Dante per manager
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Dante per manager

  1. 240 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Dante per manager

Informazioni su questo libro

Dietro ogni terzina di versi si nasconde uno spunto manageriale. Tutto sta a scoprirlo, con la mente ben aperta e la volontà di ritrovare nelle aziende del XXI secolo il piacere di quel viaggio verso l'alto qui compiuto da Dante Alighieri proprio sette secoli fa. Qui i pensatori del management di oggi fanno capolino accanto a Ulisse, a Paolo e Francesca, al conte Ugolino. Personaggi che affiorano alla memoria di lettrici e lettori indicano sulla mappa dantesca gli itinerari possibili e l'equipaggiamento utile per gestire persone e risorse, soprattutto in tempi complessi come gli attuali. Il traghettatore Caronte si rivela metafora del leader dallo stile direttivo e autoritario, Minosse è un arcigno recruiting manager mentre Virgilio e Beatrice vestono i panni dei mentor capaci. Il Purgatorio è il regno degli interinali dove le anime "a tempo" scontano le loro pene: la superbia diventa autoesaltazione, l'accidia si trasforma in demotivazione e la gola è fame di incarichi. Meta finale resta il Paradiso, il regno delle virtù aziendali: lì i beati sono modelli di comportamento, medievale e contemporaneo. Se tu segui tua stella,
non puoi fallire a glorioso porto.
Inferno, canto XV

Domande frequenti

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Informazioni

Anno
2021
eBook ISBN
9788863459104
Argomento
Business

Il Purgatorio

Il regno degli interinali
È il regno della speranza. Il più “terreno” dei regni dell’Oltretomba. Il più “umano”. Il più simile alla vita vera. Il più impregnato del concetto aziendale di tempo: tutto passa, tutto va, tutto evolve da una situazione a un’altra, in un rapporto causa-effetto, deterministico, certo, ma con fenomeni emergenti costanti che lo rendono più complesso.
Quante saranno le trimestrali di sofferenze che il purgante dovrà patire, lo sa solo Iddio. Ma una cosa è certa: nella timeline del secondo regno ultraterreno è ben impressa una data d’inizio e una di fine.
Il mondo del business è in costante cambiamento? Le borse di tutto il mondo sono costellate di aziende che entrano e di altre che escono dai mercati? Todo cambia? Ebbene, il Purgatorio ne rappresenta una metafora efficace: le anime che vi si trovano sono tutte interinali. A tempo.
Tutte hanno un contratto a durata determinata per stare sul monte. Nessuno lì ha un “posto fisso per la vita”. E il periodo di stazionamento nel luogo intermedio può variare in base ad alcuni fattori. Primo fra tutti, la preghiera di chi sta sulla terra: i defunti “purganti” subiscono infatti una prova che può essere abbreviata dai suffragi – l’aiuto spirituale – dei viventi. Più preghiere, meno tempo di punizione. Il networking spirituale tra chi sta di là e chi prega dalla terra i propri cari è il fattore critico di successo nell’accorciare il time to market, il tempo per l’approdo al Paradiso.
«Quale aumento di potenza per i vivi questa possibilità di influire sulla morte!», commenta Jacques Le Goff nel suo illuminante La naissance du Purgatoire. Già, e anche, quaggiù, quale straordinario rafforzamento della coesione delle reti e delle comunità (famiglie di sangue, famiglie di conoscenza, famiglie professionali, famiglie di settore…). Quanto più l’interinale purgante nell’Oltretomba possiede qualche Santo in Terra in grado di pregare per lui/lei, tanto più riesce ad accorciare il tempo della penitenza e del dolore.
La Commedia sviluppa il tema della co-creazione. Squaderna i pensieri sull’intelligenza collettiva e su come valorizzarla. Approfondisce la dimensione wiki tra Aldilà e Aldiqua. Fa emergere l’importanza del rapporto, del contatto, dello scambio tra le persone. Vuoi emergere? Fai parte di un team! Valorizza il tuo network! Crèati reti di connessione! Enfatizza la connectography per disegnare il nuovo ordine del tuo mondo, in grado di potenziare il valore dei ponti e di contenere quello dei confini.
Dall’epoca di Dante in poi, la Chiesa, consapevole di quanto la relazione sia importante sull’estensione di solidarietà efficaci dopo la morte, ha costruito su questa base uno straordinario strumento di potere. Potere spirituale ma anche profitto finanziario, grazie al meccanismo di fund rasing per le indulgenze (e ricordiamo che il 1300 è proprio l’anno del primo Giubileo, l’indulgenza plenaria voluta da Bonifacio VIII).
Ai tempi dell’autore e fondatore della Divina Commedia Spa, il concetto di Purgatorio è molto recente: solo dalla fine del XII secolo nasce la credenza in un luogo intermedio dell’Aldilà. Un evento collegato alle nuove strutture sociali e politiche del feudalesimo e alle conquiste economiche e di mercato di quel periodo storico.
L’affermarsi di una nuova visione del mondo fa sì che il peccato non decida tragicamente il destino dell’anima umana ma che sia possibile salvarsi in un secondo regno / dove l’umano spirito si purga / e di salire al cielo diventa degno.
La struttura del Purgatorio
Il Purgatorio non sta sottoterra, dove invece era scavato il regno dei dannati a tempo indeterminato: alla fine dell’Inferno, Dante e il suo mentor Virgilio escono a riveder le stelle e si ritrovano nel chiaro mondo. Il Purgatorio immaginato da Dante è una montagna, una curva gaussiana collocata sulla superficie della terra sferica, dalla parte opposta della città di Gerusalemme, nell’emisfero australe. Tutto attorno, uno sterminato oceano, impenetrabile al passaggio dei viventi. E non è detto, sia precisato per inciso, se quell’oceano, quel tremolante suol marino, sia o meno blu, come la strategia di Kim e Mauborgne. Se sia blu ocean, dunque, non è noto: quel che è certo è che il cielo è azzurro, dolce color d’orïental zaffiro.
Com’è nata la montagna? La sua origine è connessa con la nascita dell’Inferno: Dio ha punito Lucifero, angelo-leader ribelle, per la sua superbia, facendolo cadere dai cieli. Il suo piombare in giù ha generato la voragine infernale, facendo fuggire dal suo contatto la terra inorridita, fino a formare la gaussiana del Purgatorio.
La forma cava dell’Inferno è quindi la matrice di un calco che ha più o meno la forma del Purgatorio: il profilo di un panettone o, se preferisci, di curva che rappresenta una funzione di momenti di crescita molto intensa, poi di una fase di rallentamento e infine di una velocissima decrescita. Ecco il Purgatorio inventato da Dante. Ecco la mappa su cui può scrivere le sue lezioni di alpinismo etico.
Nella parte bassa della montagna il pioniere Dante si immagina l’Antipurgatorio, una sorta di anticamera, un luogo di attesa in cui stanno in aspettativa i morti che non sono ancora degni di entrare nel Purgatorio propriamente detto (gli spiriti che hanno tardato a pentirsi, i negligenti e gli scomunicati).
Poi il poeta descrive il Purgatorio in sé: sette cerchi (o cornici) sovrapposti, la cui circonferenza diminuisce a mano a mano che si raggiunge la vetta. Le anime purgano lì i sette peccati capitali del management: nell’ordine – un ordine decrescente di gravità – orgoglio, invidia, collera, demotivazione, avarizia, gola di incarichi ed eccessi.
I penitenti di ciascuna cornice sono puniti con pene materiali, secondo la legge del contrappasso (pene che corrispondono per analogia o per opposizione al genere di peccato commesso in vita). Ma al contempo vedono o ascoltano esempi del peccato che stanno espiando e della virtù contraria al loro peccato.
L’ordinamento morale del Purgatorio non si fonda, come nell’Inferno, sul peccato effettivamente compiuto, quanto sulla tendenza a esso. Questo discende dalla dottrina di San Tommaso, che distingue due tipi di amore: in tutti gli esseri umani esiste un amore “naturale” e un amore “d’animo”, istintivo e soggettivo, proprio della volontà di ciascuno. Dante ce lo spiega con profondità nel canto diciassettesimo della seconda cantica.
Il primo amore, quello naturale, non sbaglia mai, è infallibile perché opera diretta di Dio. Il secondo tipo d’amore, quello d’elezione, proprio perché implica la volontà umana, è necessariamente soggetto all’errore e al vizio. L’amore d’animo può indurre in errore in tre maniere: per malo obietto, rivolgendosi cioè a un oggetto indegno e facendo desiderare il male del prossimo (superbia, invidia, ira); per poco di vigore, essendo poco ardente (come nel caso dell’accidia); per troppo di vigore, essendo troppo ardente, in quanto ama senza misura i beni finiti e imperfetti (come nel caso di avarizia, gola e lussuria).
Ed è ora a te evidente che anche nel business gli insuccessi possono essere causati dall’inseguimento di un obiettivo sbagliato o irraggiungibile (malo obietto), per spinta o investimenti insufficienti (poco di vigore) o addirittura per eccesso di risorse messe in gioco, che portano a crisi di liquidità (troppo di vigore). Pensaci bene, ripensando agli errori tuoi o di una persona manager che conosci: obiettivo sbagliato, poca carica, troppa carica.
In cima alla montagna, Virgilio e Dante entrano nel Paradiso terrestre, dove sono ambientati gli ultimi sei canti del Purgatorio, un giardino meraviglioso, dove si conoscono gli impatti delle azioni, dove si favoriscono i miglioramenti, dove si condivide ciò che si è appreso. Un giardino economicamente e socialmente sostenibile che piacerebbe molto a Daniel Goleman quando riflette di intelligenza ecologica e a Greta Thunberg che ci stimola a lavorare uniti per un ambiente più accogliente. Due fiumi, Lete e Eunoè, ne bagnano il suolo.
Sulla soglia del Paradiso terrestre, Virgilio-uomo-di-ragione abbandona il suo ruolo di mentor e scompare lasciando in lacrime Dante, al quale subito appare Beatrice-donna-di-sentimento che gli farà da guida nell’ultima fase del suo pellegrinaggio, nel terzo regno santo, il Paradiso.
Ma basta con le descrizioni, catapùltati sull’esperienza. Solo toccando con mano, provando sul campo, ripetendo a passo a passo il percorso del nostro viandante, hai la possibilità di apprendere. Del resto, si chiedeva qualcuno, è possibile sapere che gusto ha una fragola prima di averla assaggiata? No, di certo. E allora procedi, concentrati sui tuoi obiettivi. Fai esperienza, per accrescere conoscenza, abilità e abitudini positive.
Torniamo al viaggio
e canterò di quel secondo regno
dove l’umano spirito si purga
e di salire al ciel diventa degno.
Siamo alla seconda fase del piano strategico dantesco. Se – da timetable – sette giorni dura il cammino nell’Aldilà (ricordiamolo, da giovedì 7 aprile prima di Pasqua del 1300 a mercoledì 13 dopo Pasqua), siamo arrivati, noi con Dante e la sua guida, a metà del percorso (visto che il viaggio nel Paradiso durerà non più di un istante). L’entrata nei regni coincide con momenti precisi della giornata: la notte (desperatio) per l’Inferno, l’aurora (spes) per il Purgatorio, mezzogiorno (sol salutis) per il Paradiso.
Con l’inizio della terza cantica, dunque, eccoci all’alba della domenica di Pasqua del 1300. La notte cede il posto all’aurora. Le tinte fosche, il rosso sangue dei diavoli, il nero luciferino e cimiteriale, i grigi cupi della grotta di piombo che non vede mai luce, gli acrilici con cui erano dipinti il ghiaccio e il fuoco dell’Inferno lasciano spazio a sfumature più tenui, a un soave, rasserenante, tranquillizzante dolce color d’orïental zaffiro.
Dante e Virgilio passeggiano su una spiaggia e vedono avvicinarsi un veglio solo, un vecchio con lunga la barba e di pel bianco mista, che comincia ad andare in escandescenza pensando che i due siano fuggiti dall’Inferno: chi siete voi che contro al cieco fiume / fuggita avete la pregione etterna?
Il vecchio barbuto borbottante è Marco Porcio Catone, che si è tolto la vita a Utica, nell’odierna Tunisia, nel 46 avanti Cristo (per questo detto l’Uticense). S’è ucciso per non cadere nelle mani degli armigeri di Giulio Cesare (simbolo dell’Impero) e per non abdicare al suo forte credo nelle libertà repubblicane. Politicamente, una persona orientata al passato: guarda all’indietro e pensa con rimpianto a quanto si stava bene ai tempi che furono. Conosci per certo anche tu quel manager che trascorre le giornate a sospirare: «Eh, ai miei tempi… Come si stava bene allora…».
Dal punto di vista della curva di Everett Rogers che rappresenta la predisposizione ad adottare soluzioni innovative, Catone è senza dubbio laggard, un ritardatario, cioè attaccato all’old way, poco propenso alle novità e disponibile ad accettarle solo quando di novità non si parla più, dopo che sono diventate mainstream per la scelta di una larga maggioranza di persone. Agli occhi di Alighieri l’Outlier (come lo chiamerebbe Gladwell) è comunque il rappresentante positivo di massima coerenza morale e di ideali: per questo lo pone a custodia del Purgatorio. È un veglio onesto, esempio di rettitudine e integrità per tutti.
Il patriarca scarica addosso a Virgilio e Dante una raffica di domande, con tono concitato e sospettoso. Chi siete? Chi vi ha portati? Chi vi ha dato il permesso? Siete consapevoli delle conseguenze della vos...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. L’immaginazione alleata dell’organizzazione
  6. Prefazione
  7. Introduzione
  8. L’autore
  9. Firenze e i suoi businessmen
  10. La Commedia, i numeri e la lunga coda
  11. L’Inferno
  12. Il Purgatorio
  13. Il Paradiso
  14. Bibliografia