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Le zone franche della democrazia - La politica senza regole
Informazioni su questo libro
Democrazie e populismo - crisi dei partiti politici e della rappresentanza - analisi alla ricerca delle cause storiche e contemporanee e dei possibili rimedi affinchè la Democrazia non si riduca ad un abito bello ma da indossare solo per le belle occasioni
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Informazioni
Quinto capitolo
Zone franche e nuove regole
Il nostro paese condivide con il mondo occidentale un generale declino delle democrazie ma soffre più di altri paesi per difetti che le sono propri.
Abbiamo visto come il legame tra “popolo” ed esercizio del potere, in Italia, sia fortemente alterato. Esercizio del potere che è “partecipazione all’organizzazione politica economica e sociale del paese” (art.3 cost.) ed “esercizio della "sovranità nei modi e nelle forme previsti dalla costituzione” (art.1).
Un legame che si è interrotto, come se la parola democrazia si fosse spezzata nelle due parti che la compongono, come se il ponte che le univa fosse crollato. Le due parti si sentono sempre meno partecipi di un progetto comune, esistono come entità separate: il “popolo” crede sempre meno di poter incidere nell' organizzazione politica” e la gestione del potere è sempre più ciecamente fine a se stessa e autoreferenziale.
Il disorientamento e la sfiducia nasce proprio dal “crollo” del legame che è anche il precipitare delle idealità, delle speranze di cambiamento. Ed è questa frattura, che si traduce nella solitudine dei cittadini e che porta alla rassegnazione, a rappresentare il rischio che il blocco della democrazia nel nostro paese possa trasformarsi pericolosamente in qualcosa di diverso.
Nel già menzionato libro di Carofiglio, l’autore, a proposito della manomissione della parola “popolo” cita un passaggio dal libro di Umberto Eco “Il Fascismo eterno”: “Avendo perduto il loro potere di delega, i cittadini non agiscono, sono solo chiamati pars pro toto a giocare il ruolo del popolo. Il popolo è così solo una finzione teatrale”
Il popolo nell’interesse del quale dovrebbe esercitarsi la sovranità rischia di trasformarsi così in una moltitudine atomizzata priva di una visione e preda di demagoghi che ne orientano le opinioni a fini personali.
Ma se non vogliamo considerare come inevitabili i difetti del sistema democratico italiano che abbiamo fin qui analizzato e rassegnarci ad una degenerazione dell’intero sistema, occorre un salto culturale, un cambio di paradigma, che ci aiuti nella ricerca di soluzioni e che ci consenta di ricostruire quel ponte.
La democrazia non è piovuta dal cielo, non è connaturata con l’essere umano, ma uno strumento, il miglior strumento fin qui sperimentato, per garantire all’essere umano uguaglianza, giustizia e libertà. Non è un valore di per sé ma solo nella misura in cui riesce a garantire quei tre principii. Una creazione umana e perciò perfettibile; una macchina complessa fatta di pesi e contrappesi e soprattutto di regole di funzionamento e che, come tale, se col tempo si inceppa, necessita di un buon meccanico per essere rimessa in condizione di funzionare, così come è necessario si adegui se il contesto col tempo cambia radicalmente.
Se democrazia e libertà non sono sinonimi dobbiamo accettare che non necessariamente ogni “aggiustamento” alla macchina democratica debba ridurre gli spazi di libertà.
Il cuore della democrazia è la partecipazione dei cittadini alla vita politica che la nostra costituzione sancisce come diritto, e di conseguenza è solo quando la si limita che si limita anche la libertà, ma quando dobbiamo stabilire invece come tradurre la partecipazione in rappresentanza e quindi in efficacia della “macchina” ,stabilire dei limiti in questo passaggio non significa sic-et-simpliciter ridurre la libertà dei cittadini.
Un’ esasperazione del concetto di rappresentanza assegnata indiscriminatamente ancorché possa rispondere teoricamente ad un principio di uguaglianza finisce infatti per svuotare, e rendere non solo inutile ma addirittura controproducente quel criterio di“universalità”.
Un esempio del danno derivato da una “iper” rappresentanza lo viviamo in Europa dove il criterio dell’unanimità si traduce in paralisi.
Il nostro sistema democratico necessita urgentemente di un serio “tagliando” anche in considerazione delle mutate modalità di partecipazione della cittadinanza (social media) e gli strumenti ed i pezzi di ricambio necessari non possono che essere nuove regole.
Dobbiamo, quindi, avere il coraggio di riconoscere che la nostra Costituzione pur essendo reputata tra le migliori del mondo occidentale, presenta, come abbiamo già analizzato, alcuni buchi, maglie larghe che rappresentano delle vere e proprie zone franche. Sono queste il vero problema, il “guasto” della nostra macchina democratica, dove dobbiamo intervenire, superando il tabù della Costituzione come totem intoccabile.
Le zone franche, novelli “cavalli di troia”, riguardano: il sistema dei partiti, il sistema elettorale ed il processo di creazione del consenso
Se ci riflettiamo, i tre ambiti su cui intervenire non sono altro che il tratto di unione tra demos e crazia. Rappresentano proprio quel ponte di collegamento tra cittadini e potere che dobbiamo ricostruire.
Sistema dei partiti
Il distacco dei cittadini che sempre meno credono nella politica e sempre più disertano le urne nonché la politica attiva, ci deve preoccupare seriamente. Rappresenta un campanello d’allarme che non possiamo assolutamente sottovalutare, e che ci deve spingere, al di là delle differenti opinioni, a fare “whatever it takes” per recuperare l’aspetto nobile del fare politica.
In una società, infatti, tra tutte le attività umane, la più importante è proprio l’esercizio della politica per il semplice motivo che ha un potere immenso su ogni aspetto della nostra vita determinandone di fatto la qualità.
Oggi più che mai, è necessario rifondare la politica, anziché delegittimarla, per ricondurla weberianamente all’ etica dei principi ed all’ etica delle responsabilità restituendole la “professionalitá” che le spetta.
Tutto ciò può avvenire solo per via legislativa con nuove regole intervenendo nelle maglie larghe di una legislatura insufficiente od inesistente.
Occorre la massima intransigenza in tutto questo. Nessuno darebbe le chiavi di casa propria a chiunque, eppure le chiavi della casa comune a tutti noi (la nostra politica) vengono consegnate senza alcun controllo a chi a quel punto potrà decidere del nostro vivere quotidiano. Per fondare un partito infatti, e per ricevere quindi quelle chiavi, è sufficiente che tre persone (presidente, segretario e tesoriere) si rechino da un notaio, e che abbiano conseguito almeno la licenza media (!).
Per partecipare ad una tornata elettorale poi sono sufficienti solo 20 mila firme circa per la Camera e addirittura 11000 circa per il Senato.
Innanzitutto è necessaria una seria selezione del personale politico che avrà l’incarico di amministrare il paese, sia a livello nazionale che locale, comprendendo in questo anche l’amministrazione di aziende pubbliche. Selezione che non può non passare dalla formazione. La nuova “legge sui partiti e sull’attività politica e amministrativa”, dovrà prevedere infatti un percorso post laurea presso una Scuola di Amministrazione sul tipo dell’Ena francese per preparare personale all’altezza dei difficili compiti che l’amministrazione di un paese comporta.
La nuova legge dovrà disciplinare inoltre tutti i momenti delle organizzazioni politiche: dalle condizioni richieste per la fondazione che dovranno essere molto più stringenti delle attuali, comprendendo anche il divieto all’ingresso in politica di proprietari di mezzi di informazione, alle finalità da perseguire; dall’organizzazione e formazione interna e alle condizioni per partecipare alle competizioni elettorali e che per i nuovi partiti dovranno essere molto più stringenti.
Oggi nonostante abbiano il potere di condizionare fortemente le scelte di organi costituzionali quali governo e parlamento, giuridicamente, i partiti hanno gli stessi obblighi (praticamente inesistenti) di un’associazione sportiva dilettantistica.
Per quanto riguarda i capitali necessari per l'attività politica, una volta disciplinata anche negli aspetti di controllo (Corte dei Conti) e sanzionatori, non ci sarà motivo per non ripristinare un corretto ed adeguato finanziamento pubblico a copertura delle spese che ovviamente dovranno essere documentate. I finanziamenti privati a parer mio dovrebbero essere aboliti, eliminando così alla radice le attività di lobbying.
Sistema elettorale
Nel Registro Nazionale dei Partiti Politici riconosciuti ai sensi della legge n.13 del 21.2.2014 di cui al capitolo sui partiti, risultano quali beneficiari delle detrazioni fiscali e del 2 per mille ben 30 formazioni politiche. come da elenco ufficiale che segue:
Tabella partiti politici ammessi al beneficio della destinazione volontaria del 2 per mille dell'IRPEF
Alternativa Popolare |
Articolo1-Mov. Democratico e Progressista |
Azione |
Cambiamo! |
Centro Democratico |
Democrazia Solidale – Demo |
Federazione dei Verdi |
Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale |
IDEA – Identità e Azione – popolo e libertà |
Italia dei Valori |
Italia Viva |
Lega Nord per l’Indipendenza della Padania |
Lega per Salvini Premier |
Movimento Associativo Italiani all’Estero MAIE |
Movimento politico Forza Italia |
Movimento – La Puglia in Più |
Noi con l’Italia |
Partito della Rif Comunista – Sinistra Europea |
Partito Democratico |
Partito Socialista Italiano |
+ Europa |
Possibile |
Radicali italiani |
Sinistra Italiana |
Stella Alpina |
Südtiroler Volkspartei |
Union Valdôtaine |
UDC – Unione di centro |
Unione per il Trentino |
Unione Sudamericana Emigrati Italiani |
Questo proliferare del numero dei partiti si è tradotto spesso, in sede di elaborazione di legge elettorale, in un sostanziale potere di veto da parte delle formazioni con meno consenso elettorale e certamente non interessate a correttivi grazie ai quali vedrebbero ridurre la loro rappresentatività.
Occorre assolutamente elaborare una nuova legge elettorale che consenta di ottener...
Indice dei contenuti
- Cover
- Indice
- Frontespizio
- Copyright
- Prefazione
- Primo capitolo Popolo e potere (demos-kratos)
- Secondo Capitolo Partiti Politici - art.49 della costituzione - dai partiti di massa ai partiti personali
- Terzo capitolo Formazione Classe Dirigente - informazione e creazione del consenso
- Quarto capitolo Governabilità e rappresentatività - legge elettorale
- Quinto capitolo Zone franche e nuove regole
- Conclusioni