Nota all’edizione argentina
La tesi di laurea di Marielle Franco, intitolata Upp. La riduzione della favela a tre lettere: un’analisi della politica di sicurezza pubblica nello stato di Rio de Janeiro, è stata elaborata sotto la supervisione della dott.ssa Joana D’Arc Fernandes Ferraz nell’ambito del corso di laurea in Amministrazione della facoltà di Amministrazione, scienze contabili e turismo dell’Università Federale Fluminense.
In Brasile è stata pubblicata per il pubblico non accademico dalla casa editrice n-1, pochi mesi dopo l’assassinio dell’autrice, «a caldo, subito dopo i fatti, come gesto politico». Hanno lavorato al testo Carolina Laguna, Hortencia Lencastre, Mauro Gaspar, Renata Monken e Tadeu Breda. La revisione è di Clarissa Melo.
Una menzione speciale merita il lavoro fatto dalla compagna di Marielle in ambito universitario, Lia de Mattos Rocha. Ha raggruppato le note per contestualizzare alcuni riferimenti, ha anche invitato diverse figure, importanti per Marielle, a fornire testi appositamente per il libro. Di questi testi, è riportata qui solo la postfazione di Vera Malaguti Batista, dato che gli altri, interni al contesto brasiliano dell’epoca, hanno perso di attualità . In ultimo, con lo scopo di mantenere l’urgenza e la vitalità della riflessione di Marielle, è stato omesso il primo capitolo della tesi, contenente riferimenti teorici per lo più legati a criteri accademici ed esigenze formali. Di seguito ne proponiamo una breve sintesi, per evitare che concetti presenti nel primo capitolo della versione integrale della tesi (consultabile sul sito dell’università ) appaiano qui inaspettati e generino confusione nel lettore.
Marielle ripercorre la continuità storica che va dalla nascita del liberalismo come forma di organizzazione dello stato e dell’amministrazione pubblica, incluse le diverse crisi di questo modello, fino a giungere agli effetti del neoliberalismo e allo sviluppo dello stato penale. Rispetto all’implementazione di questa agenda neoliberale, l’autrice rimarca la nozione di «amministrazione pubblica manageriale» o new public management, le cui caratteristiche principali sono: la «decentralizzazione amministrativa e politica; devoluzione di funzioni e autonomia al mercato e alla società ; flessibilità gestionale, soprattutto nei settori del personale, approvvigionamento e finanze; enfasi sulla qualità dei processi e dei risultati; preoccupazione per l’efficienza e la riduzione dei costi; ricerca di una maggiore trasparenza nelle procedure e aumento del controllo sociale sulla formulazione, attuazione e valutazione di politiche, programmi e progetti».1 Queste trasformazioni hanno storia a sé in Brasile, adattandosi dagli anni ’90 al nuovo contesto egemonico neoliberale.2
Per analizzare le modalità di articolazione di questo processo con l’intera società , Marielle introduce il concetto di ideologia: «Per Marx, l’ideologia è una forma di falsa coscienza, corrisponde a interessi di classe: più precisamente, designa un insieme di idee speculative e illusorie (socialmente determinate) che gli uomini formulano sulla realtà , attraverso la morale, la religione, la metafisica, i sistemi filosofici, le dottrine politiche ed economiche, ecc.».3 Nella definizione proposta da Marielle Franco, l’ideologia è composta da «un insieme di apparati privati o statali, volti a costruire un senso comune sulle politiche egemoniche che sono realizzate dall’apparato statale» e convincere così che «lo stato è per tutti». Considerando la diversità delle idee che mettono in discussione lo status quo e che possono emergere e modificare i rapporti tra le forze in gioco e portare lo stato ad assumere nuove posizioni, Marielle usa la distinzione fatta da Löwy tra ideologia e utopia, derivata dal contributo di Mannheim. Secondo Löwy «Mannheim attribuisce un significato diverso, molto più ristretto, al termine: ideologia designa, in questa accezione, i sistemi di rappresentazione che si orientano verso la stabilizzazione e la riproduzione dell’ordine vigente – in opposizione al concetto di utopia, che definisce le rappresentazioni, aspirazioni e immagini-di-desiderio (Wunschbilder) che vanno verso la rottura dell’ordine stabilito ed esercitano una funzione sovversiva».4
Il concetto centrale della tesi è quello di stato penale, secondo quanto teorizzato da Loïc Wacquant.5 Per l’autore, esso «è esattamente dovuto al fatto che le élite statali, convertite all’ideologia dominante del mercato onnipotente, promossa dagli Stati Uniti, riducono o abbandonano le prerogative dello stato nei settori socioeconomici per favorire, in tutti i modi, l’aumento e il rafforzamento della missione di ‘sicurezza’ – dopo che questa è stata ridotta bruscamente alla sua unica dimensione criminale – e, per giunta, effettuando una sorta di asepsi della criminalità alle classi inferiori, invece di concentrarsi sui reati delle classi superiori nelle grandi società ».6 Sempre secondo Wacquant, «estendere lo stato penale gli permette, in primo luogo, di attutire e contenere i disordini urbani generati nelle classi inferiori della struttura sociale per la simultanea deregolamentazione del mercato del lavoro e della scomposizione della rete del patrimonio sociale. Inoltre, consente ai politici in carica, nelle fasi in cui hanno poco da offrire ai loro elettori, di contenere la mancanza di legittimità politica con la presenza dell’autorità statale in questa limitata area di azione».7