L'osservazione dei comportamenti nei servizi educativi per l'infanzia
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L'osservazione dei comportamenti nei servizi educativi per l'infanzia

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L'osservazione dei comportamenti nei servizi educativi per l'infanzia

Informazioni su questo libro

Le recenti direttive ministeriali e gli Orientamenti nazionali per i servizi zero-sei riconoscono nell’osservazione uno strumento professionale utile all’educatore per la promozione di un sistema educativo equo e inclusivo. La strutturazione di un progetto osservativo, che possa favorire la costruzione di percorsi educativi rivolti a tutti e a ciascuno, necessita di una attenta riflessione sulla realtà, sullo sviluppo del bambino e sulle potenzialità inclusive del gioco nella prima infanzia. Il volume ha lo scopo di fornire una “guida per gli occhi” per stimolare, nel lettore e nell’educatore che si approccia all’osservazione, una riflessione sul cosa, sul perché e sul come osservare. Nel testo, infatti, si approfondiscono gli strumenti osservativi da adottare nel contesto zero-sei, le intenzionalità educative e gli obiettivi dell'osservazione in relazione agli aspetti di vita del bambino.

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CAPITOLO 1

1.1 L’osservazione come metodo d’indagine

La capacità di cogliere occasioni informali per favorire lo sviluppo, molto dipende da un lato dalla motivazione e dalla sensibilità personale, dall’altro dalla preparazione culturale e dalla formazione pedagogica dell’educatore di asilo nido. In questo modo osservazione e azione si confondono, sono l’una la conseguenza dell’altra in un continuum unico [1] .



L’osservazione è lo strumento maggiormente utilizzato nei contesti educativi. Viene adottato per finalità descrittive allo scopo di «comprendere e descrivere con chiarezza elementi e relazioni, individuare fenomeni per poter affrontare le questioni in termini operativi» [2]. Ancor prima di esser uno strumento, l’osservazione viene descritta in letteratura come metodo d’indagine, finalizzato a produrre un’asserzione basata su evidenze. Osservare, quindi, corrisponde all’attività di selezione di un comportamento considerato significativo per quel dato fenomeno [3]. L’osservazione si differenzia rispetto al «guardare», inteso come un volgere lo sguardo per vedere, e al «vedere», che corrisponde a una percezione visiva della realtà. Essa presuppone un atteggiamento più critico e scientifico e quindi un metodo [4]. La rilevazione quindi non deve essere neutra, ma attendibile e può essere considerata obiettiva, se vengono adottate procedure sistematiche, ripetibili e comunicabili [5]. Il metodo osservativo, infatti, permette di registrare il comportamento senza tentare di influenzarlo e garantisce la rilevanza e la generalizzabilità dei risultati proprio perché condotto in un ambiente naturale.
L’osservazione come metodo d’indagine può essere più o meno strutturata. Si possono utilizzare specifici parametri per caratterizzare i diversi tipi di osservazione: il grado di struttura dell’ambiente, quindi, il luogo dove si svolge l’osservazione, il grado di struttura che l’osservatore impone all’ambiente, ovvero la manipolazione delle condizioni di osservazione [6] . L’ambiente può essere naturale, come il parco giochi, l’asilo nido oppure artificiale, come un laboratorio.
Nello specifico verranno descritte le varie tipologie di osservazione in base al grado di struttura dell’attività e dell’ambiente.
Un esempio di osservazione con un basso livello di struttura dell’ambiente e un controllo del tipo di attività, è lo studio condotto da Marcos [7]. L’obiettivo dello studio era quello di registrare la comparsa delle vocalizzazioni infantili nel conteso naturale dei bambini. Per poter osservare la comparsa dei vocalizzi Marcos ha creato delle situazioni stimolo esponendo i bambini a degli eventi che richiedono l’uso dei vocalizzi [8].
In uno studio non strutturato, invece, l’osservatore sceglie di registrare ciò che avviene in forma diaristica, nel modo più completo possibile, quindi, non manipolando le condizioni di osservazione. Di seguito un estratto di osservazione diaristica di una educatrice che descrive le esperienze dei bambini all’aperto (Tab. 1). L’obiettivo dell’osservazione diaristica, riportata nell’esempio seguente, è quello di stimolare l’educatrice nel riflettere sulle esperienze che il bambino può fare all’aperto. L’educatrice, infatti, conclude evidenziando di aver osservato situazioni in cui il bambino può apprendere in autonomia e può esplorare l’ambiente in autonomia, elementi utili per lo sviluppo cognitivo.

immagine 1
Tab. 1 Esempio di un estratto di osservazione diaristica di esperienze dei bambini all’aperto [9]

Se si decide, invece, di strutturare lo studio in un ambiente naturale, l’osservatore registrerà solo i comportamenti d’interesse. Poniamo che si voglia rilevare solo l’abilità di motricità fine dei bambini di 5-6 anni. In tale ipotesi non si registrerà la relazione tra i bambini o l’aspetto estetico dei bambini né si descriverà l’ambiente. L’osservatore si concentrerà nel rilevare la prensione del pennarello, il movimento degli arti, il controllo della postura, la prensione dello strumento scrittorio, il supporto della mano non dominante che va a coadiuvare il processo di scrittura; la coordinazione dei movimenti oculo-manuali, la motricità fine; la regolazione della pressione, della traiettoria e della velocità di scrittura [10].
Lo studio con un alto grado di struttura dell’ambiente è riconducile alla Strange Situation di Mary Ainsworth [11]condotto in laboratorio. Ainsworth ha strutturato modalità, tempi e spazi del suo studio al fine di osservare l’interazione madre/bambino in chiave di attaccamento ed inserendo nella diade alcune variabili. La reazione del bambino alle variabili è stata oggetto di osservazione e registrazione.
Considerando i livelli di struttura dell’ambiente e dell’attività risulta difficile pensare che l’educatore di nido possa adottare nella propria indagine un alto grado di struttura dell’ambiente, essendo quest’ ultimo utilizzato maggiormente negli studi con scopi di ricerca.





[1] Ibidem.
[2] L. GIANNANDREA, L’osservazione nel nido. Uso delle check-list, in L'agire educativo. Manuale per educatori e operatori socio-assistenziali,a cura di L. PERLA - M.G. RIVA, La Scuola, Brescia, 2016, cit. pp. 17-29.
[3] L. CAMAIONI - T. AURELI – P. PERUCCHINI, Osservare e valutare il comportamento infantile, Il Mulino, Bologna, 2004.
[4] L. D’ODORICO, L’osservazione del comportamento infantile, Cortina, Milano, 1990.
[5] L. CAMAIONI - T. AURELI – P. PERUCCHINI, Osservare e valutare il comportamento infantile, cit.
[6] Ibidem; T. AURELI - P. PERUCCHINI, Osservare e valutare il comportamento del bambino, cit..
[7] H. MARCOS, Communicative functions of pitch direction in infants. «Journal of Child Language», XIV, 1987, pp. 225-268.
[8] Ibidedm
[9] L. BALDUZZI - T PIRONI, L'osservazione al nido. Una lente a più dimensioni per educare lo sguardo, FrancoAngeli, Milano, 2017, cit. 170.
[10] R. PELLEGRINI - L. DONGILLI, Insegnare a scrivere: pregrafismo, stampato e corsivo, Erickson, Trento, 2010
[11] M. D. S. AINSWORTH, (1978). The bowlby-ainsworth attachment theory, «Behavioral and brain sciences», 1(3), 436-438.

1.2 Il ruolo dell’osservatore: la scelta degli strumenti osservativi

Gli strumenti che l’educatore può utilizzare nella pratica osservativa possono essere sia di natura qualitativa che quantitativa sostanziandosi perlopiù in diari e resoconti narrativi, griglie di rilevazione, checklist, scale di valutazione [1] .
I diari e i resoconti rientrano negli strumenti di natura qualitativa. Tra essi quelli di maggior pregio sono indubbiamente quelli di Anna Freud, la cui indagine si concentrò su un gruppo di bambini rimasti orfani durante la Seconda Guerra Mondiale [2], così come i resoconti di Jean Piaget e il taccuino di Charles Darwin.
Il diario si configura come semplice annotazione di impressioni o di fatti; il resoconto, invece, ha come obiettivo quello di rendere l’annotazione uno strumento di confronto con la comunità. L’educatore nel descrivere gli eventi deve distinguere gli aspetti descritt...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. L’osservazione dei comportamenti nei servizi educativi per l'infanzia
  3. Indice dei contenuti
  4. PRESENTAZIONE
  5. PREMESSA
  6. CAPITOLO 1
  7. 1.1 L’osservazione come metodo d’indagine
  8. 1.2 Il ruolo dell’osservatore: la scelta degli strumenti osservativi
  9. 1.3 Il grado di partecipazione nell’osservazione
  10. 1.4 I requisiti dell’osservazione
  11. CAPITOLO 2
  12. 2.1. «Cosa osservare»: i quadri teorici
  13. 2.2 Osservare lo sviluppo cognitivo e sociale del bambino
  14. 2.3 Osservare lo sviluppo comunicativo-linguistico del bambino.
  15. CAPITOLO 3
  16. 3.1 Il gioco una dimensione polisemica per l’osservazione
  17. 3.2 L’osservazione del gioco nei servizi zerosei: tra strumenti play assessment e play-based assessment
  18. 3.3 L’osservazione del set di giocattoli per favorire l’inclusione
  19. CONCLUSIONI
  20. BIBLIOGRAFIA
  21. ​BIOBIBLIOGRAFIA