La dichiarazione sovversiva. Olympe de Gouges e noi
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La dichiarazione sovversiva. Olympe de Gouges e noi

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Olympe de Gouges non è solo un classico misconosciuto o da riscoprire, da leggere, studiare e discutere, ma anche un’autrice che con i suoi scritti e la sua stessa esistenza offre ancora oggi straordinari spunti di riflessione nell’indagare i rapporti tra uomini e donne.
L’opera si compone di una breve nota biografica, che dà conto dei caratteri di straordinarietà dell’esistenza di questa donna certamente “fuori dagli schemi”, di una narrazione, in forma di graphic novel realizzata con grande professionalità e perizia da Claudia Leonardi, di alcuni aspetti rilevanti della sua riflessione e attività culturale e politica, nonché di dieci voci che mettono a fuoco, ricavandole in particolare dalla Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina una serie di questioni-chiave, che da esse emergono: uguaglianza e differenza; libertà; giustizia; teatro; parola; suffragio; cittadinanza; lavoro; schiavitù e oppressione; rivoluzione. con una graphic noveldi Claudia Leonardi Con scritti di
Tindara Addabbo, Serena Ballista, Silvia Bartoli, Thomas Casadei, Natascia Corsini, Caterina Liotti, Annamaria Loche, Vittorina Maestroni, Anna Scapocchin, Serena Vantin

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Informazioni

Anno
2022
Print ISBN
9788870009217
eBook ISBN
9788870009224
Argomento
History
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Olympe de Gouges: una vita fuori dagli schemi
Biografia a cura di Silvia Bartoli
Marie Gouze (questo il vero nome di Olympe de Gouges) nasce a Montauban, cittadina situata nel cuore del sud-ovest della Francia, nella regione dell’Occitania, verosimilmente nel 1748.
La madre, Anne Olympe Mouisset, era figlia di un drappiere e aveva sposato nel 1737 il commerciante Pierre Gouze: Gouze non era padre naturale di Marie ma è probabile che ella fosse figlia di un nobile locale, Jean Jacques Lefranc marchese di Pompignan, poeta e letterato membro dell’Académie française e avvocato presso la Cour des Aides. Di lui, Olympe de Gouges ebbe più tardi a scrivere: «[…] egli impiegò ogni mezzo per ottenere da mia madre che mi lasciasse alle sue cure paterne; senza dubbio la mia educazione sarebbe stata più coltivata, ma ella rigettò ogni proposta».
Dell’educazione che la giovane Marie riceve a Montauban, poco o nulla si sa; è noto, invece, che all’età di 14 anni, fornita di una congrua dote, è data in sposa a Louis-Yves Aubry, ufficiale dell’Intendenza, un uomo né ricco né nobile che lei certamente non ama.
Dall’unione nasce, nel 1766, il figlio Pierre ma di lì a poco Marie rimane inaspettatamente vedova.
Conosce quindi Jacques Biétrix de Rozières, alto funzionario della Marina e direttore di una compagnia di trasporti militari, al quale si unisce ma che non sposerà mai dichiarando apertamente la sua avversione alle unioni formali.
Intorno al 1775 (non vi è una data certa) decide di trasferirsi a Parigi e grazie alla rendita che Rozières le garantisce ogni anno, Marie inizia a frequentare i salotti dell’alta borghesia cittadina dove incontra giornalisti, filosofi e politici. Fra questi il drammaturgo Louis Sébastien Mercier con il quale stringerà un’amicizia destinata a durare negli anni e la Marchesa di Montesson, protettrice e amante del teatro, che le spalancherà le porte della Comédie française.
Nel frattempo Marie ha mutato identità: ha scelto per sé il nome di Olympe, dal nome della madre per la quale nutre grande affetto, e il cognome Gouges (‘storpiatura’ del cognome che aveva portato quando era una fanciulla, libera e indipendente) frapponendo ai due la particella de, tipica dei titoli nobiliari, quasi a volere evocare quell’ascendenza mai riconosciuta, sempre negata.
A Parigi, giovane, bella, dall’intelligenza vivace e desiderosa di apprendere, a contatto con un ambiente colto e intellettualmente stimolante, la ‘nuova’ Olympe si appassiona alla scrittura teatrale e fonda una sua compagnia con cui mette in scena spettacoli itineranti. La parola, scritta o recitata, diviene vera e propria arma di riscatto e di giustizia sociale, strumento di denuncia e di rivendicazione; serve per dare voce a chi voce non ha: donne, fanciulli, anziani, indigenti, neri. Nel corso della sua breve ma intensissima vita firmerà 42 pièce teatrali, 29 romanzi e altri scritti, una settantina fra articoli di giornale e libelli rivoluzionari.
Tutto questo fervore le attirerà ben presto la malevolenza dei ‘benpensanti’ che la dipingeranno come una ‘poco di buono’, una ‘cortigiana’ se non, addirittura, come una ‘prostituta’ e una ‘pazza’.
Nel 1783 scrive Zamore et Mirza per la Comédie, pièce che dà adito a una lunga polemica e le procura una lettre de cachet in cui si trasmette l’ordine di tradurla alla Bastiglia: Olympe riesce, comunque, a rimanere libera. Il testo sarà rappresentato per la prima volta nel 1789 con il titolo L’esclavage des Noirs (La schiavitù dei Neri) ma l’anno successivo ne verrà vietata qualsiasi replica.
Nel 1786 dà alle stampe la commedia Le mariage inattendu du Cherubin (Il matrimonio inaspettato di Cherubino) in cui affronta il tema delle unioni non consensuali, e L’homme généreux (L’uomo generoso) sull’uguaglianza fra gli esseri umani, confermandosi autrice drammatica per il teatro politico.
Nel 1788 pubblica le Réfléxions sur les hommes nègres (Riflessioni sugli uomini neri); in quello stesso anno viene fondata da Jacques-Pierre Brissot la Société des Amis des Noirs (Società degli Amici dei Neri) la quale rivestirà un ruolo di primo piano nel dibattito politico sullo schiavismo: non vi è alcun documento che, però, comprovi l’affiliazione di de Gouges alla Società. Segue, nel 1790, il dramma Le Marché des Noirs (Il mercato dei Neri) con cui conferma la sua ferma condanna della schiavitù e della tratta dei neri.
Sono questi gli anni in cui a Parigi si fa cogente la questione della libertà di espressione; il 18 agosto 1789 l’Assemblea approva un articolo che accorda la libertà di stampa e in breve tempo si assiste alla proliferazione di giornali e periodici (celebre il Journal des Dames) nonché alla...

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