La maschera di Bergoglio
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La maschera di Bergoglio

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La maschera di Bergoglio

Informazioni su questo libro

Papa Francesco potrebbe essere il pontefice più tirannico e senza scrupoli nei tempi moderni? È così secondo lo storico della chiesa Henry Sire come emerge dal suo controverso ma documentato ultimo saggio. Il cardinale Jorge Bergoglio dall'Argentina è stato eletto papa nel 2013 come liberale e riformatore ma non era né l'uno né l'altro e, sebbene non fosse ben noto all'interno del Collegio cardinalizio che lo eleggeva, gli osservatori nella sua terra natia lo riconobbero già come un manipolatore politico, abile nell'auto-promozione, e un discepolo del dittatore populista Juan Perón.Dietro la maschera di un uomo amato dal popolo c'è un papa che si preoccupa poco della teologia o della liturgia ma è ossessionato dal potere e governa attraverso la paura. La maschera di Bergolio è una lettura essenziale per comprendere una delle figure più enigmatiche a occupare la Sede di San Pietro.

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Informazioni

Capitolo 1
La mafia di San Gallo

Danneels svela tutto durante un’intervista televisiva
Dopo cinque anni di papa Francesco, si dice – con più frequenza e sempre più apertamente – che la strana situazione odierna del Vaticano assomiglia a niente di meno che a un romanzo di Dan Brown, in cui si intrecciano cospirazioni di eminenti prelati, scandali sessuali e finanziari e loschi interessi bancari internazionali. Mentre molti si augurano che papa Francesco ammorbidisca gli insegnamenti e le pratiche tradizionali della Chiesa, è stata data sorprendentemente poca attenzione a un commento di uno dei prelati più importanti e influenti del mondo occidentale, e cioè che Bergoglio è stato eletto dalla “mafia” liberale, un gruppo di vescovi e di cardinali progressisti che per anni ha agito per centrare proprio questo obbiettivo.
Lungi dall’essere un’accusa mossa dai conservatori della Chiesa, il termine è stato usato per la prima volta in un’intervista televisiva1 nel settembre 2015 dal cardinal Godfried Danneels, arcivescovo emerito, ma ancora molto influente, di Bruxelles-Mechelen. Danneels ha affermato di aver fatto per anni parte di questo gruppo che si era opposto a papa Benedetto XVI durante tutto il suo pontificato. Il gruppo ha lavorato, egli ha detto, per favorire la formazione di una Chiesa cattolica “molto più moderna” e per far eleggere papa l’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio. Un esame degli antefatti di queste straordinarie dichiarazioni può dare un’idea della natura dell’attuale politica ecclesiastica, in particolare dei gruppi episcopali europei liberali.
La mafia di San Gallo:
cos’è, quando si è formata, per opera di chi e perché
“Il gruppo di San Gallo è un modo di dire elegante”, ha dichiarato Danneels, gradendo le risate del pubblico dal vivo. “Ma in realtà chiamavamo noi stessi e quel gruppo: ‘la mafia’”. Il cardinale parlava in un programma televisivo belga. Nel breve video caricato su Internet contenente le dichiarazioni di Danneels, una voce fuori dal campo ha sintetizzato la natura del gruppo che “si incontrava ogni anno dal 1996” a San Gallo, in Svizzera, originariamente su invito del vescovo della città, Ivo Fürer, e del famoso Gesuita italiano e accademico, l’arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini.
“Insieme hanno organizzato la ‘resistenza’ segreta contro il cardinale Ratzinger, che a quel tempo era il braccio destro di Giovanni Paolo II”, come capo della Congregazione per la Dottrina della Fede.
“Quando papa Giovanni Paolo II è morto nel 2005, il gruppo aveva già spinto alla ribalta l’attuale papa [Francesco]”, anche se questo primo tentativo di mettere Jorge Mario Bergoglio sul soglio è fallito. Quando ha dovuto fare i conti con l’elezione di Ratzinger come papa Benedetto XVI, “Danneels non ha potuto nascondere la sua delusione”, dice il narratore.
Danneels aveva rilasciato l’intervista per promuovere la sua biografia autorizzata e ha aggiunto che il gruppo San Gallo vantava vescovi e cardinali, “troppi da elencare”. Ma tutti avevano lo stesso obiettivo comune: l’attuazione di un programma “liberale/progressista” in opposizione a papa Benedetto e all’orientamento di un moderato conservatorismo dottrinale. Sebbene più tardi si sia negato che il gruppo fosse segreto, Danneels aveva detto: “si discuteva molto liberamente; non si faceva mai nessuna relazione di modo che tutti potessero sfogarsi”.
Il programma ha intervistato il biografo di Danneels, Jurgen Mettepenningen, il quale ha affermato che nel 2013, con l’abdicazione di Benedetto, “si può dire che grazie alla sua partecipazione a quel gruppo, il cardinale Danneels sia stato uno dei pionieri della scelta di papa Francesco”.
Gli autori della biografia di Danneels hanno classificato le preoccupazioni del gruppo in “la situazione della Chiesa”, “il primato del papa”, “la collegialità” e “la successione di Giovanni Paolo II”. Il vaticanista inglese Edward Pentin scrive che essi “hanno anche dibattuto del centralismo nella Chiesa, della funzione delle conferenze episcopali, dello sviluppo del sacerdozio, della morale sessuale [e] della nomina dei vescovi”. Uno schema più o meno identico a quello che doveva essere pubblicato per i due Sinodi sulla Famiglia convocati da papa Francesco nel 2014 e nel 2015.
La biografia autorizzata del cardinale è stata scritta da Mettepenningen insieme a Karim Schelkens. Poiché si tratta di uno dei più influenti prelati cattolici in Europa e di una delle voci più importanti del dominante fronte liberale dell’episcopato europeo, la biografia di Danneels rivestiva un grande interesse pubblico. Affinché non si pensasse che il cardinale stesse scherzando, l’esistenza e gli scopi generali della “mafia” di San Gallo sono stati confermati il giorno successivo da Schelkens in un’intervista a una stazione radio locale di San Gallo2. Pentin ha sintetizzato sulle pagine del National Catholic Register3: “Le personalità e le idee teologiche dei membri talvolta differivano, ma una cosa li univa: la loro opposizione all’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Joseph Ratzinger”.
Pentin ha scritto: “Il gruppo voleva una drastica riforma della Chiesa, molto più moderna e aggiornata, con Jorge Bergoglio, papa Francesco, come capo. Hanno ottenuto quello che volevano”. Pentin ha aggiunto in un articolo successivo che anche se il gruppo di San Gallo ha ufficialmente terminato le sue riunioni nel 2006, non c’è dubbio che la sua influenza sia continuata nel 2013. “Si può asserire con sicurezza che esso ha contribuito a formare una rete che ha spianato la strada, quanto meno favorendolo, al cardinale Bergoglio nel conclave di sette anni dopo”.
Nel 20154 Paul Badde, scrittore tedesco ed esperto delle questioni concernenti il Vaticano, ha confermato tutto ciò, sostenendo5 di aver ricevuto “informazioni attendibili” che tre giorni dopo la sepoltura di papa Giovanni Paolo II, i cardinali Martini, Lehmann e Kasper dalla Germania, Bačkis dalla Lituania, van Luyn da Paesi Bassi, Danneels da Bruxelles e Murphy O’Connor da Londra “si sono incontrati nella cosiddetta Villa Nazareth a Roma, casa del cardinale Silvestrini, il quale ormai non era più eleggibile; hanno poi discusso in segreto una tattica per evitare l’elezione di Joseph Ratzinger”.
Seguendo le rivelazioni di Danneels, dalla diocesi di San Gallo è saltata fuori una lettera6 piuttosto confusa che ha parzialmente ritrattato l’affermazione secondo cui il gruppo avrebbe influenzato l’abdicazione di papa Benedetto. La lettera ha confermato che l’elezione di Jorge Bergoglio come papa Francesco nel 2013 “corrispondeva all’obiettivo perseguito a San Gallo”, rilevando che queste informazioni provenivano dalla biografia del cardinale Danneels. “Questo è confermato dal vescovo Ivo Fürer”, continuava la lettera, il quale ha dichiarato che la sua “gioia per la scelta dell’Argentino non è mai stata un segreto”.
La biografia di Danneels ricorda che il gruppo ha iniziato a formarsi ben prima del 1996. Nel 1982 Danneels ha partecipato per la prima volta alle riunioni del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e ha incontrato Martini e Ivo Fürer, che ha descritto come “il segretario zelante e discreto del CCEE”. Martini ha preso le redini del CCEE nel 1987; la sua dirigenza era di indirizzo decisamente liberale e nel 1993 il papa decise che il segretario del gruppo doveva essere un vescovo nominato da Roma, che i prelati della curia dovessero partecipare alle riunioni e infine che la sede venisse trasferita a Roma.
Nel 1993 il papa ha trasferito la presidenza CCEE dalle mani di Martini a quelle di Miroslav Vlk, arcivescovo di Praga. È possibile che ciò sia stato a causa della caduta del Muro di Berlino e del crollo dell’Unione Sovietica che hanno fatto crescere il desiderio di coinvolgere i vescovi dell’Europa orientale. Vlk difficilmente sarebbe stato interessato al tipo di riforma cara ai cuori di Martini e Hume.
Questi cambiamenti ostacolavano il CCEE come strumento di pressione liberale sulla Chiesa e da allora Danneels si è allontanato da esso. Il gruppo di San Gallo ha iniziato a riunirsi nel 1996 su invito di Ivo Fürer, nominato vescovo di San Gallo nel 1995, tre anni dopo questo cambio di direzione.
Più tardi, i due biografi di Danneels hanno in parte ritrattato la loro descrizione del gruppo di San Gallo inteso come una vera e propria “lobby” liberale. Ma anche così la stessa ambiguità si poteva trovare nella lettera della diocesi di San Gallo, che avevano citato nelle loro dichiarazioni....

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Capitolo 1 La mafia di San Gallo
  3. Capitolo 2 Il cardinale dall’Argentina
  4. Capitolo 3 Riforma? Quale riforma?
  5. Capitolo 4 Aprire una nuova (ambigua) strada
  6. Capitolo 5 Misericordia! Misericordia!
  7. Capitolo 6 Cremlino Santa Marta