La strategia del silenzio
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La strategia del silenzio

Le ultime eroine di Jane Austen

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La strategia del silenzio

Le ultime eroine di Jane Austen

Informazioni su questo libro

Per celebrare il bicentenario della prima pubblicazione postuma dell'ultimo capolavoro di Jane Austen, "Persuasione" (1818), Alessandra Quattrocchi ci invita a mettere per un attimo da parte la brillante Elizabeth Bennet di "Orgoglio e pregiudizio" per concentrarci invece sulle "eroine silenziose" degli ultimi tre romanzi: la riservata Jane Fairfax di "Emma", la taciturna Fanny Price di "Mansfield Park" e la contegnosa Anne Elliot di "Persuasione". Sono giovani donne segnate dalla solitudine, dalla fragilità economica e sociale, dalla vulnerabilità della loro condizione di orfane senza guida né affetti che potrebbe facilmente condurle verso la catastrofe dello zitellaggio e di conseguenza all'invisibilità, all'insignificanza sociale e alla povertà. E anche il lieto fine, quel matrimonio risolutore che conclude i tre romanzi, appare qui più come una strategia di sopravvivenza che come coronamento di una vicenda romantica. Riserbo, compostezza, cautela sono le cifre prevalenti di queste eroine, che tuttavia non sono delle Cenerentole: non saranno dei Principi a salvarle, si salveranno da sole.

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Informazioni

© 2020 iacobellieditore®
Tutti i diritti riservati
prima edizione elettronica: maggio 2020
prima edizione stampa: dicembre 2017
www.iacobellieditore.it
isbn elettronico: 978-88-6252-585-5
isbn stampa: 978-88-6252-400-1
La strategia del silenzio
Le ultime eroine di Jane Austen
di
Alessandra Quattrocchi
iacobellieditore
Dedico questo libro
alla memoria di mio fratello Arrigo,
che mi regalò le prime copie in inglese
di Emma e Pride and Prejudice
Vorrei ringraziare per questo libro
Giovanna Quattrocchi che lo ha riletto,
Anna Maria Crispino che l’ha voluto;
e Maria Paola Guarducci per l’incoraggiamento.
E tutte le amiche e gli amici
che si riconosceranno e che negli anni
hanno discusso con me e/o mi hanno ascoltato.
Avvertenza
Si è rivelato impossibile scrivere questo libro senza fornire spoiler ai lettori che non avessero letto tutti i romanzi di Austen. Qui e lì dunque sono stata costretta a fornire dettagli della trama senza cui il filo del discorso non regge. Confido che gli appassionati non me ne vogliano, nella cognizione che un romanzo di Austen è sempre più bello alla terza, quarta, o sedicesima lettura.
Le traduzioni di Jane Austen sul mercato italiano sono numerose. Per omogeneità, i brani dei romanzi e delle lettere citati in questo volume sono da me tradotti. In fondo a ogni brano di romanzo citato è indicato il capitolo da cui è tratto assieme al titolo in abbreviazione: AN per L’abbazia di Northanger, R&S per Ragione e sentimento, O&P per Orgoglio e Pregiudizio, MP per Mansfield Park, Em per Emma, P per Persuasione. Le edizioni di riferimento per i romanzi sono i volumi della Norton Critical Edition indicati in bibliografia. Ho usato il voi per tradurre la formula di cortesia fra conoscenti, e il tu quando i personaggi si chiamano per nome di battesimo. Per le lettere, ho usato come base l’edizione 1995 della Oxford University Press curata da Deirdre Le Faye, Jane Austen’s Letters.
Anche i brani dei saggi di autori inglesi e americani contemporanei sono riportati nella mia traduzione.
Il corpus integrale delle opere di Austen, inclusi i romanzi incompleti e tutte le opere giovanili, è reperibile online, tradotto con testo a fronte da Giuseppe Ierolli sul suo sito www.jausten.it. Nello stesso sito si trova, tradotto con testo a fronte, anche l’intero epistolario e molto materiale storico sia biografico che critico su Austen.
1. Così fredda, così cauta
Questo è un libro dedicato alle donne di Jane Austen, e soprattutto alle donne degli ultimi romanzi: perché il suo è un mondo prima di tutto di donne, inedito in letteratura non solo per l’epoca, ma per molti decenni a venire.
Fanny Price in Mansfield Park, Anne Elliot in Persuasione e, in Emma, Jane Fairfax, segnano una evoluzione nella scrittura di Austen rispetto alle opere precedenti. In apparenza creature più fragili e meno vitali: «così fredda, così cauta», dice di Jane Fairfax la brillante, spensierata Emma Woodhouse (Em, vol. ii, cap. 3). Ma – a una lettura attenta – queste sono le donne più complesse di Austen. Perché la loro cautela è in effetti un silenzio dei sentimenti, la repressione dei moti dell’animo; è la condizione costretta di donne in una situazione di acuta vulnerabilità, prive di ogni forma di autonomia.
È un tema che mi affascina da quando ho cominciato a studiare Austen. L’amore da lettrice è venuto prima. Molti, moltissimi anni fa, mia madre mi mise in mano – come faceva spesso – un libro: «Provalo, vedi se ti piace». Ero in un’età in cui leggevo appassionandomi alla copertina e al titolo, ma non ricordavo mai i nomi degli autori. Quel volume piuttosto smilzo, Orgoglio e pregiudizio, lo trovai troppo complicato e lo posai.
Lo ripresi un anno dopo. E da allora, non ho più smesso. Col tempo ho letto tutti e sei i romanzi e li rileggo una volta l’anno (è il marchio degli appassionati: in un romanzo di Austen c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire); sono andata in pellegrinaggio nei luoghi austeniani (più volte il cottage di Chawton ma anche Lyme Regis, Bath, Winchester); ho partecipato a una riunione annuale della jasna (Jane Austen Society of North America); mi sono travestita da signorina Regency per una festa in maschera, anche se non ho (ancora) partecipato a un picnic travestita e fregiandomi del nome di Emma Woodhouse. Insomma: mi iscrivo a pieno titolo nel club dei janeites, i fan di Jane Austen.
Per popolarità, oggi Austen non ha uguali. Quando morì nel 1817 era ancora una oscura romanziera letta da pochi; la Austen-mania scoppiò più tardi nel secolo, costruita intorno alla figura della zitella buona e sagace descritta nel 1872 nel libretto Ricordo di Jane Austen dal nipote James Edward Austen-Leigh (figlio di James, fratello maggiore della scrittrice). Nel 1924 uno scrittore popolarissimo come Rudyard Kipling, suo grande ammiratore, la consacrava nel racconto I janeiti, in cui si legge di come un umile soldato della Grande Guerra si appassioni ai sei romanzi (la bella storia dell’amore di Kipling per Austen meriterebbe un capitolo a sé; Silvia Ogier l’ha raccontata bene)1.
La prima trasposizione di Orgoglio e pregiudizio risale già al 1940, con Laurence Olivier e Greer Garson. Ma il passaggio da scrittrice celebre a icona pop è avvenuto negli anni Novanta e lo dobbiamo alla televisione (in particolare alla bbc) e al cinema. Il biennio 1995-1996 ha visto uscire sul grande schermo Ragione e Sentimento di Ang Lee con la sceneggiatura di Emma Thompson (vincitrice di un Oscar e di un Golden Globe), e sul piccolo schermo la celeberrima serie bbc da Orgoglio e Pregiudizio, con Colin Firth e Jennifer Ehle. In modo diverso, sono stati due fenomeni planetari.
Oggi non c’è fine al marketing che circonda ­Jane Austen. Naturalmente le rivisitazioni letterarie: trasposizioni moderne e spin-off di ogni tipo del romanzo più celebre (il premio per arditezza va ancora...

Indice dei contenuti

  1. Avvertenza