Conclusioni
Fino ad ora di Ettore Roesler Franz si intuiva che ebbe un’apertura mentale unica rispetto al panorama provinciale romano favorito dalla frequentazione degli ambienti più diversi e più disparati: dalla scuola gestita da prelati cattolici francesi del Collegio San Giuseppe a Trinità dei Monti all’Accademia di San Luca e agli scritti di John Ruskin, dalla clientela cosmopolita che frequentava l’Hotel d’Alemagna e la banca Roesler Franz alla comunità inglese di Roma, dalla nobiltà romana ai Savoia, dagli ambienti artistici londinesi ai più alti livelli della massoneria e alla comunità ebraica romana e internazionale. Un‘altra caratteristica evidente di Ettore sono stati i continui viaggi che l’hanno condotto a esporre più volte nelle maggiori città italiane ed europee.
Uno dei suoi più grandi estimatori, Federico Hermanin de reichenfeld, con poche ma sostanziali parole lo ricordò: “Ettore Roesler Franz odiava i bei gesti e le chiacchiere. È stato laborioso, leale e buono, non viveva che per la sua arte e amava circondarsi di cose semplici”.
Nell’ingresso del suo studio di Roma in Piazza San Claudio 96 su una targa appesa al muro era scritto: “La sincerità fa l’artista grande” (a proposito del realismo…). E in un’altra: “Labor omnia vincit”. Quest’ultimo suo concetto è anche ribadito da quanto lui scrisse in francese sul retro di un quadro: “Per riuscire nella vita occorre saper pazientare, prendersi i fastidi, disfare e rifare, ricominciare e continuare senza che il moto della collera o lo slancio della immaginazione vengano ad arrestare o a sviare lo sforzo quotidiano”.
Oggi, alla luce dei nuovi documenti acquisiti, emerge il forte legame che unisce il mio prozio Ettore alla Gran Bretagna. Infatti, per la sua formazione culturale successiva agli studi all’Accademia di San Luca, è stato fondamentale l‘insegnamento della tecnica dell’acquarello appreso sul campo da Joseph Severn, mentre John Ruskin ha rappresentato la guida spirituale e il faro cui si è ispirato per tutta la sua vita.
Adolfo Scalpelli, unico allievo di Ettore, nel 1908, primo anniversario della morte, eresse su indicazione del suo Maestro una lapide sulla Via di Pomata a Tivoli (zona panoramica su Villa Adriana) in memoria di Alessandro Roesler Franz. Nell’epigrafe è inciso:
“In questo luogo di pace Ettore Roesler Franz,
acquarellista insigne,
desiderava ricordare Alessandro fratello suo,
console d’Inghilterra.
I voti del chiaro Maestro
reverente adempiva
il suo unico allievo Adolfo Scalpelli
- Anno Domini MCMVIII”.
La lapide è stata restaurata nel 2016 grazie all’intervento del Club Rotary di Tivoli. Ettore con questa lapide volle ringraziare Alessandro per averlo introdotto in Gran Bretagna nei più alti ambienti in cui frequentò le più importanti personalità culturali e artistiche anglosassoni. Anche Thomas Ashby, il grande archeologo inglese che è stato direttore dell’Accademia Britannica di Roma (impareggiabile conoscitore della campagna romana e degli antichi acquedotti romani che studiò e fotografò), trascrisse l’epigrafe nel 1928 nei suoi appunti della Via Tiburtina. Nella parte riguardante la Via di Carciano fino a Gericonio annotò queste notizie, anche se il testo riportato sulla lapide mancava della quart’ultima e quint’ultima riga a causa di un enorme buco venutosi a creare per cause accidentali o per vandalismo: “Si vede il cippo eretto prima della guerra al pittore Ettore Roesler Franz, il nome del quale sembrando tedesco, ha forse indotto qualcuno a rompere la lapide, che non c’è più: mentre la sua famiglia era svizzera di origine e italiana di nazione e di cuore”. E a riprova aggiungeva il testo dell’iscrizione identico a quello della lapide attuale.
Lapide sulla via di Pomata a Tivoli
Senza dubbio, però, il filo conduttore che unisce la vita di Ettore e dei suoi tre fratelli Francesco, Alessandro e Adolfo è rappresentato dall’appartenenza alla massoneria, come risulta chiaro da tutti i passaggi chiave della loro vita, iniziando da un contesto che permetteva loro di abbeverarsi delle idee liberali e rivoluzionarie che circolavano nell’Hotel d’Alemagna adiacente alla propria abitazione, portate dai maggiori intellettuali e artisti europei.
Il legame fortissimo tra il console di Inghilterra a Roma Joseph Severn e Ettore e Alessandro Roesler Franz, è un ulteriore segnale visto che il consolato aiutava in maniera attiva i carbonari (tra cui Francesco, fratello maggiore di Ettore, Nino Costa e la vedova di Giuseppe Monti) ed è evidente il ruolo determinante di Alessandro ed Ettore all’interno del consolato in considerazione sia dei lunghi periodi di assenza da Roma di Severn per motivi di salute, sia che, sempre per motivi di salute, Severn era spesso impossibilitato a firmare documenti ufficiali. Aver nominato Alessandro Roesler Franz esecutore testamentario è un ulteriore segnale del rapporto di fiducia esistente tra il console e il viceconsole.
Ettore Roesler Franz non conobbe John Ruskin solamente tramite le sue opere, ma anche di persona, tramite la famiglia Severn, ed esponendo insieme a lui in alcune importanti mostre a Londra, come riporta Renato Mammucari in Roma città dell’anima. Peraltro, suo zio Costantino Roesler Franz aveva conosciuto Ruskin già nel primo viaggio del grande intellettuale e artista britannico a Roma nel 1840.
Gli intellettuali e artisti anglosassoni che parteciparono all’edificazione della stele sepolcrale di Joseph Severn erano tutti fratelli e in tutto il mondo esistono logge intitolate a Shelley & Keats. Non aver scritto sulla lapide il nome e cognome per esteso di coloro che hanno partecipato all’edificazione della stele sepolcrale di Severn è servito per non rendere del tutto palese la loro identità. A conferma di questo, ad esempio, non si conosce ancora a oggi l’identità di quale membro della famiglia di banchieri Plowden abbia partecipato all’edificazione della stele.
La loggia di Severn a Roma sarà stata sicuramente di osservanza a Londra.
Il biglietto da visita dell’Hotel d’Alemagna, in cui è raffigurata una piramide, potrebbe comprovare che il luogo di riunione dei fratelli fosse stato proprio questo albergo. Alcune logge in Italia sono state fondate da inglesi che utilizzavano spesso sale appartate di hotel frequentati da artisti e intellettuali anglosassoni, in particolare per celebrare il 21 dicembre e il 21 giugno. A Firenze, ad esempio, vi fu una loggia fondata dall’ambasciatore inglese presso il Granducato di Toscana (che utilizzava come sede di incontri un hotel, l’Astoria in Via del Giglio) e l’osservanza era a Londra. Oppure molto più probabilmente potrebbe essere stato Palazzo Poli, che da documenti ufficiali risulta essere stato la sede del Consolato inglese, dell’abitazione di Severn e anche il luogo di riunione di logge massoniche.
La partecipazione di Alessandro e di Ettore Roesler Franz all’edificazione della stele funeraria eretta sulla tomba di Severn al cimitero Acattolico in cui figurano i nomi dei figli del console, dei maggiori artisti e intellettuali inglesi e statunitensi ne è un’ulteriore conferma, così come la loro frequentazione a Londra. Gli incontri di Ettore Roesler Franz con fratelli di altissimo livello si estendevano anche al di fuori del mondo anglosassone, basti solo pensare all’amicizia con Franz Listz e alla medaglia d’oro assegnatagli dall’imperatore tedesco, il Kaiser, durante una mostra a Berlino.
L’amicizia durata tutta la vita tra mio prozio ed Ettore Ferrari è stata sicuramente favorita dal loro contesto familiare molto simile, dove Filippo ed Ettore Ferrari e mio prozio Francesco Roesler Franz hanno fatto parte della Carboneria. Il connubio tra Ettore Ferrari e mio prozio Ettore è stato anche favorito dalla stessa visione fatta propria dalla dottrina di John Ruskin. Ferrari, durante la sua attività politica e parlamentare, intervenne spesso in merito agli acquisti comunali e statali, distinguendosi per le sue posizioni assunte sul tema del restauro, in cui deprecò certe operazioni radicali dichiarandosi favorevole a interventi più limitati volti alla “conservazione dei monumenti antichi nello stato in cui il tempo ce li ha trasmessi”. Ettore Ferrari e Onorato Carlandi facevano parte della stessa loggia, la loggia Rienzi di Roma.
“La Torre dei Gaetani presso il Ponte Fabricio”, di Ettore Roesler Franz
In merito alla prima serie di quadri di Roma Sparita, furono acquistati da Leopoldo Torlonia quando era sindaco di Roma. I rapporti tra la mia famiglia e i Torlonia sono sempre stati ottimi. Ambedue le casate abitavano in Via Condotti, la prima sede dell’agenzia della banca Roesler Franz è stata a palazzo Torlonia e ambedue le famiglie erano proprietarie di due ville prospicienti su Via Nomentana. Pietro Roesler Franz, zio di Ettore, possedeva l’attuale Luiss con annessi 22 ettari di terreno che comprendeva anche l’attuale Villa Paganini, mentre i Torlonia erano proprietari dell’omonima villa, fatta costruire da Alessandro Torlonia, e di cui qualche anno fa è stata trovata nel terreno una sala circolare con un diametro di 8/10 metri che veniva utilizzata come luogo di riunioni massoniche. Il generale Raffaele Cadorna dormì ospite, la notte tra il 19 e il 20 settembre 1870, che ha preceduto di qualche ora la breccia di Porta Pia, proprio nella Villa Torlonia in Via Nomentana. Il principe Le- opoldo, come sindaco di Roma, nel maggio 1883 acquistò da mio prozio Ettore la prima serie di Roma Sparita, la cui presentazione avvenne durante l’inaugurazione nel 1883 del palazzo delle Esposizioni, di cui Ettore Ferrari fu tra i maggiori promotori per la costruzione di questo spazio museale.
In relazione alla triste vicenda della vendita al Comune di Roma della seconda e terza serie degli acquarelli di Roma Sparita, durata più di dieci anni che hanno, come riporta il prof. Paolo Emilio Trastulli, minato le condizioni di salute di mio prozio Ettore, portandolo alla tomba (e ciò è confermato anche dal necrologio pubblicato da Il Messaggero in cui si riporta che dopo “lunga e penosa malattia…”), fu finalmente sistemata dopo la nomina a sindaco di Roma di Ernesto Nathan. Quest’ultimo, in alcune sedute dell’assemblea comunale capitolina molto combattute, scese in campo a fianco dell’assessore alla cultura Alberto Tonelli e con l’appoggio di Ettore Ferrari, responsabile della commissione per gli acquisti delle opere d’arte del comune, per comprare gli ottanta acquerelli dal mio bisnonno Adolfo, fratello minore di Ettore e suo erede universale. L’acquisto di questi quadri di Roma Sparita da parte di Nathan e di Ferrari rappresenta proprio un gesto di amore per sanare una situazione che si protraeva da anni, motivo del quale il loro fratello è morto. Nel corso della presentazione di un nuovo libro intitolato Ernesto Nathan, l’etica di un sindaco, l’ex sindaco Francesco Rutelli ha citato un pensiero di Nathan: “che lui pur amando molto l’arte preferiva inaugurare una nuova scuola, piuttosto che un monumento”. Questa frase è un’ulteriore conferma che Nathan per aver comprato nel maggio 1908 da mio bisnonno Adolfo Roesler Franz i quadri di Roma Sparita di mio prozio Ettore, morto un anno prima, nutriva una grandissima considerazione per i suoi dipinti. Inoltre, si intuisce ancora una volta che i rapporti tra la mia famiglia, Ernesto Nathan ed Ettore Ferrari erano strettissimi. Ma sicuramente il vero motivo dell’acquisizione è che nei quadri di Roma Sparita, di proprietà del comune di Roma, dipinti da mio prozio Ettore, sono ispirati ai principi della concezione rosacrociana e si ritrovano vari livelli di lettura come approfondiremo in un saggio intitolato Roma Esoterica, quali segreti nascondono i quadri di Roma Sparita di Ettore Roesler Franz. Naturalmente sia Ettore Ferrari che Ernesto Nathan ne erano a conoscenza.
Un ulteriore spunto è che Adolfo e Alessandro Roesler Franz sono citati nella Guida Monaci del 1875 come banchieri romani e a proposito di banchieri e personaggi famosi di spicco per salvaguardare la segretezza fu fondata la Propaganda Massonica. Adriano Lemmi, che è stato Gran Maestro del Grande Oriente di Italia dal 1885 al 1895, fu iniziato alla loggia Propaganda nel 1877 e contribuì a darle prestigio riunendo al suo interno deputati, senatori e banchieri, che in ragione dei loro incarichi erano costretti a lasciare le loro logge territoriali e a stabilirsi a Roma. Sin dalla fondazione la caratteristica principale della loggia Propaganda Massonica fu quella di garantire un’adeguata copertura e segretezza agli iniziati di maggior importanza, sia all’interno che al di fuori dell’organizzazione massonica. Tra gli appartenenti più famosi si ricordano Ernesto Nathan e Giosuè Carducci, che sono stati anche tra i fondatori della Società Dante Alighieri.
Il sindaco di Roma Ernesto Nathan
Dal libro di Lucia Visca, intitolato Propaganda, origini della più potente loggia massonica ”, Alberto Castelvecchio editore, si riporta che Lemmi, molto legato a Garibaldi, tentò di conciliare la filosofia del generale con quella di un Grande Oriente di Italia che si faceva largo con prepotenza negli spazi della politica dopo la presa di Roma. Nel 1879 sostenne la Lega della Democrazia, fondata a Roma da Garibaldi, e ne finanziò il giornale. Appartennero alla Lega della Democrazia anche Alessandro e Guglielmo Castellani, parenti acquisiti della mia famiglia. Adriano Lemmi era livornese, definito “banchiere della rivol...