Un criminologo sulla tomba di Cristo
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Un criminologo sulla tomba di Cristo

I fatti, i documenti, le prove

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Un criminologo sulla tomba di Cristo

I fatti, i documenti, le prove

Informazioni su questo libro

Un'indagine condotta con rigoroso metodo scientifico sui fatti che precedettero e seguirono la morte di Gesù di Nazaret: indizi, prove, fonti, testimonianze. Il mistero di una tomba vuota, un cadavere scomparso. Un fatto di cronaca come tanti, duemila anni fa, in una città periferica dell'impero romano. Se non fosse che quel corpo introvabile, per un gruppo di seguaci e fedelissimi, costituisce il segno della resurrezione di Gesù di Nazaret. Da queste premesse prende il via l'indagine di un moderno criminologo: cosa trovarono i primi testimoni che giunsero al sepolcro? La pietra era davvero impossibile da rotolare via, oppure il suo spostamento fa parte del più grande "complotto" mai ordito? La Sindone può essere recata come prova? In definitiva, è possibile ricostruire una scena del crimine a più di duemila anni dai fatti accaduti e dipanare un caso ancora irrisolto? Immagineremo di essere nella tomba di Cristo all'indomani della sua apertura, e lo faremo come se lavorassimo attraverso la realtà virtuale per avere la possibilità di raccogliere gli elementi che le memorie del passato ci hanno riportato; cercheremo di recuperare le notizie più attendibili su oggetti, armi, effetti personali delle persone coinvolte, oltre che le voci dei testimoni oculari. Saremo sostenuti dal metodo indiziario, ricorrendo a discipline come la criminologia e l'anatomia patologica; chiederemo aiuto alle fonti scritte (non solo evangeliche) e ai reperti arrivati sino a noi che in qualche modo conservano un legame con le ultime ore della vita terrena di Cristo. Tra indizi, testimonianze e analisi, un'indagine condotta con rigoroso metodo scientifico per fare chiarezza su uno dei primi cold case della storia.

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Informazioni

Anno
2022
eBook ISBN
9791254710234

«IL PRIMO GIORNO DOPO IL SABATO, ALL’ALBA…»

Il nostro viaggio può iniziare dal versetto di Luca che dà il titolo a questa premessa: «Il primo giorno dopo il sabato, all’alba», il giorno in cui le donne recatesi alla tomba di Cristo scoprirono che il corpo era scomparso… Quella sparizione rappresenta certamente il mistero che costituisce l’epilogo della Passione e tappa ultima della nostra indagine.
Noi partiamo proprio dal sepolcro vuoto per costruire la nostra ricerca di tracce, indizi e qualche prova per dar vita a un paradosso: un’analisi sorretta dagli strumenti e dalle conoscenze storiche di oggi, ma condotta ritornando ai giorni immediatamente precedenti la morte di Cristo.
L’impegno analitico non è finalizzato a suscitare stupore e tantomeno a raggiungere un obbrobrioso stravolgimento della realtà a fini banalmente narrativi. Si tratta di un’occasione per provare a guardare la passione e la morte di Cristo con gli strumenti forniti dalla criminologia e dalla criminalistica, sfruttando in modo strategico le informazioni, senza perdere di vista la sacralità del tema e soprattutto nel rispetto della realtà, guardando con obiettività tutte le fonti che possono portare qualche contributo alla ricostruzione dei fatti.
Per effettuare questo genere di approccio sarà quindi necessario muoversi liberamente sui diversi piani temporali, naturalmente senza creare confusioni ed evitando acrobazie epistemologiche, cioè tenendo ben distinte le fasi della vicenda indagata dalle nostre analisi e incursioni nei vari ambiti delle scienze utili alla ricerca.
Detto in parole povere, immagineremo di essere nella tomba di Cristo all’indomani della sua apertura, cioè quando quel luogo fu ritrovato vuoto e segnato dal mistero della resurrezione; effettueremo questa operazione come se lavorassimo con la realtà virtuale per avere la possibilità di raccogliere gli elementi che le memorie del passato ci hanno riportato, ricostruendo alcune “scene del crimine”, ma anche situazioni, piccoli e grandi eventi dei giorni della Passione; cercheremo di avere le notizie più attendibili su oggetti, armi, effetti personali. E poi voci di testimoni informati su quanto accadde.
Sarà un’impresa non facile che impone attenzione e un continuo riferimento non solo alle fonti in sé, ma anche agli studi che quelle fonti hanno scrutato e commentato con gli strumenti delle tante scienze applicate alla passione di Cristo.
Si tratta di un patrimonio di “reperti” che possiamo suddividere, con una certa approssimazione, in due blocchi: le fonti scritte (testi del Nuovo Testamento, apocrifi, cronache, ecc.) e poi il corpus di materiali che provengono dall’archeologia, dall’anatomia patologica, dalle scienze forensi, dalla criminologia e non ultimo dall’universo delle reliquie.
Insomma testi, reperti e studi che possano fornire qualche indizio saranno guardati con occhio critico, ma senza preconcetti, con la volontà di ricostruire le diverse fasi della Passione con l’ausilio di strumenti moderni, che, tra l’altro, hanno il ruolo di restituire, spesso con profondo realismo, la dimensione umana di chi, dopo un iter di sofferenze indicibili, resuscitò dando alla storia un volto nuovo.
Il nucleo della vicenda è in fondo abbastanza semplice: Cristo fece il suo ingresso a Gerusalemme accompagnato dall’eco delle sue attività e delle sue sorprendenti qualità; si scontrò con il potere locale; si decise di eliminarlo; fu tradito, processato, condannato, giustiziato con l’accusa di sedizione; il suo cadavere fu posto in una tomba privata; il corpo scomparve dalla tomba; in seguito fu visto in vita da più persone, mentre si diffondevano le voci sulla sua resurrezione.
Dal punto di vista criminologico e giudiziario come possiamo porci nei confronti di una sequenza di eventi come quella indicata?
Lo possiamo fare strutturando l’indagine su alcuni blocchi fondamentali:
  • il contesto generale
  • chi voleva la morte di Cristo?
  • la questione del tradimento
  • le procedure dell’arresto e del processo
  • le condizioni dell’accusato fino alla crocifissione
  • le modalità adottate per l’esecuzione
  • la sepoltura
  • la scoperta del sepolcro vuoto, insieme alle tracce e ai reperti rinvenibili in loco
  • ruoli e coinvolgimento delle persone diversamente “informate sui fatti”.
All’interno di questi blocchi vi sono naturalmente numerosi aspetti derivati e secondari ai quali si dovrà rivolgere la necessaria attenzione nel corso della ricostruzione, che sarà effettuata con metodo indiziario: a tale metodo riconosciamo infatti la necessaria obiettività per una delicata e problematica indagine come quella che ci accingiamo a fare in queste pagine.
Pur nel rispetto del loro valore teologico intrinseco, dobbiamo ovviamente essere disposti a mettere in dubbio l’autenticità delle fonti a cui fecero riferimento gli evangelisti. Si tratta ovviamente di un atteggiamento che non intende mettere in discussione la loro autorevolezza storica e religiosa, ma che ha il ruolo, nell’ottica di un’indagine come quella qui affrontata, di stimolare la ricerca e suggerire possibilità per una ricostruzione per quanto possibile realistica. Dobbiamo prendere atto, a favore della loro affidabilità, che non si avvalgono di enfasi e detti coloriti (come invece si rileva negli apocrifi), evitando così di indugiare su aspetti viranti in direzione di leggende e miti.
Consideriamo inoltre che le lettere di Paolo fecero la loro comparsa entro 25 anni dal ministero di Cristo e i Vangeli in un arco di tempo compreso tra un minimo di 21 a un massimo di 65 anni. Quindi appartengono a una generazione successiva a quella di Cristo e poiché i loro autori non furono testimoni oculari delle vicende descritte, si avvalsero delle informazioni provenienti dalla tradizione orale. I loro Vangeli hanno il ruolo di porre in evidenza le necessità catechistiche della Chiesa, sostenendo l’immagine del Cristo terreno; nel complesso, comunque, riportano vicende sto...

Indice dei contenuti

  1. «IL PRIMO GIORNO DOPO IL SABATO, ALL’ALBA…»