L'imprenditore vincente
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L'imprenditore vincente

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L'imprenditore vincente

Informazioni su questo libro

790.000. Questo è il numero delle aziende chiuse negli ultimi 2 anni. Molti penseranno che la colpa sia da imputare alla pandemia, ma in realtà 150.000 sono le aziende che hanno chiuso ogni anno negli ultimi 15 anni. Ciò accade perché il mercato è in costante cambiamento: oggi più che mai viene chiesto all’imprenditore di gestire con responsabilità e competenza la propria azienda, al fine di adeguarla agli sviluppi di scenario che si presentano.
Per fare questo mestiere, come qualsiasi altra attività, è necessario essere formati, possedere conoscenze e competenze, non fosse altro per distinguere un consiglio giusto da uno sbagliato. Molte imprese che hanno chiuso lo devono a quegli pseudo-imprenditori che si sono limitati ad “alzare la saracinesca” senza la piena contezza di quello che stavano facendo. Alcuni di loro sono stati spazzati via da un mercato sempre più esigente, altri (purtroppo) sono stati supportati da sedicenti consulenti.
Questo libro è stato scritto per l’imprenditore che non si accontenta, che vuole andare oltre ed essere noto sul mercato per quello che fa, che vuole essere presente per tanti anni e creare un marchio che si riconosca, che sappia usare le tecniche per riprendersi dagli errori, che voglia vedere e cogliere le opportunità di mercato prima degli altri, che desideri governare l’azienda e direzionarla con decisione e senso di responsabilità, che voglia contestare con argomentazioni valide un consiglio errato ricevuto dal consulente, che vuole saper valutare le persone giuste che possono accompagnarlo verso il successo e riconoscere facilmente gli ostacoli che possono allontanarlo dalla vetta, che vuole vincere… per l’imprenditore vincente!

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Informazioni

Editore
Kimerik
Anno
2022
Print ISBN
9788855169592
eBook ISBN
9788855169608
Argomento
Business
1. Alla base dell’idea di imprenditore
L’imprenditore è il punto focale attorno a cui ruota l’attività di un’azienda: ne è l’ideatore, ne è il sognatore, il motore e l’energia che la fa andare avanti. Egli desidera farla crescere e, per riuscirci, motiva ogni giorno le persone (i suoi dipendenti) che fanno parte del suo sogno. In parole semplici, l’imprenditore è un individuo insostituibile, unico e immancabile all’interno di una qualsiasi azienda.
Lo scopo principale di ogni imprenditore non è solo accrescere le proprie competenze e fare bene le cose, bensì generare anche utili, diventando al contempo sia il punto di riferimento per i propri lavoratori che per la società nel suo complesso.
Generare utili non significa soltanto migliorare il proprio posizionamento sul mercato, aspetto comunque essenziale: significa altresì permettere all’azienda di operare in maniera indipendente dall’imprenditore in quanto tale.
Che cosa vuol dire?
Vuol dire che se un imprenditore fa bene il proprio lavoro e desidera proiettare la sua attività nel futuro, farà in modo che l’azienda funzioni ai massimi livelli anche in sua assenza. Secondo molti autori e professionisti di business, l’imprenditore deve sì occuparsi di tutto ciò che serve nell’impresa, ma deve dare la priorità, in termini di importanza, all’indipendenza dell’azienda stessa. Ovvero alla creazione di automatismi e alla formazione di personale che, nel lungo periodo, divengano interdipendenti all’imprenditore. In caso contrario, l’imprenditore creerà un’azienda centrata su di sé, che avrà una scarsa probabilità di sopravvivere nel lungo termine.
Da un punto di vista operativo, tutte le aziende funzionano allo stesso modo: c’è un imprenditore, ci sono dei dipendenti e si devono generare degli utili in termini di business. C’è una cosa che, tuttavia, rende unica ogni impresa: il modo in cui viene gestita per mano di chi ne è proprietario. L’attività imprenditoriale, in definitiva, si esplica attraverso vari elementi e caratteristiche che sono alla base di qualsiasi sviluppo/cambiamento/evoluzione aziendale.
Quali sono questi elementi?
Il primo è la leadership dell’imprenditore. Attraverso un personale stile di leadership l’imprenditore traduce in una vision (secondo elemento) un desiderio (realizzabile) verso il quale nutre un senso di urgenza.
Chiarita la vision l’imprenditore stabilisce i costi per la sua realizzazione, nonché le risorse economiche che gli occorrono, solitamente reperiti nei propri risparmi o attraverso investimenti bancari. Il denaro servirà per iniziare a produrre e sviluppare il prodotto, nonché per avviare le campagne di marketing e spingere i clienti a rivolgersi alla sua azienda.
Al contempo, svilupperà un team (terzo elemento) in grado di standardizzare i processi aziendali e, quindi, realizzare in concreto la vision e mission (quarto elemento) imprenditoriali che si era posto all’inizio. L’obiettivo di un imprenditore (spesso non dichiarato) è dunque creare un sistema indipendente (l’organizzazione) dall’imprenditore, che funzioni cioè da solo. Sembra un paradosso, ma è la base su cui deve erigersi il lavoro dell’imprenditore.
Per riassumere, gli elementi fondanti un’attività imprenditoriale sono:
leadership;
vision;
mission;
teamwork.
 
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Fig. 1.1 Le basi di un’attività imprenditoriale.
A tali elementi e peculiarità dello stile imprenditoriale, se ne aggiungeranno necessariamente degli altri inerenti ad esempio il carisma, la motivazione e l’ottimismo che sarà capace di infondere nei propri collaboratori. È su questi gradienti, che a poco a poco analizzeremo di seguito, che si può tracciare il ritratto del perfetto imprenditore.
Come afferma Alfio Bardolla, creare un’azienda è come crescere un bambino. All’inizio devi seguirlo in continuazione e fare tutto per lui; poi durante l’adolescenza, dovrai seguirlo a distanza, permettergli di sbagliare per conto suo e rimediare da solo, aiutarlo e correggerlo senza che se ne accorga, finché non diventerà capace di andare avanti da solo e allora sarà vostro dovere distaccarvene e lasciarlo andare avanti per la sua strada: tutto quello che farete da quel momento in poi non sarà qualcosa di necessario, sarà qualcosa di più.
 
2. Leadership imprenditoriale:
il suo significato moderno e come si sviluppa
Come abbiamo detto, qualsiasi azienda si caratterizza in primo luogo per la leadership dell’imprenditore. Essere imprenditore vuol dire, d’altronde, essere anche leader di un’attività, di un gruppo, di un settore di mercato, di una categoria professionale, di clienti, soci, banche, fornitori.
La leadership di un imprenditore permette sempre (o dovrebbe sempre permettere) a un’azienda di divenire il punto di riferimento per tutti gli anelli della catena di mercato di cui fa parte. Sviluppare doti di leadership è quindi la prima necessità (il più delle volte poco visibile e molto criticata) per un imprenditore.
Leader e leadership: ma in che senso?
In passato il termine leader è stato sempre identificato con la figura del capo che comanda: oggi questo concetto è oramai considerato obsoleto. Un leader non è più inteso come una persona avulsa dal contesto nel quale si colloca, bensì in partnership con tutte le altre persone con cui lavora.
La sola dote autoritaria che deve essere riconosciuta a un vero leader imprenditore deve essere la sua capacità di saper influenzare positivamente le persone con cui lavora, convogliandole, spesso in assenza totale di autorità gerarchica, verso un obiettivo ben definito e comune: la mission aziendale di cui parlavamo prima. La leadership si traduce dunque nella creazione di un ambiente favorevole in azienda nel quale chiunque deve poter esprimere il meglio di sé. A sua volta il termine leader non si rifà a una persona che si intromette in tutte le decisioni dell’impresa. Un imprenditore è cioè leader non quando accentra il potere su di sé, ma quando mette in condizione ogni singolo elemento della propria organizzazione di poter svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi.
Ancora una volta, l’idea deve essere quella di rendere la nostra stessa organizzazione indipendente da noi per garantirle una sopravvivenza nel lungo termine. Per ottenere ciò bisogna far leva sulla capacità di influenzare positivamente le persone, in modo tale da creare percorsi facili e fluidi con effetti moltiplicatori in termini di risultato.
È questa la vera leadership imprenditoriale dell’era moderna:
permettere all’azienda di diventare indipendente.
Non è un processo che si genera autonomamente. Il leader-imprenditore non ha virtù e capacità innate di leadership, come talento e carisma, superiori alla media: psicologi e studiosi sostengono che tutti hanno la possibilità di esprimere la propria leadership naturale, anche individui impensabili possono sviluppare doti di leadership estremamente efficaci. Qualsiasi imprenditore, pertanto, può sviluppare doti di leadership efficaci, in termini di business e di qualità organizzativa.
Ma quali sono gli elementi essenziali della leadership?
Gli elementi essenziali della leadership sono quattro:
vision,
mission,
comunicazione,
trust.
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Fig. 2.1 Gli elementi della leadership.
La vision (ne abbiamo già accennato) si riferisce al fatto che i leader guardano al futuro, hanno una visione ben chiara di dove proiettarsi, fotografano eventi, direzioni che possono contribuire od ostacolare il raggiungimento della mission imprenditoriale.
La vision incide sul presente e sul futuro dell’azienda.
La vision deve però essere tenuta distinta dalla mission. Con il primo termine si intende l’aspirazione di una determinata impresa a collocarsi all’interno di una precisa posizione nel futuro mercato. La mission, invece, è lo scopo dell’organizzazione, contenente tutti gli obiettivi da raggiungere, ai quali il management deve fare riferimento nella creazione di strategie, piani e attività. La vision e la mission devono però essere sempre integrati ai valori, cioè ai principi che guidano queste azioni.
Tracciare la giusta strada da percorrere, tuttavia, non è sufficiente: bisogna saper comunicare e condividere in maniera efficace. È qui che subentra l’elemento della comunicazione: parlare, ascoltare e scrivere efficacemente sono qualità fondamentali perché un leader possa esplicare in maniera soddisfacente i propri intenti.
Infine, il quarto elemento è il trust, cioè l’affidabilità, che si costruisce attraverso l’integrità, la cui componente principale è data dall’onestà. Il processo del trust, promesse-azioni-risultato, crea un clima favorevole di fiducia nel lungo termine, che è tipico delle organizzazioni con una forte leadership.
È attraverso questi quattro elementi (vision, mission comunicazione e trust) che si crea nell’azienda un clima di fiducia reciproca e rispetto, a partire da uno stile di leadership adeguato. Aspetti che, per la verità, possono essere applicati non soltanto in contesti imprenditoriali, ma anche in molte altre organizzazioni o gruppi di qualsiasi genere, in quanto influenzano il successo o meno, nel medio e lungo termine, delle attività che un imprenditore intende svolgere.
Grandi leader creano visioni, missioni e valori. Un imprenditore crea una direzione comune da seguire, che diventa la guida per ogni singola azione: la guida è la vision, non l’imprenditore. Le aziende che sono dotate di un leader-imprenditore che ha una ben chiara idea di vision, mission e valori: sono imprese che raggiungono i più proficui risultati, in quanto lo stile di leadership sarà collegato a una specifica ed efficace strategia aziendale.
Quale strategia di leadership?
Il processo strategico di una leadership efficace sarà dunque strutturato per mezzo di questi elementi:
Visione.
Missione.
Definizione strategica.
Pianificazione strategica.
Esecuzioni e tattica di azione.
Non esiste un solo tipo di leadership adatto a tutti i contesti imprenditoriali. Al contrario, esistono varie modalità con cui si può manifestare questo processo di leadership, che si possono rintracciare nelle procedure di leadership situazionale.
2.1 La leadership situazionale: quale stile adottare
Il modello della leadership situazionale è stato elaborato da Hersey e Blanchard negli anni Settanta. Secondo questi autori, nell’ambito delle relazioni gruppali, non esiste un unico stile di leadership valido per tutte le situazioni, ma al contrario esistono vari modelli che è possibile applicare, in maniera differente, in relazione alla specifica circostanza che di volta in volta si presenta.
Se ci riferiamo al contesto imprenditoriale, il punto di partenza da tenere in mente è che lo stile di leadership di un imprenditore rispecchia e si affianca alle caratteristiche del collaboratore/lavoratore. Ciò avviene in conformità a due principali fattori:
la maturità lavorativa: le competenze del lavoratore;
la maturità psicologica: la disponibilità, la motivazione a fare qualcosa, la fiducia in sé stessi e l’autonomia del dipendente.
Quanti stili di leadership esistono?
In relazione a queste due componenti, un leader può essere più o meno orientato all’assumere un comportamento direttivo o, in alternativa, collaborativo e relazionale nei confronti del proprio subalterno.
Di conseguenza, per quanto riguarda la scelta relativa alla tipologia dello stile di leadership da adottare, possiamo identificare quattro casistiche principali:
Competenze tecniche basse e capacità di motivazione bassa: sono persone senza esperienza e senza motivazione; richiedono uno stile di leadership diretto da parte dell’imprenditore.
Competenze tecniche basse e capacità d’integrazione alta: sono persone senza esperienza, ma con grande motivazione. Possono essere a tutti gli effetti un’opportunità per l’imprenditore, se le persone sono ben collocate nelle attività, in quanto possono contribuire all’integrazione di un team diffondendo energia positiva. Lo stile di leadership deve essere vicino al collaboratore e lavorare con l’influenza e la direzione.
Competenze tecniche alte e motivazione bassa. Sono persone con competenze tecniche, ma prive di motivazione, spesso difficili caratterialmente. Richiedono molta supervisione nei contatti e nelle comunicazioni, richiedendo uno stile di collaborazione dal punto di vista della leadership.
Competenze tecniche alte e capacità d’integrazione alta. Sono persone con competenze tecniche e sono motivate, al punto da creare la situazione ideale per dare valore aggiunto a un’organizzazione. Può accadere che finiscono per avere competenze superiori al leader, tanto che sono oggetto di delega.
In relazione alle quattro casistiche presentate, differenziamo altrettanti stili di leadership:
Primo stile. Dirigere: dare ordini da eseguire, non fornire spiegazioni. È il tipo di leadership adatto in caso di alta dedizione e scarsa competenza lavorativa, dove è necessario un leader altamente direttivo in quanto a definizione di ruoli, attivi...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Note biografiche
  3. Parte Prima
  4. 1. Alla base dell’idea di imprenditore
  5. 2. Leadership imprenditoriale:
  6. 3. Imprenditore o motivatore?
  7. 4. Le caratteristiche che deve possedere un imprenditore-leader
  8. 5. Riconoscere i bisogni aziendali: le fondamentali caratteristiche psicosociali dell’imprenditore ai fini del business
  9. 6. Partire dai bisogni per creare un’attività di successo:
  10. 7. Dal motivare al formare: l’imprenditore come formatore
  11. 8. Le caratteristiche dell’imprenditore-leader nei processi
  12. 9. Spunti da noti imprenditori
  13. Parte Seconda
  14. 1. La business idea non serve:
  15. 2. L’importanza di pianificare
  16. 3. Business plan
  17. 4. Analisi e segmentazione di mercato
  18. 5. Analisi della concorrenza: come creare un vantaggio competitivo
  19. 6. Il ruolo del marketing nell’avvio di una nuova attività imprenditoriale
  20. Parte Terza
  21. 1. Il biglietto da visita dell’azienda: il primo budget
  22. 2. Il primo bilancio: il budget che diventa realtà
  23. 4. Le motivazioni del bilancio in relazione al budget: prevedere ciclicamente il futuro dell’azienda
  24. 5. Il mercato finanziario: cenni e prospettive in funzione del budget
  25. 6. L’avvio di un’impresa: tra coordinamento e specializzazione
  26. 7. Replicabilità del business: il franchising
  27. 8. Società costituita: cosa accade adesso?
  28. Parte Quarta
  29. 1. Dalla finanza aziendale al mercato finanziario
  30. 2. Il mercato finanziario
  31. 3. Il ricorso al capitale di debito
  32. 4. Il ricorso al capitale di rischio
  33. 5. La quotazione in borsa: qualche accenno pratico
  34. Parte Quinta
  35. 1. Che cosa significa organizzare le risorse umane
  36. 3. Ancora sulla microstruttura: la selezione delle risorse
  37. 4. Strategie imprenditoriali per la scelta delle risorse umane
  38. 5. L’organizzazione della macrostruttura
  39. Parte Sesta
  40. 1. Marketing: i principi basilari
  41. 3. Marketing management: strutturare una strategia di mercato
  42. 4. Oltre il marketing: dal brand alle strategie di branding
  43. 5. Comunicazione: il vero segreto del marketing
  44. Parte Settima
  45. 1. Il controllo di gestione: questo sconosciuto!
  46. 2. I dati significativi di un’azienda: conoscere gli indici di bilancio
  47. 5. La dinamica monetaria: funzionamento e implicazioni
  48. 6. Misurare le performance aziendali: gli indicatori di riferimento
  49. 7. Cosa dice la legge?
  50. Bibliografia
  51. Sitografia