St. Andrea (c’era in carrozza anche la signora Posser) e poi vigliaccamente le abbandonai. Da prima non mi crucciò altro che il dubbio che Livia fosse lieta d’essere libera di me per una sera; oh! un cruccio doloroso, l’improvviso spavento della nostra vita futura che subito m’apparve compromessa. Dopo appena pensai che avrei fatto bene di restare in carrozza almeno per assicurare un poco col mio peso il veicolo. E quando arrivai in Banca1 ove Livia per telefono ha da farmi pervenire la nuova del suo buon arrivo mi sedetti incapace di fare altra cosa fuori che attendere la nuova che la mia bionda, l’unica mia grande, grande speranza di vera, solida felicità, sia arrivata salva a casa. Parola d’onore che ho in un cantuccio del cuore qualche cosa che somiglia a religione. Rileggo queste linee e trovo d’essere un egoista incorreggibile.
2 Gennaio
So innig zwei Menschen einander lieben mögen: sie können doch nicht vollständig in einander aufgehen. Nur diejenigen werden sich stets nahe bleiben welche fortwährend das Bedürfniss fühlen, sich einander zu nähern.2
Joseph Freiherr von Eötvös
2 Gennaio
II/I durante la bora
Oh! grazie! Non ne puoi più! Ed io neppure! Non so più né quello che tu pensi di me né quello che senti per me! L’ho dimenticato! La balena!3 Fuori soffia, soffia, e soffii pure. Io questa sera verrò, certo verrò. Verrò a conquistarti di nuovo perché chissà se sei ancora ben mia? Ne dubito! Ho un desiderio di fumare, di bere, di dedicarmi a tutti i vizii per punire te… che finora non hai colpa.
3 Gennaio
1896 ore 10½ ant.
Corrispondo al tuo desiderio, mia Livia, e incomincio queste annotazioni… alla tedesca. Che ogni giorno mi dia un’idea e un sentimento per te e mi vengano naturali, spontanei su dal cuore. Allora sarà bene per noi tutti, vale a dire per noi due.

Un uomo può avere solo due grandi fortune a questo mondo: Quella di amare molto oppure quella di combattere vittoriosamente nella lotta per la vita. Si è felice in un modo o nell’altro ma non avviene spesso che il destino conceda ambidue queste felicità. Mi pare perciò che dei caratteri umani, i felici son quelli che sanno rinunciare all’amore o quelli che si tolgono dalla lotta. Infelicissimi son quelli che si frazionano come desiderio o come attività nei due campi tanto opposti. Strano che pensando alla mia Livia io ci veda e l’amore e la vittoria.
ore 4 pom. - 7 minuti4
4 Gennaio
Ninna, nanna!
Come è cosa bella la violenza in amore. Sai perché tanto mi piace quella posizione che tu sfuggi? Intanto perché tu non ne vuoi sapere e che mi tocca farti violenza. Poi vi si aggiungono degli altri elementi altrettanto bruschi. Quando ti tengo fra le mie braccia, tutta, tutta, non poggiata che a me, ti sento più che mai mia preda. Avvicino la mia faccia alla tua e non so ancora se ti mangerò o ti bacerò. Mi limito al bacio per magnanimità ma il sentimento della mia magnanimità m’accompagna tanto costante che il bacio ha per me il sapore di un morso. Ma non per te, eh? Ma nella nostra relazione la violenza avrà piccola parte. Capiteranno tutte le formalità e poi quietata da quella non opporrai nulla.

Oggi son 3 mesi dalla morte di mamma. Come l’ho pianta poco!
ore 4 - 7 m. pom.
5 Gennaio
ore 11 ant. undici
Oggi una cosa strana non d’amore. Il mio amico Frizzi è indisposto gravemente e il dr. Zencovich gli disse che tutti i suoi malanni derivano dal fumo. Aggiunse però che non gli proibiva di fumare visto ch’era inutile poiché egli sapeva che sarebbe stata una proibizione vana. Ora io pensai: Quello che non è possibile di fare per il dr. Zencovich, non sarebbe possibile di fare per Livia? Fumai subito una sigaretta per marcare l’ora e feci il proposito ferreo di sagrificare a te, mia Livia, questo vizio. Dalle parole del dr. Zencovich puoi comprendere quanto io ti sagrifichi. Tu avrai certo i tuoi bravi dubbi che sia per te ch’io faccia tale sagrificio o non piuttosto per me. Invece è proprio per te. Si tratta di amare bene e calmo, si tratta di aver i nervi sani per guarire dei dubbi e sentire l’affetto ugualmente intenso ogni mattina, ogni sera. Per il dr. Zencovich niente, tant’è vero che per i medici che me lo consigliarono non riuscii giammai di fare una cosa simile. In fondo la mia vita è una parte (piccola) del nostro amore ed io la curo non per egoismo ma per amore.
6 Gennaio
8 pom.
Come la mia cotta va aumentando e come è una cotta differente da tutte quelle che la precedettero. Più m’istupidisco (perdonami, Livia, se continuo ad usare questo verbo che la prammatica vuole) e più lieto, sereno, laborioso divengo. Poco fa per un bisogno istintivo di sentire la tua voce in quest’ora in cui sempre la sento ti chiamai al telefono e nell’oscurità sorrisi a te, alla tua voce, al vestito lilà che oggi indossi e che somiglia alla tua voce, alla tua faccia che veramente è di un altro colore. E il bello si è che mi sento caldo al cuore anche quando non ti sono vicino. Ti sento ben mia anche nella lontananza e mi scende nell’anima la grande tranquillità che questo vigliacco mondo borghese m’accorda. Io ti conquisto ora ma esso ci penserà di legarti a me con nodi indissolubili e farà bene. Oh! buona e cara borghesia! Nella gioia di saperti tanto mia, definitivamente mia dovetti fare qualche cosa e mi misi a fumare non appena abbandonato il telefono.
7 Gennaio
ore 9½ antim.
Certo al momento di svegliarmi io non rammento né la faccia né l’amore di Livia. Talvolta per ricordare l’una e l’altro nella loro interezza ho bisogno di vedere la fotografia ch’è rimasta lì tranquilla a vedermi a dormire. E allora la quiete del risveglio viene interrotta d’un solo tratto dal ricordo della vita, di tutta la vita e m’assale nello stesso tempo tutta la gioia del possesso e l’inquietudine che mai sempre accompagnò e accompagnerà il mio amore. Poi ricordo tutti i ragionamenti fatti il giorno innanzi in compagnia tua o soltanto, muto, a te da canto, per quietarmi, e quando mi levo, fischio Wagner il musicista dell’amore e del dolore ma senza sentire che il primo. Esco di casa col cappello sulle quarantotto e… la sigaretta in bocca. Povera Livia! Ogni piacere e ogni dispiacere che mi dai, aumenta la mia faringite.
8 Gennaio
ore 10¼
Come lo scrivere può essere un riposo! Ho avuto molto da fare oggi e vengo a questo libro proprio in cerca di quiete, un intervallo di respiro. Eppure, Livia, certe parole da te dettemi ieri mi dispiacquero profondamente e mi pesano sull’animo grevi, grevi, un incubo. Così oggi riprendendo a mani il libro, passo dalla noia al dolore; non è il sollievo degli altri giorni. Quando tu leggerai questa pagina, io (lo spero) avrò dimenticate quelle parole e non saprò più neppure ridirtele. Sarà meglio così! Intanto la giornata resta fosca e triste, senza luce. Che sieno i miei nervi che mi fanno apparire così brusco il presente, così pauroso l’avvenire? Ah! capisco che faccio meglio di ritornare alla noia del mio ufficio piuttosto che imbrattare in tale modo queste pagine che tu destinavi a tutt’altro ufficio.
9 Gennaio
La data quassù è errata perché noi oggi siamo ancora sempre all’8. Devo scrivere stretto, stretto, per conservare un po’ di spazio per domani. Scrivo per rettificare qualcuna delle parole scritte poco fa e che mi rimordono. A mezzodì fosti di nuovo la mia cara, cara Livia e ad onta del mio orribile stato nervoso, ridivenni sereno e marciai per le vie di Trieste col mio brutto passo, ma passo da trionfatore. Nevvero che tu non ti pulirai giammai la bocca perché io l’avrò baciata?
Oggi sì ch’è il 9 Gennaio
ore 11 ant.
Come mi fa piacere d’apprendere che hai sofferto anche tu. Un caratterino violento la mia Livia! Vi pensai e ne risi tutta la notte. Ne risi lieto, beato. Erhabener Geist, du gabst mir Alles!5 Livia prima di tutto e Livia fatta così. Ma non sei mica più tale da confondere M.6 con S.C.7! Certo, quel sig. M. si comportò male ma non straordinariamente. Mi appare quale un uomo comune che godeva di cuore all’idea di sapersi amato da un fiore come te. Pensava un Knospenfrevel8 e ne godeva nel sogno come tutti noi uomini. Assicurati ch’egli era impuro ma non è questa la sua colpa. Mi sarebbe più simpatico se avesse a dirittura tentato d’ammazzarti d’amore. Invece egli (oh! basso individuo!) stette sempre attento di non compromettersi, borghesaccio! Se invece ti avesse lasciata dopo di averti fatto soffrire e godere il suo contegno sarebbe stato degno di persona intelligente. Così non gli riuscì che a farmi ridere tutta una notte e a pensare che il mio compito di farmi amare da Livia mi è stato reso più facile da lui.
10 Gennaio
Come sei fatta mia buona Livia! Ieri fosti lieta che ti fosse stato detto da me, che, anche milionaria, avresti fatto bene di darti a me. A me parlarono e parlano bene o male di te; per me resti sempre identica. E quando mi dicevano: Livia non ha il carattere né di Nella9 né di Olga10 ma della nonna, io ridevo lieto pensando ai colori della tua cara faccia che restavano immutati ad onta dell’insolenza ch’era stata loro diretta e pensavo: Non di Nella, non di Olga, ma per me meglio. Me, amerà come vorrò essere amato e mi sopporterà, sopporterà i miei grilli e le mie malattie, amerà tutto me, pazzo, bestia, vecchio. Lasciavo che parlino e che dicessero bene o male di te, pensavo: Livia non ha né difetti, né virtù. Livia è Livia.
11 Gennaio
ore 4 - 7 minuti
No che non aspetto fino a domani per scriverti. Oggi (10 ancora) m’è accaduto una cosa che m’ha commosso profondamente. Pensando a te son rimasto 24 ore o quasi senza fumare. Se sarai buona, buona, adesso mi riprometto, sempre pensando a te, di liberarmi di tutti i miei vizi e rifarti un marito come lo meriti, amante perenne e sereno che non t...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Pagina Copyright
- Introduzione di Gabriella Contini
- Diario per la fidanzata