1. Le basi
L’obiettivo di un’attività criminale è accumulare ricchezza. In generale, ci sono due modi per farlo: accaparrarsela senza il consenso del proprietario o convincerlo a separarsene volontariamente, anche se in seguito non vorrà che siate voi a tenerla. Nella prima tipologia rientra quasi tutto ciò che la gente associa al concetto di «crimine», ma è una forma d’affari auto-limitante. Non si può nascondere. Non si può spacciare una cassaforte sventrata per una cassaforte con cui il contabile ha perso le staffe.
Leslie Payne, The Brotherhood: My Life with the Krays
Nelle decine di film inglesi a medio budget sui gemelli Kray e la malavita nella Londra degli anni sessanta, una delle scene cruciali è sempre l’omicidio di Jack «the Hat» MacVitie per mano di Reggie Kray. Insieme alla sparatoria che uccise George Cornell al Blind Beggar Pub, a Whitechapel, è uno dei fondamenti della leggenda dei gemelli Kray. È strano perciò che in pochissimi sappiano quale sia stato il movente. In realtà, Reggie era arrabbiato con MacVitie perché non aveva portato a termine un omicidio su commissione pagato cinquecento sterline. I Kray gli avevano infatti affidato l’incarico di far fuori Leslie Payne, il loro contabile. Leslie sarebbe un bravo insegnante per un corso introduttivo alla frode commerciale: è stato il responsabile di svariate truffe, tutte di portata abbastanza comprensibile, e molte portate a termine in modo piuttosto lineare. Come i suoi sarti in Savile Row, apprezzava le cose semplici, classiche, senza troppi fronzoli.
I fratelli Kray lo volevano morto perché pensavano che stesse per denunciarli, e avevano ragione: lo aveva fatto ed era scappato per scrivere un’autobiografia, un testo molto godibile anche se non proprio integerrimo sul piano morale, infarcito di dritte su come aveva architettato le frodi su cui si basava l’impero dei Kray. Secondo la sua versione delle «riunioni del consiglio» che i fratelli facevano nei pub, in media la stecca settimanale dei cattivi consisteva in circa duemila sterline in contanti, di cui non più di un quarto proveniente dalle rapine. Il resto arrivava dal denaro pagato dalle bische in cambio di protezione e dalla specialità di Leslie: la frode long firm.
Payne non era il contabile dell’organizzazione criminale in senso stretto, – era Reggie a occuparsi di entrate e uscite: annotava, per esempio, «Protezione al club a Walthamstow: 30 sterline» o «Mazzetta alla polizia di Dalston: 40 sterline» sui costosi registri che aveva comprato nonostante Leslie lo avesse pregato di non farlo. Leslie Payne era piuttosto un ragioniere professionista, che lavorava per i gemelli e sfruttava il suo notevole talento per gli affari per creare l’illusione di aziende prospere e oneste al fine di ottenere crediti commerciali.
Termini di pagamento e credito commerciale
Se vendessimo panini lungo i binari di una stazione, i soldi ci arriverebbero all’ora di pranzo, ma pane e formaggio dovremmo comprarli al mattino. Potremmo chiedere un prestito in banca per acquistare le provviste, ma è più frequente chiedere ai fornitori di darci pane e formaggio a credito. Generalmente, in quasi ogni settore, viene di norma riconosciuto il fatto che i clienti commerciali abbiano bisogno di produrre e di vendere i loro prodotti prima di poter pagare le materie prime; e che, per colmare questo divario, i fornitori siano spesso in una posizione migliore rispetto al sistema finanziario per concedere credito.
Perché il credito fornitore è così comune? Per il fattore convenienza. Come ha scritto Leslie «the Brain» Payne: «Uno può anche immaginarsi un sistema commerciale in cui le transazioni avvengono solo in contanti e niente si paga in anticipo o posticipato […] ma vorrebbe dire che ogni volta che volete accendere un fuoco dovete uscire a comprare una palata di carbone».
Prima di tutto, è un servizio relativamente a buon mercato. Se l’alternativa alla vendita a credito è lasciare che le merci rimangano ferme finché il cliente non ha il contante, allora si può risparmiare qualcosa spostandole dal proprio magazzino a quello del cliente. Questo è vero soprattutto per prodotti a breve conservazione, come il pane fresco. Secondo, e collegato al primo, il credito fornitore favorisce le vendite. Se sei disposto a trattare «a termini concordati», puoi vendere ad aziende appena nate e a clienti momentaneamente a corto di liquidità, piuttosto che limitarti a fare affari solo con chi ha i soldi pronti. Infine, è probabile che a un fornitore il rischio di credito sembrerà più accettabile rispetto a una banca. Innanzitutto, il fornitore ha un’idea più precisa di come vanno gli affari del suo cliente, gli basta guardare gli ordini ricevuti. Inoltre, se concede pane e formaggio a credito, è sicuro che il credito è stato usato per acquistare le materie prime: la banca che concede un prestito assume il rischio che i soldi vengano usati per uno scopo diverso da quello dichiarato.
I termini di pagamento coprono una gamma di scadenze e anche i tassi di interesse applicabili possono variare. Potrebbero chiedervi un pagamento alla consegna, o a sette giorni, ma anche a trenta o a novanta. Per un periodo maggiore non si parla di «termini di pagamento», ma di «finanziamento dei fornitori», che prevede una documentazione più simile a un accordo formale di prestito. Il «finanziamento dei fornitori» si concede per l’acquisto di beni strumentali costosi, per esempio server informatici o motori di aerei, e può estendersi per anni.
Quale che sia la durata del credito, arriverà il giorno in cui il pagamento andrà effettuato. E se quel giorno il conto non viene saldato, il fornitore avrà ceduto beni o servizi senza essere remunerato, come se fossero stati semplicemente persi o rubati. Ecco, prendere qualcosa a credito e poi non effettuare il relativo pagamento è l’essenza della frode long firm.
Chi si assume il rischio? Certo, tutti devono gestire problemi di flusso di cassa, e tutti preferirebbero essere pagati in anticipo e trattare invece a credito coi propri fornitori. Perciò la questione di chi ottiene determinate condizioni, e da chi, è sempre complicata, e riflette elementi quali il potere contrattuale, la domanda e l’offerta, la concorrenza. I termini di pagamento praticati ci dicono molto di più sulla struttura di qualunque azienda che non un’analisi swot o il modello delle «cinque forze».
Esiste un altro tipo di estensione del credito, non dissimile dai termini di pagamento, di cui Leslie e i suoi hanno ampiamente approfittato, anche se oggi è più difficile da sfruttare. È il credito che il sistema bancario concedeva per il tempo tecnico necessario alla gestione delle pratiche relative all’emissione degli assegni. In particolare, se un assegno era stato emesso da una banca straniera, o da una di piccole dimensioni senza prassi operative consolidate, potevano volerci diversi giorni: in quel lasso di tempo, la vittima di una frode forse non avrebbe realizzato di aver ricevuto in pagamento un pezzo di carta senza alcun valore. La pratica degli assegni scoperti (firmare cioè un assegno senza che sul proprio conto corrente ci siamo soldi a sufficienza per coprirlo, e senza aver ottenuto l’autorizzazione allo scoperto) un tempo era un modo per avere un prestito a breve termine e privo di interessi che non si aveva l’intenzione di ripagare. La frode sugli assegni era generalmente un crimine minore, commesso per disperazione (il fatto che il ladro debba fornire alla vittima nome e indirizzo crea inconvenienti vistosi); se però avevi complici pronti a prendersi qualche rischio, potevi finire un libretto degli assegni piuttosto velocemente, e fare un sacco di soldi.
Il controllo del credito
Com’era, dunque, un tipico capolavoro in stile Leslie Payne? Lui stesso nel suo libro ce ne descrive uno, precisando in modo un po’ inquietante i dettagli dei conti, includendo addirittura degli utili modelli di lettera per chi avesse intenzione di emularlo. Il sistema è progettato intorno a due caratteristiche fondamentali dell’economia moderna: la pratica del controllo del credito e l’istituzione della bancarotta.
Succede spesso che i fornitori siano i creditori maggiori di un’azienda che fallisce; e quando un grosso cliente è insolvente, spesso va in rovina anche il suo fornitore. Per questa ragione, le aziende devono avere dei controller, che partecipano al processo di gestione dei «crediti esigibili». La funzione di controllo crediti può essere piuttosto informale – se avete appena aperto un ristorante probabilmente dovrete pagare il pesce in contanti alla consegna, con condizioni via via più favorevoli quando avrete uno storico dei pagamenti positivo. Nelle grandi aziende si possono trovare invece interi dipartimenti dedicati al controllo del credito, in cui ogni informazione creditizia viene accolta e valutata. In alternativa, l’équipe del controllo sui crediti esigibili può affidarsi a un’agenzia di valutazione esterna. Al di là della forma specifica, c’è quasi sempre qualcuno in questo ambito che, per via del lavoro che svolge, non è molto popolare tra la forza vendita e si è guadagnato soprannomi come «l’abominevole Mister NO» o «Responsabile capo della Prevenzione Affari». Questa persona è l’ostacolo principale che un truffatore deve trovare il modo di aggirare.
La prima mossa di Leslie fu quella di reclutare degli idioti. Facendo parte della gang dei fratelli Kray, ne aveva più d’uno sottomano, e tutto quello di cui aveva bisogno era il loro nome, da utilizzare al posto degli amministratori di una società. Era auspicabile, anche se non fondamentale, che fossero in grado di indossare giacca e cravatta e rimanere seduti il tempo di una riunione con i fornitori o i rappresentanti di una banca. Per il resto meno ne sapevano, meglio era. L’idiota numero uno sarebbe stato portato in banca per firmare un contratto di prestito per il capitale di esercizio della sua nuova società di commercio al dettaglio di vestiti, con sede in un magazzino di proprietà dei gemelli Kray. Poi Leslie sarebbe andato da uno stampatore per ordinare carte intestate per conto di una mezza dozzina di aziende appena costituite.
Una di queste – chiamiamola X&Y Ltd – avrebbe fatto presso un grossista di accertata reputazione – chiamiamolo «Legitimate Trading Ltd» – un ordine di stoffe elasticizzate di vari colori, del valore di qualche centinaio di sterline. In apertura della fornitura, avrebbero mandato una lettera al grossista comunicandogli che poteva richiedere referenze alla A&B Ltd, partner commerciale di lunga data. Ovviamente, a comunicazioni avvenute, A&B avrebbe confermato l’ottima reputazione di X&Y e dei suoi direttori, uomini di grande integrità e virtù. Leslie aveva scritto sia la lettera iniziale che quella di referenze, visto che era lui a controllare entrambe le aziende.
Mentre si costruiva una buona reputazione con i suoi fornitori, X&Y si costruiva una reputazione eccellente con i suoi clienti. Non solo vendeva il tessuto elasticizzato al 25 per cento in meno rispetto alla tariffa all’ingrosso, ma rilasciava ricevute che attestavano una vendita con un prezzo del 5 per cento superiore rispetto al prezzo all’ingrosso, consentendo ai direttori degli acquisti di abbassare l’imponibile, e di tenersi (o condividere) qualche bustarella. La logica era semplice: X&Y aveva bisogno di contante, visto che intendeva continuare a crescere e disporre di un credito fornitore sempre maggiore. Per circa sei mesi, avrebbe pagato tutte le fatture in tempo. Come scrive Leslie, «I conti sono immacolati, il flusso di cassa dalla banca impressionante. La nuova azienda è la luce dei nostri occhi».
A questo punto, quale controller creerebbe problemi se X&Y inoltrasse un ordine molto consistente? Per mascherare le vendite sottocosto e il contante fatto sparire da Leslie Payne, l’azienda avrebbe dovuto raddoppiare ogni mese il suo credito commerciale complessivo, per sei mesi. Essendo quindi partita con un ordine di prova di 1000 sterline, al sesto mese sarebbe stata nella posizione di comprare a credito 60 000 sterline di tessuto elasticizzato, di venderlo a 45 000 sterline e passare quindi alla fase successiva. I direttori di X&Y Ltd (ma potenzialmente anche di A&B, C&D, E&F e G&H, dato che facevano la stessa cosa e fornivano referenze una per l’altra) sarebbero stati a questo punto chiamati a dichiarare la bancarotta.
La bancarotta
Il fallimento e la bancarotta sono due cose abbastanza diverse. Fallimento significa solo che una società deve dei soldi a qualcuno e non è in grado di fra fronte ai pagamenti. La bancarotta ha un significato specifico, ovvero che la società è entrata in un procedimento legale per amministrare il processo di fallimento.
Non è sempre stato così. Per gran parte della storia del debito, non c’è stato nulla di paragonabile a un codice fallimentare, e la legge – a parte qualche episodio «giubilare» di condono generale – prevedeva che i debitori pagassero quello che potevano e che il debito non si estinguesse mai. Nelle società antiche, i debitori inadempienti potevano essere privati della cittadinanza e venduti come schiavi a beneficio dei loro creditori (Atene era considerata abbastanza liberale perché limitava la schiavitù per debito a un massimo di cinque anni). Il contratto imposto da Shylock nel Mercante di Venezia è un esempio estremo e la libbra di carne è una metafora, ma rende bene l’idea della realtà sottostante. Il carcere per i debitori esisteva ancora nell’Ottocento. Con il passare del tempo, e con il debito che assumeva un ruolo sempre più centrale nell’economia, però, si iniziò a comprendere come certe soluzioni erano ingiuste e inefficaci, e che la legge avrebbe dovuto porre dei limiti a ciò che era possibile richiedere a un debitore.
La successiva innovazione di grandissima rilevanza nella legislazione sulla bancarotta è stato il concetto di «responsabilità limitata», gradualmente importato dal mondo marittimo e ben radicato nel diritto commerciale anglosassone dalla metà del xix secolo. A una società viene concessa un’esistenza separata da quella delle persone che l’hanno costituita e – insieme ad altri obblighi legali – di contrarre debiti a proprio nome, e non a nome dei soci. La ...